24 settembre 2007

Buona Fortuna

In questi ultimi giorni mi sono capitate diverse occasioni in cui era “necessario” far auguri non legati a ricorrenze particolari, ma ha notizie che, per chi le dava, erano importanti. Ed ecco, in queste situazioni cosa si dice? Qual è la formula migliore per indicare che si è felici, almeno in apparenza, della notizia data? Buona Fortuna, Auguri, etc. Sia mai!
Provate a dire una cosa del genere ed apriti cielo. Scattano le mani in direzioni più o meno volgari a fare scongiuri e grattatine. Subito sguardi di rimprovero e biasimo vi punteranno e vi faranno sentir colpevole delle peggiori nefandezze. Qualcuno vi dirà:” ma che fai porti sfiga?, lo sai che queste cose non si dicono!” e c’è sempre qualcuno che lo dice.

A me è successo di recente. Ad un collega che cambiava azienda ho augurato buona fortuna. In un battito di ciglia vengo rimproverato da più parti. Ho pensato: “Aiuto, il labiale si è scollegato dal cervello e non me ne sono accorto. Volevo auspicare le miglior cose al collega in partenza per nuove sfide e devo aver offeso i suoi dei e quelli di tutti i presenti.”
Ma cosa avrò mai detto per generare questa reazione? È apparso per caso un ugonotto alle mie spalle e non me ne sono accorto? Oppure mi sono trasformato in un untore manzoniano tutto d’un tratto? Ma…

Se vuoi pronosticare buone cose ad una persona lo devi pregare di recarsi in luoghi non proprio ameni, ad esempio:
Nelle fauci di un canide, nel deretano di un cetaceo, trai genitali di un roditore istrocomorfo, oppure tra le mammelle di una imenottera. Scritte in questa maniera non dicono un gran che, e suonano anche strane, ma chi sa quante volte le avete sentite o dette. Se scrivo : in bocca al lupo, in culo alla balena, tra le palle all’istrice, oppure tra le tette alla formica, forse vi sembreranno più familiari. Prima di un esame o di qualcosa d’importante queste formule magiche sono state invocate dai più, con esiti altalenanti.
I modi di rispondere a questi “auguri” poi sono i più disparati. Oggi tra i ragazzini fashion va di moda rispondere al più classico in bocca al lupo con la frase “ci sono già stato“, oppure tra quelli iscritti al WWF “crepi il lupo ed il cacciatore”. Chi sa come risponderebbero gli iscritti alle lega per la protezione del lupo, magari con un “buona digestione“.

Quindi per riassumere. Se si vogliono vaticinare buoni auspici a qualcuno occorre invitare le persone ad andare in posti malfamati,puzzolenti, rischiosi. Indi per cui, quando si sente invitare qualcuno ad andare a fare in c… in realtà il declamatore spera che l’uditore riceva le migliori cose dalla vita. Così, più della metà dei saluti gridati tra automobilisti, che si incontrano per la prima volta in qualche incrocio o parcheggio, sono cordiali frasi di speranza per un futuro più roseo e ricco. Ma allora il famoso V-Day indetto da Grillo, che tanto ha imperversato sui giornali e nelle televisioni, potrebbe essere visto, dal punto di vista squisitamente scaramantico, come il più grande ritrovo di fedeli che auspicano “fertilità e longevità” alla classe politica italiana.

Ci vediamo tutti a quel paese!

17 settembre 2007

La rana e lo scorpione

Una rana e uno scorpione si incontrarono davanti a un fiume. Entrambi volevano passare dall’altra parte, e se la rana non aveva difficoltà, lo scorpione era preoccupato, perché non sapeva nuotare.
“Per piacere, mia cara rana, mi porteresti dall’altra parte del ruscello?" chiese lo scorpione, con la voce più dolce che gli riuscì di fare.

"Fossi matta!" gli rispose la rana "Non provare nemmeno ad avvicinarti, non ho nessuna voglia di farmi pungere da te".
"Ma ragiona, ranocchietta: se tu mi aiuti a passare il fiume prendendomi sulla groppa, io mai e poi mai ti pungerei: se lo facessi, annegherei, perché non so nuotare".
La rana rifletté, e decise di aiutare lo scorpione, un po´ perché aveva paura che altrimenti la avrebbe punta, un po’ perché era un animale generoso, e dopo tutto lo scorpione non le aveva fatto niente di male.E così lo scorpione saltò in groppa alla rana, e tutti e due si buttarono in acqua. Erano già a metà del percorso, proprio in mezzo al fiume, quando la rana sentì un dolore acutissimo sulla schiena.
"Ma come?" esclamò "mi hai punta! E ora moriremo tutti e due, io per il veleno, e tu perché annegherai! Ma perché lo hai fatto?"

E lo scorpione rispose: "Già, perché l’ho fatto? Perché pungere è la mia natura, e io non posso farci niente".

Questo racconto mi è tornato in mente per caso. Ripensando ad alcuni comportamenti delle persone che mi stanno a canto ed ai miei. A volte mi sembra che l'unica giustificazione possibile sia "non sono cattivo, è che mi disegnano così!", e forse anche chi mi scrive i testi dovrebbe passarsi una mano sul cuore, se ce l'ha.
Per il resto a voi usufruire di questa perla di saggenza, se vi va.


