18 luglio 2010

Tra Alba e Tramonto – 17° puntata


Caro lettore, scrivo queste righe dal mio appartamento a forma di fetta di formaggio.
Come è mia abitudine sono partito domenica nel tardo pomeriggio, per poter cominciare la prossima settimana senza il trauma della sveglia all’alba, del traffico, degli imprevisti e le probabilità, e del vai in prigione senza passare dal via…
Lungo la strada ho cercato di ripensare alla settimana appena trascorsa, con le sue riunioni, le mille parole, i saluti per chi partiva per le ferie o per chi era appena tornato. Delle mail arrivate, del lavoro che doveva essere finito a metà maggio e che invece è ancora in formato provvisorio, dell’essersi offerto volontario solo perché tutti gli altri si sono tirati indietro e tu sei rimasto da solo su quella maledetta riga.
Di quanto ti sarebbe piaciuto poter fare quelle domande a chi dovrebbe darti le risposte, ma sai che se solo provassi a farle ti taciterebbero di essere il solito rompi pur di non darti una risposta. Del piacere effimero che proveresti a sorprenderli prendendoli a testate. Della ricerca di un mantra che ti rilassi e non ti faccia licenziare per giusta causa, e magari ti eviti anche una gastrite. Di come è bello i paesaggio al tramonto, dove pensi che se avessi un po’ di tempo ti piacerebbe visitare i dintorni.
Di cosa c’è da fare lunedì, delle persone da vedere, delle mail da mandare, della ricerca di un posto dove pranzare, visto che le serrande iniziano a scendere, della piccola spesa da fare, della proposta di iscrivere questo blog ad un aggregatore per aumentarne la visibilità e via dicendo…
Scusa lettore, mi stavo dimenticando di raccontarti di ciò che è stato e non solo immaginato nella mia mente.
Lunedì giornata di riunione per vedere un po’ a che punto siamo e per sottolineare che il sottoscritto tra due settimane sarà fuori dal progetto. Dei ritardi di certi lavori. Delle lamentele di chi doveva fare quel lavoro scaricando le responsabilità sui key user. Dell’ennesima video conference da organizzare, in cui io non sono stato invitato, e dove metà delle domande mi vengono girate perché i partecipanti non ne sanno nulla. La mia collega inizia ad informare tutti che io da agosto cambierò attività progettuale e cerca di capire cosa potrei finire a fare.
martedì mi viene in mente solo lavoro ed il primo contatto con un altro gruppo, che prima della fine della settimana mi chiederà di porre in essere l’attività per cui io aspetto risposta di metà maggio. Martedì è anche il giorno in cui riusciamo a far lavare la macchina aziendale, chiedendo gentilmente alle persone che se ne occupano se facevamo ancora in tempo visto l’approssimarsi dell’orario di chiusura.
Mercoledì la mia testa è sempre più orientata alla consegna delle pagelle ed alla valutazione dei miei colleghi. Per poter pensare ad altro convinco la collega a non fare sera di nuovo in ufficio, così da poter correre un po’. Il caldo si sente ma anche il profumo degli alberi e dei prati. Del grano e del fieno, insomma della natura e non dello smog. La corsa ha fatto bene anche alle mie sinapsi che un po’ si sono sbloccate, anche se sono ancora un po’ incrostate.
Giovedì cerco di lavorare, ma ottengo davvero poco. Mi concentro su cose semplici ed automatiche, così da poter pensare ad altro.
Giovedì sera è anche il momento dell’evento mondano. Si va fuori a bere una birra con una paio di colleghe. Lettore non fare pensieri maliziosi, una è accompagnata e con prole e l’altra è fidanzata, quindi la serata è dedicata a Bacco a quattro chiacchiere e basta.
Andiamo in un locale in un paesino vicino ad Alba, visto che la capitale delle langhe non ha grandi offerte per nottambuli. Pensate che in uno dei giornalini che si trovano nei bar, dove ci sono le indicazioni di locali e ristoranti, nella sezione vita notturna ci sono solo due locali ed uno chiude alle 19:30. La serata inizia in ritardo, il locale è semideserto ma molto caratteristico, la birra è buona e non si mangia male, la musica è bella ed il servizio è gentile.
Venerdì la testa sembra essersi ossigenata bene e produco più di quanto avessi pensato. Tanto che riesco ad uscire ad u orario legale per tornare a casa. Va da se che se hai solo i coperchi, poi qualcuno un paio di pentole te le piazza. Sulla strada del ritorno trovo un incidente che crea un paio di chilometri di coda alla partenza, i soliti lavori in corso, e poi la tangenziale di Milano è bloccata come se fossero le 18 e non le 20 passate.
Stanco arrivo a casa e della prossima settimana cerco di dimenticarmene.
… all’inseguimento del sole …

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