28 aprile 2008

Carrom


Quanti di voi sanno di cosa si tratta? È un gioco da tavola molto antico, originario dell'India, chiamato anche biliardo da dita; lo scopo del gioco è imbucare le proprie pedine negli angoli colpendole con una pedina apposita.
Per me è stata una buona scusa per rivedere alcuni amici.
Sabato sera, da un invito dell’Incolpevole, la cui Vittoria gli ha fatto conoscere questo sport in una di quelle notti in cui neanche la pappa bastava per farla addormentare, e di notte i famosi sport “minori” la fanno da padroni. Il Se Pur Bravo si è così appassionato a questo sport.
Così è nata l’idea di provare a giocare ed ha coinvolto un po’ di amici.
L’Incolpevole si è quindi attivato per carpirne i segreti ed i luoghi dove si tengono gli incontri, e così ha organizzato una serata in fuga dalla vita familiare, dagli impegni quotidiani ed ha inventato questa serata sportiva.
L’atmosfera, arrivati all’oratorio che ospita il torneo, è molto familiare. In pochi secondi veniamo trattati come vecchi amici dagli organizzatori, tanto che ci sediamo tutti intorno al tavolo e mangiamo pizza come capita spesso di fare in famiglia quando non si ha voglia di cucinare.
Oltre a me ed al Se Pur Bravo c’erano: Pipi, D’v’d e Pippo, a condividere l’esperienza di partecipare ad un torneo nazionale di Carrom, si perché non so come, ma siamo finiti a disputare un torneo riconosciuto a livello nazionale.
Mentre stiamo ancora banchettando arrivano alla spicciolata i vari iscritti al gioco.
Tra i 25 partecipanti, ci sono anche dei ragazzi Indiani, per cui questo è un gioco classico come da noi è quello del pallone. Gentilmente ci spiegano le regole del gioco (tranne l’incolpevole, io e gli altri non sappiamo assolutamente nulla del gioco, tanto che ignoriamo qual è il nome corretto di questo gioco), con il sorriso sul viso, mentre noi cerchiamo in tutti i modi di capire come si devono tenere le dita per giocare e facciamo facce concentratissime. Io osservo e cerco di carpire i loro trucchi e le varie tecniche di gioco, solo che quello che per loro è banale per me sembra impossibile. Gli esperti continuano a sorridere e ci spronano a tentare, spiegandoci di volta in volta le regole ed i trucchi in una bellissima atmosfera decubertiana. Questo dimostra una volta di più che lo sport è un buon mezzo per avvicinare i popoli.
Va da se che nel gruppo di partecipanti ci siano anche: i soliti esaltati; quelli che sono li per caso; chi cerca di curarsi dalla dipendenza da Xbox o WII etc. che ha sviluppato dita fortissime; bambini e papà che cercano un punto d’incontro. Un'unica ragazza, forse ragazza lo sarà tra quattro o cinque anni, che per la cronaca si è classificata meglio di tutti noi ed ha elargito volentieri i suoi consigli, soprattutto ad uno di noi.
Le regole del gioco sono molto semplici: ci sono nove pedine chiare e nove scure, una pedina rossa chiamata REGINA, un tavolo quadrato con quattro buchi agli angoli. Bisogna, con l’utilizzo di una pedina chiamata Striker, mandare in buca le pedine del proprio colore, oltre alla Regina che non può essere né la prima né l’ultima pedina ad essere imbucata, oltre al fatto che una volta insaccata va confermata imbucandone una del proprio colore, altrimenti la REGINA torna in gioco. Tre punti se insacchi la REGINA ed un punto per ogni pedina dell’avversario che c’è sul tavolo alla fine del gioco. Si vince a 25. Per permettere a tutti di giocare, esiste anche un limite di tempo: 35 Minuti; e credetemi che per i novellini, come me, non sono sufficienti ad imbucare tutte le pedine.
La classifica, al contrario, è un insieme di formule adattative e coefficienti correttivi, roba da Fourier per intenderci. Questa viene aggiornata ad ogni turno, perché la classifica comanda anche gli incontri, cioè i più bravi giocano con i più bravi ed i più incapaci tra loro, così che ci si scontri sempre con persone del proprio livello. Alla fine abbiamo quasi giocato sempre tra di noi.
Alla fine abbiamo provato a capire come venisse stilata la classifica, ma alcuni fattori ci sono rimasti oscuri.
Non abbiamo vinto nulla, tranne che una bella serata in compagnia, e forse questo è il premio più bello.
Grazie Incolpevole per la bella serata.

