28 dicembre 2007

BUON 2008!!!

A tutti voi i più sinceri Auguri di uno Scoppiettante 2008


27 dicembre 2007

Niente Paura

Cosa dire di questa due giorni passati tra tavole imbandite e pacchetti da fare o scartare, telefonate a voci di cui non ricordi il volto o sorrisi di circostanza. Ecco io una cosa da dire l’avrei. Non c’entra molto con le feste, lo spirito natalizio o gli oroscopi del nuovo anno, ma è un pensiero ricorrente in questi giorni di ozio televisivo.
In fuga dai vecchi panettoni cinematografici, che vengono passati solitamente sotto le feste, mi rifugio in quei pochi canali musicali, o direttamente tra le note della radio, per far compagnia a qualche ora di pennichella, o alla lettura di qualche giornale/rivista. Ed ecco che anche qui i tormentoni di stagione vengono fatti girare più e più volte. Quello che mi colpisce di più è il video della canzone “NIENTE PAURA” del cantante di Correggio, più noto al grande pubblico con il nome di Ligabue. Artista poliedrico, che vanta tra le sue opere, oltre alle più note canzoni, anche film e libri. Comunque, nel video della canzone su citata, ci sono più personaggi con felpe scure provviste di cappuccio che appena vengono inquadrati mostrano volto e folta capigliatura.
Ora devo precisare un paio di cose prima di procedere all’analisi di questo video, per far capire il mio punto di vista. Io faccio parte della nutrita schiera di quelli che alla mattina possono pettinarsi con l’UNI POSCA, quelli che scelgono da che parte farsi la riga semplicemente attaccandosi un cerotto in testa, un po’ come fanno i carrozzieri, e colorando il resto. Ho capelli così lunghi che toccano il pavimento, e lì restano. Uno di quelli che alla domanda del messo comunale per compilare i dati della carta d’identità, alla voce capelli ha dichiarato: ”Capelli, un ricordo”. C’è chi si nasconde dicendo che ha l’attaccatura alta o la fronte spaziosa, va beh l’attaccatura è vero che è alta, peccato che sia alta sul collo, e la fronte è così spaziosa da poterla usare come cartellone pubblicitario. Uno di quelli per cui i figli dei parrucchieri rimarranno sempre ignoranti perché il babbo non avrà mai i miei soldi per mandar la prole a scuola.
Uno di quelli che va avanti a testa alta, o meglio a fronte alta.


Penso si sia capito che ho un piccolo problema nella scelta del taglio…del cuoio capelluto. Comunque tornando al video del Liga, come lo chiamano i suoi fans, sembra un il promo di una società di prodotti anti caduta dei capelli. Pensateci bene. Il cantante ripete niente paura e poi si scappuccia uno dei tanti personaggi, senza distinzione di età, razza o colore, e mostra una capigliatura bella folta. Questa è la mia personale interpretazione:

A parte che gli anni passano per non ripassare più Eh sì gli anni passano e non tornano indietro.

e il cielo promette di tutto ma resta nascosto lì dietro il suo blu Promesse promesse promesse, ma poi resti solo con il solito ciuffo sul cuscino

ed anche le donne passano qualcuna anche per di qua Quelle che voglion vedere se è vero quello che si dice intorno ai calvi, che son ben dotati della virtù meno evidente, tra tutte quante la più indecente

qualcuna ci ha messo un minuto qualcuna è partita ma non se ne va E' vero quello che dicono sui calvi. Pubblicità progresso!

Niente paura, ci pensa la vita mi han detto così... Eh sì, che ci vuoi fare: è la vita, lo stress quotidiano, lo smog, la cattiva alimentazione, il buco nell’ozono etc.


niente paura, si vede la Luna perfino da qui peccato che quella non sia la Luna, ma il tuo capoccione che riflette la luce meglio di uno specchio.

