22 maggio 2010

Tra Alba e Tramonto – 9° puntata

Caro lettore altri sette giorni, più o meno, sono passati. Sette giorni fatti di ore e minuti, fatti di un sacco di parole e di qualche risata, di una corsettina e di cibo in scatola, di grigliata e pasticcini e di pranzi saltati, di aspettative e di rabbia, di sorprese e di tristi conferme. Una settimana come tutte le altre o forse diversa da tutto ciò che è stato e che sarà.
Come la maggior parte delle settimane anche questa inizia di lunedì. La collega mi aspetta come al solito alla fermata della metropolitana. Il pensare che staremo in Piemonte solo quattro giorni, mi aiuta. Non so come ne perchè ma la settimana mi pesa in preventivo, prima ancora di iniziare. Per fortuna che un triplo compleanno porta un po' di allegria, e di pizzette innaffiate da aranciata e tè.
Con questo lauto spizzicare decidiamo di saltare il pasto, per mantenere la linea e lavorare.
Preso dalla folla, dei festeggiamenti, dai diciotto sistemi aperti tutti con lo stesso front end, la pressione dell'ennesima riunione e via dicendo commetto il mio primo errore, ma lo scoprirò solo l'indomani, io ed altri cento, per lo meno. Comunque non anticipiamo i passaggi.
Prima c'è stata la consegna degli obbiettivi per questo progetto, e se pensate che è iniziato già da due mesi, va beh lasciamo stare. Comunque si parla di cosa l'azienda si aspetta da me, cosa si aspetta il team leader ed il progetto e cosa mi aspetto io da tutti loro.
Si fa come al solito tardi, ed inizia l'epopea del cibo in scatola.
Martedì scoppia il caso del mio errore. Ovvio che questo viene sbandierato ai quattro venti da un gruppo di burocrati repressi che si sono sentiti scavalcati dalla mia azione. Seguono almeno venti mail di responsabili e cose. Io mi prendo la sciacquata di capo e cerco di farmi piccolo, anche se ho una gran voglia di rigare la macchina a certi personaggi. Vedo di concentrarmi sul lavoro da fare, sull'analisi e sul resto. La team leader ripropone il suo refrain di voler uscire presto, ed infatti usciamo così tardi che la convinco ad andare fuori a cena. In pizzeria abbiamo anche la fortuna di trovare un cameriere che ci intrattiene con i suoi discorsi ed i racconti della sua vita, interrompendo a caso le chiacchiere che io e la collega cerchiamo di intavolare.
La pizza non è male mentre a guardare il caffè macchiato ha davvero un brutto aspetto, ma non sono amante di certe droghe, quindi mi tange poco.
Mercoledì ed io risento ancora del giro di mail che riguardano il mio errore. Per questo vengo anche preso in giro dai colleghi che cercano di tirarmi un po' su di morale.
Sento la voglia di scaricare un po' di stress correndo e riesco a convincere la collega ad uscire un po' prima, il che significa dieci minuti prima dell'ora del tg serale. Una telefonata di un amico mi fa fare tardi, e sono quasi tentato di non uscire più, ma non posso. Sento proprio il bisogno di uscire a respirare un po' d'aria. Esco e decido di non allontanarmi troppo, visto l'ora tarda. Vedo che oltre a me c'è qualche altro ritardatario della corsettina, che come me a deciso di fare un paio di giri del parchetto vicino alla piscina. Faccio i miei giri e poi torno un po' più rasserenato in residence, doccia e cena con un po' di tv, che vedo ma non guardo. I piatti se non si laveranno da soli nella notte dovrò rimproverarli e fare a loro una bella lavata di capo.
Giovedì. Nero. Vorrei proprio rimanere in residence. Non andare a lavorare e non fare nulla. Ma per fortuna che questo pensiero com'è venuto così va via e mi rimetto in pista. Lavo i piatti, rassetto un po' la camera, preparo la valigia e via. Tanto questa sera si torna a casa.
Sul lavoro la concentrazione è poca, e per evitare danni, mi metto a studiare flussi e procedure. Confesso alla collega il mio stato e lei mi assegna un compitino che in realtà avevo già iniziato a fare, e che a dire il vero mi fa passare il pomeriggio, ed anche un pezzettino di serata, visto che come al solito siamo gli ultimi ad uscire dall'ufficio.
Il viaggio di ritorno è fatto di guida a warp 2 con vari improperi a tutti i mal capitati che incrociavano, a torto o a ragione, la nostra traiettoria. Arrivo salvo e non so quanto sano a casa. È giovedì ma respiro già aria di fine settimana. Peccato che domani si debba andare in ufficio.
Venerdì è il grande giorno. Arrivo in ufficio, che è stranamente affollato, tanto che ricomincia la caccia alla sedia. Io vengo ospitato dal mio primo gruppo di lavoro. Tra chiacchiere e pause caffè arriva l'ora di andare dal dentista. Al ritorno si ricomincia tutto da capo, con mail assurde, richieste nebulose e cose di questo tipo. Scopro poco prima dell'inizio della riunione che ci ha portato ad essere a Milano, che del mio pre lavorato la collega non ha tenuto nulla, quindi le sere passate a lavorarci sono state forse buttate. La riunione a dire il vero risulta essere una delle meno noiose degli ultimi quattro anni, cioè da quando sono in questa azienda. Ci sono anche notizie di chi viene (una collega è in dolce attesa) e di chi va (una collega passa alla concorrenza). Ovviamente si sfora come al solito con gli orari. La sera poi l'evento mondano è la cena offerta a chi è sopravvissuto ed ha ancora la forza di restare con gli altri. Le chiacchiere, aiutate dal vino, si fanno sempre più leggere e la serata risulta anche essere piacevole. E poi viene il momento dei saluti e del ritorno, stanco, a casa.



… all'inseguimento del sole ...

2 commenti:

Pietro ha detto...

Come ti capisco...in alternativa alla rigata d'auto, c'è sempre la cara, buona, vecchia testata...
Se vuoi ti passo la dispensa nr.6 del corso zen.

Carmine ha detto...

Ciao Pietro,
ecco perchè...
io credevo ci fossero solo 4 dispense...
Allora facciamo così, appena posso passo a prendere le dispense e magari faccio controllare dall'elettricista la resistenza umana, per vedere com'è messa.