27 aprile 2008

25 Aprile 2008


Questa mattina mi sono svegliato ancora stanco, eppure ho dormito molto più del solito.
Le gambe mi facevano ancora un po' male a seguito della scampagnata in montagna di venerdì pomeriggio.
Eh sì! Venerdì pomeriggio io ed un amico abbiamo onorato una gita fatta il secolo scorso; ritornando su un sentiero che ci aveva regalato la conoscenza di un bel rifugio e di una famiglia molto ospitale, che ci ha coccolato durante il nostro soggiorno in località Terz'Alpe. Questa gita rimarrà famosa per la mia totale impreparazione e l'organizzazione all'ultimo momento.
Il mio amico, che in alcuni momenti penso mi odii perchè mi mette in situazioni in cui sento vicino la mano della morte, la prima volta mi aveva parlato di un agriturismo molto economico e non tanto lontano, tralasciando però di dirmi: che si trovava alla fine di un sentiero di montagna, di cui entrambi ignoravamo l'esistenza. Fu così che partì con una bella borsa a tracolla e scarpe non proprio adatte e che iniziò un intenso scambio di battute con la signora di nero vestita.
Per non farsi mancare nulla sul cammino incontrammo: uno scout che cercava un modo naturale per avvicinarsi ai suoi sogni, come il più celebre Marco Polo raccontò nel suo Milione; ed un po' di pioggierellina per rendere più agevole l'ascesa. Tenuto conto che arrivammo su che era già buio, bagnati ed infreddoliti, ma vivi ci andò piuttosto bene. Per fortuna la famiglia che gestiva il rifugio ci accolse come poveri viandanti capendo subito la nostra inesperienza e riscaldandoci con la loro ospitalità.
Quella fu una gita bellissima che ha lasciato un bel ricordo e che prima o poi si era detto di ripetere.
Questa volta ero un po' più preparato, peccato che il mio super potere di perdermi ovunque unito alla memoria fotografica sfocata del mio socio di avventura ci abbiano portato lungo il sentiero sbagliato. Così che, una piccola gita che doveva vederci giungere per l'ora della merenda al rifugio, si è trasformata in un viaggio mistico. Ad un certo punto ho invocato un segno dal cielo che mi rincuorasse e mi desse la forza di andare avanti. ed in quel preciso momento il cellulare, croce e delizia di questa epoca di comunicazione virtuale, ha deciso di squillare. Va precisato che in tutta la valle ci saranno si e no tre punti dove c'è segnale facendone un luogo ideale per il relax. Comunque al telefono era un amico che voleva sapere che fine avessimo fatto. Quattro battute così per avere il tempo di recuperare fiato e battiti cardiaci da utilizzare su quell'erta salita e siamo ripartiti.
Alla fine della salita, un cartello indicava che il rifugio tanto agognato si trovava a quaranta minuti di cammino, ma per fortuna verso valle.
Ennesima sosta sputa smog dai polmoni e rinfrancati siamo partiti alla volta del rifugio, con la speranza di arrivare prima che si facesse buio e di trovare di che rifocillarci.
La discesa, molto meno impegnativa, è stata allora rallegrata da canti adatti alla ricorrenza storica ed al luogo, anche se al dire il vero due stonati come noi giusto in un luogo isolato possono cantare senza ricevere improperi od ortaggi.
La fame ha accecato il mio collega di ventura portandolo a seguire il sentiero più breve e facendoci caracollare giù come le caprette di Heidì. Potere della fame.
Giunti al rifugio, dopo una sciacquatina rinfrescante, ci siamo messi a tavola ed abbiamo iniziato a banchettare con i prodotti dell'agriturismo a cui abbiamo fatto onore. Visto che comunque saremo dovuti scendere con il buio, abbiamo deciso di cenare con gli ospiti che erano di ritorno dalle loro escursioni. Si è fatta subito amicizia con una famiglia di Milano, che poi ci ha gentilmente ospitato al suo tavolo.
Rifocillati a dovere e con la giusta quantità di “spirito” nel sangue ci siamo incamminati per il sentiero giusto.
Il cielo di notte ha tutto un altro aspetto se si guarda da una piccola radura che si apre nel bosco, e la città a valle che ci aspetta sembra un piccolo presepe quando fa la sua apparizione dopo una curva.
Mi sembra di essere stato catapultato indietro nel tempo, agli inizi dello scorso secolo. Ma il pensiero dura poco, le luci elettriche sono sempre più vicine. Arriviamo nel paese che sembra deserto, e se non fosse per un auto che passa piano lungo le stradine che circondano le case rurali, forse sentirei ancora la sensazione del viaggio nel tempo.
La macchina ci aspetta nel parcheggio vicino alla statale.
Prima di salire però cerco la strada fatta, ma questa si cela tra le fronde degli alberi, come i tesori in fondo al mare.

