05 novembre 2007

Notte buia - Fine...forse


DOON DOON DOON Tre rintocchi di campana.
Nuovamente tre rintocchi di campana. Ancora tre rintocchi di campana. Tre rintocchi di campana, che come fossi un’ orso ammaestrato, mi fanno spalancare gli occhi. Luce. La luce me li fa richiudere immediatamente e riaprire con lentezza, come quando ci si è fatti male e si procede timorosi a ripetere l’esercizio. Il sole sta sorgendo e posso vedere distintamente la linea della notte che si sposta a Ovest.

DOON. Un quarto rintocco.
Ora che: gli occhi si sono abituati alla luce e gli ingranaggi del pensiero a muoversi, mi rendo conto di essere in macchina. Sul ciglio della strada. La macchina è accesa anche se il motore non emette suono. La radio spenta. Una luce rossa sul cruscotto indica che sono rimasto senza benzina.

DOON. Quinto rintocco.
Ho tutto il corpo indolenzito. Mi fa male il collo, la schiena, le gambe. La testa è come se fosse immersa in un liquido denso ed oscillasse su una zattera in balia delle onde cerebrali. Respiro.

DOON. Sesto rintocco.
Poche macchine sfrecciano sulla strada deserta. Strano non c’è traffico. Ma è vero!!! Oggi è festa. Oggi si festeggiano tutti i Santi e la gente inizierà a muoversi solo quando le dimore di chi non si muove più apriranno.

DOON. Settimo rintocco. L’ultimo
L’orologio della macchina segna le ore sette; me ne accorgo solo ora.
Qualcuno bussa al finestrino dell’auto. Afferro d’istinto il volante dell’auto, ma ritraggo subito le mani. Il segnale di dolore è arrivato da entrambe le estremità sino alla sede centrale dei miei pensieri, sino a far friggere, con i due impulsi, il poco di materia grigia non ancora sbiadita.

Guardo i palmi. Ci sono due cicatrici. Due sfregi che tagliano le linee della vita, giusto a metà. Sento ancora bussare ed una voce, attutita, mi chiede se va tutto bene. Mi volto.
C’è una ragazza con il viso preoccupato che mi guarda e che guarda le mie mani. Il suo viso mi ricorda qualcosa. Una specie di déjà vu, ma faccio fatica a capire dove, come e quando, anche se ho la netta sensazione che non sia successo tanto tempo fa.
Apro lo sportello e scendo. Lei continua a far balzare il suo sguardo dal mio viso alle mie mani. Anch’io d’istinto fisso i miei palmi e poi alzo le mani, come se volessero rapinarmi, per cercare di rassicurarla. Mi presento e le spiego che mi sono addormentato in macchina, con la macchina accesa ed ora sono senza benzina. Non ricordo come mi sono fatto quei due tagli solo che ora mi danno fastidio. Mi guarda con una faccia tra lo stupito ed il dubbioso. Le chiedo se gentilmente mi può dare un passaggio al primo distributore. Lei mi guarda ancora un po’ titubante e non potendo giocare il cinque od il fante mi fa un sorriso. Si presenta.
Si chiama SaraMariaChiara tutto attaccato. E ci tiene a sottolineare il fatto che sia tutto attaccato. Ora sono io che la guardo con viso stupito. Penso che questa gentile ragazza mi stia prendendo in giro. Lei capisce la mia perplessità e mi dice che inizia ad avere un po’ freddo, quindi di salire in macchina e che lungo il tragitto verso il distributore mi racconterà di come gli sia stato appioppato questo nome unico e trino.
Saliamo sulla sua macchina, una miniminor verde bottiglia che ricorda molto quella di Mr. Bean. Lei guida in maniera un po’ troppo aggressiva per i miei gusti, ma poco importa. Cerco di concentrarmi su quello che mi sta dicendo.
Mi sta raccontando la storia del suo nome. Come ogni tanto si senta tre persone diverse. Una rossa, una nera ed una bionda. Ma questa è già un’altra storia.

4 commenti:

cits74 ha detto...

metafore, brivido, passione, intrigo.
un po' di anima del nostro autore illumina un racconto perfetto per halloween, da leggere tutto d'un fiato, per ritrovarvi spaesati in un incubo alla dylan dog.
per i meno impressionabili.

volevo fare la prima recensione! ;-)

Carmine ha detto...

mi sa che la recensione è più bella della storia.
Grazie delle parole.
C

Luna ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Luna ha detto...

Wow, wow, wow. Good stuff.