A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire avete presente il dottorino che mostra il bulpo pelifero, probabilmente ha preso la laurea con una tesi sull'applicazione dell'ALLEGRO CHIRURGO alla chirurgia moderna.

Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare. Primo piano del cranio del malcapitato, che a prima vista sembra un corpo celeste. Cambio di inquadratura e puoi vedere la faccia di questo re degli Sfigati a cui fanno assumere l'espressione più malcapitata che ci sia.

A parte che i sogni passano se uno li fa passare Non rassegnatevi, il Liga ha la soluzione per il vostro problema di calvizie incipiente. Anche voi potete avere una criniera leonina.

alcuni li hai sempre difesi altri hai dovuto vederli finire Non sempre si può vincere, bisogna saper perdere...ops questa è un'altra canzone

Tira sempre un vento che non cambia niente Niente capelli negli occhi, almeno nei tuoi, ma probabilmente in quelli delle persone nel giro di 200 mt.

mentre cambia tutto sembra aria di tempesta. Non è che il cielo si è fatto scuro, quelle non sono nuvole di pioggia, ma gli ultimi caduti che raggiungono i loro avi nel Valalla del pelo

Senti un po' che vento forse cambia niente Il piacere del vento direttamente in fronte, alla faccia di chi soffre di sinusite.

certo cambia tutto sembra aria bella fresca. Ma con la miracolosa felpa del Liga, metti cappuccio - togli cappuccio ed ecco che dove prima c'era il liscio ora c'è un prato.

A parte che i tempi stringono e tu li vorresti allargare Vorresti conservare, difendere, i tuoi ultimi eroi che non abbandonano il fronte.

e intanto si allarga la nebbia e avresti potuto vivere al mare. Nebbia, così non si vede il riflesso. Al mare avresti rischiato di confondere i natanti e farli sbatter su qualche scoglio, con i segnali luminosi che parton dal capo

Ed anche le stelle cadono alcune sia fuori che dentro No comment, sarebbe come sparare sulla corce rossa

per un desiderio che esprimi te ne rimangono fuori altri cento. con quello che costa il trapianto, bisogna chiamare un architetto d'interni per capire come posizionare i rinforzi perchè facciano il loro bel effetto.

Il Liga meglio di Cesare Ragazzi e della sua “ idea meravigliosa ”.