per chi volesse avere più informazioni sul rifugio: Terz'Alpe

26 aprile 2008

Torino - 10° puntata


E siamo arrivati così alla fine anche della decima settimana di trasferta. Caro lettore spero che tu non ti sia già annoiato di sentir raccontare le mie avventure torinesi, anche se per essere preciso a questo giro dovrei dire borgaresi. Eh sì, questa settimana ho lavorato direttamente nello stabilimento principale dell'azienda per cui sto seguendo il progetto d'implementazione di SAP. quindi un ritorno al contatto diretto con l'utente.

Ma partiamo dall'inizio.

La prima novità è che questa settimana ha visto il sottoscritto fare uso dell'auto propria per permettere i trasferimenti da Torino a Borgaro. Questo a fatto sì che partissi in solitaria domenica sera, accompagnato da un bel acquazzone per rendere più movimentato il viaggio e non farmi annoiare.

Il paesaggio è completamente diverso se si guarda dal punto di vista del guidatore e soprattutto dalla terza corsia, ma quella di destra e non quella preferita dal mio collega pilota. Torino domenica sera era deserta, quasi sicuramente perchè tutti erano davanti ai teleschermi o allo Stadio a vedere il big match Torino-Inter, così con zero traffico ci ho messo un attimo ad arrivare dall'uscita della tangenziale al residence. Lì è stato un po' più complicato scaricare il piccolo trasloco che avevo messo in piedi per rendere il mio soggiorno torinese più comodo.

Come già anticipato questa settimana sono stato sempre a Borgaro, dove ci hanno dato come punto di appoggio la stanza dei revisori, poco più di una cabina armadio dove c'è un tavolo e quattro sedie scartate anche dalla discarica del paese. Il paesaggio che faceva da sfondo alla finestra era per lo più riempito da aerei in atterraggio all'aeroporto di Caselle, mentre dal cortile provenivano i rumori dei lavori per mettere a norma lo stabile dal punto di vista del rischio incendi; problematica molto sentita in questo periodo a Torino. I lavori di scavo per la creazione di una enorme vasca d'acqua per ora hanno comportato: l'abbattimento dell'unico albero presente nel cortile, che rendeva meno squallido il luogo; la tranciatura dei cavi della telefonia, facendo si che non ci potesse essere comunicazione con il mondo esterno se non tramite etere; ed infine per rendere più vivibile lo stabile la rottura delle condotte dell'acqua per cui siamo restati tutti senza poter usare i bagni per un giorno intero, tanto che sono aumentati in maniera vertiginosa i consumi di caffè e succhi nei bar della zona.

