05 luglio 2008

Torino - 20° puntata


Ed eccomi tornare a casa, o meglio alla mia stanzetta, per riuscire a vedere il Palio di Siena. Un evento storico, fatto di tradizioni e leggende, che viene proiettato da questo strumento moderno chiamato televisione. Quando accendo questo nuovo focolare davanti a cui la famiglia di solito si riunisce, vedo il “Cencio” già nelle mani dei contradaioli ed il fantino portato in trionfo. Motivi per festeggiare ce ne sarebbero, a partire dall'arrivo di Martina (complimenti a papà Paolino e mamma Marilù), l'ISTRICE che vince il Palio, io che sopravvivo al go-live del progetto. E quale miglior modo se non mangiando un buon gelato...
In quattro e quattro otto, parto per una delle mie escursioni serali, alla ricerca di un buon gelato. Gli indigeni che lavorano con me mi hanno dato un paio d'indicazioni ed ho deciso di provare la prima gelateria dell'elenco.
Nella mia testa c'è anche la speranza che il gelato rinfreschi oltre al corpo anche la resistenza umana che è stata messa a rischio da alcuni personaggi del DE PROFUNDIS, nome in codice utilizzato per motivi di privacy che indica un gruppo di sciroppati che ha remato contro tutta la settimana.
Com'è mio solito appena uscito inizio a guardarmi in giro e noto le varie contraddizioni di questa città, e penso a tutte le contraddizioni di questo periodo.
Esperti, dicono loro, di IT che tengono lezioni di Amministrazione a tre laureate in Economia, esperte di Economia che chiedono a me, laureato in Ingegneria elettronica, come registrare delle fatture, o di future spose che chiedono a single impenitenti aiuto per scegliere dove andare in viaggio di nozze. Gente che elargisce consigli di cucina, quando il piatto migliore che sanno preparare è un quattro salti in padella. Oppure autisti che si lamentano della guida altriu mentre infrangono sette leggi del codice stradale in un colpo solo.
Comunque sono in avanscoperta per le tante vie di Torino ad ammirare l'architettura totalmente diversa da quella di Milano. Cerco di fare, pensare, curiosare come un normale turista, così d'aiutare il mio stanco neurone nella fuga dal lavoro. Ed ecco che in questa via che dovrebbe portarmi all'agognata coppetta con il classico cucchiaino rosso m'imbatto in una serie d'istantanee che potrebbero essere usate per spiegare gli ossimori di questa città. Una chiesa che sorge davanti ad un cinema vietato ai minori, ed io che pensavo che non ne esistessero più; una serie di ristoranti regionali inframezzati da negozi di Kebab e pubblicità di farmaci miracolosi per tornare in forma e palestre ultra attrezzate. Ragazzine stillose con amici grunge.
In piazza Statuto, da una punto nera degna di finire in un museo come esempio di auto inzarrita, ecco diffondersi la voce di Nino d'Angelo in un pezzo storico remixata da chi sa quale DJ. Al suo interno un esempio di giovani rovinati dallo smog, dalla tv, dalle amicizie, dal buco dell'ozono o dalle mie idee un po' troppo retrò. Giro e vedo grandi piazze da cui si diramano piccole vie, palazzi moderni costruiti accanto a ruderi abbandonati che però trasmettono quell'idea di casa che molte delle nuove costruzioni non hanno. Ed ecco che giungo all'agognata gelateria, che anche se l'ora è tarda, presenta davanti ad essa una coda di una trentina di persone che taglia a metà via Garibaldi. Io finisco dietro ad un ragazzo con la cresta, che quando si gira a parlare con gli amici fa più area del condizionatore dell'ingresso. Dietro di me c'è una tipica famiglia anni ottanta, tre bambini vivaci e nonna come optional. Per fortuna che la mia attesa è ripagata da un gelato da 8 in pagella. Un gelato tradizionale, fatto con ingredienti naturali per la riscoperta delle tradizioni, che contrasta con questa città dell'automobile alla ricerca della modernità. E forse anch'io che mi incaponisco a girarla a piedi un po' contrasto con essa. Che dire: “Mi sento un po' agrodolce anch'io”.
Il vedermi incravattato la mattina per andare al lavoro mi sembra un controsenso, una nota stonata, ma non sempre si può scegliere.
Ed ecco che anche questo post pieno di contraddizioni, volge al termine e dice e non dice nulla.

Nella prossima puntata si parlerà di ...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

sei sempre troppo forte ;-)
marta

Carmine ha detto...

Grazie.
"La vita a volte ti permette di disegnare i suoi contorni, ed al lettore di farne scorpacciate."

Anonimo ha detto...

Grande Carmine....indovina chi sono? Anonimo