05 luglio 2007

Udito

Non ci crederete, ma ho scoperto che più si sale in alto e più le orecchie si chiudono e si sentono solo le cose che si vuole. Il problema è che in alto non è sempre un posto fisico.

Le onde sonore non dovrebbero subire la forza di gravità, nel loro caso conta solo la direzione. Segnale più alto in centro e in attenuazione ai lati. Eppure ogni volta che parlo con un “capo” questo prende le mie parole, le shakerà e poi ne tira fuori quello che vuole.
È una revisione storica in real-time. Fenomenale.
Più mi sforzo di usare parole semplici e frasi base, più loro riescono ad estrapolare ciò che gli fa comodo. Non so quante volte ho dovuto ripetere “non mi sono spiegato”, sono arrivato a pensare di parlare una lingua diversa da quella che sentivo uscire dalla mia bocca.
Questo non capita solo con il dialogo in ufficio.
Il concetto è applicabile anche in modalità UP-DOWN
Provate a chiedere ad un commerciante di alimentari “mi dia, gentilmente, 2 etti di …”, va da se che vi darà 2 etti abbondanti, diciamo quasi 3, e con la faccia più innocente che ci sia pone la solita domanda retorica “lascio”. E tu per no fare la figura del pezzente rispondi "lasci lasci".

Ma forse il problema sta proprio nella comunicazione.
Credo che ormai siano dati per assunti che i significati che si danno alle stesse parole, in un dialogo tra genitori e figlio, o tra uomo e donna, siano diversi. Questo crea incomprensioni.
Da parte mia posso dire che il mio udito è fortemente influenzato dal punto in cui si trova, nella mia Gaussiana, la ragazza che ho di fronte. Così un semplice “ciao ” viene interpretato come un “okkei sono pronta a fare una bella sudata con te sotto le lenzuola”, se è carina; ed un semplice saluto se si trova vicino allo ZERO della curva su citata.
Il “ciao” cambia di valore anche se chi ci parla mi è simpatico o no. Il “Ciao” di una persona simpatica è più ricco, è quasi un Moto Guzzi Nevada, rispetto all’anonimo “Ciao” di un antipatico, che ricorda più un Atala scassato.

Ma ancora più incredibile, mi è capitato di sentire discorsi per cui si può influenzare il relatore solo con l’atteggiamento e la …psicologica. Se fosse vero il mio capo si sarebbe già dovuto strozzare tre volte ed essere in viaggio per un luogo più popoloso della Cina, visto che sono in molti quelli che ci vengono gentilmente mandati giornalmente.

Ho scoperto di riuscire a distinguere le parole dette da una persona persa tra la folla (ovviamente non troppo distante), posseggo un udito direzionale. Più chi parla mi incuriosisce e più riesco a concentrarmi ed a sentirne la sua voce, filtrando il chiacchiericcio circostante. Come se avessi uno di quei gadget da UOMO DA 6 MILIONI DI DOLLARI $, ma pagato meno. La versione tarocca per farla breve.

Tutto questo viene poi amplificato dalla comunicazione scritta.
Questa dovrebbe aiutare eliminando il rischio di equivoci e di frasi tipo “ma io non l’ho mai detto”, oppure “ma io ho detto questo e non quello”. Ed invece, anche se metti le persone davanti al fatto compiuto esse continueranno a negare, e ti accuseranno di non aver capito ciò che c’è scritto nelle loro mail/istruzioni/indicazioni.
Una volta, un caro amico mi disse che per raggiungere casa sua dovevo percorrere un viale e svoltare alla terza strada a destra. Peccato che non tutte le strade a destra dovessero essere contate, secondo lui. Ogni volta che vado a casa suo, ormai mi perdo in una zona differente del suo paese, che per fortuna non è una metropoli.


Ho una collezione di mail in cui ciò che viene scritto non centra con quello che si vorrebbe. Tutte provenienti dalle mie utenti, che ora scrivono solo l’oggetto nelle mail e poi telefonano per spiegare cosa desiderano, adducendo che hanno poco tempo o, le più oneste, di non saper scrivere in italiano.

Ricordo, altresì, un professore di università che non voleva che si registrassero le sue lezioni. All’inizio ho pensato che il motivo fosse per mantenere alta la concentrazione degli studenti durante le sue spiegazioni, ma poi ho capito che la realtà era ben diversa. Le registrazioni avrebbero permesso di confutare le cavolate che diceva a lezione.

…ho riscritto la conclusione di questo Post più volte, nella speranza si trovare una battuta ad effetto che coinvolgesse l’udito e la mansarda, ma ahimè ho rinunciato, mi manca l’ispirazione, ed anche l’espirazione mi fa difetto.