29 maggio 2010

Tra Alba e Tramonto – 10° puntata

Caro lettore chiedo venia. Mi dispiace ma non ho proprio voglia di raccontarti la settimana trascorsa, anche perchè quello che ci sarebbe da dire sarebbe prettamente lavorativo, e non proprio edificante.
Quindi la settimana appena trascorsa andrà con il suo peso ad aggiungersi alle fondamenta di questa esperienza, con la speranza che gli insegnamenti ricevuti siano innanzitutto da me compresi e poi messi a frutto per avere un ricco raccolto.
Non ti preoccupare lettore,qualcosa da raccontare di più edificante ce l'ho. L'EVENTO MONDANO. Questa settimana c'è stato il MATRIMONIO di F&C.
Partiamo dall'organizzazione, non del matrimonio, ma degli invitati, roba da sceneggiatura di Staino e se non ci credi leggi lo stralcio di questa mail:

domani ci troviamo a casa di S. 9.45
io ho l'auto, troviamo qualcuno che la guidi al ritorno perchè in
ogni caso NON sarò in condizioni di guidare ;-)

quindi io A&A e D, andiamo assieme

parto da casa mia alle 9.15 e passo da D,
poi torno a prendere A&A che saranno in ritardo.

A&A abitano a due passi da CZ che ha inviato la mail.
Io la sera prima del rendez-vous scopro di non avere più un auto, quindi mendico ai famigliari il prestito dell'auto dei puffi (vedi colore blu puffo).
All'appuntamento i puntuali sono solo S&S, ma era immaginabile ed il sottoscritto che per sicurezza è partito con largo anticipo perchè non si sa mai.
Alla spicciolata arriva il trio P&L&d con la macchina del babbo di P. Il piccolo d ci allieta con le sue risate e la sua aria spensierata alla scoperta del mondo, mentre noi si chiacchiera in attesa dei perenni ritardatari, tutti e quattro messi in una macchina sola.
Comunque arrivano con un ritardo ragionevole, e dopo l'ampia sfilata di moda simil sicula, fatta di gessati e coppole, eccoci partire per questo piccolo paesino della bassa, luogo del grande giorno.
Già alla partenza i primi intoppi. Le velocità dei mezzi sono molto differenti e ci si da appuntamento all'uscita dell'autostrada, dove noi, cioè io ed S&S arriviamo con 5 minuti di vantaggio sugli inseguitori. Appena si riforma il gruppo eccoci partire per statali e stradine tra le risaie dove sarebbe difficile il passaggio di un auto e di una rana. Arrivati ad un passaggio a livello ecco che pensiamo tutti a Frittole ed a “millequattro quasi mille e cinque”. Per fortuna che lo scout elettronico ci guida per questi sentieri e ci porta sino a destinazione.
La cittadina vede nella stessa piazza il comune e la chiesa, proprio com'era il paese raccontato da Guareschi nel suo Don Camillo, anche se di dimensioni più piccole.
Ed ecco che spuntano da ogni angolo persone con l'abito della festa e facce note. Iniziano i racconti di avventure passate che a volte sfiorano la leggenda (vedi “ COME CAMBIAI IL MIO NOME IN SALVATORE").
