21 marzo 2009

Torino/Bielsko-Biała - 53° puntata


Ed ecco che un'altra settimana è trascorsa, un’altra settimana senza vedere il sole in questa terra desolata, e non solo per gli orari lavorati. Continuo a chiedere quando spunterà il sole, chiedo agli utenti, al signore del meteo, agli dei… ma nulla. Solo pioggia, vento e neve. Chi sa se i postini hanno almeno riconosciuto in busta paga un indennizzo per queste intemperie del tempo.
La settimana in realtà è iniziata con il Sole, temperature decisamente primaverili e gli sguardi stralunati dei miei compatrioti. Eh sì, sembravo vestito come Totò e Peppino quando arrivano alla stazione di Milano. Imbacuccato con sciarpa, cappello e giubbotto pesante e fuori i 18°C ed un Sole che riscaldava i cuori e mi faceva sudare come un agnello prima di Pasqua. Agli sguardi della gente, che sembra chiedersi dove vado conciato in quel modo, avrei voluto rispondere: IN POLONIA!!!, ma non ho la faccia così espressiva.
Il volo di andata in aereo è stato accompagnato dalle quattro chiacchiere fatte con la ragazza che mi si è seduta accanto. Lo so cosa di starai chiedendo caro lettore: la ragazza è carina, ma prima di dirmi il suo nome mi ha detto che è fidanzatissima e che si fermava in Polonia solo un giorno. Beata lei. Quindi all'aeroporto l'ho salutata e con lei anche l'ultimo ricordo della primavera.
La Polonia ci accoglie sempre in maniera gelida ed un po’ freddina, per poi abbracciarci in una piccola tormenta di neve e vento. Ormai ci ho fatto l'abitudine.
Lunedì sperimentiamo un nuovo ristorante. È il ristorante di un club sportivo/elegante. In breve una tristezza. Esito dell'esperimento: fallimento.
Martedì è giorno di festa. Anche la seconda società migrata inizia a registrare. L'evento viene festeggiato con una piccola festa a base di pizza italiana condita alla polacca (c'è anche la possibilità di aggiungere katchup e salsa greca), vino africano e parole in esperanto. Per questo chiedo scusa al mio fegato. L'ufficio si riempe di allegria, ed il fatto che l'idioma madre sia differente non sembra poi un problema, l'allegria è sovranazionale.
Il giorno dopo, la terza società viene festeggiata in maniera più sobria, con un giro di caramelle.
Giovedì è una giornata strana, dove si è lavorato a picchi e dove il responsabile di aerea mi ha preannunciato l'ennesimo padulo. Non sto a tediarvi con la storia, che è sempre la stessa e che ho già letto sul blog di un amico e sentito raccontare decine di volte dagli amici la sera davanti ad un'amichevole birra. Sono anche riuscito a trattenere il mio desiderio di tirare testate a destra ed a manca.
In questi momenti penso che bisognerebbe spendere più soldi nella ricerca sulla STUPIDITA' reale piuttosto che sull'INTELLIGENZA ARTIFICIALE.
Sono arrivato a quel punto in cui non sopporto più i colleghi, quindi appena si è presentata l'occasione di dividerci l'ho colta al volo. Il trio che più sono costretto a vivere se ne va, mentre io ed il collega stacanovista per obbligo restiamo in ufficio. Io ne approfitto per vedere un film e fare quei lavori per cui non si trova mai tempo.
Usciamo che l'ora è tarda, molto tarda e la paura di non trovare un posto dove mangiare ci attanaglia. Giriamo per il centro alla ricerca di ristoro. Sono messo così male che tento anche un incursione in un fast food, ma la mia buona stella me lo fa trovare chiuso.
Siamo quasi disperati quando ci sovviene un ultimo ricordo. Una pizzeria vista in una delle poche sortite serali. Siamo fortunati, o così penso prima di iniziare la fase digestiva, la pizzeria è aperta. Ci viene servita la pizza sempre accompagnata dalla solita ciotola di salsa che noi guardiamo un po' schifati.
Mangiamo avidamente, e la pizza sembra anche buona. Ha l'ingrediente fondamentale: LA FAME.
Prima di rientrare incontriamo il trio dei colleghi per il bicchiere della staffa. Questo dovrebbe essere l'evento mondano della settimana.
Venerdì, quando ormai pensavo di aver lasciato tutto alle spalle, ecco che arrivano le brutte notizie:
la prima era nota. La trasferta, per me, durerà ancora un bel po'
la seconda è un lavoro di analisi, che le chiacchiere dei capoccia fanno più lungo di quanto non sia. Siccome per lunedì il padulo già ce l'ho, faccio l'analisi subito. I capoccia restano sbalorditi sulla velocità di esecuzione, ma non possono dire nulla sul risultato, anche se provano a beccarmi in fallo con qualche domanda, ma io sono in trance agonistica e gli rispondo a raffica.
Appena esco dall'ufficio il cervello va in stand by e si riprende solo quando vengo accolto da quello scalmanato di mio nipote.
Nella prossima puntata si parlerà di...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo so, la tentazione delle testate è forte...eccome se è forte! Forza, la primavera arriverà anche in Polonia-

alpaox ha detto...

non ascoltare pietro ........

METTIAMOCI UN PO + DI POSITIVITA'

un bicchiere "mezzo vuoto" è anche un bicchiere "mezzo pieno"

OTTISMO Carmine :)

Carmine ha detto...

Paolo,
il bicchiere mezzo pieno è un bicchiere non ancora scolato del tutto.

L'ottimismo è il profumo della vita... peccato che da me abbiano appena concimato.