18 ottobre 2010

Tra Alba e Tramonto – 29° puntata


Caro lettore, sono ancora qui. Qui davanti al monitor a pigiare tasti ed a mettere insieme le parole per raccontare le mie avventure, eppure questa settimana appena trascorsa forse meriterebbe più un racconto di ciò che è successo tutto intorno che quello che ha vissuto il tuo consulente con fascino e valigia. Quindi potrei raccontare dei soldati Italiani che hanno perso la vita in una terra lontana al posto delle sensazioni di tristezza che mi prendono ogni tanto; degli scontri durante la partita della Nazionale Italiana con quella Serba, al posto dell'evento sportivo; della liberazione dei minatori cileni al posto dell'evento mondano; delle critiche di Santoro al posto delle telefonate del mio capo; del riconteggio delle schede in Piemonte o dell'ennesimo lavoro noioso affidatomi; potrei anche farlo, ma andrei a snaturare il significato recondito di questa rubrica. Perciò, caro lettore, preparati a leggere dell'ennesima settimana trascorsa tra le colline delle Langhe.

Lunedì mi trovo dopo tanto tempo a fare di nuovo il passeggero nel viaggio da Milano ad Alba, mi trovo di nuovo a chiacchierare di lavoro e di tutto il resto con la mia collega. Il traffico ci fa leggermente tardare in ufficio, ma roba davvero irrisoria, ma quanto basta per sentirmi dire al mio ingresso: “NON TOGLIERTI IL CAPPOTTO CHE DOBBIAMO ANDARE AD UNA RIUNIONE” dalla nuova responsabile dell'ufficio. Va da se che io non ho mai ricevuto alcuna comunicazione di sorte e non so neanche di cosa si andrà a parlare. Vengo pertanto aggiornato nel breve tragitto tra l'ufficio che ci ospita e quello dove si terrà la riunione. Mi trovo così gettato in mezzo a discussioni tecniche di flussi e dati, di sviluppi ed eccezioni. Ala fine mi toccherà anche redigere il rapportino sull'incontro. Tornato in ufficio mi tocca recuperare un lavoro lasciato pendente venerdì sera. Sembra che abbia anche una certa urgenza.

Tornato a sera inoltrata in residence crollo quasi subito e mi risveglio che è già martedì.

Martedì scorre tra fare una cosa e l'altra. E nella totale immobilità non mi rendo neanche conto che si è fatto tardi e che l'evento sportivo lo guarderò in tv anziché viverlo. Corro in residence giusto per il fischio d'inizio, ma questo non c'è. Tra un guazzabuglio e l'altra l'evento va in fumo ed a me non resta che andare a dormire.

Mercoledì lo vivo tutto in attesa dell'evento mondano. Eh sì. Si va a cena a Rivoli e si incontrano i vecchi colleghi con cui ho iniziato le mie avventure. Nella paura di far tardi arriviamo largamente in anticipo, mentre i ritardatari storici non si smentiscono. Si chiacchiera e si nota come alcune cose sono cambiate mentre altre sono sempre le stesse. Ahimè come un novello Cenerentolo devo scappare e tornare ad Alba prima che sia troppo tardi e che ci si trasformi tutti in zucca, ma rivedere i vecchi colleghi mi ha fatto davvero piacere.

Ed eccoci a giovedì. Finalmente concludo il lavoro noioso che mi era stato affidato. Faccio i miei controlli preliminari, un paio di test, e poi vado in produzione. La nuova responsabile resta sbalordita nell'apprendere, ad un orario non più da ufficio, che ho finalmente finito questa impresa bibblica. Sono talmente annoiato dall'attività che non riesco neanche a prendere l'invito di un collega per una uscita serale. Mi scuso e gli dico che non posso perdere Rocky2.

Venerdì. Nulla tranne l'ennesima dimostrazione della stupidità dell'orco, che dovendosi presentare ad una riunione indetta giorni fa, da lui, chiama per un aiuto quando ormai è al casello dell'Asti-Cuneo. Per fortuna che lui è molto gerarchico e quindi, essendo io di livello inferiore a quello della collega, non vengo considerato. La collega dopo 2 minuti di telefonata è già nera. La telefonata durerà dieci minuti circa e lascerà uno strato di nervosismo che si protrarrà per tutto il pomeriggio, sino a quando, a sera, veniamo convocati per un allineamento su quanto è stato detto. Questo viene fatto durante un aperitivo offerto dall'amministratore, perchè se fosse stato per l'orco ci saremmo dovuti forse accontentare di una telefonata.

Ripartiamo insieme dal parcheggio dell'ufficio. Noi avanti e l'amministratore, con l'orco, dietro. Tempo tre rotonde e li perdiamo; e dire che la collega si è contenuta con la velocità. Chiamiamo per sentire cosa è successo e scopriamo che si sono fermati al pit-stop. Senza più remore la collega spinge per arrivare a casa ed intanto intavoliamo l'ennesima analisi su quanto è successo, arrivando nuovamente alle stesse conclusioni, ma questo è lavoro e non più storia.

...all'inseguimento del sole...

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