Lo sposo è in leggero ritardo, mentre la sposa risulta essere in largo ritardo tanto che si inizia a mormorare, ma lo sposo è sicuro e quindi anche noi. Nel mentre una coppia di improbabili giornalisti mette in piede una serie di interviste e riprese.
Il sindaco con il messo comunale iniziano a spazientirsi quando la sposa spunta nel suo abito giallo primavera ed insieme a lei il fotografo che dirige le danze. Voi qui loro il padre della sposa là, la madre dello sposo invece di là. In tanto è arrivata l'ora della pappa e molti dei bambini invitati anticipano il lauto e con l'aiuto delle mamme mettono in piedi un piccolo refettorio per piccini.
La cerimonia è molto essenziale e non c'è neanche il tempo di una foto di gruppo che ci spostiamo al ristorante che dista qualche centinaio di metri dal comune. Il posto è molto bello e si mangia davvero bene. Il giardino arriva in soccorso degli invitati, che tra una portata e l'altra hanno il tempo di prendere aria e fare un po' di spazio per il piatto successivo.
Tra i vari momenti ricorderò sempre la gentilezza fatta al sottoscritto dagli sposi che hanno scelto una torta senza cioccolato memori della mia allergia. Per tutti gli altri ci sono le mille foto fatte con le macchine fotografiche lasciate incustodite dagli amici. A quella di CZ ho fatto fuori le pile in meno di un ora, mentre P si troverà almeno un centinaio di foto non fatte né da lui né da L o dal piccolo d. M non mi ha fatto neanche avvicinare alla sua macchina fotografica, sempre ben custodita nella borsetta.
Come tutte le volte che ci si diverte il tempo ha galoppato e così ci siam trovati al momento dei saluti. Ancora un po' di confusione a causa della macchina di P che non parte e della solita discussione di quale sia il modo migliore per ovviare a ciò. Cinque uomini ed un problema meccanico ed ecco che nasce un dibattito, a cui a sorpresa partecipa anche un indigeno che passava di lì o meglio, che lì ci abita. Riusciamo a far partire l'auto evitando di ricorrere alla forza bruta. Sai che spettacolo: quattro uomini con l'abito della festa che spingono una vecchia auto, dopo aver partecipato in maniera più che attiva ad un pranzo di nozze.
Ricomponiamo i vari equipaggi e facciamo ritorno a casa.
In autostrada la colonna di auto si disgrega a causa di velocità e diverse destinazioni, ma io cerco di conservare il ricordo della giornata. Ed anche se fisicamente sono provato mentalmente la stanchezza ha un buon sapore, uno di quelli che spero di non dimenticare mai.
Arrivati da S&S li saluto e faccio rotta verso casa ed in tangenziale incrocio P&L&d che però non mi riconoscono e probabilmente ancora adesso si staranno chiedendo chi è quel pazzo che sbraccia da quell'auto color puffo.
Ed ecco una piccola dedica per F&C