24 dicembre 2007

Vigilia di Natale


Ed ecco la mia vigilia di Natale che inizia con una mattinata fredda e nebbiosa e la domanda cosa vado a fare in ufficio oggi. Comunque a guardare il poco traffico e le poche persone sui mezzi non credo di essere l’unico a porsi questa domanda. L’ufficio è deserto e le poche persone presenti trasmettono il loro scazzo a 1000 db. Comunque la mattinata passa tra i controlli di routine ed il cercare i colleghi sparsi nei vari open space di questo palazzo di 11 piani.
Dopo un breve meeting virtuale si decide per vedersi tutti a pranzo (8 persone) ed andare in gita ad uno dei tanti centri commerciali che costellano le periferie di tutti i grandi agglomerati urbani. Il lavorare in questa triste periferie, ex industrializzata che sta cercando di riqualificarsi, un paio di vantaggi deve pur averli. Comunque appena entrati nel centro commerciale vengo investito dalla solita ondata di persone ed odori. Sembra che i nuovi paradisi del consumismo siano altresì contrassegnati dall’offrire al cliente una variegata possibilità di scelta di cibi. Dal Messico al Giappone, dal fast food al baracchino che fa i panini con i migliori salumi della tradizione nostrana, gelaterie e caffetterie dove si servono dolci multicolori e caffè variegati. Un neo paese dei balocchi, tanto che ti aspetti che da un momento all’altro salti su lucignolo con il compare burattino a far qualche marachella.
Finiamo con il pranzare in una tipica trattoria toscana. Peccato che di tipico abbia poco. È una specie di mensa con piatti pre-cotti e sfiziosità culinarie. Comunque l’appetito che mi è nato dopo la scampagnata per raggiungere questo posto aggiungerà l’ingrediente che di tutti i piatti fa capolavori: la fame.
Mangiamo ed iniziamo a scambiare le solite quattro battute con l’area cameratesca che hanno sempre i gruppi di persone quando hanno in comune qualcosa, ed essendo quasi tutti maschietti, ci scappa anche qualche doppio senso, che l’unica collega è rassegnata a sentire ripetendo il suo matra giornaliero : I MASCHI.
Difeso l’onore a spron battuto non facendo passar nessuna ragazza senza avergli donato sguardi e battutine, ci si alza per tornare lentamente in ufficio, non prima però di aver fatto visita almeno ad uno dei santuari che riempiono questo nuovo gigante del culto dello spendere. Per fortuna non trovo niente che m’ispiri, così che la mia piccola tredicesima, già abbastanza colpita dalle spese del venerdì e dai preventivi per il prossimo mese, non si sciolga del tutto.
Ed eccomi a ripercorrere, questa volta in compagnia, il sentiero asfaltato che mi riporta in ufficio.
Il pomeriggio è ancora più noioso della mattinata. Non c’è nulla da fare. Tanto che per tener la mente sveglia inizio a telefonare a tutti i colleghi in ferie, così da farli sentire almeno un po’ in colpa. Gli squilli si fanno sempre più numerosi prima che il malcapitato risponda e dica sempre che è impegnato negli ultimi acquisti, e che il mondo è un delirio, e che l’anno prossimo i regali li compro ad ottobre ed a Natale vado in un posto caldo e chi se ne frega delle abbuffate in famiglia, anzi così mi evito di passare ore ed ore tra mercati e fornelli. Ed io che volevo farli sentire in colpa ed invece sono qui a sentirmi quasi fortunato ad essere in ufficio ad annoiarmi anziché bruciare la mia pazienza tra code e gente stressata.
Comunque le telefonate mi hanno permesso di arrivare alla fine della giornata, o meglio quando il capo mi ha detto che potevo uscire prima, mi sono messo a scrivere queste righe il più velocemente possibile.
Quindi non mi resta che salutarti lettore e farti i più sinceri Auguri di Buone Feste, ed andare a casa ad impacchettare tutti i regali che, nella follia generale, ho comprato.
Perché Natale sarà anche una festa consumistica, tutti fanno finta di essere più buoni, i regali non contano è il pensiero che conta ma che cavolo, un dono fa sempre piacere, e se la scusa per farlo è il Natale, ok Buon Natale.

19 dicembre 2007

Buone Feste




A

CHI

AMA

DORMIRE

MA SI SVEGLIA

SEMPRE DI BUON

UMORE. A CHI SALUTA

ANCORA CON UN BACIO. A CHI

LAVORA MOLTO E SI DIVERTE DI

PIU'. A CHI VA IN FRETTA IN AUTO, MA

NON SUONA AI SEMAFORI. A CHI ARRIVA

IN RITARDO MA NON CERCA SCUSE. A CHI SPEGNE

LA TELEVISIONE PER FARE DUE CHIACCHIERE. A CHI HA UN

SORRISO PER TUTTI ANCHE QUANDO NON HA NULLA DA SORRIDERE.

A CHI E' FELICE IL DOPPIO QUANDO FA A META'.

A CHI SI ALZA PRESTO PER AIUTARE UN AMICO.

A CHI HA L'ENTUSIASMO DI UN BAMBINO MA PENSIERI DA UOMO.

A CHI VEDE NERO SOLO QUANDO E' BUIO.

A CHI NON ASPETTA NATALE PER CERCARE DI ESSERE MIGLIORE






AUGURI PER UN MAGICO NATALE E PER SERENO ANNO NUOVO!

