28 febbraio 2009

Torino/Bielsko-Biała - 50° puntata


Caro lettore ben venuta all'ennesima puntata della mia esperienza in trasferta. La scenografia è un po' cambiata, come sicuramente ti sarai accorto già dal titolo. Ora la mia attività lavorativa si svolge prevalentemente in un piccolo paesino della Polonia del sud.
Per la descrizione del luogo aspetto che il tempo sia meno “dissenterico”, visto che per ora le belle giornate si sono fermate al confine.
Questa passata è stata l'ultima settimana che avevo a disposizione la stanza nel residence, quindi sono salito a Torino la domenica sera per iniziare ad imballare la roba. In un anno se n'è accumulata davvero tanta. Anche i ricordi sono molti. Ma questi sono un po' troppo personali per scriverne al pubblico ludibrio.
Torniamo invece all'argomento di questa “rubrica”. La trasferta.
I lettori più assidui conoscono già la storia dell'auto a nolo, e delle sue problematiche, ma a questo giro si è condita anche del fatto che ci è stata prenotata l'auto di categoria più bassa che ci fosse. Per evitare varie denunce non nominerò il tipo, ma posso solo elencare i comfort che ormai diamo per scontato di trovare su una macchina e che su tale mezzo:

chiusura centralizzata → manca
finestrini elettrici → manca
aria condizionata → manca
spia della temperatura dell'acqua → manca
portiere posteriori → manca
autoradio → c'è ma fa le bizze, a volte si mangia i cd e bisogna tirare un paio di botte al cruscotto per farglieli sputare
bagagliaio → piccolo è un ottimo aggettivo, anche se non lo descrive a pieno
colore → c'è ma se mancasse sarebbe meglio, sono sicuro che l'assicurazione ha fatto un grosso sconto alla voce furto.

Lo so: sono piccole cose, ma quando ci si è abituati ad averli, la loro mancanza si sente.
Comunque nel suo piccolo l'auto si comporta bene e riesce a contenere anche me ed uno dei miei colleghi, il più alto.
Questa è la settimana in cui si va alla ricerca di nuovi ristoranti, nella speranza di trovare qualcosa di meglio. Nel nostro viaggiare per le strade di questo paese siamo finiti in un altro stato a mangiare in un ristorante che si spaccia per italiano. L'unica cosa italica è lo scontrino, in cui la cassiera ha applicato un cambio di fantasia portandosi a casa un 30% in più. Non mi arrabbio più di tanto perchè per fortuna il tutto finirà in nota spese, ma essere stati raggirati così un po' ferisce il mio orgoglio di furbetto italiano.
Ma vediamo di capire come siamo arrivati sino a questo stato non ha ancora maggiorenne, visto che lo scorso capodanno ha festeggiato solo i 16 anni. Siamo partiti per visitare un paesino vicino, di cui uno dei colleghi aveva sentito parlare bene. Così scopriamo che tutte le città della zona si fregiano del titolo di piccola Vienna, spesso incorrendo nella possibile denuncia di abuso di titolo. Comunque arrivati in questa fatidica città, scopriamo che in centro non c'è neanche un ristorante, o meglio ci sono due locali con l'insegna di ristorante, ma solo l'insegna può ricordare un posto dove si può mangiare. Così riprendiamo la macchina e girando di qua e di là finiamo in Repubblica Ceca.
Ce ne accorgiamo dalle insegne, ogni 10 metri un locale V.M.18. Ormai affamati ci fermiamo al primo ristorante. E come è andata a finire già lo sapete.
Era prevista anche una fuga a Cracovia per accompagnare due colleghi che si fermano il fine settimana oltre al fatto che questa settimana il “despota” che ci fa fare sempre tardi era rimasto in Italia, ma ahi noi anche dall'Italia è riuscito con i suoi tentacoli a tenerci legati alla scrivania, e quindi ciccia. Abbiamo così approfittato per vedere cosa c'era oltre lo svincolo dell'albergo che ci ospita. L'albergo era diventato una specie di “COLONNE D'ERCOLE” del terzo millennio. Ci siamo avventurati nella speranza di essere più fortunati dell'Ulisse omerico. L'unica cosa di rilievo è l'indicazione per il campeggio del paese. Di rilievo perchè ci ha fatto domandare che tipo di persone vengono in campeggio in questa zona, ma se esiste il campeggio a Milano, non vedo perchè non possa esserci anche qua.
Troviamo un ristorante tipico, con struttura tipica e parcheggio deserto. Sotto l'insegna appare anche uno striscione che riporta la dicitura:

