11 aprile 2009

Torino/Bielsko-Biała - 56° puntata


Caro lettore,
forse questo è uno dei momenti in cui mi è più difficile mettere insieme il resoconto.
Credo che tutti sappiano cosa è successo in Abruzzo. I miei utenti in Polonia erano preoccupati per me, e quando sono arrivato mi hanno chiesto se il terremoto aveva colpito me o i miei cari. In quel momento li ho rassicurati, ma con il passare dei giorni, delle informazioni, delle interviste, delle immagini, delle voci, delle lacrime e della rabbia, mi sembrava che tutti quelli colpiti dalla sciagura fossero miei cari. Mi sembra troppo banale dire: ”SIAMO TUTTI ABRUZZESI”, eppure mi sono sentito anch'io uno di loro.
I racconti dei sopravvissuti mi riportano alla mente un terremoto più vecchio, che ha colpito la mia famiglia. Io ero piccolo eppure ricordo i racconti dei miei nonni, la loro angoscia. Il dopo.
Non voglio cadere in ipocrisie o cosa e quindi preferisco fermarmi con le parole qui, mentre con i gesti cercherò di portare un po' di aiuto.
......
Questa è la prima settimana a ranghi ridotti, quindi ero da solo a gestire tutti i problemi della mia area. Ammetto che ci sono stati momenti difficili e stressanti. Se pensate che oltre alle utenti a remare contro c'erano anche i colleghi rimasti in Italia che hanno fatto di tutto per mettermi in difficoltà. Uno mi da un manuale con le informazioni errate. Io lo uso per spiegare il programma agli utenti e poi al momento di andare in produzione tutto va a donnine. Io chiamo per capire cosa è successo, e viene fuori che il programma non funziona come c'è scritto. Bene. Io ho appena fatto fare una cavolata all'utente, ed ora devo capire come risolvere, intanto i casini si sommano. E mentre penso che siano finiti i casini, ecco che poco prima di portare in produzione alcuni dati, la collega da Torino decide di ricoprire il mio lavoro, senza chiedermelo prima, ma dandomene notizia dopo. A lavoro ultimato, perchè lei settimana prossima deve usare le nuove versioni. Io mi trattengo da mandare il mondo in un luogo caldo ed umido. Rimbocco le maniche, tre respiri profondi, e mi rifaccio tutto da capo.
Devo aver avuto la faccia talmente stravolta che una delle utenti mi ha chiesto se andava tutto bene.
C'è stato anche un momento sorprendente. Mentre cercavo di mettere ordine ai vari casini vengo chiamato dalla responsabile dell'ufficio. Come già detto ormai ogni volta che mi chiama mi aspetto il decollo di un padulo, ma questa volta trovo tutto l'ufficio riunito in semicerchio. Una specie di plotone. Erano in posa come per la foto scolastica. Ed ecco che sbuca una busta con tre regali. Uno per me e gli altri per i colleghi rimasti in Italia. È la prima volta che ricevo un dono dagli utenti. Quasi mi commuovo. Piccolo discorso del capo e poi bacetti di ringraziamento. Un paio delle anzianotte si lanciano un po' troppo con le effusioni, credo che una abbia provato a mettermi la lingua nell'orecchio, ma mi ha fatto davvero molto piacere. Ed anche se mi hanno regalato un uovo di cioccolato, va bene lo stesso. In questi casi è proprio il pensiero che conta.
In questa settimana mi sono anche accorto di quanto cicchetta il responsabile del progetto. La sera, prima di andare a letto, ci siamo sempre fermati a fare due chiacchiere nella hall dell'albergo, sempre più deserto con l'avvicinarsi della Pasqua, ed ogni chiacchiera è stata accompagnata da un bicchierino di vodka. Questa è quindi risultata essere la settimana più etilica, dal mio punto di vista.
Ricordo che la prima sera avevamo il dubbio di quale tipo di acqua di fuoco bere. Abbiamo deciso per entrambe. Il tenore poi è stato sempre lo stesso. Il mio fegato giovedì mi ha chiesto perdono, perchè qualcosa doveva aver fatto visto come lo trattavo. Venerdì ho quindi deciso di trattarlo bene. Acqua ed insalatina, evitando di usare la salsa che veniva consigliata dal produttore.
E dopo tante parole sui fatti, vediamo se riesco a mettere giù anche qualche riga sulle sensazioni.
Quella di essere abbandonato dai miei colleghi, credo traspara dalle parole già scritte, mentre la sensazione di vacanza, provata durante il viaggio in ritorno, è una novità. Già dal check out in albergo l'area era differente. Il non dover tornare in ufficio, e pensare già che la prossima settimana sarà di riposo. Aggiungiamoci che anche la tappa centro commerciale è stata arricchita da bancarelle tipo mercatino estivo, piene di prodotti tipici che spaziavano dal cibo alle stoffe ricamate o ai lavori di artigianato. Somma il fatto che lungo la strada il traffico era scarso, il sole alto, il cielo quasi azzurro. Sembrava proprio una di quelle partenze per il mare, o meglio, per la villeggiatura.
Non voglio tediarti ancora con i miei sproloqui e quindi ti saluto augurandoti i miei più sinceri AUGURI DI UNA SERENA PASQUA.
Nella prossima puntata si parlerà di...

1 commento:

Pietro ha detto...

Ma ti ha fatto piacere la lingua nell'orecchio? Vecchio satiro...
Come ti capisco, questa settimana ho fatto più volte il "bagno" nell'olio idraulico, con colleghi che si sbellicavano dalle risate.
Ricorda:il tuo fegato ha sempre ragione a sentirsi in colpa, perchè si lamenta troppo ogni volta che tu cerchi conforto in generi alimentari e bevande!