18 dicembre 2007

Nuovo Comunicato Stampa



Il 31 dicembre 2007 alle ore 20:30 discorso di fine anno di Non Rassegnata Stampa su http://www.nonrassegnatastampa.it/

Un discorso alla nazione, ai popoli, alle genti che sono il traino di questo paese che ha voglia di risollevarsi dalla fidejiussione mentale alla quale sono stati crostretti da apparati deviati demenziali ma in apparenza convergenti su logiche di mercato perdenti se si considera il fine ultimo misterioso dell'esistenza incongrua che conduciamo.
Chi manca è corrotto!
Filippo Giardina & Mauro Fratini

17 dicembre 2007

Passo 6


N’è passata di acqua sotto i ponti da quel venerdì notte, fatto di alcool e disperazione, rancore e vomito, di piani di vendette e fughe. Si potrebbe dire che è stato un giorno di fine inizio se non sembrasse la reclame di una clinica per tossicodipendenti.
Alcune persone, in questo periodo, si sono allontanate dal mio cammino, mentre altre si sono avvicinate. I vecchi amici, quelli veri, sono sempre rimasti accanto a me per fortuna.
Sono qui davanti al cancello 2 dello stadio a ripensare al tempo passato mentre aspetto proprio uno dei miei migliori amici. Dobbiamo vedere e tifare insieme la nostra squadra del cuore. L’ultima volta che ero venuto allo stadio c’era anche lei e non c’erano i calciatori in campo ne i tifosi sugli spalti ma un cantante ed una marea di fan in delirio. Lui: occhialuto, famoso cantore della capitale, oltre che tifosissimo, incantava la gente sul prato e sugli spalti gremitissimi. Forse c’è anche lui questa sera a vedere gli eredi dei miei eroi di gioventù contro la formazione della sua città.
Mi guardo in giro per cercare di scorgere il mio socio calcistico, eternamente in ritardo, tanto che penso che probabilmente ce l’ha nel DNA di arrivare almeno dieci minuti dopo l’ora dell’appuntamento, quando arriva presto.
Ma quel viso, quella persona la conosco. È il Mario!
Oltre la sorpresa, il dubbio amletico se avvicinarmi e salutarlo o no mi coglie.
Per ora non mi ha ancora visto. Non è solo. È in compagnia di un gruppettino di sei,sette, persone.
Noooo!!!
Non voglio crederci. Non è possibile! Non è giusto! Se potessi mi metterei a batter i piedi ed i pugni come fa il mio nipotino di tre anni e come facevo io alla sua età.
Mi volto di scatto come fanno tutti quelli che vengono scoperti a spiare, non voglio guardare, ma la curiosità ha il sopravvento. C’è anche lei. Sta chiacchierando con il resto del gruppetto ed ogni tanto scambia qualche sguardo con il Mario. Mi sembra che si diverta molto.
Indossa la maglia del capitano avversario.
Mi si moltiplica la confusione in testa, una specie di reazione atomica del caos senza farfalle ma con milioni di terremoti emozionali.
Vedo alcune scene della mia vita insieme a lei, quando allo stadio ci andavamo insieme!
La trasferta nella capitale, la paura dei tafferugli tra le diverse tifoserie, che per fortuna non ci sono state. Le facce di alcuni tifosi, e non, che vedevano una coppia, io con la maglietta del mio capitano e lei con quella del suo tanto da sembrare una pubblicità progresso. Era il nostro primo anniversario. Mano nella mano per non perderci nella folla. Gli sfotto prima, durante e dopo la partita. I commenti tecnici da provetti allenatori che magari non hanno mai tirato un calcio al pallone.