Questi nuovi utenti hanno una mentalità leggermente differente dalle arpie che mi telefonavano prima. loro sono molto più vicini ad una concezione un po' più statale. alle 17:30 scompaiono tutti in un batter d'occhio, tanto che ho pensato che fosse successo qualcosa quando sono uscito dall'ufficio alle 17:29 per rientrarci alle 17:31. In due minuti dalle loro postazioni al pc si erano dileguati.
Potrei continuare a parlare di questi nuovi utenti, ma aspetto i prossimi mesi, quando li conoscerò un po' meglio ed il mio giudizio potrà essere confutato da prove concrete.

L'evento mondano di questa settimana è stata la cena indetta dal nostro manager di progetto che ha visto riunite tutte è sette le persone che lavorano sull'area di Torino. Una cena per fare ritrovarsi, chiacchierare, fare un po' di team building, come dicono gli esperti di HR (altra sigla di moda).
Il solito discorso del capo a sottolineare che siamo bravi ma che dobbiamo dare di più, che ci sono buone possibilità, ma che ci dobbiamo fare il mazzo e via dicendo. Ognuno a poi dato il suo parere e le sue opinioni sul progetto su cui si trovava. Insomma le solite chiacchiere.
Il ristorante pizzeria in compensa ha dato spunti per una bella serie di risate. Un cameriere inciampando ha rotto un piatto in testa ad una commensale, tipo scenetta delle comiche; è passato il sosia di Mazzarri allenatore della Sampdoria; camerieri un po' caciaroni; una donna urlante che gridava di tutto e che è stata portata gentilmente fuori dal capo sala, e che probabilmente aveva bisogno di avere a che fare con un altro tipo di capo sala. La serata è comunque trascorsa bene, ma il colpo di scena si è visto al momento del conto. Il cameriere ha lasciato la ricevuta all'inizio del tavolo, e poi con la forza del pensiero della maggior parte dei commensali è stato fatto lievitare sino al Manager, noto per la sua taccagneria, che ha pagato e che sicuramente finirà nella sua nota spese.

Ma una cena scroccata è sempre una cena scroccata.


Nella prossima puntata si parlerà di...

19 aprile 2008

Torino - 9° puntata

Ed eccomi di nuovo seduto a pigiare bottoni sulla tastiera per raccontare di un'altra settimana in trasferta.
Questa è stata la settimana più bagnata passata sino ad ora a Torino. E' iniziata con un lunedì sotto la pioggia sin dalla partenza, che è avvenuta in treno. Sì in treno. Il mio collega autista aveva degli impegni ed io, da bravo ex pendolare ho preso il treno per recarmi in ufficio. Il vagone su cui sono salito raccoglieva uno spaccato delle persone che prendono il treno la mattina. Lavoratori che vanno a lavorare e altri che tornano a casa per il meritato riposo, turisti in fuga dalla propria città in un'altra città, studenti, e semplici viaggiatori.
Sono fortunato è riesco a trovare un posto a sedere. Lungo il viaggio a farmi compagnia un buon libro ed il paesaggio che scorre al di là del finestrino. Il treno è molto più “silenzioso” della metrò. la gente si fa mediamente i fatti propri in silenzio per non disturbare troppo i viaggiatori che riescono a dormire sulle “poltroncine” che riempiono il vagone.

Arrivato con un lieve ritardo a Torino, il treno aveva mangiato troppo in una delle stazioni probabilmente perchè la voce che usciva dagli interfoni ha detto che per problemi di linea si era costretti a viaggiare a rilento. Comunque arrivato in stazione ho utilizzato il mio super orientamento per sbagliare ben quattro volte la fermata del bus. Alla fine una serie di brave persone mi ha indicato dove avrei dovuto attendere il mezzo pubblico. Per inteso era a due passi dall'uscita principale della stazione.
Arrivo in ufficio e scopro che hanno anticipato alcune scadenze, quindi subito a lavorare di brutto mentre dio pluvio, dopo avermi permesso di arrivare asciutto in ufficio, regala litri e litri di pioggia a tutta la città. Qualcuno deve essersi dimenticato che è primavera ed ha lasciato la regolazione del tempo su autunno. Freddo e pioggia per tutta la giornata.
Non facciamo troppo gli inglesi e vediamo se riusciamo a parlar anche di altro oltre il tempo.