HAPPY HUOR
11:00 16:00
No comment.
Il locale è deserto, o almeno le due sale che vediamo, la cameriera non parla inglese ma solo polacco. Il menù per fortuna riporta anche la descrizione in inglese, e quindi ordiniamo i nostri piatti preferiti: questo e quest'altro. Sopravviviamo
Fin'ora non ho parlato di lavoro, ma ci sono stati anche i soliti eventi che hanno messo alla prova la mia fedina penale.
Cambi di piano di lavoro ogni 24 ore, così ogni volta bisogna rifare la programmazione, risentire la segretaria svampita in Italia, che alla sedicesima telefonata un po' le girano, e questa volte a ben donde.
Io passo da dover lavorare anche il sabato a non dover lavorare più il sabato a non si sa. A dover caricare i dati oggi, ieri domani etc. In breve il solito casino.
Va beh ora ti devo lasciare, devo sistemare le cose che ieri ho riportato a casa.
Nella prossima puntata si parlerà di...

22 febbraio 2009

Torino/Bielsko-Biała - 49° puntata


Caro lettore è ormai un anno che questa piccola rubrica è nata. Eh sì, proprio un anno fa iniziava questa avventura tanto desiderata, all'epoca. Di cose ne sono successe in questi 12 mesi ed i post nell'archivio lo possono testimoniare.
Ed ecco che ad un anno dal primo “resoconto” di questa mia avventura, un collega, o meglio la sua fidanzata, scoprono l'esistenza di questo blog.. La notizia all'inizio mi ha un po' preso di sorpresa, ormai pensavo che nessuno dei miei colleghi bazzicasse internet alla ricerca di blog interessanti. Pensavo che occupassero i loro momenti a scrocco su Face Book. Comunque è capitato.
Dopo questo piccolo preambolo, un po' autocelebrativo e un po' no posso proseguire con il racconto delle nuove peripezie affrontate nell'ennesima settimana di trasferta.
L'avventura ha inizio con la notizia che dobbiamo lasciare il residence che ci ha ospitato, questo perchè per i prossimi tre mesi saremo sempre in Polonia, ma continueremo a partire ed atterrare da Torino, per esigenze di progetto.
La seconda notizia è che per le prossime settimane dovremo prendere un auto a nolo in Polonia.
Questa sembra una notizia di insignificante valore, se non fosse che per me è la prima volta, e che la segretaria del mio ufficio non ha reso la cosa più semplice.
Ma andiamo con ordine.
Atterrati in Polonia, dopo un volo in cui il mio vicino di posto ha fatto solo tre cose:
1)Sogni peccaminosi sulla hostess (no comment), dandomi anche alcune info.
2)Dormito, per sognare ad occhi chiuso l'hostess su citata.
3)Lamentatosi perchè i due seduti dietro di noi disturbavano i suoi sogni.
Insomma un viaggio tranquillo.
Arrivato all'aeroporto, inizia l'avventura dell'auto. Prima cosa il vaucher non è compilato bene, la cifra non è corretta, quindi mi bloccano 2500PLN sulla carta di credito come cauzione, non è prevista la seconda guida, l'omino poi mi elenca una quantità di info per cui sono previste delle penali...dopo mezz'ora di scongiuri e grattatine strategiche, riesco ad ottenere le chiavi dell'auto. Una FIAT Bravo grigia.
