12 dicembre 2009

Mezza Trasferta - 6° Puntata


Buon giorno caro lettore, o dovrei dire buona sera... chi sa a che ora ti metterai davanti al monitor a leggere queste righe che sto scrivendo.
Questa è stata una settimana corta, per fortuna. Solo tre giorni di lavoro, eppure hanno pesato sulle mie spalle come se fossero una settimana di nove giorni.
Si inizia subito con il botto. Alcune voci danno la non partenza del gruppo per le terre lontane, e questo fa piacere ai molti, sino a quando una telefonata non mette chiarezza alla situazione. Solo due di noi partiranno, e tra questi due non ci sono io. Io resterò in Italia a spalare, imparare, correggere, dare una mano, estrarre dati, sistemarli, andare in mensa, alla macchinetta del caffè, etc.etc. Scatta la ricerca dell'aereo, dell'albergo, del passaggio in auto per andare all'aeroporto, del parcheggio per la macchina, degli orari delle varie navette. In breve l'organizzazione di una trasferta vera e propria.
Il nuovo, intanto si fa una gita a Brescia con uno dei responsabili, per fortuna. Ha iniziato la sua tiritera: “chi sa cosa hai fatto qui che non funziona nulla...” ed io a ripetergli che non ero stato io, e lui di nuovo “chi sa cosa hai fatto qui che non funziona nulla...” mi alzo per non tirargli una mitragliata di testate e vado nella zona relax, che è chiamata così non perchè è accogliente, ma perchè è lontana dalla zona strerss. Prendo un po' di fiato e torno. Gli faccio notare che l'utenza che ha fatto il fantomatico “danno” non è la mia ma della persona che ci da il lavoro, quindi muto e spalare anche tu merda con me. Il ragazzo capisce l'antifona e si rimette in riga, per fortuna.
Il “ponte” vacanziero, le incertezze sulla programmazione dei giorni futuri, la crisi e via così hanno svuotato in parte gli uffici, che aspettano solo di essere svuotati per rifarsi un po' il trucco. Il parcheggio la mattina, oltre ad essere gelato è anche per metà vuoto. Anche noi siamo a ranghi ridotti e per sentire di meno il freddo ci siamo affollati tutti sullo stesso tavolo, così da non perdere l'abitudine a stare vicini vicini.
Sembra che solo il traffico non si sia accorto che c'è poca gente negli uffici, o forse le persone che non sono in ufficio sono tutte in macchina, tanto che questa settimana, per la prima volta mi trovo imbottigliato nel traffico per tornare a casa. Addirittura venerdì sera sui pochi chilometri che dalla “fabbrica” mi riportano al mio giaciglio, incrocio ben tre incidenti (che resti tra noi, non è facile guidare e fare alcuni scongiuri scaramantici che rischiano la denuncia per atti osceni).
Venerdì è stato anche l'ultimo giorno sul progetto di una collega, che dalla prossima settimana volerà sotto altri cieli. Quindi momenti di saluto, scrittura di mail e controllo che ci fossero proprio tutti, baci e pause caffè per salutare i presenti, qualche augurio per il futuro e via. E con lei è andata via anche questa settimana, corta ma pesante.
… e la storia continua ...

1 commento:

Pietro ha detto...

Pochi giorni ancora, poi arriveranno le vacanze di Natale. I nuovi si sentono molto spesso dei "geni spaccamontagne", ma poi si accorgono che sono uguali agli altri...