L'anticipo delle scadenze ha aumentato di molto la pressione in ufficio, oltre a portare i nervi dei capi a fior di pelle. Per fortuna che invece di prendersela con noi poveri operai in colletto bianco hanno iniziato a farsi la guerra tra loro...aspetta, aspetta. Fortuna un bel corno. Loro litigano e noi siamo le vittime innocenti, costretti a subire le loro ripicche, vedi dati arrivati in ritardo e risposte a semplici domande che viaggiano a velocità ridotta. Tutto questo a fatto si che venerdì si accumulasse tutto, ed il sogno di andar via in tempo per arrivare a Milano e godersi la serata con gli amici sfuma.
Va bhè basta parlare di lavoro.

Ho già parlato del mio super orientamento, vero? Ok. A questo giro, grazie al suo uso, ho scoperto che il parco dove avevo corso settimana scorsa è molto, ma molto, più grande di quanto immaginassi. Fate conto che ci sono anche due laghetti, settimana scorsa ne avevo visto solo uno. un paio di ponti che non avevo notato ed anche un sacco di gente che la scorsa settimana non c'era.
Comunque riesco, in una finestra di bel tempo, a fare la mia solita corsettina, che mai come questa settimana è servita a cancellare un po' di stress.
Altro evento è stato l'anatema di UDP, scherzo, che ha fatto collezionare al mio collega: una multa, problemi alla pompa di iniezione che ha rallentato ulteriormente il nostro viaggio di ritorno, traffico che non gli ha permesso di attaccare il record tragitto Torino-Milano, oltre a farlo giungere in ritardo ad un appuntamento milanese.
L'evento mondano è saltato a causa dello scazzo di fondo che il temo ha trasmesso un po' a tutti ed è stato rimandato a settimana prossima. Per fortuna perchè non so se avrei sopportato anche una serata al solito locale ballerino.


Nella prossima puntata si parlerà di...

12 aprile 2008

Torino - 8° puntata


Buon Voto a tutti.

Eccoci nuovamente a cavalcare le parole per raccontare un'altra settimana in trasferta.
Questa settimana inizia con una grande novità: passo da alloggiare in albergo ad una comoda stanza in un residence.
COMODA?!?
Aspettate che vi racconto.

Il residence è incastrato in un centro fitness, con campetti di calcetto, palestra, campi di squash e piscina. Si trova a Torino nord, e dista circa cinque minuti in auto dall'ufficio, se ha guidare è il mio collega. Con una guida normale e rispettosa del codice stradale ci vogliono circa dieci minuti, a cui vanno aggiunti circa trenta minuti per trovare parcheggio. Quindi è finita la pacchia di passare dalla camera all'ufficio in trenta secondi.

Arrivato al residence perdo quaranta minuti per dare i dati alla receptionista (trentacinque minuti per stampare la scheda presenza, che comunque non è riuscita a stampare rimandando a domani quando ci sarà il marito). Scopro che la mia stanza è al piano terra, proprio di fianco a quello del portiere di notte, con la finestra che dal sul parcheggio regno di gatti randagi con un inebriante profumo di cloro nel corridoio. Quindi finestre chiuse sempre e tende tirate. Ok, non iniziamo subito a lamentarci. la stanza è comunque spaziosa anche se noto che le cose sono tutte posizionate un po' in basso. Questa cosa doveva insospettirmi.
Il bagno molto spazioso è attrezzato per portatori di handicap. Quindi water modello K2 con maniglioni antipanico in caso che qualche stronzo ti attacchi alle spalle; piatto doccia piano, o meglio: c'è un buco nel pavimento in una zona delimitata da una tendina, antibagno con lavandino e specchio con cui potrei radermi perfettamente l'ombelico, ma che diventa molto scomodo al momento di passare il rasoio sul viso.