Passerò due giorni a spiegare alla segretaria come dovrebbe essere compilato il vaucher per le nostre esigenze, ma lei ciccia. Ripete a nastro che ha sempre fatto così e quindi ci attacchiamo.
Metteteci che ho dovuto reinviarle 15 volte ( il numero non è parto della mia fantasia) la stessa mail con le date per cui avremo necessità dell'auto ed ogni volta ho dovuto ribadirle che la restrizione del cliente, per cui possiamo usare solo auto del nostro costruttore nazionale.
Fuori nevica, e questo tempo ci accompagnerà sino al nostro ritorno nella terra natia. Comunque sia si parte in direzione albergo.
Il tempo per questa settimana ci è davvero nemico. Non vediamo mai il sole, ma solo nuvole grigie e neve. La temperatura massima assaporata è -2°, per la minima lasciamo stare, vi basti sapere la piccola stalattite che scendeva dallo specchietto laterale ha resistito per quasi 50 km prima di staccarsi.
Le giornate trascorrono come sempre, albergo, colazione, ufficio, cena, albergo. Con qualche piccola variante. Questa settimana siamo sempre usciti prima delle 21:00, il che è una piacevole novità, oltre ad avere sorpreso un po' tutti, visto che a questo giro c'era solo una persona del cliente, ed ahi noi quella che solitamente ci faceva fare orari lavorativi proibitivi.
La cosa più assurda è stata che: l'unico giorno in cui mi piazzano una riunione alle 18, ricevo mille pressioni per uscire prima, da questo signore. Io faccio presente le mie difficoltà a rispettare un orario tanto desueto per noi, e che quindi li avrei raggiunti dopo. Per fortuna sono automunito. Scopro solo dopo, che alla cena era invitata anche un'utente, una sua utente, motivo scatenante del cambiamento di orari.
Alla ricerca di un nuovo posto dove desinare, poi, abbiamo trovato un nuovo ristorante a pochi passi dall'albergo, peccato che per arrivarci abbiamo fatto il giro di mezza città all'inseguimento di una strada che il nostro “scout” diceva doveva portarci in un posticino davvero carino.
Le sere si concludono tutte con un vodkino al bar dell'hotel, così da togliere un po' di quel freddo che cerca di entrarti nel midollo. Ovviamente il tutto viene accompagnato da quattro chiacchiere che servono a conciliare anche loro il sonno ed a far restare le beghe d'ufficio in un cassetto, che verrà aperto appena superata la sbarra d'ingresso dello stabilimento.
La settimana passa. Dei problemi che segnalo da due mesi sembra non fregargliene niente nessuno, solo a me. Io ricordo a tutti le tempistiche e le date che dobbiamo rispettare, ed ogni volta che sento il responsabile d'area ripetere che a lui di questi problemi non gliene frega niente mi verrebbe voglia di tirargli una testata.
La restituzione dell'auto meriterebbe un post a parte, vi basti sapere che ho dovuto telefonare 2 volte alla su citata segretaria, sono venuti in aiuto 2 colleghi preoccupati del fatto che non tornassi da questa mia spedizione, ho dovuto aspettare 15 min per la stampa della fattura (e per fortuna che era tutto a posto) etc.etc.
Avrei ancora da raccontare a proposito di questa settimana, ma penso che ormai caro lettore tu ti sia già stufato e quindi mi fermo qui.
Nella prossima puntata si parlerà di...

