06 marzo 2010

Mezza Trasferta - 16° Puntata Kechnec


Ciao caro lettore, come stai? Spero bene. La primavera alle porte si fa sentire…. Credo che ha te interessi più sapere delle mie avventure nei paesi dell’est piuttosto che fare le famose quattro chiacchiere fritte.

Allora vediamo di iniziare.

Come anticipato nella puntata precedente, ad un orario che già si era nel pieno del fine settimana a pavoneggiarsi di aver scampato la trasferta in Slovakia mi arriva la telefonata della team leader che mi avverte delle mia partenza. Si della “MIA” partenza, perché a partire sarò solo io. Per fortuna che almeno strappo il fatto di non partire lunedì ma martedì, così da riuscire ad organizzarmi.

Il primo problema è affrontare il fatto che sarò solo, in terra straniera, a parlare di un argomento a me ancora estraneo ed a dover coprire anche la parte dei colleghi. Ma la primavera aiuta e l’euforia di poter dimostrare di essere “GRANDE” mi fa accettare la cosa tranquillamente, tanto che inizio anche a vantarmene.

Lunedì quindi il compito da fare dovrebbe essere semplice: prenotare aereo e albergo e completare la documentazione, ma come tutti sanno nelle grande imprese c’è sempre qualche difficoltà imprevista da dover affrontare. In breve tra la ricerca del volo (sembra che tutti vogliano andare a Kosice per vedere il concerto di 50CENT e che poi si vogliano trasferire a Milano per una non bene precisata fiera legata alla settimana della moda). In breve perdo mezza giornata per trovare un volo, al costo doppio del solito. Ma cosa si pretende prenotando all’ultimo momento. E per fortuna che ho trovato questo ultimo biglietto. Per l’albergo poi, con il fatto che sono solo non ho diritto alla convenzione, quindi il prezzo sale del 40%. La persona che mi risponde prima mi fa credere che l’aumento è solo del 20%, ma poi noto che nell’offerta ha tolto tutto, e che nella cifra è compreso solo il pernottamento, quindi niente colazione/internet/special room etc. il che, aggiungendo solo la colazione, che costa più di una cena fuori, fa lievitare ancora di più il prezzo. Ringrazio e mi metto a cercare un altro albergo. Il secondo che contatto, mi fa un buon prezzo, peccato che mancherà la corrente elettrica nei giorni che sarò ospite. Il terzo tentativo è anche l’ultimo. La cifra è altina, ma comunque più bassa della prima che ho ricevuto. Qui è tutto compreso e si può pagare con la carta di credito. Quindi vado e prenoto. Riesco alla fine a trovare anche un taxi che mi porta all’aeroporto ad una cifra possibile. Ok ora il viaggio ed il pernottamento sono organizzati.

Chi pensasse che le difficoltà sono finite qui si sbaglia davvero. Prima di andar via il capo scout mi informa che l’unico utente esperto, che fa da filtro per le richieste di supporto sarà in ferie nei giorni del mio soggiorno in Slovakia. Che dire. Più grande è la difficoltà più grande è l’onore. E poi vediamo cosa succede.

In un modo o nell’altro arriva Martedì e l’ora di partire. Per la prima volta mi godo la vip room dell’aeroporto. I mille viaggi fatti in Polonia sono serviti.

La compagnia austriaca non è male ma i panini delle compagnie dell’est riempiono di più. All’aeroporto della città che da il nome anche ad un valzer, credo di incrociare il famoso cantante americano, ma è solo uno che gli somiglia molto. Sul secondo volo che mi porta dalla città tanto amata da Mozart sino a Kosice, invece, incrocio due amici del sempre più citato 50CENT.

Il volo va meglio del previsto anche se al posto del classico panino chimico mi rifilano dei salatini.

Atterraggio, taxi ed arrivo allo stabilimento sono un tutt’uno. Mi butto subito nel lavoro per non sentire troppo il fatto che sono solo. Il pomeriggio scorre così veloce ed anche il taxi che mi porta all’albergo che mi ritrovo per magia seduto al tavolo del ristorante dell'albergo a sorseggiare un po' di brodo di pollo in attesa del piatto principale.