Va bhè non lamentiamoci sempre. Pensiamo positivo.

Svuoto la valigia e mi preparo a cucinare. si la stanza è fornita di un armadio cucina. Un po' di pasta al pesto ed una mela. sono troppo stanco per lanciarmi a fare di più. Finalmente mi sdraio a guardare un po' di tv quando al piano di sopra inizia la lezione di aerobica/gag/stepper/ o che cavolo fosse, comunque sento questo rumore di carica di passi.

Va bhè non lamentiamoci sempre. Pensa positivo.

Non faranno lezione tutti i giorni, e poi magari mi iscrivo in palestra ed il problema è risolto.
Mi addormento.
La mattina inizia con un po' di freddo in stanza. Va bhè non lamentiamoci. Pensa positivo.
Vado a farmi la doccia. I miei colleghi mi parlavano di docce bellissime con addirittura l'idromassaggio ed il blocco per la temperatura, questa sembra una di quelle docce da campeggio.

Va bhè non lamentiamoci sempre . Pensa positivo.

L'acqua calda risveglia la circolazione e toglie un po' della tensione accumulata. Tiro la tenda della doccia, e sorpresa!!! Il bagno è allagato, e l'acqua, modello BLOB, si sta lanciando verso la stanza. Corro a tirar su tutto quello che avevo appoggiato per terra ed a chiamare la receptoin (nei residence si chiama così, nel resto delle case si dice portineria). Scende l'uomo tutto fare, di origini esotiche che ha un modo di parlare che ricorda molto un comico di Zelig, armato di cacciavite per sistemare lo scarico. Vede la scena e chiede a me cosa sia successo. Io gli dico che mi sono solo fatto la doccia. Corre quindi a prendere secchio e straccio, ma si rende subito conto che ci vuole uno strumento più potente per arginare questo piccolo lago.
Mi vesto e vado alla reception a lamentarmi. Il portiere, eh sì perchè alla fine è solo un portiere, si scusa e mi promette un pronto intervento per sistemare lo scarico della doccia.

Va bhè non lamentiamoci sempre. Pensa positivo.

Vado a fare colazione e poi mi preparo per la giornata di lavoro.
Questa settimana mi ritrovo solo ad affrontare tutti i casini della mia area. Il team è decimato. Il bollettino recita: Un malato ed uno a fare training agli utenti. Così mi tocca fare triplo lavoro, con il pensiero che torna sporadicamente al problema doccia.
Arrivata la sera, e tornato al mio alloggio, mi cambio e vado a fare una corsetta per scaricare lo stress. Vicino al residence c'è un bel parco, ideale per correre sino a quando c'è luce, poi si popola di strani personaggi che parlano lingue a me sconosciute, che mi consigliano di terminare la mia sessione in zone urbane. Più inquinate, ma anche più illuminate, sul sicuro non mi esprimerei.
Pasto frugale e vado verso la doccia. Una vocina mi consiglia di rimandare a domani, tanto le lenzuola del letto le cambiano. Ok. vado a nanna.
Mi sveglio e vado in bagno. La doccia è lì e non sembra sia cambiata da ieri.

Va bhè non lamentiamoci sempre. Pensa positivo.

Mi faccio la doccia, stando attento ad usare poca acqua ed a non tappare lo scarico con la ciabatta.
Risultato, Nuovamente bagno allagato, io che tiro su le cose e chiamo il portiere. Nuovamente l'uomo tutto fare che scende, guarda si scusa e lavora di spazzettone.
Salgo nuovamente dal portiere. Si scusa anche lui e mi assicura che mi verrà cambiata stanza.
Quindi faccio colazione velocemente e ri-invaligio in maniera che l'omino tutto fare faccia il trasloco.
Solita giornata incasinata, ma sono fiducioso e non vedo l'ora di vedere la nuova stanza.
Arrivo e scopro che la mia azienda non ha dato l'ok per il mio trasferimento a causa di un piccolo sovrapprezzo. Ok, non lamentiamoci sempre. Pensa positivo.