Ora entrambi indossiamo la stessa maglietta, ma lei stringe la mano di un altro.
In tutto questo periodo ogni tanto avevo pensato a dove e come ci saremmo potuti incontrare.
Ho immaginato la scena mille volte nei mesi successivi al nostro ultimo saluto. Io che indosso i panni dell’eroe da film romantico e che dico “francamente me ne infischio”, oppure in una scena da graffi e pugni durante una lite piena di fiele. All’inizio i finali si alternavano. In alcuni tornavamo insieme e lei mi diceva di aver capito il suo errore e che amava solo me, negli altri lei abbandonata nella povertà sentimentale e reale mentre io trovavo l’amore e la ricchezza delle favole.
Piano piano lo scorrere del tempo e l’impegno alacre nel lavoro hanno fatto si che questi pensieri trovassero sempre meno spazio. L’ultimo colpo poi lo ha assestato il mio incontro con Claudia. Non sarà l’amore vero ma, mi ha aiutato a ricostruirmi una vita anche al di fuori dell’ufficio. Ad essere sinceri, di rado qualche ricordo riaffiora ma non fa più male come prima o almeno non lo faceva sino ad adesso.
Mi nascondo nella folla cercando di non farmi vedere, come se fossi un investigatore alla ricerca delle prove di un tradimento, peccato che di prove io non ne abbia più bisogno. Controllo verso quale ingresso si muovono cercando di capire in quale settore possono andare a sedersi.
Speriamo non sia il mio, lo stadio è così grande.
Ecco che arriva il socio sparando una delle sue solite scuse, è un professionista, si allena da quando è bambino. Chi sa quante palle avrà raccontato alle maestre.
Per mio sollievo il gruppo “avversario” si reca verso il settore ospite, mentre io ed il ritardatario menzoniero abbiamo due posti tra la tribuna stampa e la curva occupata dai tifosi amici.
Cerco di concentrarmi sulla partita e di dimenticare tutto il resto. Intono ogni singolo coro con più ardore, e quelli meno sportivi li urlo a voce ancora più alta, come se li dedicassi a lei ed al suo degno compare.
Questo continuo gridare mi serve per sfogare tutto l’acredine latente rimasto. Una valvola di sfogo , poco elegante, ma molto efficace. I miei istinti animali vengono rinchiusi in ogni grido che esce dalla mia bocca, questa pronuncia prevalentemente tifo contro.
Finita la partita sono ancora in trance agonistica o sotto shock per quello che ho visto, non saprei dire. L’adrenalina inizia a sciamare lentamente.
Per dover di cronaca la partita è terminata a reti inviolate.
Come tutti i dopopartita ci rechiamo nella pizzeria d’asporto vicino allo stadio per uno spuntino ed una birra, il tutto riempito di commenti e riesumazioni di stralci del match appena visto, facendo uscire il piccolo opinionista che fa sempre compagnia all’allenatore su citato.
Saluto l’amico e decido di tornare a casa a piedi. Ho bisogno di rilassarmi e riflettere sugli eventi accaduti come facevano i peripatetici per le vie della Magna Grecia.
Arrivato al portone partorisco la mia frase zen. Il mio tantra della rinascita.
La vendetta è la rivincita dei poveri di spirito.