…all'inseguimento del sole...

22 maggio 2010

Tra Alba e Tramonto – 9° puntata

Caro lettore altri sette giorni, più o meno, sono passati. Sette giorni fatti di ore e minuti, fatti di un sacco di parole e di qualche risata, di una corsettina e di cibo in scatola, di grigliata e pasticcini e di pranzi saltati, di aspettative e di rabbia, di sorprese e di tristi conferme. Una settimana come tutte le altre o forse diversa da tutto ciò che è stato e che sarà.
Come la maggior parte delle settimane anche questa inizia di lunedì. La collega mi aspetta come al solito alla fermata della metropolitana. Il pensare che staremo in Piemonte solo quattro giorni, mi aiuta. Non so come ne perchè ma la settimana mi pesa in preventivo, prima ancora di iniziare. Per fortuna che un triplo compleanno porta un po' di allegria, e di pizzette innaffiate da aranciata e tè.
Con questo lauto spizzicare decidiamo di saltare il pasto, per mantenere la linea e lavorare.
Preso dalla folla, dei festeggiamenti, dai diciotto sistemi aperti tutti con lo stesso front end, la pressione dell'ennesima riunione e via dicendo commetto il mio primo errore, ma lo scoprirò solo l'indomani, io ed altri cento, per lo meno. Comunque non anticipiamo i passaggi.
Prima c'è stata la consegna degli obbiettivi per questo progetto, e se pensate che è iniziato già da due mesi, va beh lasciamo stare. Comunque si parla di cosa l'azienda si aspetta da me, cosa si aspetta il team leader ed il progetto e cosa mi aspetto io da tutti loro.
Si fa come al solito tardi, ed inizia l'epopea del cibo in scatola.
Martedì scoppia il caso del mio errore. Ovvio che questo viene sbandierato ai quattro venti da un gruppo di burocrati repressi che si sono sentiti scavalcati dalla mia azione. Seguono almeno venti mail di responsabili e cose. Io mi prendo la sciacquata di capo e cerco di farmi piccolo, anche se ho una gran voglia di rigare la macchina a certi personaggi. Vedo di concentrarmi sul lavoro da fare, sull'analisi e sul resto. La team leader ripropone il suo refrain di voler uscire presto, ed infatti usciamo così tardi che la convinco ad andare fuori a cena. In pizzeria abbiamo anche la fortuna di trovare un cameriere che ci intrattiene con i suoi discorsi ed i racconti della sua vita, interrompendo a caso le chiacchiere che io e la collega cerchiamo di intavolare.
La pizza non è male mentre a guardare il caffè macchiato ha davvero un brutto aspetto, ma non sono amante di certe droghe, quindi mi tange poco.
Mercoledì ed io risento ancora del giro di mail che riguardano il mio errore. Per questo vengo anche preso in giro dai colleghi che cercano di tirarmi un po' su di morale.
