27 febbraio 2011

Tra Alba e Tramonto – 44° puntata

25 Febbraio 2011
Torino Porta Nuova
ore 21:50

Caro Lettore, scrivo una parte di questo post in un venerdì del passato. Forse ti starai chiedendo cosa significa questa frase. Beh è presto detto. Per motivi che ti racconterò poi mi trovo sul treno regionale che da Torino Porta Nuova conduce a Milano Centrale.
Non ti preoccupare non mi sono perso, e forse questo mio essere di nuovo su questo treno lo considerò uno dei momenti migliori della settimana appena trascorsa.
Ma vediamo come sono arrivato sino a qui. Tutto ha inizio come al solito un lunedì mattina, in cui la sveglia mi strappa ai miei dolci sogni troppo presto. La mia collega mi ha dato appuntamento una ventina di minuti prima perché ha una riunione sul presto. La prima regola di chi lavora dovrebbe essere non mettere mai una riunione il lunedì mattina o il venerdì pomeriggio. Ma come molte delle regole sono fatte solo per essere ignorate.
Comunque con la testa ancora mezza addormentata mi rimetto a fare il pendolare come una volta. Prima il bus per arrivare a Milano e poi due linee di metropolitana per raggiungere il punto X. Arrivo puntuale, ed anche la collega spacca quasi il minuto. Partiamo. Al casello incrociamo un consulente di un altro gruppo. Il tempo di superarlo ed è già un puntino nello specchietto retrovisore.
Intanto che la macchina divora i chilometri noi parliamo come al solito di lavoro. La mia collega è talmente presa che quasi manchiamo la coincidenza con la seconda autostrada. Se non l’avessi avvertita in tempo forse se ne sarebbe accorta in prossimità di Genova. Ed avendo ancora un paio di forse in tasca, forse sarebbe stato meglio così.
Arrivati in ufficio l’attività è subito alacre. C’è da fare questo, rispondere a quest’altro ed andare alla riunione, messa ad un orario accettabile. Come in molte delle riunioni c’è sempre qualche invitato che non centra. In questo caso sono io. Motivo per cui me ne rimango tranquillo in disparte ad ascoltare gli altri.
A pranzo ancora lavoro lavoro lavoro. Inizio a non farcela più. E dire che molte delle cose che vengono dette sono importanti e mi servono per la mia crescita. Peccato che io più che a crescere penso a dormire.
Pomeriggio altra riunione in cui l’organizzatore no si presenta, per poi rispondere innervosito quando lo cerchiamo al telefono.
Per iniziare bene usciamo tardi dall’ufficio. Tanto tardi che i supermercati sono chiusi. Per fortuna che ho un minimo di viveri per la sussistenza. Dovrei studiare, ma crollo subito dopo cena in un sonno profondo. Martedì mi svegli con i panettieri e mi metto sotto a studiare. Mi sembra di tornare all’epoca delle superiori in cui studiavo di notte quando in casa c’era finalmente un po’ di tranquillità. Martedì siamo di nuovo sotto pressione. I turchi si divertono a chiamare. Nel fra tempo abbia un trio di personaggi che si è assediato nelle postazioni che una volta erano mie e della collega. Scopro che la ragazza di questo simil trio Drombo è un’ex compagna di università della mia collega. Peccato che per arrivare alla scoperta abbia dovuto sacrificare la mia chiavetta della macchinetta del caffè senza neanche essere invitato. Va beh. Questo evento arricchisce almeno la lista di argomenti di conversazione nella pausa pranzo.
Per democrazia anche martedì si fa tardi. E sempre per democrazia sopravvivo a scatolette, vado a letto presto e mi alzo prestissimo per studiare. Mercoledì differisce dal giorno prima per il nome, per il fatto che la collega non ha sentito la sveglia e perchè la sera è stato organizzato l’evento mondano. Cena in una delle birrerie delle città che circondano Alba. Mi ritrovo così al tavolo con 3 donne ammogliate, ma senza l’altra metà. Loro parlano di lavoro e colleghi ed io mi concentro sulla prima cena degna di questo nome. Un bello stinco. Nulla a che vedere con i Golonky polacchi, ma si lascia mangiare con piacere.
Giovedì mi evito la levataccia, visto che è in previsione il rientro, in compenso mi girano per la testa pensieri meschini, e questa cosa non mi piace affatto. Prima dell’ora di pranzo però ho già risposto alle mille richieste dei turchi, che dovevano fare una sola cosa, e sono riusciti a farla male, incasinandomi tutta la giornata. In più salta il corso a Milano e quindi si opta per restare ad Alba, visto la situazione di fuoco che c’è in ufficio. Per democrazia anche giovedì si esce tardi, io mangio le ultime scatolette e vado a dormire presto e mi alzo presto. Devo finire un paio di lavori per la mia società. Cose di piccola rilevanza se Montezuma non si fosse messo a remare contro. Un lavoro di una mezz’oretta si trasforma in un tour de force, tanto che faccio appena in tempo per arrivare in orario ed aspettare la collega, che sempre per democrazia anche oggi arriva cinque minuti in ritardo. Arrivato in ufficio mi tocca anche beccarmi una mail da parte del CFO turco su un attività urgente. Non ci sarebbe nulla da dire se non fosse il fatto che il testo della mail non è altro che il copia ed incolla di quello che io ho scritto all’ITManager di quel paese. Per fortuna che quest’ultimo ha almeno la buona creanza di scusarsi. La mail costringe il responsabile dell’atro gruppo ad indire una riunione urgente (se avessero dato retta a me non ci sarebbe stata nessuna riunione urgente, ma certa gente ci deve sbattere il muso). Risolto l’ennesimo problema mi ritrovo tra capo e collo le persone dell’altro gruppo che siccome hanno finito in anticipo una riunione sono venute a cercarmi per allinearci prima della riunione. Io provo a spiegare cosa è successo, ma loro si sono fatti già un idea, ed anche se secondo me non è quella giusta, loro non danno segni di volerla cambiare.
Visto che mi hanno bruciato così un po’ di tempo mi tocca sacrificare il pranzo perché dovrò attraversare Alba a piedi per raggiungere il luogo della riunione. Appena prima di uscire la collega mi avverte che c’è stato un contrattempo e che deve tornare a Milano presto. Montezuma bussa i nuovo alla mia porta e fa si che anche l’altra persona che va verso Milano debba andare via presto. Non ho neanche il tempo per pensarci. Sono a questa riunione e capisco che tutto il problema è dovuto ad un link errato. Provo a farlo capire all’altro gruppo che mi azzittisce. Dobbiamo perdere almeno un’ora per giungere al punto che basta correggere il link, ed i danni che ha fatto e tutti sono contenti.
Finita la riunione torno verso l’ufficio e cerco di pensare a come tornare a casa. Chiedo così ad un collega se mi può accompagnare a Torino. Da li posso prendere il treno per Milano senza essere costretto a dormire su una panchina di una delle stazioni presenti tra Alba e la ormai non più capitale morale del bel paese.
A Torino nell’attesa del mio treno riesco a passare a salutare anche un’amica dei primi capitoli di questa mia avventura in TRASFERTA. Il rivedere lei e riassaporare l’atmosfera della città delle Mole mi ha riportato indietro nel tempo, quando tutto questo ha avuto inizio. Ma è proprio vero che il tempo pulisce la memoria e lascia solo i ricordi più belli.



...all'inseguimento del sole...

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