31 gennaio 2009

Torino/Bielsko-Biała - 46° puntata

La settimana appena trascorsa è fatta di alti e bassi.
La partenza per l'est è stata resa un po' più nervosa a causa di una mail del grande capo che ci ha notificato che da quel momento in poi avremo dovuto concludere la settimana rientrando il venerdì in ufficio, per giustificare le 8 ore di lavoro indicate per tale giorno. Diciamo che tutto ciò non è stato gradito, anche perchè dopo 6 ore di viaggio ed una settimana molto pesante sia fisicamente che mentalmente, la voglia di tornare in ufficio per un paio di ore non c'è proprio.
Ed è con questo pensiero che parto con i colleghi.
Per fortuna che il primo risveglio porta con se una bella notizia a rendere meno duro svegliarsi in uno stato straniero, lontano da casa e dagli amici.
E sì, a quasi un anno dall'inizio di questa avventura inizio a sentire un po' la stanchezza.
Questo essere in un paese dove parlano un'altra lingua, hanno un altro modo di cucinare, altre abitudini, mi arricchisce, ma al tempo stesso mi fa sentire di più la lontananza da casa.
Sì, lo confesso: sono un mammone, bamboccione, un italiano medio, un emigrante con la nostalgia di casa, uno di quelli che all'estero sogna i piatti cucinati dalla mamma la domenica... lettore scusa lo sfogo, ma i giorni trascorsi, quasi sempre in un ufficio, in una grande fabbrica, in un piccolo paese, dove anche il Sole sembra non voler passare troppo tempo, il poco sonno, non so. Ripenso alla frase di un amico: “Carmine, hai bisogno di ferie!!! Hai una faccia stanca....”
Mi sa che ha proprio ragione.
Mercoledì sera, mentre in tutto lo stabile a lavorare eravamo rimasti solo noi, visto l'orario molto tardo, sono stato tentato di chiamare in Italia, volevo sentire una voce amica, ma non ho avuto neanche il tempo. C'era da finire un lavoro entro la giornata. A questo aggiungeteci che è già molto difficile trovare un posto con la cucina aperta dopo le 21:00, pensate dopo le 23:00. La fame ha rapito così l'unico neurone che era rimasto libero, per pianificare un piano per trovare cibo.
Ed arriva il Giovedì. Giorno di compleanni e di feste. I dolci si sprecano negli uffici, quasi tutti a base di cioccolata, che qui va molto, addirittura più degli alcolici.
La giornata trascorre nell'attesa di andare al ristorante italiano che abbiamo scoperto la scorsa settimana. Il cibo è buono, la cameriera parla italiano e quindi non siamo costretti a fare le ordinazioni a caso ed a gesti (non è vero che all'estero tutti parlano inglese), la televisione mostra video musicali italiani ed anche la pubblicità è in italiano. Per un attimo dimentico di essere lontano dalla mia terra. La cena è il preludio alla serata mondana. Si esce e si va a cercare un locale per pensare che la vita non è solo ufficio e lavoro. Il primo locale è già chiuso alle 23:00. il secondo è una specie di club/associazione. Il locale è piccolino ma sembra carino. I clienti si conoscono tutti, ed un paio sono ciucchi persi. E vedere una ragazza ubriaca non so perchè mi riporta alla mente brutti ricordi che cerco di scacciare andando a fare due salti nella sala da ballo. Sala perchè è grande quanto la sala di casa mia la zona dove si balla.
I colleghi in crisi di astinenza da sigaretta, decidono di cambiare locale, ed eccoci di nuovo alla discoteca nel centro commerciale. Ecco un'altra cosa che ho notato: la quantità di gente che fuma ed il fatto che quasi tutti i locali vendano le sigarette.
Dopo essere stati rimbalzati un paio di volte dal buttafuori del locale, riusciamo ad entrare. La serata è identica alle precedenti serate godereccie. Mi tocca riportare a casa, o meglio in albergo, i colleghi un po' alticci. La novità è che questa volta proviamo una nuova strada. Vediamo uno scorcio della città che sino ad ora ci era sconosciuto, ad un certo punto pensiamo anche di esserci persi, ma le piccole dimensioni della città ci permettono di trovare comunque l'albergo e poco importa se ci abbiamo messo molto più tempo ad arrivare.
Evito di tediarvi con la descrizione dei colleghi il giorno dopo, o con il fatto che mi sono dovuto alzare presto per finire un lavoro, o alla quantità di cibo polacco che il collega ha distribuito nelle valige del team, o il volo del rientro (non ricordo molto ho allacciato le cinture, mi sono addormentato, ho slacciato le cinture ed ero a Torino), o i saluti al collega che lascia il progetto, o al viaggio di ritorno a casa nella nebbia, o... buona notte.
Prima di lasciarci un saluto a chi se n'è andato. Forse la notizia della sua partenza ha sottolineato un po' di più la mancanza di casa.