Pensa positivo un corno ed iniziamo a lamentarci.

Chiamo il mio capo ed inizia a gridargli che se non mi fa cambiare stanza al più presto, me ne torno in albergo. Lui scende giù dal pere, dicendo che non sapeva nulla del problema della camera, e che la segretaria gli aveva detto che la cosa non era urgente. Io mi sfogo per altri 5 minuti, di cui quattro e mezzo al telefono muto perchè è caduta la comunicazione. Comunque il capo mi assicura che risolverà tutto in mattinata. Mangio ed esco. Non riesco a sopportare il TUM TUM sul soffitto. Vado a vedere di calmarmi un po' girando per Torino e cercando di pensare ad altro.

Nuovo giorno e nuovo allagamento. Ormai me la prendo con comodo, la roba è tutta al sicuro, e lascio che l'acqua purifichi nuovamente la stanza. Ecco il lato positivo è che mi puliscono la camera ogni giorno. Chiamo, l'omino scende, salgo dal portiere che mi rassicura che appena arriva l'ok dalla società per cui lavoro mi sposteranno.
Arrivato in ufficio chiamo subito la segretaria, facendole una scenata e raccomandandole di risolvere il problema delle autorizzazioni al più presto e di darmene notizia.
Dopo dieci minuti mi richiama dicendomi che tutto è risolto così mi posso scusare per il tono che ho usato prima, e spiegandole che per me il problema dell'allagamento della camera era urgente.
Meno fiducioso degli altri giorni inizio a pensare a possibili rappresaglie. Ad esempio potrei creare un nuovo affluente del Po'. Un bel canale con la sorgente situata nel bagno della camera- Vuoi vedere risolvo anche il problema dei gatti randagi e fornisco anche un servizio di lavaggio delle auto nel parcheggio? Non è poi una cattiva idea.
Tornato al residence, il portiere mi accoglie con un sorriso e mi da le chiavi della mia nuova camera.

La camera è al secondo piano, con una bella vista, nessuno sopra a bruciare calorie, il bagno, un po' più piccolo ma con una signora doccia. Mobili ad altezza normale ed addirittura una piccola stufetta in bagno ed una in camera. Passo la serata a mangiar fragole ed a customizzare il televisore.
Per inciso ho chiamato due volte il portiere per farmi cambiare le pile del telecomando e farmi spiegare il funzionamento delle luci (in questa stanza c'è un lettore di schede che abilita l'impianto di illuminazione e che non c'era nell'altra stanza).
Giusto per rompere i c...

Ecco un bel post di lamentele. Sembra la settimana di Bertoldo, a cui capitava sempre qualcosa.
Comunque è bene tutto quello che finisce bene.

Nella prossima puntata si parlerà di ....

