30 giugno 2010

Parole e caldo


L’ora è tarda ed io sono davanti al pc, perché la tv non trasmette nulla che mi interessi ed ho una voglia da giorni di scrivere.
Volevo scrivere un post sull’inasprimento delle pene, delle multe e su come queste cose servano a poco se non si lavora sulla “cultura”, se non si insegna a rispettare le regole giuste ed a protestare contro le ingiustizie con la forza delle idee e delle parole e non del braccio… insomma volevo scrivere un pezzo di fondo, ed invece questo pezzo non sta neanche a galla e quindi… vediamo se nella vena creativa scorre ancora un po’ di arte o il colesterolo lavorativo ha intasato tutto.
Neanche la musica mi è di aiuto. Non trovo l’ispirazione per mettere di seguito parole e punteggiatura ma solo sabbia spinta da un vento caldo ed afoso che soffoca tutto anche il pesciolino rosso che di solito si diverte a nuotare nella mia scatola cranica.
La canicola di questi giorni, appena alleviata dal solito temporale estivo, non è di aiuto e questo pezzo si trascina sempre più come un ubriaco dopo una sagra di paese e quindi è meglio terminarlo qui, come i lavori della Salerno Reggio Calabria.

26 giugno 2010

Tra Alba e Tramonto – 14° puntata

Caro Lettore,
sono qui a cercare di mettere insieme le parole per descrivere gli eventi di questa settimana. A dire il vero avevo già in mente un canovaccio di cose da raccontare e su cui fare anche qualche battuta, ma poi venerdì sera è arrivata una mail da parte di un amico.
Ed ecco che tutti i pensieri hanno preso un'altra direzione. Le cose non sembrano più così importanti. La settimana è trascorsa, ed allora? La mia testa si è concentrata sulla frase: “non è + tra noi”.
Si parla di un compagno di università con cui avevo preparato un esame e che per un breve periodo ha fatto parte della cerchia di persone che frequentavo in università. Dire amico forse è troppo, ma non so. I ricordi si sovrappongono, quelli nitidi e quelli sbiaditi. Il caldo di un estate di anni fa, il gruppo di studio più variegato che si possa pensare, discussioni varie su metodi di studi e tipologie di professori. Pasta fatta in casa e progetti di vacanze post studio. Gelato e sigarette fatte a mano.
Ed ecco un salto al giorno della laurea e poi un altro in una carrozza della metropolitana. Quattro chiacchiere su cosa hai fatto dopo l'università, come ti trovi a lavorare lì, viaggi, non sei stato bene, mi raccomando non perdiamoci di nuovo di vista, a proposito sai che fine ha fatto... e la metro che riparte. Saluti veloci e promesse da marinai di risentirsi.
La vita riprende a scorrere. In un cassettino c'è l'immagine di quell'ultimo saluto, un po' sfocata.

Ed ecco caro Lettore perchè no ho voglia di parlare di giornate interminabili in ufficio, di lavori costati ore di riposo buttati via così, delle partite della nazionale, di compleanni festeggiati, di un gommone che ha creato 3 km di coda sul viaggio del ritorno, della puffo-mobile, delle comunicazioni a distanza con i turchi, delle solite cose del lavoro, del paesaggio che andando piano ha un altro profumo, dello sbagliare strade, di perdersi per trovarsi più convinti, dell'annuncio di nuovi arrivi, di come qualcuno vede l'evento solo come un problema perchè ci sarà una risorsa in meno, delle telefonate origliate, delle risposte che tardano ad arrivare, del cd turco che ho comprato... non so. Mi sembrano cose piccole a confronto.
Quindi caro Lettore, per questa volta la chiudo qui, dedicando a chi non c'è più questa canzone, il cui testo non capisco ma le cui sensazioni assomigliano a quelle che provo ora



...all'inseguimento del sole...

19 giugno 2010

Tra Alba e Tramonto – 13° puntata - Istanbul


Caro lettore eccomi tornato a scrivere su questo diario di avventure. La scorsa settimana lavorativa si può dire essersi conclusa ieri sera, forse.
Il periodo è molto complicato, e se ci si aggiunge che il sottoscritto ci ha messo del suo per aumentare l'entropia del caos, tanto che lavori di pochi minuti mi hanno portato via ore, lavori che credevo ben fatti si sono rilevati tutt'altro, tanto che è dovuta intervenire la mia capo-collega a sistemarle.
Per rendere tutto più facile, orari di lavoro che credevo di poter dimenticare, un incontro con il mio ex-capo che ha solo aggiunto peso al mio malumore, e come carico la notizia che un'altra collega che ha avuto a che fare con lui ha dato le dimissioni.

