30 aprile 2011

Tra Alba e Tramonto – 52° puntata

Caro Lettore,
eccoci arrivati anche alla fine di questo mese. Questa è anche la conclusione della cinquantaduesima settimana di trasferta ad Alba. 52 settimane sono quelle che servono per fare un anno. La cosa un po' fa riflettere. In questa settimana poi di cose cene sono state.
Momenti toccanti come il funerale di Pietro Ferrero. 30.000 hanno partecipato alla funzione, e si pensi che Alba dichiara 31.000 abitanti. Questa moltitudine di persone non poteva essere contenuta nel Duomo della città, per cui sono stati allestiti dei megaschermi nelle piazza principali della città da dove i cittadini comuni hanno potuto seguire il rito.
C'erano molte persone importanti, ma la cosa che più mi ha toccato è la frase di un collega di Torino, venuto a posto per dare l'ultimo saluto a Pietro:”Mi sono sentito che dovevo venire”.
Lo stesso pensiero credo che lo abbiano avuti in molti.
In tutte le vetrine dei negozi si vedeva la foto di Pietro. Quasi la totalità degli esercizi ha tenuto le serrande abbassate e non solo perchè era stato proclamato lutto cittadino, ma proprio per l'enorme rispetto di cui gode la famiglia Ferrero ad Alba, e non solo.
Caro Lettore ti evito la cronaca della giornata che ha già riempito telegiornali e pagine di giornali, ma prima di andare avanti volevo lasciare un saluto anch'io:
“CIAO PIETRO”
Ora non è facile continuare questo mio diario, ma la cronaca non è certo nota per essere una gentildonna, anzi più di una volta si è dimostrata avida di notizie e particolari, ma ahimè questa volta non troverà terra fertile.
Caro Lettore spero che tu possa capire.



… all'inseguimento del sole...

25 aprile 2011

Tra Alba e Tramonto – 51° puntata

Caro Lettore,
eccomi a scriverti un ennesimo post, questa volta però da una postazione un po’ strana.
Sono ad Alba, in residence a lavorare da remoto. Eh sì oggi anniversario della liberazione e giorno di Pasquetta, in una unione perfetta di Laicità e Religione io lavoro. Va beh.
Della settimana appena trascorsa potrei raccontare un po’ di cose, ma credo che i più siano stati colpiti dalla morte di Pietro Ferrero. Questa dipartita ha colpito un po’ tutti in ufficio e fuori. Qui nelle langhe almeno un famigliare lavora o ha lavorato per la FERRERO. Questa frase viene ripetuta come un mantra. Tutti poi hanno da raccontare aneddoti sulla famiglia, a partire da nonno Pietro, anche lui venuto a mancare intorno ai cinquant’anni, a nonna Piera che ormai anziana puliva il marciapiede perché gli operai avevano ben altro a cui pensare, a Michele che ha voluto fortemente che l’azienda rimanesse ad Alba, soprattutto dopo l’alluvione del ’94. Ai matrimoni di Pietro e Giovanni. Al fatto che Pietro fosse stato in gioventù un Don Giovanni, il suo andare in bici per le colline seguito dalla scorta, a chi si vanta di aver pagato il caffè a chi è proprietario di tre quarti della città, perché gira sempre senza soldi, alla scorta che ha ricevuto in dono un’auto più prestante per poter stare dietro al “sorvegliato” con la sua auto sportiva. Di papà Michele che domani festeggia il suo compleanno, e della sua voglia di lasciare ai figli un altro prodotto vincente, oltre alla Nutella ed ai tanti che portano il nome di famiglia stampato nell’etichetta. A volte sembra sentire raccontare la storia di uno di famiglia. Qui la famiglia Ferrero fa parte proprio delle vite degli abitanti.
Per i prossimi giorni sono previste esequie, per cui molti uffici saranno chiusi ed anche lo stabilimento rimarrà chiuso.
Io seguendo uno dei pochi paesi che non festeggia la Pasquetta, sono qui a lavorare, e lo sarò anche domani. Per mercoledì invece, giorno in cui è stato indetto lutto cittadino, non so ancora.
In questa atmosfera un po’ mesta non me la sento di scrivere di eventi, e cavolate da ufficio, di mail dal sapore triste, o delle solite mille cavolate dell’Orco. Rimando perciò il tutto a giorni migliori.
… all’inseguimento del sole …