05 aprile 2008

Torino - 7° puntata



Caro lettore non so se tu ti sia già annoiato di leggere le mie avventure torinesi, spero proprio di no, visto che la trasferta nella città dell'auto italiana durerà ancora un po'.
Questa che è appena trascorsa è un'altra settimana corta, i primi due giorni li ho trascorsi nella sede della società per cui lavoro, a Milano, per vari incontri ufficiali ed ufficiosi. E' stato bello rivedere i vecchi colleghi e conoscere i nuovi entrati. In quell'atmosfera di ritorno a casa dopo la lunga assenza. C'è quella strana atmosfera, quella sensazione che ti prende quando torni in quei luoghi dove hai passato una parte della tua vita e vedi che la scenografia è rimasta la stessa, gli attori sono pressapoco gli stessi, è solo cambiato leggermente il copione. Ora non sei più il personaggio principale della storia ma solo una comparsa...AIUTO - S.O.S. - MAYDAY sono un attore di soap opera e mi credevo un consulente. Non è possibile!!!
A parte gli scherzi, in questo periodo si sono formate nuove alchimie in ufficio ed io ne sono estraneo. Non sono più un pezzo di quell'ingranaggio. Ecco mi sono sentito come quando torni a scuola dopo essere stato a casa a curarti il morbillo, sono rimasto indietro e devo recuperare per tornare alla pari. Per fortuna che è bastato poco per tornare in gruppo.
Questa settimana corta è caratterizzata anche dal fatto che è stata l'ultima in cui ho soggiornato in albergo. Dalla prossima settimana dovrei avere una stanza nello stesso residence degli altri trasfertisti della mia società. Almeno per il mese di Aprile e poi si vedrà. Quindi ho salutato la mia trattoria preferita, il controllare dall'ufficio la mia camera, che ha questo giro era nuovamente della serie pornocamera, ma in versione cabina armadio. Sarà che mi ero abituato alla famigliare, ma questa volta era veramente mignon.
Lo so, mi lamento sempre, ma in fin dei conti è questo che mi fa sentir vivo ed apprezzare di più le piccole cose che funzionano, come le splendide giornate che ho visto passare dalla finestra del quinto piano, o il sorriso della brunetta a colazione. Ma cavoli non la potevo incontrare prima...la solita fortuna.
L'evento mondano è un revival di una serata già raccontata. Aperitivo in questo locale da consulenti e vecchie fatalone, che cercano con il look da ragazzina di nasconder il passare del tempo. Ma com'è che per uscire a prender un aperitivo con gli amici c'è gente che si veste come il dì di festa? Io con un look più adatto ad una birra ed un panino, vengo guardato con far strano dagli habituè... ci manca solo di sentire "Eh si, ora anche l'operaio vuole un figlio Dottore", prego INGEGNERE (con gli anni di sacrifici che mi è costato il titolo, neanche ci fosse stata una triade a remare contro).
Ecco la fauna di questo locale, di proprietà si dice di un giocatore della nazionale di calcio che ora corre sul manto erboso di un campo catalano, è uno spettro del terziario nazionale.
C'è per l'appunto il consulente, l'impiegato, il manager o direttore, il pr. Tutti in completo giacca e cravatta, e cavoli con quello che mi son costati fammeli sfruttare anche fuori dall'ufficio, anche perchè in valigia ho messo solo questi, oppure trasandati chic, con magliette griffate e pantaloni con doppio cavallo (uno normale ed uno sullo scontrino che ha fatto lievitare il prezzo più dei crakers), perchè è più trendy. Tutti che cercano di stordirsi con miscugli di super alcolici, o bottiglie di birra che fa più rude, per trovare il coraggio di abbordare queste Amerigo Vespucci della vita, oppure per dimenticarle.
Signorotte con abiti che non farebbero mettere alle proprie figlie, acconciature che arrivano a toccare le treccine alla pippi calze lunghe. Ammiccamenti ad ogni rolex che passa, perchè a volte è l'accessorio che fa la differenza.
Tutti che si lanciano sul buffet intasando la piccola zona dell'ingresso, dove il genio dell'arredatore ha messo anche la cassa. Sembra di essere alla distribuzione di viveri in un paese del terzo mondo. Gli sguardi famelici sono gli stessi anche se l'aspetto è molto diverso. Ad ogni arrivo di nuovo cibo, la gente si accalca, spinge, sgomita. Ed una volta riempito il piatto, come animali della savana cercano un posto tranquillo dove ingurgitare questo mix di sapori per poter tornare nuovamente alla carica per un secondo, terzo, quarto... assalto. Intanto i cocktail si fanno più colorati, i sorrisi più liberi e l'alcool abbassa le barriere, peccato che molti ne abbiano dovuto ingerire così tanto per sembrare persone normali che ora sembrano ubriaconi.
Questa sbornia di "umanità" mi fa rinunciare alla discoteca per un più confortevole letto e magari un po' di televisione che mi accompagni nel regno di Morfeo.
Nella prossima puntata si parlerà di...