Ammetto di essere stato vicino a rinunciare, ad abbandonare la nave, di partire per un altro viaggio, di arrendermi. Ho sentito andare in fumo tutto quello che avevo fatto sino ad ora. Sacrifici, ore di studi, rinunce e via dicendo. E poi mi sono detto che non era così che si fa. I miei hanno fatto molti più sacrifici di quelli che sto facendo io, e si saranno anche lamentati tra loro, ma poi si sono rimboccati le maniche e sono andati avanti, e così hanno fatto molti dei miei amici, e quindi... e poi ho ancora troppi sogni da realizzare e molte cose da fare che non ho proprio il tempo per farmi prendere dallo sconforto. Ho guardato il fumo salire in cielo e guardato i resti dell'incendio ed ho pensato che se l'ARABA FENICE rinasce più forte dalle sue ceneri perchè non provarlo a fare anch'io.
Sabato mi sono alzato prima dell'alba, con solo un paio di ore di sonno per cercare di recuperare un po' di lavoro. Ho fatto una full immersion paragonabile solo al periodo pre laurea. Lavoro lavoro lavoro. A sera la collega mi avverte che è riuscita a sistemare i miei casini, il che mi ha rincuorato.
Domenica ancora un po' di lavoro da incastrare tra la solita corsettina e gli impegni con la famiglia. Quando ho incontrato il mio socio di corsa gli ho detto che credevo di non riuscire a fare molto. Lui mi ha detto di non preoccuparmi avremmo fatto quello che saremmo riusciti a fare, ma ormai mi conosce e sa che avevo bisogno di abbassare il livello di stress, così che abbiamo fatto più del solito, ed alla fine mi sentivo davvero meglio.
Lunedì si parte per la città delle città. ISTANBUL. Io e la collega ci siamo dati appuntamento per andare all' aereoporto insieme ed ovviamente ci siamo presentati entrambi in anticipo.
Scopro che a Malpensa, per i viaggi No Schengen non esiste la Lounge room e quindi la mia tessera da Frequenty Flyer la posso usare solo come... scegli tu lettore un immagine all'uopo, a me vengono in mente solo utilizzi illegali.
Vengo anche cacciato dai tavolini del bar, perchè per far prima ho ordinato al banco e mi sono portato da solo l'ordinazione al tavolo. Quando ho detto che avrei ordinato altro mi hanno detto che ormai..
In aereo ho avuto il piacere di mangiare il KEBAB a 4000 piedi s.l.m. Ho anche cercato di guardare uno dei film proposti. THE BLIND SIDE, solo che siamo atterrati prima che finisse, quindi se ci fosse qualcuno che potesse raccontarmi la conclusione. Io sono arrivato al momento in cui Big Mike chiama la “mamma” e si ritrovano davanti alla lavanderia dopo che lui ha scoperto che hanno offerto dei soldi per spingerlo a scegliere un certo college.
Atterrati veniamo accolti dal caloroso abbraccio della città. Cioè dai suoi 30 e passa gradi. Il primo contatto poi e con i vari tassisti e con il caotico via vai delle persone.
Prendiamo il taxi e dopo una scenetta impossibile da vedere in Itaia, l'autista che chiede il nr di telefono dell'ufficio dove dobbiamo andare per farsi dare le indicazioni stradale, cosa che farà anche durante il tragitto. Prendiamo l'autostrada per fare prima e scopriamo che ci deve essere un esodo estivo. Io mi disidrato sempre più e non ho la forza di preoccuparmi del modo “sportivo” che ha di guidare l'autista. Abuso della corsia di emergenza, repentini cambi di corsia, uscita in contro mano con inversione a U sulla rampa di uscita dell'autostrada. Lungo la strada avremo visto almeno 30 tamponamenti, una quindicina di mezzi in avaria, persone che attraversavano a piedi le varie corsie o che vendevano acqua e gadget. Ho visto anche una famiglia al completo fare un pic nic su un piccolo prato sul bordo della strada.
La città è davvero immensa. Ci viviono 14.000.000 di abitanti, più di tutti gli abitanti della Grecia.