14 febbraio 2009

Torino - 48° puntata

Ed eccomi sul treno regionale delle 8:50 che da Torino Porta Nuova è diretto a Rho. Il motivo per cui sono sul treno e non in viaggio con il collega, come ormai è abitudine, è dovuto al fatto che a causa dell’incapacità nello scrivere una mail da parte delle persone dell’altro team con cui collaboriamo, ieri ho passato quasi 8 ore a non fare nulla. Si proprio “quasi” 8 ore, perché poco prima che spegnessi il pc per tornarmene a Milano lasciando il lavoro ai colleghi rimasti a Torino mi è arrivata una telefonata.
Il collega in Polonia ha incontrato uno dei responsabili dell’altro team che gli ha chiesto come procedeva il caricamento dei dati. A questo punto, lui sbalordito ricorda a questo essere dalla genialità di un pesce imbalsamato che per poter procedere al caricamento, come da accordi scritti, siamo in attesa di una loro mail. Questo giullare dei tempi moderni, cade giù dall’albero su cui si trovava e sorpreso chiede se è vero tutto ciò. Per fortuna che il mio archivio di mail, santificato in più battaglie con questi tipi di personaggi, estrae Excalibur sotto forma di mail. Ed adesso? Neanche l’educazione gli viene in aiuto, perché invece di chiedere scusa per l'incomprensione, mandano una mail con la richiesta di caricamento immediato. Il che significa lavorare e salutare il collega, e poi salutare i vari treni della sera, e salutare la signora delle pulizie, e salutare la notte di riposo a casa, e salutare la cena in famiglia. Insomma un saluto a tutto.
Quando ormai ho finito, l’ultimo treno ha lasciato la stazione da pochi minuti. Non mi resta che cercare qualcuno con cui cenare e sfogare un po’ di questo stress. L’ufficio sembra la scatola cranica del su citato personaggio, vuoto. Un paio di telefonate e fortunatamente trovo compagnia.
Questa cena rimediata all'ultimo, sarebbe potuto essere l’evento mondano, se le mille beghe del lavoro, la pizza stra salata, lo stress e la stanchezza non consigliassero di tornare a casa presto. Dormo poco, la pizza ha fatto il suo lavoro e mi ha prosciugato tutto il cavo orale, oltre ad iniziare una battaglia con i miei succhi gastrici. A questo punto mi alzo, doccia, due mail di lavoro che ieri sera proprio non sono riuscito a scrivere e poi colazione. Provo a prendere il treno delle 7:50, ma non ce la faccio per pochi minuti.
Anche a Torino c'è traffico.
Oggi poi ho fatto una nuova scoperta. Prendendo la metropolitana nella città che da il titolo a questa specie di diario moderno, ho scoperto che esistono sedili davanti alle porte d’ingresso/uscita. Tutto questo rende ancora più disagevole lo scambio dei passeggeri alle fermate. Se una cosa del genere fosse presente sui mezzi milanesi, come minimo ci sarebbero liti tra pendolari ogni 3 minuti (che dovrebbe per l’appunto essere la frequenza dei mezzi in orario di punta).
In questa ennesima settimana di trasferta sono successe anche altre cose.
Ho ricevuto i complimenti da parte di un programmatore per una soluzione che sono riuscito ad implementa nel nostro programma di caricamento dati. Questa dovrebbe farci risparmiare circa 3 ore di lavoro manuale riducendo anche il margine di errore. Detta così sembra anche un gran lavoro, e per uno che non nasce come programmatore può anche esserlo, ma alla fine si è trattato solo di aggiungere 5 righe di comando. Un bravo programmatore ci avrebbe messo una decina di minuti, io un paio di ore, giustificate anche dal fatto che questa modifica l’ho fatto all’ora in cui la gente normale è bloccata nel traffico del rientro a casa. Comunque i complimenti mi hanno fatto piacere, visto che sino ad ora sono stati molto scarsi da parte dei capi del team.
È anche arrivata la notizia, ancora da confermare, che questa possa essere l’ultima settimana di lavoro in Italia, infatti si pavoneggia di 13 settimane consecutive in Polonia. Non vi dico che colpo sia stato. Mi ci è voluto più di un giorno, e qualche chilometro in giro per la città, per metabolizzare la notizia.
In mezzo a tutta questa confusione è nato anche uno screzio con il collega. Io ho provato a dirgli che stava sbagliando atteggiamento, ma lui mi ha risposto che non ero un suo famigliare.
Anche lui non ha preso bene la notizia della nostra prolungata trasferta. Per fortuna che il giorno dopo, con gli animi più sereni ne abbiamo riparlato e lui ha capito che volevo solo dargli dei consigli per non trovarsi brutte sorprese dopo; ma lui, con la spensieratezza data dalla gioventù e da una vita troppo coccolata, mi ha detto che ci deve sbattere il muso, anche se i consigli che gli ho dato li trovava giusti.
Ora non ci resta che aspettare la consegna delle pagelle di fine semestre, che avverrà questo pomeriggio e di cui probabilmente vi parlerò nel continuo di questo post.
Sì, nell’azienda per cui lavoro danno le pagelle come a scuola. Come a scuola ci sono promozioni e bocciature, maestri capaci e meno, interrogazioni e compiti in classe e a casa.
È proprio vero che gli esami non finiscono mai.