Nella prossima puntata si parlerà di...

24 gennaio 2009

Torino/Bielsko-Biała - 45° puntata


Ed ecco che anche questa prima settimana di trasferta al quadrato va per finire. Inizio a scrivere queste righe giovedì sera, nell’attesa che gli ultimi colleghi finiscano di lavorare e che si possa finalmente partire alla ricerca di un ristorante.
La settimana è iniziata abbastanza sotto pressione, in quanto dovevo caricare i dati a sistema prima di partire, peccato che facessero schifo. Alla fine ho terminato 5 minuti prima di uscire dall’ufficio, ed ero anche contento se il collega non mi avesse detto che non andavano bene. Per fortuna che mi è venuto in mente nel tragitto in taxi verso l’aeroporto il sicuro errore fatto dal collega nell’estrazione delle informazioni e si può anche dire che mi sono goduto il volo.
Il volo: per la prima volta accetto di sedermi vicino ad un finestrino e l’unica cosa che vedo per la maggior parte del viaggio sono le nuvole. Solo poco prima di atterrare il cielo si schiarisce e mette davanti ai miei occhi uno spettacolo di luci che fa immaginare una sorvolazione di una colata lavica. Ad un certo punto la mia immaginazione mi porta a vedere anche delle somiglianze con i disegni di Nasca. C’era l’immagine stilizzata di un lanciatore di giavellotto con le gambe lunghe, un tribale etc.
La seconda cosa che mi ha stupito è la bellezza delle luminarie, che ho scoperto verranno tolte solo l’ultimo giorno del mese. Surclassano, e di molto quelle viste a Milano, a Torino ed a Siena. Ci sono delle vere opere d’arte. Negli ufficio poi proliferano alberi di Natale con luci e palline colorate.
L’ufficio dove ho prestato servizio, poi sembra una piccola serra. I veri spazzi dell’enorme open space sono delimitati dai tipici armadietti bassi sovrastati da piantagioni rigogliose che danno al tutto un aspetto molto da giungla. In queste piantagioni si ritrovano personaggi dell’età di matusalemme, probabilmente anche amanti di Lenin e Stalin. Per fortuna che nel lato dove ho la sedia, perché solo quello ho a mia disposizione, l’età media cala decisamente e l’ambiente è molto più amichevole. Si scherza e si ride, ed anche se non capisco nulla di quello che dicono, ed a volte penso che mi stiano prendendo per il “sentimento”, rido e vado avanti. Qui quasi tutte mangiano una montagna di cioccolata e l’unica che non lo fa si riempie di gallette di riso che mandano un odore… ci siam capiti.
La cosa strana è che qui, uscire alle 18:00 vuol dire avere fatto molto tardi, peccato che noi si esca sempre dopo le 21:00.
Ricordo che amici mi parlavano delle calde stanze dall’albergo della Polonia. È verissimo. Fa talmente caldo in quelle cavolo di stanze che una notte ho dormito con la finestra aperta e fuori c'era -1°.

Riprendo a scrivere arrivati finalmente in Italia. Finalmente perchè a causa della nebbia abbiamo seriamente rischiato di rimanere in Polonia. Arrivati all'aeroporto ci scontriamo con una folla di gente, cosa abbastanza strana per un piccolo aeroporto. Alzo gli occhi e vedo sul cartellone che tutti i viaggi che precedono il mio sono cancellati. Il nostro invece no. Facciamo check in e ci lanciamo in una nuova avventura culinaria, questa volta aggravata dal luogo.
Superata con qualche difficoltà il controllo al gate, non avevano capito che il mio zaino serviva per portare il pc, quindi gli ho dovuto spiegare che dentro c'era il pc. Poi, tolto il pc da dentro come da regolamento, e fatto passare sotto la macchina ai raggi x si sono sorprese di trovare nello zaino dei cd, una webcam, alimentatore e cavi vari. Ad un certo punto pensavo che a causa delle chiavi non mi facesse passare. In Italia ero passato via liscio liscio.
Comunque ci facciamo più di tre ore di attesa, con i fumatori in piena crisi di astinenza, ed io che avrò misurato tutta la sala. Si può dire che quello sia stato l'evento sportivo della settimana. Ecco potrei aver inventato un nuovo sport l'Air watching. Per fortuna che la nebbia è poi salita e siam riusciti a partire.
Il volo è stato come al solito mosso, ma il peggio ci aspettava a Torino. Il tassista che ci ha caricato meriterebbe un posto in un libro di Lucarelli. Immaginate De Niro in TAXIDRIVER. La macchina sembrava un piccolo forno, e quando ho tirato giù un dito di finestrino, lui dopo poco l'ha richiuso. Gli ho dovuto spiegare come arrivare all'indirizzo che gli avevo dato. Guidava a singhiozzo, ed ho pensato che la macchina prima o poi ci abbandonasse in tangenziale, e subito dopo che io abbandonassi il pranzo polacco nella sua auto.
Alla fine siamo giunti sani e salvi, anche se sul sano avrei un paio di cose da dire ma sarei troppo prolisso.
Nella prossima puntata si parlerà di...

17 gennaio 2009

Torino - 44° puntata


Caro lettore questo che vai a leggere è un altro post contro lo stress da lavoro. Per fortuna che ero rientrato la scorsa con solo un trittico di giornate, comunque assurde, dopo una decina di giorni di ferie, altrimenti ora non ce la farei a scrivere neanche queste poche righe (esagero secondo te?).
Questa è stata la settimana di preludio alla trasferta in Polonia, vissuta tutta sull'attesa spasmodica di una mail per il passaggio dei dati dall'ambiente di test a quello di produzione. Intanto per ingannare il tempo si procede al recupero dei lavori in arretrato, che ho scoperto essere più del previsto. Mettici pure che ho dovuto chiamare io il capo per ricordargli delle scadenze importanti per una riunione che doveva indire lui, ed il fatto che sarei stato all'estero in questi giorni, e quindi non mi sarebbe stato facile presenziare all'evento, per cui la mia presenza è obbligatoria... La frase che ho appena scritto ricorda molto il mio stato d'animo dopo la conversazione con il capo.
Lettore, scusa, potresti spiegarmi perchè questa figura che sembra avere la materia grigia lavata con lo sbiancante, i neuroni che chiedono asilo politico al retto perchè lì c'è meno m.., la scatola cranica richiesta dal CERN per studiare l'antimateria, perchè si chiama capo e non piede. Mi sembra che quest'arto sia più adatto al suo modo di lavorare. Scusa l'ennesimo sfogo.
Eventi ce ne sono stati, non roboanti, ma comunque degni di una piccola nota.
Per lo sport c'è stata la prima partitella di calcetto del anno. Si è giocato in un campo gelato e circondato da un muro di neve e ghiaccio. Il freddo ed una telefonato di lavoro ad orario di cena, hanno fatto sì che perdessi il riscaldamento e mi beccassi anche un caziatone dal collega organizzatore dell'evento. La squadra ha tenuto bene per la prima metà del match, ed ha avuto poi un crollo verticale, dovuto alla prolungata inattività, nella seconda parte. Risultato finale non pervenuto in quanto il pallottoliere si è raffreddato.
Qualche piccolo screzio con la punta avversaria è stato spianato con un gioco un po' più maschio, giusto per scaricare un po' dello stress dei giorni trascorsi.
L'evento mondano doveva essere il compleanno di un collega, ma sfortunatamente per lui è capitato in una congiunzione astrale degna di Biscardi che legge l'oroscopo. Tra chi doveva lavorare anche nel fine settimana, chi non stava bene, chi come me era seriamente stanco e si portava oltretutto dietro gli acciacchi della partitella del giorno prima, chi aveva una collezione di scazzi d'ufficio da riempire almeno tre tir con rimorchio, la serata è stata una fetecchia.
Tutti un po' sotto tono, in cerca di un locale dove fare quattro chiacchiere e bere qualcosina, con poco spirito di fare casino e saltare, ma tutti a cercare una via di fuga dal grigiore delle ore passate in ufficio.
Mi è anche toccato fare il grillo parlante e convincere i più coriacei a cercare di salvare la serata a tornare a casa presto visti gli impegni del giorno successivo.
Il giorno successivo fatto di accordi che saltano, di piccole punzecchiature da ufficio, di saluti e raccomandazioni, di è tutto da rifare-forse no-forse si-vediamo lunedì, della mail che aspettavamo dall'inizio settimana che però non riportava le parole da noi attese. Ma la cosa principale è che è passato anche lui, ed il ritorno a casa, accolto da una nebbia molto milanese, non ha fatto altro che rendere tutto più sonnecchioso.
Nella prossima puntata si parlerà di...

10 gennaio 2009

Torino - 43° puntata

Buon Anno caro lettore.
Tolta anche l'incombenza degli auguri, ecco che posso iniziare a raccontare di un'altra settimana a Torino. Non proprio una settimana intera, ma una tre giorni che mi ha consumato più di una settimana di 8 giorni. Questo ennesimo pezzo di trasferta si può racchiudere tutto nei viaggi omerici che mi hanno portato dal mio caldo letto alla fredda scrivania nell'ufficio piemontese.
Come molti sapranno martedì è iniziata una forte nevicata nel nord Italia. Questa mi ha fatto consigliare al collega di partire in treno e non in auto. Mercoledì 7 mi sveglio che forse è ancora l'epifania ed i re magi stanno ancora banchettando davanti ad una capanna a Betlemme, e parto per la fermata del bus che dovrebbe portarmi in stazione. Eh sì, in bus. Tutti quelli a cui ho provato a scroccare un passaggio mi hanno risposto che con quel tempo se ne stavano a casa. Beati loro.
Già arrivare alla fermata è stata un'impresa, con i fiocchi di neve che si facevano sempre più grandi e si depositavano su quelli già caduti. Dopo un'ora di attesa, dove l'unico pullman per la stazione era fuori servizio, e gli altri 5 non si sono neanche visti, decido di andare a Milano.
Il primo vettore che passa è diretto in città, mentre il secondo, quello che prendo io, è diretto al capolinea della metro. La folla che si è formata alla fermata si equi distribuisce sui due mezzi. Peccato che il primo non riesce neanche ad arrivare alla fermata successiva e si ferma. Ciò significa che se eravamo già abbastanza pigiati così ora l'autobus sembra più una scatoletta di sardine. La gente inizia a lamentarsi di tutto: caldo, freddo, neve, vicino, finestrino aperto o chiuso, governo ladro, comune ladro, autista incompetente, vicino troppo vicino, etc. etc.
Non tutti sono arrivati al traguardo. Molti hanno abbandonato dopo una o due fermate, che solitamente vengono coperte in pochi minuti, mentre allora ci abbiamo messo poco più di un'ora. Così che per arrivare al capolinea ci ho messo quasi due ore, tre se si inizia a contare da quando sono arrivato alla fermata.
Chi pensa che qui sia finita l'avventura si sbaglia davvero.
Arrivato alla fermata di scambio della metro scopro che:
”A CAUSA DI UN PRECEDENTE GUASTO NELLA FERMATA DI LAMBRATE I TRENI SUBIRANNO RITARDI IN TUTTE LE DIREZIONI”.
Ok, mi sono alzato all'alba ed ho già consumato quasi un quarto del calendario di Padre Indovino, quindi passo al piano B e giro su un altra linea.
Arrivato finalmente in stazione scopro che la maggior parte dei treni o in forte ritardo o non parte proprio. Per rendere tutto più piacevole l'attesa mi becco anche il comizio di un ministro dell'attuale governo, anche lui bloccato in stazione, che cerca di tranquillizzare la gente. Per fortuna riscuote meno consensi che nelle urne elettorali, e se ne torna a casa.
Alla fine, dopo quasi due ore, parte un regionale che mi porterà nel capoluogo piemontese. Questo si ferma nella stazione da dove dovevo partire 4 ore dopo il mio piano di viaggio. Comunque sul treno mi concedo un'oretta di sonno.
Anche Torino è ricoperta di quella neve che ha reso difficoltosi gli spostamenti a Milano, ed anche qui non è che si viaggi meglio. Alla fine con quasi 5 ore di ritardo e più di 7 di viaggio riesco a sedermi alla mia scrivania.
Non ho neanche il tempo di salutare i colleghi che le beghe lavorative arrivano come un'onda anomala. Mi metto sotto a lavorare.
Il viaggio in tram per il residence con il collega ricorda molto i viaggi in auto. Io parlo e lui mi risponde a monosillabi. Rinuncio presto. La giornata è stata abbastanza faticosa.
Arrivo in camera, è la scopro gelata. Temperatura interna intorno agli 8 gradi. Parte l'accensione di tutte le fonti di calore. Ho pensato anche a bruciare sedie e tavolo, ma sono di metallo.
Dopo una frugale cena e quattro battute online con amici lontani, cado in un profondo sonno ristoratore.
I due giorni seguenti sono anch'essi pieni di attività lavorative urgenti, tanto che il mio ritorno a casa avviene in orari non proprio impiegatizi, con la notizia che le settimane in Polonia non saranno due ma tre, e si partirà prima del previsto, ma questa è già un'altra storia.
CI SCUSIAMO CON GLI UTENTI MA A CAUSA DELLE ABBONDANTI NEVICATE NON È STATO POSSIBILE EFFETTUARE ALCUN EVENTO SPORTIVO O LUDICO.

Nella prossima puntata si parlerà di...

01 gennaio 2009

Qualcuno 2009


Il primo giorno dell'anno volge al termine.
Qualcuno sarà ancora un po' frastornato dalla serata, che probabilmente è terminata con le prime luci del giorno; altri si staranno riprendendo a forza di tisane da cene che hanno riempito da prima i piatti, poi gli stomaci e domani forse le tasche di un dietologo.
Qualcuno avrà aspettato l'inizio di questo giorno sotto una lieve nevicata, con il naso all'insù a guardare il cielo illuminarsi di mille colori, mentre i piedi lentamente si gelavano.
Qualcuno avrà fatto molta strada per ascoltare la musica del cuore, in compagnia di qualche amico e di uno scenario spettacolare.
Qualcuno avrà abbracciato i propri cari, lontani per molti giorni, ma solo fisicamente, perchè in fondo le persone che amiamo le portiamo sempre con noi.
Qualcuno avrà lavorato per fare felice i festiaoli o per non far sentire abbandonate le persone sole, donando un po' del proprio tempo e amore, guadagnandoci magari un sorriso a 36 gengive.
Qualcuno avrà brindato con i nuovi arrivati o a chi arriverà a riempire un po' la vita, altri avranno alzato i calici e salutato chi è andato via e dall'alto li protegge.
Qualcuno avrà atteso, trepidante, i vaticini di qualche lettore di costellazioni, nella speranza di sentirsi dire parole rassicuranti e promesse di ricchezza e felicità.
Qualcuno avrà rincorso paradisi artificiali o solo cercato di fuggire a qualcosa che ha dentro, ma che non ha il coraggio di affrontare.
Qualcuno si sarà fatto male, o avrà fatto del male, nel tentativo di scacciare chi sa quale spirito cattivo che gli danza nella testa o alla ricerca di chi sa quale tesoro nascosto.
Qualcuno avrà riso e festeggiato, mentre qualcun altro piangeva e si chiedeva cosa c'era poi da festeggiare e da essere così allegri.
Ed alla fine c'è sempre qualcuno che vi chiama, vi sorprende, vi fa arrabbiare, vi fa sorridere o piangere, che ha lasciato un bel ricordo o solo un graffio sul cuore.
Comunque sia andata:

QUANDO VAI A DORMIRE SII FELICE PER QUELLO CHE HAI
QUANDO TI SVEGLI SII FELICE PER QUELLO CHE SEI
”.

Un post agrodolce, come la mostarda che ha accompagnato il bollito nei paradiso del buon cibo.
E per finire

BUON INIZIO E MIGLIOR PROSEGUIMENTO!!!