Arriviamo in ufficio, che si trova in uno dei tanti grattacieli che si alternano con case più basse, e dopo i saluti di rito iniziamo a lavorare. I ritmi sono i soliti. Tanto cha rriviamo in albergo che è quasi martedì, ovviamente prima abbiamo avuto il piacere di provare la guida di un altro tassista, con uno stile di guida più da fuggiasco. Ceniamo dopo la mezzanotte, cosa impossibile nei paesi che mi hanno ospitato in altre avventure, ma qui a quell'ora c'è ancora un sacco di gente in giro e noi siamo vicini ad una delle strade più famose e lunghe per lo “struscio”. Tra le altre cose riesco a malapena a vedere il finale della partita della nazionale ai Mondiali.
La mattina colazione e via. Una sana giornata di lavoro. Primo incontro con gli utenti finali, che parlano solo turco. Riusciamo ad uscirne indenni. Ovviamente finito il training si continua a lavorare per recuperare, preparare, verificare e via così. Mercoledì si vive sugli stessi ritmi, con l'aggiunta della frenesia per l'arrivo dell'italiano dichiarante più ricco per un giro degli uffici.
Giovedì siamo quindi rilegati in un piccolo ufficio, con gli utenti, mentre nella sala accanto c'è il grande incontro ed in ufficio sono tutti in tiro, tanto che all'arrivo del gran capo si sono disposti come in parata.
Durante il corso, mentre spiego all'utente non solo come fare le cose nel nuovo sistema, ma anche cosa è quello che sta facendo, perchè per lui non è chiaro, inizia a piovere in ufficio.
Scopriamo che al piano di sopra stanno facendo le prove antincendio ed hanno usato un po' troppa acqua. Questo non ci ferma. Andiamo avanti per la nostra strada. Ed ecco che salta la linea internet. Ma ormai il mood è a palla e non ci ferma più nessuno.
Alla riunione con il gran capo hanno partecipato anche alcuni amici della mia collega e con loro decidiamo di andare a cena, non prima di aver finito un po' di cose, quindi usciamo un po' prima, cioè solo 4 ore dopo l'orario di chiusura. Andiamo a mangiare in un ristorante che si trova all'ultimo piano di un vecchio palazzo. La vista è molto migliore del cibo ma l'atmosfera è piacevole e gli amici della collega sono davvero affabili. Quindi ne viene fuori una bella serata.
Venerdì. Mezza giornata di lavoro perchè io torno a casa mentre la collega rimane per la seconda settimana di training per cui la mia presenza non è richiesta da parte dal capo progetto che deve tagliare i costi.
Io cerco di chiudere gli ultimi punti aperti e poi via.
Prendo un taxi al volo, come si vede nei film. L'autista parla solo turco ma si fa capire, tanto che intavoliamo anche qualche scambio di battute. Facciamo la strada del mare così ho l'occasione di vedere ancora un po' di questa immensa città. Per fortuna il traffico non è tanto. Arrivo in aeroporto e faccio almeno quattro code, primo controllo dei bagagli per entrare dove fanno i check in, poi check in dove stanno girando un documentario, controllo dei documenti in cui ho dovuto usare il fascino perchè non trovavo il fogliettino con il timbro d'ingresso, coda per entrare nella zona antistante il gate. Ho pensato di non farcela perchè tutte queste code erano ovviamente distribuite per tuta la lunghezza della struttura ma non in modo sequenziale, così che avrò fatto almeno un paio di chilometri. Salito finalmente sul vettore, assisto alla lite tra il mio vicino ed un altro passeggero per l'uso della cappelliera, poi una lunga coda di preti. Roba da Final Destination.
Quando in volo poi l'hostess ha cercato un medico ho iniziato davvero a preoccuparmi. Uno dei colletti “bianchi” della chiesa è svenuto. Per fortuna nulla di grave ha detto il dottore, che comunque lo ha assistito per tutto il viaggio.
Atterriamo in perfetto orario e poi via a casa e penso che Istanbul merita proprio di essere visitata.



