12 luglio 2008

Torino - 21° puntata



Si è conclusa un'altra settimana in quel di Torino.
Una settimana caratterizzata da dialoghi tra sordi che parlan lingue diverse. Ne riporto un paio giusto per capirne il tenore:

Ufficio, telefonata del capo:
Capo: ciao, hai risposto alla mail per la riunione di venerdì?
Io: no, non ho ricevuto alcuna mail
Capo: allora rispondi che è importante ed urgente.
Io: veramente non ho ricevuto alcuna comunicazione:
Capo: chiedi al tuo collega se ha risposto:
Io: sai qualcosa di una mail per una riunione venerdì?
Collega: io non ho ricevuto nessuna mail che parlasse di riunioni?
Io: capo, neanche lui ha ricevuto mail:
Capo: allora rispondete subito, che è urgente.
Io: ma veramente..
Capo: fai così, chiedi al collega se c'è e poi rispondi tu per entrambi:
Io: ma non abbiamo ricevuto nessuna mail:
Capo: ok, allora ci vediamo venerdì alla riunione e mi raccomando rispondi subito:
Io:?!?!?!?!?...va bene, ti metto in copia conoscenza
Capo: bravo, che a me non hanno inviato la mail.
Io:....clic.

Campo di calcetto, sto chiamando compagno di squadra per la fase difensiva
Io: segui il numero 15
Lui: smettila, siam qui per giocare e divertirci
dieci secondi dopo il numero 15 scatta tutto solo verso la porta ed il portiere lo anticipa per un soffio.
Io: bravo portiere ed intanto gli indico di passare all'uomo smarcato a destra
Lui: siamo qui per giocare e divertici, quindi smettila di comandare
Io a Carlos, il giocatore argentino di rugby che copre l'altra fascia: copri che vado un po avanti se no a questo lo rovino.
Trenta secondi dopo, a centrocampo Lui fa un entrata che ricorda il miglior Pasquale Bruno (PB), sul numero 15 avversario.
Tutti: siam qui per giocare e divertirci
Io non faccio commenti.
Due minuti dopo il PB fa una nuova entrata da chirurgo cercando di asportare, senza uso dell'anestesia, una parte della cartilagine del ginocchio al numero 7 avversario.
Tutti: smettila siam qui per giocare e divertirci.
Carlos: PB gioca semplice, passa vicino, ascolta e non fare male a nessuno
PB viene sostituito in difesa da altro giocatore e viene indirizzato a marcare la bandierina del calcio d'angolo nel campo avversario. Da quel momento entra più nel vivo del gioco il cane di Carlos che è messo a difendere le borse che il novello PB.

Mattina, ingresso in fabbrica:
Io: per favore, mi dai un passaggio per tornare a Milano?
Collega: si, non c'è problema
Io: Grazie, mi fai sapere tu a che ora partiamo:
Collega: non so, potrebbero essere le 18 come più tardi.
Io: va bene, solo gentilmente me lo fai sapere un po' prima così lancio le procedure di chiusura e non ti faccio aspettare.
Collega: va bene.
Tardo pomeriggio su msn:
Io: ciao, allora sai a che ora partiamo?
Collega: non lo so ancora, comunque più tardi
Io: va bene, solo me lo fai sapere un po' prima così lancio la procedura di chiusura e non ti faccio aspettare
Collega: va bene
Sera inoltrata telefonata in fabbrica:
Collega: allora sei pronto, partiamo adesso
Io: dammi dieci minuti, devo lanciare le procedure di chiusura
Collega: su spicciati.
Io: corro
Collega: dai vado a prendere l'auto e ti aspetto all'uscita
Io: ok
Sera. All'uscita della fabbrica ci sono solo io ed il portiere. Sera +10min. Telefono preoccupato.
Io: ciao sono all'uscita dove sei?
Collega: Sto arrivando
Io: ok (Avrà parcheggiato in un altra città)
Arriva. Sta facendo un giro di telefonate, nel senso che è in macchina con un altro collega e girano intorno al fabbricato per fare delle telefonate.

Giro di telefonate in auto, con un passeggero in più, io:
Collega 1: Ciao Eli, dimmi:
Eli, la segretaria: Sai quanti chilometri ha fatto l'ulisse, ad oggi
Collega 1: Eli, l'ulisse son 2 mesi che è dal meccanico, per l'incidente.
Eli: quindi non avete l'ulisse.
Collega 1: proprio così, son due mesi che usiamo un altra macchina
Eli: va bene, era per rinnovarne il leasing
1 minuto dopo
Collega 2: Ciao Eli,
Eli: Ciao, quanti chilometri avete fatto ad oggi con l'ulisse
Collega 2: Eli, l'ulisse è 2 mesi che è dal meccanico. Ti ricordi, l'incidente?
Eli: ah, è vero, era per rinnovarne il leasing.

Di questo tenore sono state le comunicazioni questa settimana, che comunque verrà ricordata anche per la serata passata parco della Pellerina per il Traffic Free Festival.
Partiamo dicendo che non conoscevo nessuno dei gruppi in scaletta quel giorno, per cui i miei colleghi, sottolineando che sono l'unico negli “enta” , mi chiedono scherzosamente cosa ci viene a fare un matusa come me a tale serata, ma poi m'invitano.
Immaginate ora un grande parco, diviso in tre. In un terzo trovate il Festival Latino Americano, nel secondo le giostre, e nel terzo il Traffic Free Festival che per la serata a me toccata presentava una rassegna di musica elettronica.
Tra la folla di ragazzi, agghindati nelle maniere più strambe e con il tasso antidoping sballato, si vedono famiglie con bambini che pensano di essere finiti nella casa degli orrori e non riescono a capire dove sia l'uscita e la macchina dello zucchero filato.
Ed anche se la musica non è di mio gradimento mi piace essere tra la gente che balla, si muove, cerca di parlarsi o si cerca solamente tra la folla. Guardo i miei colleghi, e se anche per un attimo mi sento un matusa, bastano due battute ed ecco che l'età non pesa più, che anch'io sono un ragazzo che prova a ballare seguendo l'unz unz che viene sparato sulla folla dalle casse ai bordi del palco.
La mattina dopo la stanchezza e l'unz unz mi fanno compagnia, ma tra tutti i colleghi sono quello messo meglio, e sottolineo che il matusa ha messo a letto tutti i bamboccini.

Nella prossima puntata si parlerà di...

1 commento:

Anonimo ha detto...

la tragicomica incomunicabilità odierna!;-)marta