29 marzo 2008

Torino - 6° puntata


Ed eccoci ad una nuova puntata delle mie emozionanti avventure a Torino.
Questa volta vi vorrei parlare del principio, dell'inizio, dell'alba del giorno...non vi preoccupate, non si tratta di dissertazioni filosofiche, ma solo di colazione.
Il mio albergo a tre stelle, con camere a tre lati, offre una colazione a buffet.
Peccato che molti interpretino male quanto scritto: a buffet non è un errore del tipografo od un modo esotico per dire abbuffatevi.
Io resto fedele alla classica colazione dolce, nel senso che non riesco a mangiare salato appena sveglio, unica eccezione la pizza del single, ma questa è un'altra storia. Quindi cerco di mantenere le sane e buone abitudini. Thè, miele, brioches (la s del plurale per indicare che son 2), acqua e spremuta.
Nella sala predisposta per questo rituale mattutino si vedono persone mangiare le cose più improbabili. C'è chi beve contemporaneamente: caffè macchiato, latte con i cereali e yogurt magro.
Sembra di vedere uno di quei robot usati nelle catene di montaggio. Sorso di caffè, due cucchiaiate di cereali ed una di yogurt. E ricominciamo: un sorso di caffè, due cucchiaiate di cereali ed una di yogurt. Avanti così sino alla fine.
Poi ci sono quelli che seguono strane diete, del tipo mangiano una volta al giorno, a colazione. Questi riescono a fare cinque pasti completi in uno. Caffè, cappuccino, brioches, pane burro marmellata, pane e salame, pane e formaggio, torta, succo di frutta, macedonia, dolce acqua. Giusto perchè bere l'amaro alle 8 del mattino forse è un po' troppo. Questi personaggi di solito si alzano presto, non tanto perchè siano tipi mattinieri quanto più per il terrore di scoprire che è finito qualcosa. Una volta mi è capitato di sentir uno di loro chiedere se era possibile avere due uova. La ragazza al banco del bar si è scusata adducendo che non essendoci il servizio ristorante non servivano piatti caldi. Questo onnivoro del terzo millennio si è intristito e si è gettato sulle fette di torta per combattere la disperazione che lo ha colto alla cattiva novella.
Tra i tavoli si vedono passare architetti provetti, le cui torri di Hanoi alimentari vengono portate dal buffet al tavolo ed infine allo stomaco. Una rappresentazione vivente della piramide alimentare.
Non è però solo il cibo l'attore principale di questa recita. Il co-protagonista è l'abito.
Si trova seduto ai tavoli un arcobaleno di look. C'è chi si comporta come a casa e fa colazione in pigiama e babbucce, chi ha il vestito casual per fare colazione, chi invece non ha paura di sporcarsi giacca e cravatta ed è già in tuta da lavoro. Il massimo mi è successo ieri. Una ragazza si è presentata in sala con la valigia, cappotto e cappello e guardava stupita tutti i commensali non capendo dove avessero messo i propri bagagli e come si potesse uscire, con il freddo che c'era, in pantofole e con quegli strani abiti che i più chiamano pigiami.
La maggiorparte degli astanti è accomunata da un senso ancora di torpore e le chiacchiere sono poche. C'è la moglie che richiama il marito perchè ha preso troppo da mangiare e questo non fa bene alla salute oltre al fatto che così fanno una pessima figura davanti alle altre persone. Anche il manager più impegnato in questi momenti ha il buon cuore di spegnere il cellulare e di non parlare di lavoro. Piccoli scambi di saluto tra i clienti più assidui con i più ardimentosi che si lanciano in uno scambio di battute sulla serata di bagordi appena trascorsa, qualcuno guarda distrattamente la televisione che trasmette il telegiornale mentre altri cercano di trovare i classici altri 5 minuti che la sveglia non gli ha concesso.
Piano piano poi questa popolazione cambia, c'è chi va e chi viene.
E' ora di andare a lavorare, o a cambiarsi, a quell'appuntamento, o semplicemente a vivere.
Nella prossima puntata si parlerà di...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Carmine, basta con sto "Nella prossima puntata si parlerà di...": sta diventando come "squadra di piccolo cabotaggio " e "avulso dalla manovra di gioco"... :-D

buИCiA ha detto...

E cos'è più bello? Tornare a Torino per l'ennesima trasferta o tornare a casa dopo la trasferta torinese?
A me piace sempre un sacco tornare a Torino. I motivi per cui ci vado possono essere più o meno felici... ma sorrido sempre appena poggio i piedi sul suo suolo.

Carmine ha detto...

Mi dispiace ma "Nella prossima puntata si parlerà di..." deve diventare un tormentone, come il "E con questo è tutto ed a Dio piacendo ..." di Guerino, il cuoco di Bassano.
Per Simo: la cosa importante è il viaggio, direbbe il Bacio Perugina. Per me dipende molto dai motivi per cui vado in un luogo. Quindi che sia Milano, Torino, Siena o Verona, Madrid, Basilea o Cerchiarello di Pero la cosa che conta è chi o cosa c'è ad aspettarti.

Anonimo ha detto...

Carmine, proprio per quello contesto il finale ripetuto. Il pezzo sulla prima colazione è un geniale spaccato d'Italia che ricorda i pezzi di Ennio Flaiano o Dino Buzzati (sto pensando di farne un corto, 'a rega': fate partire la colletta!...). Farlo scadere con un mero tormentone stile Zelig è un delitto...