13 dicembre 2007

24 ORE DI NON RASSEGNATA STAMPA - OGGI



Oggi è il grande giorno.
Sono felice di risegnalare questo evento e di fare nuovamente i miei complimenti a Filippo e Mauro, oltre che a tutti quelli che hanno permesso la realizzazione di questo "Spettacolo".

Di seguito alcune informazioni:
Per partecipare alla direttaTelefono: 392 9810847
Email: rossellamele@theblogtv.it
Skype: nonrassegnatastampa

Vi ricordo anche il sito:
http://www.nonrassegnatastampa.it/

12 dicembre 2007

SUL FILO DELLA VITA

Visto che si avvicina Natale e tutti siamo più bravi e più buoni, ecco una bella iniziativa:


COMUNE DI SIENA ARCHE’
Direzione servizi alla persona – sociale Consorzio di cooperative sociali

VENERDI’ 14 DICEMBRE 2007 alle ore 16,00
presso la Limonaia di Villa Rubini - Manenti in Siena, Via degli Umiliati 12

presentazione libro

SUL FILO DELLA VITA
Antiche energie e nuovi sogni raccontati con leggerezza
Volti e storie di Villa Rubini

Interventi di:
Maria Teresa Fabbri, assessore comunale alla sicurezza sociale
Anna Ferretti, presidente di ARCHE’



SCHEDA DEL LIBRO


180 pagine – foto colori e in bianco e nero

Per contribuire alle celebrazioni per il ventennale dell’attività della Residenza e del Centro diurno di Villa Rubini, in modo da lasciare una traccia di questa esperienza sociale ed umana, il Comune di Siena e la Cooperativa Comunità & Persona che ha in gestione i servizi della Villa e fa parte del Consorzio ARCHE’, hanno preparato una pubblicazione molto originale curata da Antonia Banfi, Sandra Giacomini e Antonella Vanni.

I PROTAGONISTI - Al centro del volume come protagonisti assoluti, sono stati messi gli ospiti di Villa Rubini, le 17 nonne che abitano in maniera continuativa nella residenza e i 36, nonne e nonni, che invece frequentano il centro diurno.
Ciascuno racconta la propria storia, attraverso le esperienze personali, i momenti gioiosi e quelli tristi, che ricostruiscono anche momenti di storia. Ci sono i racconti di Vera, Enrica, Vilia, Antonello che conservano ricordi vividi della vita da contadini, della trebbiatura, ma anche delle rigide regole dei fidanzamenti; di Iva, di Natalina, Digo, Dante, Elia, Miranda che rievocano invece una vita in città che non esiste più: il ricamo insegnato dalle suore di S.Girolamo, la casa in Salicotto lasciata dopo il risanamento per trasferirsi in Valli, i giochi poveri per le strade dell’Onda, l’orgoglio per il proprio mestiere di idraulico, il lavoro da infermiera al manicomio, il casino di Villa Cristina con le signorine che passavano in carrozza per farsi vedere, la vita da sfollati a Pieveasciata e così via. Spezzoni di vita ora affidati solo alla memoria dei nostri anziani che ricostruiscono tasselli di quella vita minima di Siena che diventa oggetto di studi storici, antropologici e sociali.
Ma a Villa Rubini confluiscono anche tante esperienze diverse: la riservatezza della maestra Leda, la passione per la cucina di Antonietta, il rimpianto per la Sicilia di Anna, i viaggi di Maria Grazia mezza francese, il ricordo dell’Istria di Maria.

20 ANNI DI STORIA – La residenza di Villa Rubini ha aperto i battenti nel 1987, con 6 ospiti, mentre il Centro Diurno ha cominciato a funzionare a pieno regime dal 1990. All’inizio gli utenti non erano molto anziani, ma bisognosi soprattutto di superare la solitudine o di avere una piccola assistenza nei bisogni quotidiani. Progressivamente invece l’età di chi chiede di avvalersi di questa struttura è cresciuta fino a toccare gli 80 anni, e in parallelo le domande per il centro diurno riguardano soprattutto persone non autosufficienti.

LE SPERANZE PER MIGLIORARE L’ACCOGLIENZA – Il personale che si occupa dell’assistenza lancia qualche proposta, nata dall’esperienza di tanti anni, per migliorare il servizio agli anziani: offrire alle signore esperte di cucina la possibilità di preparare le loro migliori ricette, innovare il servizio dedicato alla cura della persona, aprire la residenza ai ragazzi delle scuole, ampliare e ammodernare gli spazi, rendere fruibile a tutti il parco, ecc.