Sento la voglia di scaricare un po' di stress correndo e riesco a convincere la collega ad uscire un po' prima, il che significa dieci minuti prima dell'ora del tg serale. Una telefonata di un amico mi fa fare tardi, e sono quasi tentato di non uscire più, ma non posso. Sento proprio il bisogno di uscire a respirare un po' d'aria. Esco e decido di non allontanarmi troppo, visto l'ora tarda. Vedo che oltre a me c'è qualche altro ritardatario della corsettina, che come me a deciso di fare un paio di giri del parchetto vicino alla piscina. Faccio i miei giri e poi torno un po' più rasserenato in residence, doccia e cena con un po' di tv, che vedo ma non guardo. I piatti se non si laveranno da soli nella notte dovrò rimproverarli e fare a loro una bella lavata di capo.
Giovedì. Nero. Vorrei proprio rimanere in residence. Non andare a lavorare e non fare nulla. Ma per fortuna che questo pensiero com'è venuto così va via e mi rimetto in pista. Lavo i piatti, rassetto un po' la camera, preparo la valigia e via. Tanto questa sera si torna a casa.
Sul lavoro la concentrazione è poca, e per evitare danni, mi metto a studiare flussi e procedure. Confesso alla collega il mio stato e lei mi assegna un compitino che in realtà avevo già iniziato a fare, e che a dire il vero mi fa passare il pomeriggio, ed anche un pezzettino di serata, visto che come al solito siamo gli ultimi ad uscire dall'ufficio.
Il viaggio di ritorno è fatto di guida a warp 2 con vari improperi a tutti i mal capitati che incrociavano, a torto o a ragione, la nostra traiettoria. Arrivo salvo e non so quanto sano a casa. È giovedì ma respiro già aria di fine settimana. Peccato che domani si debba andare in ufficio.
Venerdì è il grande giorno. Arrivo in ufficio, che è stranamente affollato, tanto che ricomincia la caccia alla sedia. Io vengo ospitato dal mio primo gruppo di lavoro. Tra chiacchiere e pause caffè arriva l'ora di andare dal dentista. Al ritorno si ricomincia tutto da capo, con mail assurde, richieste nebulose e cose di questo tipo. Scopro poco prima dell'inizio della riunione che ci ha portato ad essere a Milano, che del mio pre lavorato la collega non ha tenuto nulla, quindi le sere passate a lavorarci sono state forse buttate. La riunione a dire il vero risulta essere una delle meno noiose degli ultimi quattro anni, cioè da quando sono in questa azienda. Ci sono anche notizie di chi viene (una collega è in dolce attesa) e di chi va (una collega passa alla concorrenza). Ovviamente si sfora come al solito con gli orari. La sera poi l'evento mondano è la cena offerta a chi è sopravvissuto ed ha ancora la forza di restare con gli altri. Le chiacchiere, aiutate dal vino, si fanno sempre più leggere e la serata risulta anche essere piacevole. E poi viene il momento dei saluti e del ritorno, stanco, a casa.



… all'inseguimento del sole ...

