22 giugno 2008

Torino - 18° puntata



Caro lettore questa volta non vorrei parlarti della vita torinese passata tra le mure dell'ufficio, in uno stabilimento grigio, non nelle mura che sono di un rosa malato, ma nell'atmosfera, o nell'abitacolo della macchina, questa blu mica a caso, ma di come ho visto risvegliarsi una città dal torpore e dal grigiume dell'inverno.
Eh sì, un po' in ritardo, come la bella stagione, ma sembra che anche qui il disgelo sia finalmente finito e la gente ha iniziato a riversarsi per le strade dello “struscio”, le piazze, i quartieri ed i parchi. Iniziamo con la sveglia. Questa si può dire essere stata la sfida calcistica con i cugini d'oltralpe. l'evento ha smosso la popolazione, così che molti hanno organizzato visioni di gruppo in vari locali, per cercare di ricreare quell'atmosfera che si respira normalmente allo stadio, quando si è tra facce sconosciute di amici o no, ma magari con qualche comodità in più.
Ed ecco che davanti a schermi di varia foggia e misura, come se fossero i nuovi altari del terzo millennio, ci si trova tutti a fare il tifo per la propria squadra o per la squadra meno antipatica. I novanta minuti trascorrono tra cori, grida, applausi e fischi, proprio come se si fosse seduti in uno settore dello stadio un po' più lontano degli altri settori. Al triplice fischi dell'arbitro ci sono facce felici, la maggior parte, e qualche triste, ma basta poco e tutti, in un modo e nell'altro, iniziano a muoversi al ritmo della musica che sembra invadere la città. Ed ecco che si può dare sfogo al desiderio di molti di scorazzare in giro facendo baccano e gridando la propria gioia. Queste urla, probabilmente, hanno ridestato la voglia di vita di questa città. Ed ecco che appaiono locandine di manifestazioni, concerti, sfilate. Sembra che tutti siano fuori di casa. Locali deserti, o addirittura chiusi qualche giorno fa, ora sono così affollati da ricordare la metropolitana all'ora di punta, dove al posto dell'anziana signora con i sacchetti della spesa o del ragazzino con lo zainetto e le cuffie saldate nel canale “auricolare”, ci sono uomini e donne, vestiti nei modi che ritengono più opportuni e comodi, che cercano di divertirsi, magari anche in modo esagerato, pur di recuperare le ore di vita trascorse assopite nei giorni trascorsi a vedere la pioggia cadere ed il freddo circondare l'anima. La musica fa ondeggiare questa massa di corpi come una frenata improvvisa dopo la fermata di Cadorna, solo che non si sente gente lamentarsi del fatto di essere pigiati come le proverbiali sardine, ed DJ è assorto al ruolo di manovratore di questo grande carrozzone.
Il caldo, scoppiato di colpo ed il cielo nuovamente azzurro hanno portato, oltre al cambio più evidente del tempo, anche quello dell'umore di questa città, che ha mandato a dormire la “vecchia signora” per risvegliare la “ragazza spumeggiante e un po discinta” che si nasconde sotto i vecchi merletti ed i colletti inamidati durante l'inverno, pronta a passare da una festa all'altra.
Ed ecco che i ritmi del salento si possono sentire anche qui ai piedi delle alpi



Nella prossima puntata si parlerà...

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