LA DONAZIONE DI GIUSEPPINA RUBINI AL COMUNE – Nel 1972 Giuseppina Rubini vedova Manenti dispose nel testamento che la Villa di via degli Umiliati, con limonaia e parco, passasse al Comune di Siena, per essere adibita a asilo d’infanzia o casa di riposo per signore sole. L’esigenza di nuovi servizi sociali rivolti alla crescente popolazione anziana spinse il Comune a utilizzare la villa come residenza e centro diurno, sperimentando una originale forma di sostegno gli anziani e alle loro famiglie. Si partiva da una considerazione di base, che l’anziano ormai affaticato o impossibilitato a provvedere da solo alle esigenze delle vita quotidiana, è tanto più esposto al rischio della solitudine e dell’abbandono mentre sviluppa un legame maggiore con la propria casa, le proprie abitudini, parentele e amicizie. Il Centro offre non solo un sostegno materiale, ma grazie alla rete delle associazioni e alle Contrade, può dare l’occasione per nuove relazioni e per gestire il tempo libero con tante attività.

LA STORIA DELLA VILLA – La villa venne costruita nel 1843 e poi progressivamente ingrandita dai Rubini, una famiglia di ortolani che nel 1816 avevano acquistati molti edifici della zona appartenenti al soppresso convento di Santa Petronilla. Ferdinando fu il personaggio principale, consigliere comunale e Presidente del Monte dei Paschi, ma i suoi figli non ebbero discendenti e così l’intera proprietà passò nel 1915 alla nipote Giuseppina, figlia di Girolamo.


Il libro può essere tuo con un piccolo contributo
di almeno 5,00 Euro
che servirà ad acquistare
video proiettore con lettore di DVD e cassette, schermo gigante
per il Cineforum che faremo nel 2008 a Villa Rubini per tutti gli ospiti.

Grazie!
Rif. Tel. 0577/42666




Libertà sarà

Comunque sarà
sarà vita colorata e leggera
come il pesce farfalla
che guizza
tra l’acque del mar Rosso
vincendo fatica e pericoli.

Lui sa di potercela fare
rifugiandosi
a volte
tra mille coralli appuntiti
tra pesci di altri colori.