I voti sono stati buoni. Davvero una bella pagella. Ora mi tocca solo confermare i risultati a fine del secondo semestre.
È arrivata anche la temuta conferma che da lunedì, sino a metà maggio, saremo in Polonia.
Torino sarà una tappa di transito e non più la città ospitante e quindi una piccola dedica...



Nella prossima puntata si parlerà di...

12 febbraio 2009

M'ILLUMINO DI MENO 2009

M'ILLUMINO DI MENO 2009
Giornata del Risparmio Energetico

- 13 febbraio 2009 -

Per il quinto anno consecutivo Caterpillar lancia per il 13 febbraio 2009 M'illumino di meno, la grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico.
Dopo il successo delle passate edizioni, i conduttori Cirri e Solibello chiederanno nuovamente agli ascoltatori di dimostrare che esiste un enorme, gratuito e sotto utilizzato giacimento di energia pulita: il risparmio.
L'invito rivolto a tutti è quello di spegnere luci e dispositivi elettrici non indispensabili il 13 febbraio 2009 dalle ore 18.
(e magari anche gli altri giorni dell'anno...)

http://milluminodimeno.blog.rai.it/

08 febbraio 2009

Torino/Bielsko-Biała - 47° puntata


Ed eccomi a Torino, in una tiepida sera domenicale. Sono tornato in Italia solo venerdì, eppure la settimana trascorsa mi sembra già lontana. È già in un cassetto dei ricordi.
Quello che ha lasciato è un po’ di amaro. Quell’amaro dovuto a quelle situazione che si creano dopo lunga convivenza, soprattutto se si dorme male e si mangia peggio.
Metteteci poi che il capo abbassa sempre i calzoni davanti al cliente, tanto poi i bruciori al c… ce li ho io, che devo restare sino a quando la sera si fa notte davanti ad un pc a lavorare in un ufficio a miglia di distanza da casa, con l’incubo di andare a cena in una sottospecie di drugstore polacco.
Lo stress, dopo tre settimane di trasferta in Polonia con: cibo poco digeribile, orari da cucitore cinese, ore di sonno che si possono contare sulle dita della mano di un monco; non si tagliava con il coltello, ma con una moto sega. Come si dice: quando il gioco si fa duro… e meglio stare zitti e tirare avanti altrimenti ti metteresti a litigare anche con il pupazzetto incollato sul cruscotto dell’auto.
Giovedì ho toccato davvero i minimi storici. Mi sono rifiutato di lavorare ancora, tanto il mio dovere lo avevo già fatto a pieno, ed ho chiesto soccorso ad un amico (Grazie Talking Knee).
Ed ecco che è iniziato una lezione sulle mappe aereonautiche, sulle sigle e sulle rotte.
Inizio così lo studio del volo che mi porta ogni settimana in una piccola cittadina della Polonia del sud. Mi sono riproposto di cercare di riconoscere qualche luogo dall’alto, quando la coltre di nuvole avrà abbandonato i miei voli. Per ora tutto quello che riconosco è la perturbazione proveniente da nord, che fa sembrare tutto una coperta di latte.
L’unica cosa degna di nota sarebbe la faccina felice di un’anziana donnina alla proposta di avere per il secondo giorno consecutivo il sottoscritto seduto a fianco. Ma vi evito l’immagine raccapricciante. Vi basti pensare che se non avessi letto all’ingresso dello stabilimento il nome del più noto costruttore di auto italiano, avrei pensato di essere finito in un ricovero per anziani. La non più giovane seduta davanti a me, poi, ha talmente tanta chincaglieria addosso che fondendola ci si potrebbe fare la scocca di un’utilitaria. Pensate poi alla sua espressione famelica quando le ho detto che dovevo attaccare l’alimentatore del mio pc, e quindi mi sarei dovuto chinare sotto la scrivania. Non ci voglio pensare altrimenti questa notte non dormo.
Nella prossima puntata si parlerà di…