08 marzo 2008

Torino - 3° puntata


Nuova settimana a Torino, e con questa fanno tre, e nuovo albergo. Sì, per questa settimana niente pacchia con i 30 secondi per arrivare in ufficio, o meglio per arrivare alla portineria, perché di solito lì devo perdere almeno dieci minuti per la parte burocratica di accreditamento, e poi per farmi dare un pass da visitatore.
Visto che una delle novità più grandi è proprio l'albergo nuovo iniziamo il resoconto della settimana proprio da qui.

L'albergo si trova a ben 300 metri dall'ingresso del complesso di uffici dove lavoro, quindi ora impiego la bellezza di 2 minuti per arrivare alla portineria, tenendo conto del fatto che devo attraversare uno dei tanti vialoni che corrono dentro la città, in compenso si trova a venti metri dalla mia trattoria preferita.
Arrivato la sera del lunedì il portiere di notte mi registra e mi dice che la camera è al secondo piano. Qui inizia l'avventura. Non c'è ascensore, e non sarebbe un grosso problema se non soffrissi della sindrome del paguro bernardo che si porta dietro la casa, quindi ho una valigia voluminosa. Non mi faccio abbattere da questo piccolo particolare ed imbocco la salita della rampa di scale come un novello Pantani. Al primo giro scopro che esistono anche i mezzi piani, ma questo non mi ferma, continuo la mia salita come uno stambecco alla ricerca dell'erbetta buona. Arrivo un po' provato in cima, la giornata è stata pesante quasi quanto la mia valigia. La mia camera è la prima per fortuna. Entro. Guardo. La prima sensazione è pessima. La stanza ha una strana forma geometrica. Un quadrilatero ubriaco. A prima vista, poi, sembra una camera d'ospedale. I colori sono freddi, la televisione si trova su una mensola a 2 metri d'altezza. Il bagno sembra una cabina armadio, sia per la posizione che per le dimensioni. Per farvi capire quanto è piccolo basti sapere che: per farmi la barba devo sedermi sul bidet, nella cabina doccia non ci sto proprio. Con le spalle tocco le pareti, con il guscio della tartaruga il miscelatore. Neanche la porta pieghevole ci sta, infatti crea un cuneo che s'infila tra le scapole, rendendo ancor più angusto il tutto. Insomma avete presente Pozzetto in Ragazzo di Campagna, ecco io uguale. Sono costretto a lavarmi a quarti, come i boui, prima quelli superiori e poi quelli inferiori.

La mattina del Martedì scopro che l'albergo è pieno di persone che lavorano in cantiere. alle sei iniziano a suonare le sveglie e lo scalpiccio per le scale è accompagnato da maschi saluti (cosa dicono non l'ho capito, so solo che se lo dicono alla maniera dei tifosi allo stadio)
Non credevo di poterlo pensare ma RIVOGLIO LA MAI PORNO STANZA!!!

Il secondo evento è la ricerca di un ristorante dove vedere la partita di Coppa Campioni, il nome Champions League proprio non mi piace. Comunque riesco a trovare il locale che far per me. Pizzeria Ristorante Cozzeria. Si va. Vedo la partita con il collega interista automunito. Arrivati al locale, molto grande e praticamente deserto, sugli schermi vedo una vecchia trasmissione che uno dei nuovi presentatori, che poi tanto nuovo non è, ed una bellezza nordica cercano di riportare in auge. Chiedo al cameriere se fanno vedere la partita, con una faccia così preoccupata e speranzosa che lui cambia subito canale e si sintonizza con lo Stadio San Siro. Lasciamo stare la partita ed il suo risultato. Comunque sullo 0 a 0 ordiniamo il dolce. Poco dopo i pistolotti segnano ed io m'intristisco. Il cameriere vede l'amarezza che provo e mi porta una doppia razione di dolce. Grazie.

Ultima novità è che venerdì devo sostenere la visita medica per il lavoro. Quindi a questo giro settimana corta e giovedì rientro a casa, dove il bagno è molto più confortevole.


Questa settimana ci sono state anche cose positive. Le belle giornate, il cielo limpido, mi hanno permesso di vedere uno spettacolo che a Milano non si può vedere. Mentre attraverso la strada per andare in ufficio, vedo le Alpi imbiancate, a nord, e le colline verdi, a sud. Mi basta solo girare la testa. Qui le montagne sembrano più vicine. Per fortuna vengo a lavoro a piedi altrimenti una fuga in verso quei paesaggi alpestri l'avrei presa seriamente in considerazione.
Il team si amalgama sempre più, ed anche le giornate in ufficio scorrono più velocemente.
Il ritorno in sede poi mi permette di rincontrare colleghi che non vedevo da un po' di tempo e di fare quattro sane chiacchiere. Ho conosciuto i nuovi arrivati.
Una giornata spensierata, come non ne capitavano da tempo.

Nella prossima puntata si parlerà di...


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