21 novembre 2010

Tra Alba e Tramonto – 33° puntata

Caro lettore, chi sa cosa avrai pensato di questo povero consulente con valigia e fascino, che di colpo non si fa sentire senza dare nessun preavviso. Spero nella tua clemenza, in quanto i motivi della mia latitanza sono legati a motivi di salute.
Eh già, questo povero scrittore ha dovuto abbandonare il luogo di lavoro, i colleghi e poi la capitale del Tartufo bianco per tornare, non senza difficoltà a casa a causa di una presunta infiammazione della cervicale, o così sembrava.
Ma vediamo se la quantità di antidolorifici, antiinfiammatori, reggi braccio e collarino, 5 medici hanno cancellato gli eventi successi.
Ormai si parla di lunedì 8 novembre, sveglia presto perchè alle 10 ho un corso in stabilimento per l'uso di un applicativo del cliente. Ci troviamo in uno stanzone in 5, con un professore, che non ha nulla del professore ma che si capisce che ne sa, e quando ripete per la terza volta: “QUESTO L'HO FATTO IO” vorrei partire con gli applausi, memore di eventi passati dove ben altri eroi si erano lanciati nell'uso di questo enunciato.
Pranzo frugale e poi in ufficio. Giornata come le altre, in attesa del suono della campanella.
Martedì mi sveglio un po' incriccato, ma penso che sia dovuto alla notte un po' agitata.
Vado in ufficio, ma le cose vanno di male in peggio. Decido di anticipare un attimo la pausa pranzo e vado in residence a coricarmi. Torno in ufficio, ma tutti mi dicono che ho una faccia un po' troppo sbattuta. Decido per andare in farmacia e poi a riposo in residence.
Gli antidolorifici attenuano il dolore, e la pomata qualcosa fa, ma il mercoledì mattina faccio fatica ad alzarmi dal letto, chiamo in ufficio e do forfait. Il dolore non si attenua e stare solo in residence non aiuta. Prendo la decisione, imbottito di antidolorifici e pieno di pomata me ne torno a casa.
Riesco a guidare, grazie al fatto che l'autostrada è tutta dritta e messa la 5° la parte destra la posso lasciare a riposo. A 30 km l'effetto dei medicinali inizia a scemare, dal casello a casa è una valle di lacrime, ma stringo i denti e piano piano arrivo sino al caldo casolare.
Passo il resto del giorno tra antidolorifici un po' più forti e pomate miracolose. Giovedì mi faccio accompagnare in ospedale. Ovviamente le cure erano sbagliate.
Nuovo set di medicinali e l'avviso che ci vorrà tempo.
Da allora, sono passati i giorni con me imbacuccato tra collarino e reggi braccio, punturine, creme, rimedi omeopatici, visite del medico fiscale e gran noia.
La rubrica riprenderà il suo scorrere nel nuovo mese, caro lettore. Un po' di pazienza.



… all'inseguimento del sole …

06 novembre 2010

Tra Alba e Tramonto – 32° puntata

Caro Lettore, l’autunno ormai sta volgendo all’inverno. I caldi colori delle foglie stanno lasciando spazio allo scuro dei rami. Continuo ad incontrare le stesse persone sulla mia strada, solo un po’ più imbacuccate, ma con lo stesso sguardo, o quasi. Non sono più una novità, ma anch’io inizio a far parte del paesaggio.
Dopo mesi anche qui mi sto creando dei rituali. Il primo è la riscoperta della radio.
Ormai cerco di organizzare il viaggio in modo che una trasmissione radio CATERSPORT mi faccia compagnia. La mattina a colazione mi fanno compagnia le voci di TUTTI PAZZI PER RDS. E la sera, quando la giornata è ormai conclusa ecco che la musica e le parole di VIRGIN RADIO mi cullano nel mondo di Morfeo.
Un tornare all’antico, quando a casa la televisione c’era solo in salotto ed in cucina, dove si passava la maggior parte del tempo, si chiacchierava e si ascoltava la radio. In camera da letto c’erano solo armadi e letti, e si veniva cullati dalle nenie dei nonni.
Ecco, forse la mia è la ricerca del passato, di quel tempo in cui tutto sembrava semplice e l’unico pensiero era, fatto i compiti, prendere la bici o il pallone? Va beh, un po’ di nostalgia. Ma ora è tempo di parlare dei giorni trascorsi.
Halloween l’ho trascorso ad Alba, visto che il giorno dedicato a TUTTI I SANTI, l’ho passato a lavorare. Chi dovesse pensare che lavorare in giornate di vacanza dovrebbe essere una pacchia perché non c’è nulla da fare, si sbaglia alla grande. Giornata pienissima anche se gli uffici erano vuoti. Alla fine cacciato fuori dalla sicurezza.
Martedì dovrò sentirmi anche le lamentele di una collega che ha dovuto lavorare sino alle 21:00, da casa. Mi trattengo da dirle qualcosa e continuo a lavorare a testa bassa.
Evento mondano è stato il pranzo in un ristorante di Manera, famoso per i suoi molti sughi che accompagnano spaghetti, penne, tortelli e riso. Pranzo organizzato per il rientro della responsabile per l’ultima settimana di lavoro, prima di entrare nel periodo di maternità.
Evento sportivo la sera stessa per poter smaltire, almeno in parte i bagordi del lauto pranzo.
Giovedì niente gnocchi ma l’ennesima giornata in cui si deve rincorrere questo e quello, dove dopo esserti rotto la testa per capire come risolvere l’ennesima cavolata dell’utente, questo candidamente ti dice che non se ne fa più nulla, che ha cambiato idea. Ormai dovrei esserci abituato. La sera la tristezza mi assale, ma per fortuna voci lontane riscaldano il cuore.
Venerdì passa di corsa. Le cose da fare si intrecciano, Italia, Turchia e Lussemburgo. Una patata bollente rimbalza da un gruppo all’altro, e passa anche da me. Io ci metto la buona volontà ma alla fine si capisce che la problematica è dei campioni degli scansa fatiche, ed a loro ritorna.



... all'inseguimento del sole ...

04 novembre 2010

Toc toc - c'è nessuno?

Ed eccomi qui alla ricerca di parole, di suoni, di distrazioni e concentrazione su altro, su qualcosa che non sia il lavoro, i problemi giornalieri, il cattivo tempo.
Ho bisogno di parlare di cose impegnate o di cavolate; di vita, ma di quella vera; di confrontarmi e forse ancor di più di sfogarmi.
Guardavo a ritroso gli ultimi post che ho scritto e sono tutti della stessa famiglia... lavoro.
Ecco cerco l'ispirazione per mettere insieme una storia, un racconto, un aneddoto o anche solo qualcosa che non sia una lamentela.
E mentre i piatti mi guardano dal lavello, la tv mostra due sqadre di calcio che si affrontano, con i tifosi fanno il tifo, io sono qui che parlo con amici ed amiche sparse per l'Italia ed il mondo.
Se ci fosse la luna piena potrei almeno ululare ed invece ecco che mi sfogo apigiando i tasti di questo pianoforte senza note e suoni, ma con lettere e numeri e simboli strani.
Va bhè, meglio ascoltare un po' di musica: