20 febbraio 2010

Mezza Trasferta - 14° Puntata Kechnec


Ehilà caro lettore, come va? Io sono finalmente giunto a casa e scrivo queste righe dal mio antico pc di casa. Eh sì, ieri ennesimo viaggio dall'est verso la pianura padana, a conclusione di due settimane davvero pesanti. Questa poi è iniziata con una sveglia all'ora dei panettieri, perchè lunedì bisognava essere in stabilimento prima del primo turno, cioè delle 6 del mattino. Quel giorno ho visto il sole sorgere dietro una piccola collinetta dal parcheggio del magazzino. Tutto intorno la neve copriva i colori, e dove non c'era la neve ci pensavano le nuvole ad abbacinare la vista. In due settimane il cielo azzurro l'ho visto solo in volo. Comunque arriviamo assonati in stabilimento che è ancora buio, e scopriamo che un due delle macchine della linea di produzione sono rotte... il che significa che poteva anche rimanere a dormire tutto il giorno. Ormai ci siamo ed andiamo avanti. Io mi alterno tra fare il cane da guardia al magazzino e cercare di capire quando saranno riparate le macchine, far sentire la presenza del team a tutte le persone dello stabilimento con i miei giri di ronda, ed all'attesa che il mio utente mi conceda la grazia di presentarsi ad una sessione di training.
Non potendo fare razzia ai tavoli della colazione dell'albergo, sopravviviamo con i beni di sussistenza, che previdenti, abbiamo comprato nel fine settimana. Ovviamente poco cibo sano.
Il francesino, responsabile del plant fa anche il brillante quando mi incontra, sperando di beccarmi in fallo sulle regole di sicurezza, ed invece ciccia, dicendomi che non capisce perchè siamo andati lì così presto. Io gli dico che da piano dovevamo essere lì per l'inizio della produzione e tutto il resto, ma che non poteva immaginare che le macchine proprio lunedì decidessero di non lavorare.
Nel primo pomeriggio arriva anche capo scout, con un diavolo per capello, in quanto gli hanno perso la valigia, bloccato la carta di credito, è andata persa la prenotazione dell'auto e via dicendo. Quindì non è proprio di buon umore, ma per lo meno a questo giro non ha ancora preso la sua solita multa.
La giornata scorre in attesa di avere notizie sulla riparazione della linea, e dell'arrivo della prima spedizione. Per lunedì niente di fatto. Quando ritorniamo in albergo sono così stanco che mi addormento vestito sul letto e rischio di perdere l'appuntamento a cena con gli altri.
Proviamo un nuovo ristorante, in cui non si mangia male, ma che verrà ricordato per l'avvenenza della cameriera e di una delle ospiti, che visto l'abbigliamento e l'aspetto fa pensare solo a peccati a pagamento. Stanchi e con l'ennesimo piatto duro da digerire torniamo in albergo tutti a dormire.
Martedì è un altra giornata praticamente inutile. Macchine ferme, utente preso, io che sistemo i manuali, attesa di un camion che non arriva. Salta anche la cena in una tipica casa slovacca, in quanto chi ci ha invitato ha avuto un imprevisto. La sera, quindi proviamo un ristorante che ci aveva incuriosito in una delle uscite del fine settimana. Facciamo un po' fatica a capire come si entra, in quanto l'ingresso si trova tra due vetrine di un bar, dove bisogna percorrere un lungo corridoio, aprire una prima porta, fare una rampa di scale ed aprire una seconda porta e quindì ritrovarsi su un pianerottolo con altre tre porte. Quando stiamo per rinunciare uno dei clienti uscendo dalla porta del ristorante e sentendo le nost4re perplessità ci dice che il posto è stupendo, in perfetto italiano. Ormai siamo abituati a sentir parlare italiano con accenti dei vari paesi del mondo. Entriamo. Il ristorante è arredato in maniera rustica, con legno in ogni dove, ed il servizio è rapido e preciso. I piatti poi sono di tutto rispetto, tanto che ci torniamo il giorno dopo ed ordiniamo la pasta.
Come sempre, ormai concludiamo la serata al casinò, dove ci accoglie una comitiva di anziani che deve aver scoperto che il letame mantiene giovani, perchè emanano un odore nauseabondo. Sono tutti alla roulette e noi non riusciamo neanche ad avvicinarci. Il capo quindi decide di far aprire il tavolo del black jack. Qui uno degli avventori, che ha il tipico aspetto di un mafioso russo, parla molto bene l'italiano e ci propone di acquistare il suo negozio di scarpe. Va da se che anche questa sera i colleghi hanno contribuito alla sussistenza dei poveri croupier , perdendo un po' del denaro guadagnato. La stessa routine si ripete mercoledì, dove però il mio utente ha la scusa di essere malato. Stesso ristorante la sera e stessa conclusione al casinò. Giovedì, mancando il capo scout e la team leader decidiamo di provare una birreria slovacca con annesso birrificio. Il locale è molto imballato, pieno di gente, e la cameriera ci chiede, per proforma, se vogliamo bere birra. Per ordinare da mangiare abbiamo un po' più difficoltà, ma consigliati dal capannello di camerieri che abbiamo attirato grazie al nostro modo vociante di parlare, riusciamo anche a mangiare. Mentre guarda il menù noto un paio di cose. La birra costa 1,26€, che con 15 € possiamo ordinare tutti i piatti presenti nella pagina dei contorni, e che alla fine, dopo aver preso 8 birre, quattro piatti completi (i più cari del menu), due cordon blue, una bruschetta all'aglio arriviamo a spendere un totale di 39, 36€.
Solito deposito al casinò e poi via a cercar di chiudere la valigia.
La sveglia di venerdì è accompagnata dal malfunzionamento degli ascensori, dal fatto che dobbiamo essere in ufficio prima delle 8:30 perchè sembra che la tanto attesa spedizione stia per arrivare, e che le macchine inizino a lavorare. Ovvio che le macchine siano ancora in riparazione e che il camion arrivi alle 11:00. io però riesco a fare un intera sessione di training con il mio utente, che è un po' scombussolato a causa della sveglia sta mattutina per vedere l'incontro di hockey della Slovacchia.
Come al solito si concentra poi tutto negli ultimi minuti e noi si deve correre all'aeroporto.
Caro lettore, se ti dovesse capitare di andare all'aeroporto di Kosice, fai attenzione, potresti scoprire che l'unico bar non ha roba da mangiare, che quello che dovrebbe essere il piccolo ristorantino, non fa roba da mangiare, quindi è meglio arrivare preparati.
A Praga il solito ritardo, con il gate che si riempie di gente. C'è famiglia italo ceca, in cui la mamma parla un italiano con accento pugliceco, la solita quantità di business man, il lampadato che cerca di atteggiarsi, qualche ragazza vestita in modo eccentrico (forse in un bordello passerebbe inosservata). Qualche consulente e/o operaio specializzato. Qualche badante che torna a lavorare. Insomma anche a questo giro aereo pieno.
Arrivato finalmente in Italia inizia un altro viaggio, quello per recuperare l'auto. Il pulmino gira per tutto il parcheggio a scaricare i suoi passeggeri in prossimità delle auto, ma il buio non sempre aiuta la ricerca. Per recuperare la mia ci metto una buona ventina di minuti. Ma alla fine ce la faccio. Ecco ora un ultimo sforzo e finalmente dopo più di 9 ore di viaggio sono a casa, a mangiare un piatto italiano.
… e la storia continua ...

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