15 maggio 2010

Tra Alba e Tramonto – 8° puntata


Buon giorno caro lettore vorrei iniziare con il dire che queste righe, oggi mi sembrano un po' più pesanti del solito.
Ieri è stata una giornata da stazione dei treni. Gente che viene e gente che va ed io su una giostra a vedere questo via vai di persone. Facciamo così, caro Lettore, oggi mi concedo di non seguire nessun filo logico, ma metterò tutto lì, come sul bancone del supermercato, poi decidi tu cosa prendere e cosa lasciare, tanto alla casse non c'è nessuno.
Come ti scrivevo ieri è stata una giornata un po' così. Innanzitutto ero a Milano e non in trasferta e la mia città mi ha accolto con un temporale di quelli estivi, con i suoi fulmini e tuoni ed una spolverata di grandine. Quel temporale che m'inseguiva giovedì sera mentre facevo ritorno alla città meneghina per gentile concessione della macchina che ha deciso di fare la brava e di partire. Già “ha deciso di partire”. Nel viaggio di andata, fatto di domenica pomeriggio, a causa delle pochissime ore di sonno e della ricca libagione, mi fermo all'autogrill per bere un po' di acqua e decidere se è il caso di fare una pennichella prima di ripartire. Il parcheggio è pieno di tifosi dell'Inter e di alpini che tornano a casa. Troppo rumore e via vai per dormire. Anche se davvero stanco decido di ripartire, ma la macchina non ne vuole sapere. Provo e riprovo ma nulla. Telefono al pronto intervento (cioè al mio babbo) per chiedere consiglio. Appena gli dico i sintomi parte il caziatone:
“ dove hai fatto benzina?”
“ in zona Bisceglie”
“ perchè non sei andato dal nostro benzinaio?”
“ ero di fretta”
“bravo, hai fatto benzina sporca”
“ ed ora cosa faccio?”
“ aspetta un po' che lo sporco scenda, compra un additivo per pulire il motore, fai il pieno con la 98 e poi riprova”.
Mi metto di buzzo buono a dormire in macchina. Passa una mezz'ora, mi sveglio e faccio quanti mi è stato detto.
La macchina parte e tra additivo e 98, la sento anche più brillante.
Arrivato a parcheggiare la macchina si ferma a 2 metri dall'arrivo. Provo a farla ripartire, ma lei non ne vuole sapere. La spingo, la scarico dei bagagli, la chiudo e me ne vado in residence a dormire.
Se ti chiedi perchè sono partito di domenica e tornato di giovedì la cosa è presto detta: visite mediche. Venerdì devo prima fare il tagliando dal dentista e poi ho la visita medica aziendale, ne approfitto anche per fare un giro in ufficio e sentire un po' come va.
Lì scopro che l'ufficio si sta trasformando in una stazione, c'è anche il deposito bagagli. Scopro che ci sono nuovi arrivi, che ci saranno nuove partenze, che qualcuno ha già prenotato per l'estate un treno carico di felicità mentre qualcuno ha già dato. E poi ci sono quelli a cui hanno cancellato la partenza o perso il bagaglio o che hanno dovuto rincorrere il capo stazione per segnalare problemi e via dicendo. Ed i pendolari che ormai ci hanno fatto il callo e si rassegnano ad andare avanti ed indietro senza più dire nulla.
Cosa dire del resto della settimana. Non sono stato un gran che bene, sarà l'età.
Mi sono scontrato con un gruppo che si potrebbe benissimo trasferire a fare uno spot sul concetto di statale burocratizzato.
Seguo le loro regole ed i dettami, e noto che per la quarta volta mi inviano lo stesso file con lo stesso errore. Essendo loro i responsabili chiedo chiarimenti.
Il loro capo manda una mail, leggermente incazzata, dicendo che non è compito loro dare spiegazioni ma dovrei chiedere al cliente. Tempo 30 secondi e la responsabile del progetto chiama la mia collega gridando e cosa. Dopo mezz'ora, dove vedo la mia collega applicare tecniche zen di respirazione la capa si calma e capisce che l'errore è loro e non nostro. Che anzi noi non abbiamo fatto altro che seguire le loro indicazioni. In tutto questo io non sono neanche stato nominato. La collega intanto è stravolta. Per la prima volta è lei a pressare per andare a casa. È davvero arrabbiata. Ed io che credevo di essere l'unico a non aver fatto il callo a certi comportamenti, ed invece. Durante la settimana vedo che il giochetto che hanno tentato di fare con noi lo ripropongono con tutti i gruppi, ed intanto noi stiamo andando sempre più lunghi, solo perchè un gruppetto si è intestardito e vuole almeno 8 livelli di approvazione per iniziare a fare il proprio lavoro. Insomma ad un certo punto volevo chiedergli se avevano anche l'appalto per la Salerno Reggio Calabria. Ma lasciamo stare.
Tutto il resto è coreografia e scenografia, e visto il mio basso senso artistico evito di prolungarmi.
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09 maggio 2010