Sono così stanco che non vedo l'ora di andare a dormire. Il risveglio è meglio di quanto pensassi, ed ho ancora la positività delle belle giornate passate con gli amici in Italia. L'autista del taxi è cambiato, mentre il taxi no. Riparto per lo stabilimento, dove dovrò passare la giornata in uno stanzino in attesa che l'utente si liberi per effettuare il training, cosa che non avverrà. Ogni tanto vado a controllare che tutto funzioni. Eh così sembra trascorrere il tempo sino a quando l'ora si fa prossima ai saluti e scoppia la bomba. Mi tocca contare pezzi qui e pazzi lì. Quando, con l'aiuto dei colleghi a Milano, capiamo dove sono finiti i pezzi mancanti, sono da poco passate le 18:00 ma gli statali slovacchi se ne sono già andati. Allora sai cosa ti dico caro lettore, me ne sono andato anch'io, non prima di essermi beccato un lieve rimprovero perchè occupo la sala dei visitatori. Il giorno dopo mi presento in stabilimento e l'utente mi dice che si libera e che possiamo andare nella stanza dei visitatori. Io allora gli rispondo che non ho intenzione di spostarmi se non mi arriva una mail scritta. Ovvio che l'utente tra una telefonata, un problema di minzione che colpisce tutti qui, visto che vanno spesso in bagno ed a prendere un the, l'utente riesce a dedicarmi un paio di ore, in cui cerco di spiegargli il più possibile. Ricevo in cambio solo due domande: la prima è “lo devo fare io?” e la seconda che viene di conseguenza “c'è nel manuale?”. Appena se ne va lui io me ne torno in magazzino dove Gianni e Pinotto, non hanno ancora fatto il compito che gli avevo assegnato nella mattinata. Abbastanza arrabbiato vado lì e gli ripeto che l'attività deve essere fatta prima di subito, e se il mio inglese lascia a desiderare il tono e la faccia no. Allora iniziano a correre ed a cercare aiuto, ed alla fine, dopo un paio di scenette degne di Ridolini, eccoli con il risultato.

Ed anche questa giornata è passata. Ritorno in albergo e corro a comprare un paio di regali nel centro commerciale più triste che abbia visto.

Rientro in albergo a depositarli ed eccomi di nuovo per strada a cercare un ristorante.

Decido per quello del famoso “Ginocchio” per provare anche altri piatti. E lì chi incontro? La sera prima avevo incrociato un italiano che si accompagnava con una bella ragazza slovacca così abbigliata: stivali neri, jeans attillati, camicia leopardata trasparente e reggiseno nero. Ed ora è vestita allo stesso modo ma si accompagna con un ragazzo tedesco, almeno così mi è sembrato dall'accento. Sono quasi tentato di andare al loro tavolo e dire qualcosa, ma perchè rovinare un illusione.

Arriva così venerdì. Mi sento come a scuola l'ultimo giorno e non vedi l'ora che suoni la campanella. Stesso tragitto albergo stabilimento. L'utente mi dice che non può dedicarmi tempo ma che se voglio posso spiegarlo ad un suo collega, che si occupa di altro. Io penso che mi stia prendendo in giro. Gli spiego che non posso parlare di piano dei conti, voci di costo, centri di costo, costi variabili di prodotto, attività, analisi di profittabilità con uno che normalmente verifica la conformità dei pezzi. È come farsi visitare da un idraulico, non bisogna stupirsi se non capisce un tubo... forse l'idraulico il tubo lo capisce ma non è questo il senso del discorso. Passo così la mattinata a scrivere resoconti a finire manuali che tanto non verranno mai letti, come mi è stato confessato quando all'ennesima domanda: c'è nel manuale ho chiesto se l'avesse mai letto.

Non m'importa più di nulla. Inizio a fare il mio conto alla rovescia e quando scatta l'ora X spengo tutto, saluto e parto. Nel tragitto dalla fabbrica all'aeroporto mi arriva la notizia che lunedì sarò in sede in attesa di nuova assegnazione, perciò questa potrebbe essere l'ultima pagina di questa avventura slovacca, motivo per cui questa volta non ci sarà la chiusa “... e la storia continua...” ma un più misterioso:

ed adesso dove si va?...

1 commento:

Carmine ha detto...

Caro Lettore non temere.
Dalla prossima settimana potrebbe iniziare una nuova storia.
Abbi solo un po' di pazienza.
Sempre tuo
Consulente con fascino e valigia