17 gennaio 2009

Torino - 44° puntata


Caro lettore questo che vai a leggere è un altro post contro lo stress da lavoro. Per fortuna che ero rientrato la scorsa con solo un trittico di giornate, comunque assurde, dopo una decina di giorni di ferie, altrimenti ora non ce la farei a scrivere neanche queste poche righe (esagero secondo te?).
Questa è stata la settimana di preludio alla trasferta in Polonia, vissuta tutta sull'attesa spasmodica di una mail per il passaggio dei dati dall'ambiente di test a quello di produzione. Intanto per ingannare il tempo si procede al recupero dei lavori in arretrato, che ho scoperto essere più del previsto. Mettici pure che ho dovuto chiamare io il capo per ricordargli delle scadenze importanti per una riunione che doveva indire lui, ed il fatto che sarei stato all'estero in questi giorni, e quindi non mi sarebbe stato facile presenziare all'evento, per cui la mia presenza è obbligatoria... La frase che ho appena scritto ricorda molto il mio stato d'animo dopo la conversazione con il capo.
Lettore, scusa, potresti spiegarmi perchè questa figura che sembra avere la materia grigia lavata con lo sbiancante, i neuroni che chiedono asilo politico al retto perchè lì c'è meno m.., la scatola cranica richiesta dal CERN per studiare l'antimateria, perchè si chiama capo e non piede. Mi sembra che quest'arto sia più adatto al suo modo di lavorare. Scusa l'ennesimo sfogo.
Eventi ce ne sono stati, non roboanti, ma comunque degni di una piccola nota.
Per lo sport c'è stata la prima partitella di calcetto del anno. Si è giocato in un campo gelato e circondato da un muro di neve e ghiaccio. Il freddo ed una telefonato di lavoro ad orario di cena, hanno fatto sì che perdessi il riscaldamento e mi beccassi anche un caziatone dal collega organizzatore dell'evento. La squadra ha tenuto bene per la prima metà del match, ed ha avuto poi un crollo verticale, dovuto alla prolungata inattività, nella seconda parte. Risultato finale non pervenuto in quanto il pallottoliere si è raffreddato.
Qualche piccolo screzio con la punta avversaria è stato spianato con un gioco un po' più maschio, giusto per scaricare un po' dello stress dei giorni trascorsi.
L'evento mondano doveva essere il compleanno di un collega, ma sfortunatamente per lui è capitato in una congiunzione astrale degna di Biscardi che legge l'oroscopo. Tra chi doveva lavorare anche nel fine settimana, chi non stava bene, chi come me era seriamente stanco e si portava oltretutto dietro gli acciacchi della partitella del giorno prima, chi aveva una collezione di scazzi d'ufficio da riempire almeno tre tir con rimorchio, la serata è stata una fetecchia.
Tutti un po' sotto tono, in cerca di un locale dove fare quattro chiacchiere e bere qualcosina, con poco spirito di fare casino e saltare, ma tutti a cercare una via di fuga dal grigiore delle ore passate in ufficio.
Mi è anche toccato fare il grillo parlante e convincere i più coriacei a cercare di salvare la serata a tornare a casa presto visti gli impegni del giorno successivo.
Il giorno successivo fatto di accordi che saltano, di piccole punzecchiature da ufficio, di saluti e raccomandazioni, di è tutto da rifare-forse no-forse si-vediamo lunedì, della mail che aspettavamo dall'inizio settimana che però non riportava le parole da noi attese. Ma la cosa principale è che è passato anche lui, ed il ritorno a casa, accolto da una nebbia molto milanese, non ha fatto altro che rendere tutto più sonnecchioso.
Nella prossima puntata si parlerà di...

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