… all'inseguimento del sole ...

13 giugno 2010

Tra Alba e Tramonto – 12° puntata

Caro lettore,
a causa di problemi tecnici la puntata di questa settimana non andrà in onda.

Questa sarà recuperata al più presto.

Buona settimana

Sempre tuo

Consulente con fascino e valigia

06 giugno 2010

Tra Alba e Tramonto – 11° puntata


Caro lettore, eccomi di nuovo qui a cercare di mettere sotto forma di parole questi giorni trascorsi la dove ero abituato vedere il Sole tramontare.
Parto nel pomeriggio della giornata dedicata alla nostra Repubblica, con o senza banane, e con una domanda per la testa. Una di quelle domande che mi sarò sentito fare mille volte durante la mia ricerca di lavoro: “COME SI VEDE TRA 5 ANNI?”. Mentre penso ad una possibile risposta, scopro che c’è un accordo tra una coppia di automobilisti da stereotipo:
il primo, anziano con cappello sulla cappelliera e moglie a lato, che guida una macchina troppo potente per i riflessi che ha;
il secondo un giovane rampante che guida l’auto di papà ad una velocità non proprio legale.
I due decidono di ridurre le distanze tra generazioni, non facendo caso che io mi trovo in mezzo, come il prosciutto nei toast alla francese. La cosa divertente è che loro attentano prima alla mia vita fisica e poi mi ricoprono di improperi.
Mi ci vogliono almeno venti chilometri per riprendere contatto con la vita terrena e smettere di ringraziare i miei santi ovunque essi siano.
Mi rimetto a pensare alla domanda su citata, ma ogni volta rivedo l’effetto pane e frittata appena evitato e quindi decido di rimandare la riflessione astrofilosofica a tempi migliori.
La puffo machine mi porta con calma a destinazione. Mi da anche il tempo di scaricare le valigie, o meglio un sacchetto, e scappare via di corsa al cinema. Vado a vedere il film di Sabina Guzzanti nel piccolo cinema parrocchiale che ha già avuto il piacere di essere citato tra questi post.
Non commento il film per non togliervi il piacere di farvi un opinione vostra.
Giovedì inizia con una marea di mail da leggere, di casini fatti da altri da sistemare, da piccole cose che si sistemano ed altre che vanno a ciccia. Il mio piano di lavoro si reca a meretrici cinque minuti dopo averlo scritto, così che riesco a fare le attività programmate, e non tutte, solo quando tutti se ne sono andati, con l'ultimo degli stacanovisti che mi chiede se ho le chiavi dell'ufficio.
Caro lettore non pensare che sia tutto qui. Arriva anche la mail che preannuncia la prossima partenza per la Città delle Città. L'informazione è criptata come nei film di spionaggio di Ridolini:

Per favore prenota l'albergo da lunedì a venerdì per le seguenti persone: Nome 1; Nome 2; io; Nome 3. Grazie.

Ecco come scopro che partirò. Da qui si innesca tutto il solito circo di trovare anche i voli, che coincidano negli orari e via di seguito e passare tutte queste informazioni a chi deve prenotare, e fidatevi non sempre la cosa è semplice come sembra.
Esco che anche l'ora della cena è trascorsa. La temperatura ora è piacevole e torno in residence con calma ed inizio a scrivere queste righe.
Venerdì mattina e butto i panni sporchi nella mia valigia super de luxe che farebbe invidia a un senza tetto, forse.
La puffo machine mi accompagna nel breve tratto dal residence all'ufficio. Parcheggio e penso che forse dovrei mettergli un po' di crema solare.
In ufficio vengo proiettato subito sulle attività da fare, il gruppo in Turchia arriva con mille richieste, e non tutte a me direttamente riconducibili. Io mi sento sempre più come Don Abbondio, ma a differenza sua io non mi faccio spaventare dai vasi di ferro e vado avanti. Cerco di sistemare un po' tutto. Ecco che mi becco le lamentele di un collega su come sta procedendo l'attività, ed io a spiegargli che sono bloccato in attesa di un autorizzazione che non vuol arrivare, perchè nessuno si prende la responsabilità,
Ed io a tranquillizzarlo. E poi a fare telefonate qua e la per sistemare almeno il minimo indispensabile, così scopro che non sono stato messo a conoscenza di alcune decisioni che riguardano anche il mio lavoro. Io intasco ed indosso il mio miglior viso, visto che il gioco non è proprio buono. Le ore passano e vedo che on sono l'unico messo male. Qualche tecnico deve aver combinato un casino ad orologeria che scoppia appena passate le 18:00. I colleghi iniziano a lamentarsi sempre più ad alta voce. Io che non volevo essere il primo ad andar via sono costretto a rimanere ancora un po'. Alla fine i due più alti in grado rimangono a sistemare ed io scappo che manca poco alle 19:00.
uscendo scambio due chiacchiere con la ragazza all'ingresso sul caldo afoso. Mi chiedo se ho l'aria condizionata in auto... le rispondo come nel più classico modo dei tempi che furono: ma quale aria condizionata, finestrino giù, braccio fuori, radio a palla e testa ciondolante a ritmo di musica, e così è.
Dovrei far incidere sul cruscotto della puffo machine la scritta CHI VA PIANO VA SANE E VA LONTANO, ma sarà forse in un'altra storia.



... all'inseguimento del sole ...