14 ottobre 2006

VENNI, VIDI E VINSI.

L’azienda per cui lavoro ha organizzato, per il suo decennale, un torneo di calcio a 7 ed uno di basket tra le rappresentative delle nazioni in cui è presente. Una squadra per nazione, tranne ovviamente per la Spagna, terra di appartenenza della società, che visti i numeri ha presentato più squadre. In Italia la società ha due filiali, e per ognuna si è iscritta una squadra. Bisognava, quindi, decidere quale squadra sarebbe andata come rappresentante nazionale. Uno scontro diretto avrebbe designato la rappresentativa nazionale che sarebbe partita per Madrid, sede dell’evento. Siccome la partita di basket si sarebbe tenuta a Milano, quella di calcio si è disputata a Roma.
Tutto in un giorno. Questo era il motto dell’ufficio marketing che gestiva l’evento. Partenza alle 8 del mattino dalla Stazione Centrale. Arrivo alle 12:30 a Roma, partita alle 13:30 e ripartenza alle 14:30. Ritmi ferratissimi.

Così mi trovo alle 8 di un sabato mattino piovoso a prendere il treno per la capitale in compagnia del resto della squadra. Tutte persone che vedevo quel giorno per la prima volta. La squadra è nata sull’intranet aziendale. Questo ha fatto sì che le nostre quotazioni di qualificazione siano bassissime. Comunque sul treno, dopo le presentazioni di rito e le quattro chiacchiere per far gruppo decidiamo la formazione e lo schema, portiere compreso. Ora è rimasto solo da capire come arrivare dalla stazione al campo. fortunatamente il capitano, nonché Manager Senior, si propone di venirci a prendere alla fermata della metrò più vicina al campo. Arriviamo a Roma. Metropolitana. Lì troviamo ad aspettarci il manager con l’auto aziendale, quindi grande e full optional, ed aspettiamo la seconda auto, sempre di un manager e sempre grande e full optional.
Partiamo e subito capisco che il traffico caotico non è una caratteristica solo di Milano. Solo che qui la guida è più creativa. Per aggirare la coda il nostro “autista” decide di svoltare a destra e di percorre la via contromano. Paura, non ho dietro neanche i documenti. Arriviamo al campo leggermente in ritardo ma vivi.. Cambio d’indumenti e subito in campo. gli avversari sono più preparati di noi. Sono mesi che si stanno allenando, ma passiamo noi in vantaggio. 1 a 0. Incredibile facciamo anche il 2 a 0. Loro rimontano. 2 a 2. Di nuovo in vantaggio 3 a 2. Gol spettacolare loro. 3 a 3. Subito 4 a 3 per noi su papera del loro portiere. Finiamo il primo tempo in vantaggio. Super incredibile. Loro iniziano a innervosirsi.
Secondo tempo. Teniamo il risultato. Loro sono sempre più nervosi e noi ne approfittiamo. Facciamo il 5 a 3. a dieci minuti dalla fine. Loro perdono la testa. Mancano solo 5 minuti e noi insacchiamo altri 2 gol. La partita sembra finita. La nostra ala sinistra scatta nel tentativo di recuperare un pallone e si fa male. Rientro in campo. rinvio del loro portiere a centro campo. Recupero il pallone e scatto in contropiede. L’unico difensore mi viene in contro. Passo al centro. La punta affronta il portiere, intanto io seguo l’azione. Mi ripassa la palla ed io a 15 cm. dalla porta incustodita insacco la palla a fil di palo. Gol. E sono 8. Un avversario amareggiato si rivolge al suo capitano ” Se segna anche lui è il caso di finirla qui.” Infatti finiamo la partita. All’euforia della vittoria si mischia la paura di perdere il treno del ritorno. Non abbiamo ancora assimilato l’idea che partiremo per la Spagna, la mente è occupata dal pensiero fisso di raggiungere la stazione in tempo. Fortunatamente, alcuni colleghi di Roma ci danno un passaggio con le loro auto. Niente auto grandi e full optional ma utilitarie modello base.

Ci lasciano alla fermata della metrò. Qui una signora delle dimensioni di un armadio a tre ante e dai colori sgargianti blocca la nostra rincorsa al treno in banchina. Solo un gruppo di noi riesce a salire. Se la signora avesse giocato come centrale difensivo con il cavolo che ci facevano tre gol. Ci informiamo e per fortuna i treni si susseguono a breve distanza. Quindi abbiamo elevate possibilità di prendere tutti il treno di ritorno. E così è. Saliti siamo così stanchi che una parte di noi si addormenta concedendosi così il meritato riposo.
L’idea di partire per la Spagna si fa ora più presente, essendosi liberato il posto del timore di perdere il treno. Iniziamo a cantare: A MADRID, A MADRID. CE NE ANDIAMO CE NE ANDIAMO A MADRID. Sembriamo una scolaresca in gita. La gente ci guarda un po’ perplessa. Sul treno incontro diverse persone. Di fronte a me c’è un balestrato che gioca con il suo pc.La signora accanto a lui lavora all’uncinetto, mentre quella al mio fianco appena partiti ha iniziato a guardare la rivista di pettegolezzi ed altrettanto immediatamente è caduta in catalessi. Una biondina passa. Carina. Speriamo si fermi. Si ferma.Si siede dietro di me. Che sfiga. Lascia le valigie e se ne va. Doppia sfiga. Non poteva capitarmi lei al posto dell’anziana catartica. Bologna. La vecchia addormentata sul treno si desta, per fortuna non è stato necessario nessun intervento fiabesco. Deve scendere. Si alza di scatto e nel prendere la valigia le cade dalla borsa qualcosa. La raccolgo e gliela porgo. Solo ora mi accorgo che è un negligè. Lei lo prende, mi ringrazia e scappa. Io resto un attimo allibito e cerco di non pensare a lei con indosso quel indumento; però capisco che anche lei si è “goduta il suo meritato riposo”.

La biondina ritorna. Ne approfitto ed attacco bottone. Parliamo del più e del meno. Mi racconta delle sue peripezie per prendere il treno. Del suo percorso di studi universitari e del suo nuovo stato di single. Peccato il sorriso. Lei è carina ma la mancanza di un canino le lascia una galleria ed io non riesco a non fissarla. E come guardare il tutto e vedere solo un particolare, perdendo così l’insieme. È quasi ipnotico. Arriviamo a Milano. Se non ci fosse un suo amico ad aspettarla ed i miei colleghi a guardarmi … ma con i ma e con i se non si fa la storia ed infatti io mi sono fatto solo l’ennesimo “film”. Solo che questa volta al posto di THE END c’è scritto MADRID.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma il numero di telefono della biondina????? ogni lasciata e' persa

paolo