Antonia Banfi



05 dicembre 2007

Passo 5


I fiori sono piaciuti.
Sono passato il lunedì successivo a pagare il mio debito. Quando sono entrato Claudia mi ha accolto con un bel sorriso. In negozio non c’era nessuno e così ne ho approfittato per invitarla per un aperitivo. Lei mi ha fissato negli occhi per leggere le mie intenzioni, come potrebbe fare il cattivo tenente di polizia con la vittima dell’interrogatorio. Corruga un po’ la fronte ed inclina la testa nella posizione del riflessivo-pensieroso-dubbioso. Comunque la mia faccia da bravo ragazzo, che neanche il più famoso dei Richie Cunningham può eguagliare, ha fatto breccia nella sua linea difensiva. Riesco a strapparle un appuntamento per il giovedì successivo.
I giorni sono passati rapidi, saltando da una riunione ad una presentazione, ad un controllo dei sistemi, ad una nuova funzionalità…insomma immerso nel lavoro come sempre. A dire il vero non come sempre. Questa volta quando distoglievo la mente dalle incombenze lavorative la mia fantasia costruiva la sceneggiatura per il film dell’aperitivo con Claudia.
Arrivato Giovedì, sono passato a prenderla all’uscita del negozio e da lì, con la sua macchina, siamo andati in un bel locale in riva al fiume, nella zona più vivace della città.
Abbiamo iniziato a parlare. Le ho raccontato cosa faccio, che sono in trasferta in quella città, che ho imparato a conoscere negli ultimi mesi. Lei mi parla del suo lavoro, del negozio della zia dove lei fa la commessa. Di quanto le piaccia ballare, muoversi, viaggiare. I soliti discorsi futili che si fanno quando si cerca di conoscere una persona, peccato che siamo interrotti ogni cinque minuti dalla suoneria del suo cellulare. All’inizio di questa serata mi piaceva la canzone della Nannini, ma ora appena sento l’attacco mi innervosisco. Comunque beviamo e spilucchiamo dai vassoi presenti sul bancone. Cerco di mantenere allegra la conversazione, ma il suo cellulare è un bell’ostacolo per i miei tentativi.
Arrivati a fine serata riesco a convincerla a darmi il suo numero telefonico, così che anch’io possa far cantare la Nannini a richiesta, previo promessa che l’avrei accompagnata alla serata danzante organizzata dalla sua scuola di ballo. Peccato che io non sappia ballare, quando inizio a muovermi a ritmo di musica sono così goffo da far sembrare C-3PO, il droide antropomorfo di Star Wars il futuro Michael Jackson.
Comunque è bello poter avere in testa idee diverse dal rancore ed il lavoro.
I giorni sono passati abbastanza velocemente che neanche me ne sono accorto che oggi è il gran giorno. Questa sera si balla.
Con Claudia ci siamo sentiti per sms tutti i giorni. Chi sa se la Gianna nazionale ha perso la voce. Mi sembra di essere tornato adolescente, e come tale sono confuso, ho la salivazione azzerata e le mani mi sudano, sembro un teen ager di trent’anni, portati magnificamente, almeno a mio parere.
Lasciamo stare il tempo perso per prepararsi e decidere i vestiti da indossare. Per cominciare scarpe comode, niente jeans, fanno troppo casual, quindi pantaloni color cachi, camici e maglioncino bianco ghiaccio. Lo studio della mia mise mi è costato una settimana di ripensamenti e prove. Volevo un abito che non facesse il monaco ma il ballerino, e magari anche bravo.
La serata passa in modo piacevole, anche se per la maggior parte del tempo ho fatto da tappezzeria, proprio come quando ero adolescente. Non so perché ma le discoteche e le balere non sono i miei luoghi preferiti. Non si riesce mai a parlare, c’è sempre qualcuno che ti spintona, ti urta. Che fa il prepotente o ti offre paradisi sintetici che si rivelano poi un inferno reale o quelli che bevon troppo ed a ballare è il mondo che lì circonda.
Ho fatto un paio di balli con Claudia, ma lei è ad un livello superiore mentre io credo di essermi fermato a qualche film in bianco e nero di Fred Astaire.
Ho provato una strana sensazione ad abbracciare un’altra ragazza. Erano mesi che il massimo del contatto fisico con l’altro sesso erano al massimo strette di mano e quei finti baci di saluto che ci si scambia ad inizio e fine serata.
Questo contatto umano ha risvegliato in me una certa euforia. Lei è nel suo elemento, o almeno è quello che percepisco. Vedo quella felicità da soddisfazione nei suoi occhi mentre fa le figure con il suo maestro o con qualche compagno di corso, la stessa faccia che s’indossa quando sai di aver fatto bene qualcosa, ed intanto mi domando se esisteranno i secchioni anche ai corsi di ballo.
La sala si divide presto tra bravi in centro, meno bravi a far da contorno e quelli come me che stanno seduti al tavolo a sorseggiare un drink coloratissimo e dolcissimo con tanto di cannucce e pezzi di macedonia appesi ai bordi del bicchiere.
A fine serata lei mi riaccompagna al residence e mi ritrovo in una scena mal costruita, con i personaggi invertiti. Lei al volante ed io passeggero. Ogni tanto la guardo mentre guida, con il suo modo un po’ nervoso di affrontare la strada. Ed ora al momento dei saluti non so. Mi raccomando con lei per farmi uno squillo quando arriverà a casa. Apro la portiera e mi giro per dirle ciao e ho quasi la tentazione di baciarla, ma non credo che sia la cosa giusta e poi mi manca un po’ di quell’incoscienza che permette di realizzare azioni eroiche. Quindi ci scambiamo i tre bacetti, e sì perché devono essere un numero dispari, e la saluto. Scendo dalla macchine e la guardo partire. Ho ancora il sapore dolce della serata dentro di me e vorrei che questa sensazione potesse durare allungo.
Vado a dormire.