Tra Alba e Tramonto – 7° puntata


Buona FESTA DELLA MAMMA caro lettore.
Eh già, oggi è il giorno in cui si dovrebbe ringraziare tutte le mamme, ed io ne approfitto per ringraziare la mia.
GRAZIE MAMMA.
Ed ora torniamo al nostro settimanale resoconto delle avventure del consulente con fascino e valigia in giro per l'Europa (verrà forse il giorno in cui anche queste avventure supereranno le frontiere Europee???).
La prima cosa è il ritorno della collega, capa ed autista, dalla sua settimana di malattia. Quindi il viaggio di andata è stato nuovamente caratterizzato di chiacchiere e parole, mentre il tempo faceva un po' di bizze.
Lunedì si svolge come al solito, riunione, cose da fare, cose da programmare, punti da smarcare e via dicendo. Intanto si inizia a parlare di un paio di paduli probabilmente in arrivo, ma non ho avuto voglia o testa per mettermi a preoccuparmi. Quando il latte sarà versato vederemmo il da farsi.
Martedì inizia con una sveglia anticipata, senza colazione in “camera” perchè c'è da portare la macchina dal gommista. Faccio perciò colazione con la collega in un bar di Alba. La brioches non è proprio un gran che, il tè segue la falsa riga della brioches, e poi senza miele..., sul servizio stendiamo un velo pietoso. Almeno la spremuta era decente.
Ritiriamo la macchina giusto per arrivare con un ritardo accettabile in ufficio.
Martedì la pioggia, i minuti da recuperare, ed un po' di pigrizia ci consigliano di mangiare a pranzo un paio di panini alle macchinette. Così non siamo neanche costretti a combattere contro gli strali di dio Pluvio. Martedì altra giornata a fare ore piccole in ufficio, e per fortuna il periodo brutto doveva essere passato.
Mercoledì la dispensa inizia a reclamare a gran voce di essere rimpinguata e costringo la collega a portarmi a fare la spesa all'ora di pranzo, perchè la sera vorrei andare a fare una sgambata. Inizio così a farle pressione per andar via già dalle 19:00, così che tra un attimo, ho quasi fatto, aspetta leggo l'ultima mail e poi andiamo e via così... riesco ad essere alle 20:00 vestito di tutto punto per fare un giretto di corsa per le vie di Alba. Le nuvole sconsigliano giri sulle colline e quindi mi lancio per le vie del centro e della periferia. Peccato che all'inizio una zaffata di cioccolata mi trasmette la sensazione di annaspare in una tazza gigante colma della su detta bevanda, il che mi fa accelerare il passo e studiare un ritorno che mettesse case, vie, giardini tra me e e la fabbrica.
Ritorno a “casa” dopo meno di un oretta di corsa con una maggiore serenità. Giovedì inizia con una serie di parolacce ripetute. Nell'open space risuonano le seguenti parole: FUORI DAI C.....ONI ripetute come un mantra. La prima volta ci siamo guardati tutti in faccia, pensando di non aver capito, e quindi ci siamo azzittiti, ed il ripetersi più volte ci ha incuriositi. Finita la cantilena abbiamo mandato una spia a cercare di capire cosa fosse successo. Uno dei precari per antonomasia, con un contratto super precario, con l'incubo di essere lasciato a casa da un giorno all'altro, ha presentato le dimissioni al suo capo, e siccome il contratto aveva la clausola di “nessun preavviso è dovuto” da entrambe le parti, e sino a giovedì era stata l'arma per tenere il povero consulente per i gioielli di famiglia. Ed ecco la grande rivalsa. Consegnata la lettera di dimissioni, il suo capo la presa davvero male, ma questo novello eroe ha mantenuto una calma serafica e senza fare neanche una piega, ha raccolto le sue cose e se n'è andato.
Tutto questo è stato reso più burlesco dal fatto che per la sera del giorno dedicato a Giove era previsto l'evento mondano. Il festeggiamento dei compleanni di alcune persone dell'open space, tra cui anche il mal capitato capo stritolatore.
Va da sé, caro lettore, che se hai già letto gli altri post, avrai già immaginato che all'evento siamo arrivati in ritardo a causa del padulo serale, per cui la mia capa è entrata in trip, come dicono i giovani, e non si poteva staccare dal PC sino a quando non avesse capito dove era l'inghippo. Caro lettore se sei uno di quelli assidui nella lettura di questo improbabile diario, saprai anche del mio super potere di perdermi anche con la mappa in mano. Il che mi permette di vedere sempre posti nuovi, cosa non apprezzata dalla capa, ma comunque in un modo o nell'altro arriviamo all'osteria, dove il buon cibo, il vino, le parole, le risate, sono quelle cose che ti fanno apprezzare di più i posti lontani da casa.
Venerdì speso tra l'ennesima riunione, in cui la capa progetto ha dimostrato nuovamente la sua “incapacità” ad affrontare alcuni eventi. Durante la presentazione della video conference ha tranquillamente “schifato” me ed un'altra ragazza, non essendo noi considerati “esperti”. E fin qui potrei anche sorvolare, ma quando chiedendo alla mia capa, davanti a me ma come se non ci fossi, cosa ci facevo lì... beh la respirazione ZEN aiuta in certi casi.
Nel pomeriggio incontriamo dal vivo alcuni utenti turchi che sono venuti in Italia per dei corsi. Con loro passiamo un pomeriggio di spiegazioni e domande, che ci trasmettono anche un po' di fiducia sulla nostra avventura ottomana.
Il ritorno a casa è fatto di parole dette a caso nel vero senso del termine. Una specie di dibattito sull'aria fritta.
Poi solo casa, famiglia, notizie, cena e letto.
Dedica speciale all'Eroe della settimana

