27 marzo 2010

Tra Alba e Tramonto – 1° puntata


Caro lettore, eccomi ancora qui a scrivere di avventure e vicende vissute in lande più o meno lontane.
Come già anticipato la scorsa settimana, lunedì sono partito con una collega alla volta di un'altra città piemontese, nota per il tartufo ed il suo dolcetto, dove trascorrerò i prossimi mesi.
La prima cosa che da dire è che la collega il mattino è molto più sveglia dell'autista che l'ha preceduta, tanto che abbiamo chiacchierato per tutto il viaggio. Ovviamente il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino era molto diverso, meno pianeggiante e con più colline rispetto a quello che incorniciava i precedenti viaggi sul suolo sabaudo, ma ci saranno altre occasioni per parlare di paesaggio. Vediamo le principali differenze rispetto all'avventura nella città dei Savoia. La più evidente è la dimensione. La città è più piccola, il palazzo degli uffici è più piccolo, l'open space è più piccolo, l'albergo che mi ha ospitato è più piccolo, anche se di gran lunga migliore dei tre provati sino ad ora in Piemonte. Lettore, se ti capita di passare da qui è vuoi fermarti ti consiglio l'Hotel Langhe. Ma andiamo avanti con le differenze. Il team è più piccolo, ma la società trasmette un aria di maggiore internazionalità. Si parla di stabilimenti in mezzo mondo, ed il cuore è in questa piccola città.
Si parte subito a botta, come dicono i ccccciovani, dopo meno di un ora sto già customizzando il sistema, verificando la documentazione e mi preparo per il mio primo SAL (Situazione Avanzamento Lavori). Qui conosco la totalità del gruppo di persone impegnate sul progetto, o quasi.
Praticamente sono già parte integrante dell'ufficio e non conosco ancora i nomi di tutti. L'ambiente è brioso, anche grazie alla collega che è l'emblema della positività e dell'allegria, oltre ad avere una grande competenza sul lavoro che andremo a fare. Lei sarà la mia tutor sul progetto, e devo dire che mi ritengo fortunato perchè spero di imparare molto, ma questo caro lettore è meglio che resti tra noi.
Il lavoro è tanto e l'albergo non è molto vicino. L'accoglienza è molto professionale ma già si respira un area di famiglia. L'arredamento è molto particolare. Vado in camera e disfo la valigia, poi scendo a cenare. Non ci sono piatti a base di carne, ma il risotto e l'insalata “rotonda” che mi vengono serviti sono di ottima fattura.
Martedì scorre tra documentazione, lavoro a sistema e apprendimento del modello societario. Pranzo da solo perchè la collega viene incastrata in una call conference, ma così ho l'opportunità di vedere un po' la città. La sera parto con la mia prima esplorazione. Parto dall'albergo, che si trova in periferia e mi reco in un'osteria nel centro della città. Ho così l'occasione di vedere anche la parte storica della città che è conosciuta anche per le sue torri, che sono decantate anche nel libro di Beppe Fenoglio I ventitré giorni della città di Alba. Eccomi a fare il turista. Vicoli e portici, costruzioni medioevali e risorgimentali. Piccole e grandi chiese. Anche se piccola, Alba è molto ricca, architettonicamente parlando. L'osteria rimanda la stessa aria famigliare che avevo respirato in albergo. Mangio molto bene, e forse anche un po' troppo, ma la scarpinata del ritorno aiuterà la mia digestione.
Mercoledì scorre ed io mi sento sempre più parte dell'ufficio e del progetto, tanto che la collega mi anticipa che potrei essere incastrato anche in altre attività. La sera la passo prima a cercare un locale dove vedere le partite. Sono fortunato e trovo un Kebabbaro con televisione, riesco così a vedere un po' di calcio con commento internazionale che rende più interessante le partite. Alla fine dei primi tempio mi rendo conto che se voglio avere una speranza di dormire devo fare quattro passi. Esco e mi reco questa volta verso la periferia per vedere cosa c'è oltre l'incrocio dell'albergo. Non c'è nulla se non più stelle e più profumo di erba bagnata, visto che mi sono beccato anche un pochino di pioggia, ma non abbastanza da chiamarla temporale.
Torno in albergo e crollo. Il meritato riposo del camminatore.
Giovedì si ricorderà come una giornata infinita. Nella pausa pranzo vado con la collega ha fare un test d'inglese, che dura più del previsto, tanto che siamo costretti a pranzare con un panino preso alle macchinette. Poi la sera, usciti dall'ufficio vengo introdotto ad un altro progetto che la società per cui lavoro sta seguendo in un altra città. Il che significa fare l'una di notte dietro a presentazioni e traduzioni.
Venerdì mattina la sveglia è dura, davvero dura. Vedo anche la prima scena di traffico cittadino, ben dieci macchine in colonna, per lavori in corso. A Milano non sarebbe considerato neanche come rallentamento, anzi credo che la totalità degli automobilisti firmerebbe per situazioni del genere anziché quelle in cui si devono ritrovare quotidianamente.
Non so come ma anche questa giornata passa. Ci si rimette in macchina e si torna a casa. Per tutto il viaggio si è parlato di libri ed approcci alla vita, così che il tempo è passato più velocemente dei chilometri sotto le ruote.
… all'inseguimento del sole ...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao carmine occhio agli errori ortografici ..... gravisssssimo..... ;) paolo

Pietro ha detto...

lascialo perdere, Carmine...

Carmine ha detto...

Ciao Paolo,
chiedo venia ma ho scritto il post con solo 4 ore di sonno alle spalle e con una nuova procedura, quindi alcune parole sono saltate, mentre altri sono errori miei.
ancora venia.
Lettore, spero che tu sia più manianimo dell'attento lettore Paolo.
Grazie a tutti.