07 settembre 2007

Felicità vs Tristezza

Non so se vi è mai capitato di svegliarvi e sentirvi felici, ma non quelli stati di beatitudine spirituali, quella felicità da ultimo giorno di lavoro prima delle sospirate FERIE, oppure l’aver superato un esame o aver ricevuto la famosa risposta che tanto aspettavate.
Oppure, ahimè, aprire gli occhi ed essere colti dal malumore. Una sensazione simile alla tristezza del martedì mattina, dove si è già stressati dall’inizio della settimana lavorativo o scolastico ed il fine settimana è ancora lontano. Quello stato mentale dove non vedete tutto nero, ma un po’ di grigino sì.
Ecco, solitamente la vita passa spesso da queste situazioni. Oggi si è un po’ tristi e domani un po’ felici e viceversa. Una specie di oscillazione tra livelli di endorfine.

In questi giorni mi è capitato di ricevere diverse belle notizie: nascite, amici che hanno trovato lavoro o hanno trovato un lavoro che li soddisfa di più, persone che si sono ristabilite da brutti infortuni, inviti inaspettati, etc. ed ho notato che la mia reazione interna, il mio recepire la buona novella, è differente se questa mi viene data quando sono in un periodo felice o triste, tanto da farmi vedere il famoso bicchiere o mezzo pieno o pieno d’aceto. Non so…non è invidia, o forse non solo.
Ricordo gli stati d’animo, alla fine di un esame. Se lo passavo io e non i miei amici, ero felice ed un po’ mi vergognavo. Cercavo sempre di contenere la mia euforia. Al contrario se ero io quello che non riusciva a passare l’esame un po’ mi rodeva, e non solo per l’esito dell’esame. Si, forse invidia è il peccato che più si avvicina, ma non spiega, non basta. Ci vorrebbero anche gli altri sei peccati capitali e forse anche qualche reato da 3 anni con la condizionale.
Questo sentimento vago mi prende anche in situazioni in cui l’invidia non centra niente…
Non riesco a condividere pienamente gli stati d’animo di un’altra persona, se questi non li ha simili ai miei. E credo che questo sia abbastanza generale come discorso. Quando sono triste per un qualsiasi motivo ed incrocio una persona felice, ho quel senso di dolce/amaro che si ribalta completamente quando ad essere felice sono io. Un non riuscire a condividere a pieno il momento, l’emozione dell’altra persona, a viverla con quel leggero fastidio...

Ricordo in un film, un giocatore, “anziano”, alle preselezioni per entrare in una squadra di baseball che raccomandava ai rookie di non mostrare alcuna reazione al momento che, aprendo il loro armadietto, avessero scoperto di essere stati presi o tagliati. Una forma di rispetto verso gli altri.
La stessa cosa che ha fatto Gattuso dopo il fischio finale della partita con il Liverpool. È andato a stringere la mano alla squadra sconfitta, senza fare grosse feste sino alla consegna della coppa. Un segno di rispetto, che forse è stato poco sottolineato.

Chi sa.
Lascio in calce la frase del giorno presente sul sito dell’azienda per cui presto servizio.
Se date l'impressione di avere bisogno di qualcosa, non otterrete nulla.
Per far soldi bisogna fingere di essere ricchi.
(Alexandre Dumas)
Non centrerà molto con il discorso fatto…ma mi suona bene.

04 settembre 2007

Gelosia

Dopo uno scambio di battute con una collega blogger, mi trovo a riflettere sul sentimento della gelosia.
Durante la chiacchierata sono venute fuori:
Gelosia Possessiva: è quel sentimento ormai un po’ datato che coglie alcune persone nei confronti del proprio partner. Questo cerca di limitarne la libertà e di controllare ogni spostamento o azione.
Gelosia Relazionale: questa è più difficile da spiegare. È una sfiducia dovuta al sentimento di inadeguatezza che a volte si prova. Alla paura di perdere qualcosa, come uno sguardo od un attimo di vita dell’altra persona. Questa a volte conduce a fare gesti strani solo per attirare l’attenzione.
Gelosia Famigliare: la gelosia dei figli nei confronti della mamma quando questi sono piccoli e chiassosi. La gelosia della mamma nei confronti dei figli quando questi sono grandi ed iniziano ad allontanarsi.
Gelosia Puerile: questo è mio, ed anche se non ci gioco tu non puoi giocarci. I bambini quando devono giocare insieme. Una gelosia un po’ prepotente.

Io farei una divisione di tipo diverso. La Gelosia dovuta alla paura di perdere qualcosa e quella legata ad un sentimento di proprietà. Ecco la dividerei così.
Ci sono quelli gelosi perché non si sentono all’altezza ed hanno paura di perdere nel confronto con qualcun altro e quindi sono gelosi. Cercano di “difendere” le loro cose.
E gli altri, quelli gelosi perché non vogliono dividere le loro cose con nessuno. Devono essere "loro e solo loro a goderne".

La gelosia è un sentimento strano. Si sono scritte canzoni e tragedie. A tutti è capitato di essere gelosi di cose o persone. È un sentimento che cambia con l’età, con la vita. Forse la razionalità aiuta a mitigare questo sentimento che riesce a tirar fuori la parte peggiore che c’è in noi, a volte, con reazioni spropositate che producono sempre l’effetto contrario a quello desiderato.

Ma io di chi potrei essere geloso?