15 giugno 2008

Torino - 16°+1 puntata


Ed eccomi a raccontarvi di un altra settimana trascorsa a Torino...anzi no.
Questa volta non voglio tediarvi con l'intero racconto della settimana, ma solo con l'evento principale.
Ebbene sì. Dopo quasi quattro mesi sono riuscito a vedere la Mole da vicino, ma andiamo con ordine.
Mercoledì sera, finalmente mi decido ad intraprendere questo viaggio, che dal letto della camera del residence mi porta sino ai piedi del monumento per antonomasia di Torino. Il simbolo della città. La decisione l'ho presa di colpo. Non mi andava di restare a “casa”. Quindi munito di scarpe comode, look da dimenticare, cappellino esco nella tiepida ed umida sera piemontese.
Una cosa va detta, la mia meta non è proprio dietro l'angolo, ma per fortuna, tolto il primo tratto di strada, poi ho molti punti turistici da attraversare.
Il camminare mi permette, oltre a vedere con calma questa città che mi ospita, anche di scaricare un po' di stress e di pensare, innanzitutto, a come non farmi investire quando attraverso la strada.
Eh si, diciamo che i torinesi, non avranno la fama dei guidatori del sud, ma secondo me ingiustamente. Una volta facendo notare ad un collega autoctono che stava andando contromano, lui con tutta calma mi ha risposto: “qui è uso”. Ammutolito mi raccomando mentalmente ai miei santi protettori ed anche un po' a quelli dell'autista.
Comunque tornando a noi, attraverso al zona del quadrilatero romano, nota sia per i monumenti che per i tanti locali, da lì mi porto su uno dei corsi più famosi per lo struscio (termine antico e forse dialettale per indicare le vasche, cioè le camminate, fatte avanti ed indietro, per vedere negozi, chiacchierare e incontrare persone), corso Garibaldi, dove sembra ci sia anche una delle migliore gelaterie della città, vista la coda, e che quindi necessità di una futura sortita per verificare se tanta fama è dovuta.
Da lì mi sposto in Piazza Castello, con Palazzo Madama che troneggia al centro di questa piazza circondata di portici, chiese, palazzi reali, archivio di stato, e teatro regio. L'ombelico del mondo di Torino, dove si respira ancora un po' dell'atmosfera dei secoli in cui qui avevano dimora i reali, e per le strade circolavano al massimo carrozze e cavalli, e non giovani turisti distratti o automobilisti frettolosi. Via G.Verdi mi accompagna per l'ultimo tratto di strada, dove doppio la Cavallerizza, palazzo così chiamato ed un altro teatro. Svolto a sinistra in via Sant'Ottavio, dove sorge la sede della RAI, un palazzo fatto di acciaio e vetro. Proprio riflessa sulla facciata di questa ormai storica costruzione che mi appare maestosa la Mole. Ne sono catturato, rapito, affascinato. Sembra una scenografia studiata a tavolino. Mentre mi avvicino ho la sensazione che la Mole mi osservi e che cerchi di indicarmi la strada come se fosse un enorme gigante buone, o meglio una gigantessa visto che lo sguardo che mi sento addosso è molto materno. Una sensazione stranissima. Questo è uno di quei momenti in cui vorrei avere la capacità di tramettere sui tasti l'emozione provata oltre allo spettacolo incredibile, ma caro lettore dovrai accontentarti di queste poche righe ed aggiungere un po' di tuo.
Ed eccomi ai piedi del simbolo di Torino.
Una sensazione già provata a Roma davanti alla fontana di Trevi sopraggiunge. La mancanza di spazio. Come allora mi aspettavo che la fontana facesse parte di un enorme piazza, anche per la Mole mi aspettavo una “location” più ariosa, ed invece i palazzi crescono a poca distanza dalle sue mura togliendole spazio. Circumnavigo questo monumento con il naso in su. E mentre giro penso già al prossimo obbiettivo, salire sul suo balcone per poter gustare la splendida vista che immagino ci sia da la su.
La notte avanza a lunghi passi ed io devo rientrare. Percorro la strada al contrario. In Piazza Castello un artista di strada sta mettendo su la scenografia del suo spettacolo, ed i primi passanti iniziano a fare capannello attorno a lui. In Corso Garibaldi c'è ancora la coda davanti alla gelateria. Proseguo per Piazza Statuto con i suoi portici, e mentre esco da quello che si potrebbe chiamare centro, iniziano a cadere le prime gocce di pioggia. La mia attenzione ora passa a trovare una strada veloce, riparata, sicura per rientrare in residence. I quartieri che attraverso ora sono molto più moderni e residenziali, con poco di turistico o ludico da vedere, ma per fortuna con ampi cornicioni che creano un passaggio leggermente riparato per il mio rientro. Negli occhi ogni tanto appare ancora la visione della Mole riflessa sulle vetrate della RAI e mi sento meno bagnato.
Giungo ragionevolmente infreddolito nella mia camera, dove una doccia calda ed una bella tazza di tè fumante scacciano un po' del freddo che mi sono portato da fuori.

Nella prossima puntata si parlerà di...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

molto piacevole questo post!marta

alpaox ha detto...

ciao biondo

ti ho acceso un puntino minuscolo da BORA BORA .... che dire ....

un paradiso sulla terra


ciao

Paolo&barbara

Carmine ha detto...

Invidio i neosposini che sono in paradiso, mentre io sono qui a spalare m.... in un posto che ricorda la parte bassa del purgatorio.
GRAZIE per il puntino che se sulla cartina è piccolo per me è comunque grande.
C