… all'inseguimento del sole ...

01 maggio 2010

Tra Alba e Tramonto – 6° puntata


Buona festa dei lavoratori caro Lettore.
Questa festa come non mai la sento “dovuta” questa settimana. Eh già, questa è stata una settimana molto complicata, iniziata con un SMS domenica ricevuto intorno alle 22:00 in cui la collega mi informava che non stava bene e che mi sarei dovuto arrangiare per la trasferta di quella settimana. Peccato che io avevo appena finito un fine settimana un po' pieno, avevo chiesto a mio padre di portare la macchina dal meccanico per fare un paio di controlli, la macchina quindi era in riserva strategica, ed altre piccole cose, ed invece ribalta tutto e per uno come me che tende a programmare con un minimo anticipo perchè è sicuro che altrimenti invece di una se ne dimentica dieci di cose, la situazione non è bella, ma ormai ho imparato ad affrontare questi “”piccoli” ostacoli.
Lunedì mattina sono in auto, riesco a fare benzina al pelo prima di entrare in autostrada facendo anche un paio di manovre non del tutto lecite, cerco di tenermi sveglio ascoltando musica e cercando di ricapitolare tutte le riunioni e le cose che devo fare questa settimana. Arrivo in ufficio che sono già stressato. Ho un sacco di cose da fare prima della riunione di avanzamento, e non ho notizie della collega, quindi non so molto dei suoi avanzamenti e mi aspetto domande in proposito.
Al SAL scopro anche che c'è il capo al cubo, cioè il capo del capo del capo, bene, e si siede al mio fianco, meglio. Riesco a barcamenarmi alla meglio, superando la prova con una dignitosa sufficienza, almeno spero.
Finita la riunione ho giusto il tempo di mangiare, cercare di perdermi, cercare di parcheggiare sul sagrato di una chiesa durante un funerale, cercare di trovare parcheggio con un caldo assurdo, cercare di perdermi a piedi per trovare la sede della riunione prima per strada e poi nel labirinto dei cunicoli visto che neanche la segretaria all'ingresso sa dove sia l'ufficio dove mi aspettano. Arrivo e dopo cinque minuti di riunione sono già convinto che la riunione sia inutile, c'è metà degli invitati, e tutti cercano di scaricare responsabilità sugli altri, presenti o no. Io scopro che il collega che doveva seguire una parte del lavoro non ha fatto nulla, e siccome si era proposto per darmi una mano, mi è toccato fare tutto da solo. La prima sera ad Alba arriva ma a me sembra di aver già lavorato per tre. Ed ecco che martedì la conferenza telefonica salta, a causa di nessuna risposta dall'altro capo del telefono. Non perdo la speranza, anche se il mal di testa consiglierebbe di andare a casa e farla finita così. Incomincio ad attivare un po' di conoscenze, così che ricevo la telefonata dal mare Egeo che aspettavo, dove ad ogni mia domanda ricevo almeno tre risposte diverse ed ovviamente una l'opposta dell'altra. Ma ricevo garanzia che il lavoro sarà fatto come richiesto.
Ed ecco che il lavoro si accumula come il mal di testa. Arrivata sera, mi sembra che vada sempre peggio. Mia madre è dovuta partire all'improvviso per il paesello dov'è venuta a mancare una sua zia. Sono uno straccio.
Mercoledì mattina duro risveglio. Non c'è acqua calda. Mi tocca fare la doccia con acqua fredda e questo non aiuta il mio stato fisico. Passo l'intera giornata ad organizzarmi per la riunione di domani, cercando di recuperare un po' di lavoro. E quando penso di essere a buon punto ecco un altra mail. Faccio la mia analisi e poi scapo a casa. Questa sera c'è anche “la partita”. Ma sono stanchissimo. Vedo la partita a tratti, solo quando gli occhi restano aperti ed in tanto i piatti si accumulano nel lavello.
Giovedì mattina ed ho una serie di sveglie per essere sicuro di non fare tardi alla riunione. Riunione che si rivela fiume. Io cerco di rimanere concentrato, ma alcuni passi lo ammetto li perdo. La sala è afosissima, l'audio fa come al solito i capricci, ed io non sono ancora in forma. Metteteci che non tutti sono allineati, il che significa inutili perdite di tempo.
Passo il primo pomeriggio a preparare i documenti post riunione, e la seconda parte a spiegare al capo che io il lavoro richiesto l'ho fatto che probabilmente non si è accorta che il sistema visualizza solo i primi 15 file e non tutti, ed essendo il mio il 16° file era nella pagina seguente. Ovviamente a questo punto ho dovuto dettarle tutte le modifiche fatte perchè lei aveva già iniziato a lavorare sul 15° file. Mi ha ovviamente chiesto chiarimenti su un punto che gestisce la collega malata, quindi mi sono dovuto allineare al volo e scrivere mail sullo stato dell'arte a tale proposito. Insomma avevo progettato di uscire presto e sono uscito ancora più tardi del solito.
Venerdì è arrivato come il sabato del villaggio. Tutti i capi erano impegnati, e quindi io avevo un po' meno fiato sul collo. Sono riuscito a concludere il mio lavoro, più o meno, ed anche la mail delle 17:50 non mi ha dato tanto fastidio. Ho iniziato a dare un occhiata, segnalando le cose principali e rimandando l'analisi di dettaglio a lunedì. Alle 18:07 sono uscito finalmente dall'ufficio e sono partito in direzione casa. Per non pensare all'ufficio ed al lavoro ho infilato nell'autoradio una vecchia cassetta di musica spagnola e via, ed anche se la macchina ha sposato la politica dei cowboy, lasciandomi senza frecce, arrivo a casa sano e salvo avendo collezionato una quantità ragionevole di insulti.
… all'inseguimento del sole ...