22 novembre 2008

Torino/Bielsko-Biała - 37° puntata



Questa settimana la si potrebbe chiamare la settimana di Bertoldo, come dice il mio collega.
Innanzitutto è stata vissuta da chi vi scrive per la maggior parte oltre cortina, ma forse questo è un modo di dire non più consono, facendo riferimento ad un periodo in cui le guerre erano fredde, mentre ora di freddo è rimasta la temperatura e qualche sguardo.
Ho lasciato il bel paese per recarmi nuovamente in Polonia, come già successe lo scorso mese.
Già dalla partenza dovevo capire che non sarebbe stata una settimana semplice. Un collega dell'altro gruppo si è presentato alle partenze senza documento d'identità, facendo innervosire il suo capo, mentre io ho fatto un'affermazione con il grandissimo capo, anche lui sullo stesso volo, facendo riferimento ad un'analisi che non sapevo cambiata 5 minuti dopo la mia uscita dall'ufficio.
Ma anche fuori dall'ambito lavorativo. Durante la prima cena in terra straniera vengo affascinato dalla scritta “VERA TORTA DI MELE”. La ordino. Mi si presenta una fetta di dolce dal bell'aspetto, ma con una colata di cioccolata sopra (N.d.R. Sono allergico al cioccolato per averne abusato da bambino). Devo rinunciarci con mio grosso rammarico e felicità del collega.
Il secondo giorno, in fase di test, creo una registrazione che inchioda le stampanti dell'altro gruppo, che al dire il vero non ci aveva avvertito dell'attivazione della funziona stampa automatica. Quindi mi becco un caziatone da loro e dal mio capo, ma ormai ho le spalle larghe.
Subito dopo la mail dello shampoo, arriva la mail attesa da tempo che ci conferma che metà del lavoro fatto con urgenza può essere buttato.
Lo so lettore, ti stai annoiando a sentire questa miriade di aneddoti lavorativi un po' noiosi. Vediamo cosa posso fare.
Allora, giovedì sera per tutti i consulenti in trasferta, solitamente è periodo di bisboccia. Organizziamo quindi fuga da questa triste cittadina che forse dovrebbe essere chiamata paesino per recarci a Cracovia. Riusciamo ad uscire ad un orario decente e via. Albergo, cambio, partenza... ma dov'è il mio cellu e quello aziendale?!? Cerco, rovisto e sparpaglio ed ecco che si forma l'immagine dei telefonini abbandonati sulla scrivania in ufficio. Tragedia.
Caracollo giù dove i colleghi mi aspettano e si preoccupano appena vedono il mio volto. Gli spiego la situazione e corriamo di nuovo in fabbrica. Primo ostacolo e superare la barriera, ma devo avere un viso che aprirebbe qualsiasi porta, ed infatti le guardie ci fanno passare senza problemi appena sentono la storia.
Arrivo nella palazzina degli uffici, entro di corsa e scopro la porta chiusa. Terrore. Due respiri profondi e inizio a cercare la signora delle pulizie.
Giro per i piani e trovo una signora che mi guarda preoccupata. Io con il fiatone ed un inglese ormai colto anch'esso dall'agitazione provo a spiegare il mio problema, ma lei mi ferma quasi subito e mi chiede se parlo Italiano. Le spiego nel mio idioma il motivo della mia espressione. Lei molto gentilmente mi accompagna nella ricerca della signora delle pulizie. Durante la nostra ricerca stile Asterix ed Obelix nella casa che rende folli per ottenere il lasciapassare A38, incrociamo altre due signore. Queste si aggregano alla ricerca, ahimè infruttuosa. Una delle signore vedendo la mia disperazione telefona alla sicurezza, e scoperto che le chiavi sono da loro corre a mettersi il cappotto per andare a prenderle. Va detto che fuori pioveva e faceva un freddo. Io resto colpito dalla gentilezza di queste signore e di come si siano prese a cuore la mia situazione. Alla fine riesco a recuperare i cellulari ringrazio la signora in lingua locale, ripetendo come un disco rotto gincuie.
Partiamo per la nostra meta. Cracovia è molto differente dal paesino industriale che ci ospita. Innanzitutto è una città universitaria. Alle 23:00 si trovano ancora locali dove poter mangiare, gente in giro, bar e pub ogni venti metri, architettura curata, un vero centro storico. Non so si respira un aria diversa, anche se il freddo e la pioggia ce la fanno godere meno.
Al ritorno in Italia mi chiedono spesso com'è la Polonia. Assomiglia molto all'Italia degli anni '80. Una Polonia da bere, con fiumi di vodka. Di diverso c'è:
  • Le macchine delle autoscuole hanno un cartello con la lettera L sul tettuccio;
  • La vita è spostata in anticipo rispetto all'Italia, nel senso che quando qui si entra nei locali lì i locali iniziano a chiudere. Immaginate tutto anticipato di un paio di ore.
  • La cucina è ricca di aglio, probabilmente per tener lontano i vampiri
  • In ufficio, albergo o locali la temperatura è sempre superiore ai 26 gradi.
  • L'acqua in bottiglia è più cara che in Italia.
  • Nei distributori automatici si possono trovare pacchetti di brodo liofilizzato.
  • Le edicole sono dei veri chioschi in cui si può comprare di tutto, dal profumo al detersivo per i piatti. Sigarette e biscotti ed altre mille cose. Un vero minimarket, molto mini.
  • I film stranieri sono tradotti stile sottotitoli, quindi audio originale a cui è sovrapposto l'audio di una voce fuori campo che legge un fantomatico sottotitolo, senza mettere nessuna interpretazione. Quindi con la stessa voce si vede parlare il buttafuori e la gnocca al bar.
L'elenco potrebbe continuare, ma forse è meglio finire qui. Magari un giorno racconterò anche del viaggio ballerino del ritorno.
Nella prossima puntata si parlerà di...

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