16 aprile 2011

Tra Alba e Tramonto – 50° puntata


Caro Lettore, eccomi qui un'altra volta. Le settimane ormai si sommano e stanno iniziando a formare una bella collinetta, come quelle che circondano la città che mi ospita.
Il sole in questa settimana ha fatto un po' di capricci e ci ha regalato un inizio caldo facendoci sognare il mare, i falò e romantiche passeggiate per poi concludere con un po' di pioggia e quella temperatura che non è né calda né fredda ma solo raffreddore ed influenza.
Comunque sono sopravvissuto e questo è l'importante, mettendo in tasca ancora un po' di esperienza e di vita.
La settimana è stata caratterizzata da piccoli ostacoli, cose che non andavano per il verso giusto, che in un periodo diverso mi avrebbero abbattuto mentre questa settimana le ho vissute come un allenamento alla vita. Ok, le cose non sono andate come pensavo? Vediamo cosa si può salvare e come posso migliorarle.
Questo è il mantra.
Sono passato dalla ragazza allo sportello della banca, che mi dice: “si la banca è del gruppo XXX, ma è un'altra banca, quindi dovrebbe pagare la normale commissione, quindi non le conviene pagare il bollettino qui”. Al pomodoro che affascinato dalla stoffa dei miei pantaloni ci si tuffa, proprio il giorno dopo che anche i peperoni avevano provato a fare la stessa cosa. All'orco che mi rovina la digestione con il suo cercare di essere simpatico, ma avete mai visto sorridere uno con un gatto attaccato ai gioielli di famiglia?. Al serio rischio di essere sbattuti fuori dal residence perchè l'amministrazione si era dimenticata di pagare gli alloggi, ma per fortuna che il fascino è arrivato in aiuto per tranquillizzare la signora che lo gestisce. Di piccoli fastidi ce ne sono stati, ma ognuno è stato affrontato con un sorriso, o almeno un tentativo, ed ala fine di cose positive ne ho recuperate così che la bilancia dell'umore almeno ha chiuso in equilibrio.
Caro Lettore vorrei parlarti della riunione telefonica a cui ho partecipato, in cui l'unica cosa che ho capito è che tra noi poveri “operai” del terzo millennio e chi dovrebbe gestire l'azienda c'è una visione delle cose totalmente diversa. Frase principe è stata quella del presidente, che ad una serie di lamentele ha risposta che per loro quello non era un “problema”, mentre per la “massa” era tutto il contrario. Vorrei parlarti delle sere passate a cercare di studiare dopo un'ennesima giornata a rincorrere i desideri degli utenti, ma non credo che possa interessarti. Vorrei parlarti di quanto siano stati utili, a livello di morale, gli amici che in vari modi si sono fatti sentire per scambiare quattro chiacchiere e farti sapere che ci sono, con tutti i loro sogni e problemi, ma ci sono.
Invece ti parlerò di una notte. La notte di ieri. Dopo essere tornato a Milano ad un orario decente per una visita medica, essere uscito con degli amici per partecipare ad uno dei tanti eventi legati al Salone del Mobile, aver girato un po' per la zona di Brera, tirata a lucido per l'evento su detto, a dare indicazioni stradali in varie lingue ad un po' di turisti spersi per la mia città, ecco che mi trovo ad un orario improbabile a camminare (Grazie a chi diceva che avrebbero potenziato i mezzi pubblici per il Salone del Mobile) per una delle linee rosse che colorano spesso le cartine.
Mi ritrovo così a rivedere alcuni posti che nel passato ero uso frequentare, tragitti fatti mille e mille volte in compagnia o anche da solo alla ricerca delle bellezze, poco pubblicizzate, di questa grande città. Mi ritrovo così a ripercorrere le vie che facevo da studente molto fuori corso; a farmi stupire nuovamente dal Posto Marta, abbellito per i 150 anni della mia Nazione; alla Milano Liberty, al centro senza folla, al Duomo che sta facendo l'ennesima cure di bellezza, al fascino della Galleria, alla Storia che si respira davanti a Palazzo dei Giureconsulti o Piazza Mercanti. Cerco anche la “Scrofa Mediolanuta” che fa parte di alcune leggende sulla nascita di questa città che mi ha dato i natali.
In piazza Cordusio trovo un gruppo di ragazzi, che dall'accento sembra che vengano da mille posti diversi, giocare con un calcetto balilla (a volte penso che queste cose possano capitare solo qui) e mi tornano alla mente alcune parole di un canzoniere emiliano dedicate alla città degli Sforza.
Eccomi che via Dante saluta, con in fondo il Castello Sforzesco, la Torre del Filarete, la fontana degli Sposi.
Decido di prendere un'altra strada. Una strada più stretta, con un alternanza di palazzi storici e palazzi ricostruiti nel dopo guerra. Qui si muovevano politici e soldi, una volta. Arrivo sino al refettorio abbellito da una delle più famose opere di Leonardo da Vinci ed alla bellissima chiesa che gli fa da spalla. Qui un tramviere molto gentile mi fa salire sul suo mezzo che sta andando in deposito. Facciamo quattro chiacchiere mentre vedo passare molte delle vie che ero uso percorrere da ragazzo mentre ero alla ricerca di non ricordo più quale sogno o dietro quale gonna.
Arrivato in prossimità della mia automobile scendo dalla carrozza d'acciaio e saluto questo moderno Samaritano. Ed eccomi nella mia zona, in quella che mi ha visto iniziare a camminare, dove ho speso le mie prime lacrime, i miei primi amori, dove ho trovato i miei primi amici, dove sono cresciuto.
La stanchezza di colpo si fa sentire appena salgo in macchina, ma per fortuna che ormai potrei fare la strada da questa zona a casa anche ad occhi bendati (una volta ci l'ho fatto, ma questa è davvero un'altra storia), ma non ora che devo guidare. Riconosco i luoghi ed i posti e la sensazione è davvero strana.
Milano a quest'ora è davvero bella.



… all'inseguimento del sole …

09 aprile 2011

Tra Alba e Tramonto – 49° puntata

Caro Lettore, eccomi qui per questo ennesimo sabato mattina a mettere per iscritto un'altra settimana trascorsa tra le Langhe.
Qualcuno dice che i miei ultimi post sono tristi e malinconici, e forse ha davvero ragione. In questo scoppio di primavera mi sembra che tutto rinasca tranne la mia voglia di continuare a remare. Anche in ufficio ho la netta percezione che gli unici che cercano di migliorare la situazione siamo io e la mia collega, ma a che pro.
Questa settimana ho anche dato l'annuncio della mia futura uscita dal progetto e l'unica cosa che hanno saputo dire i colleghi è stata:
“e poi chi seguirà i Turchi?”
per fortuna che almeno una collega con un briciolo di umanità mi ha chiesto come mai questa decisione, mentre per tutti gli altri l'unica cosa era chi si sarebbe dovuto sobbarcare questo “problema”.
E poi ci si chiede perchè sono sempre di mal'umore.
Torno a Milano il mercoledì per l'ultima riunione ed anche lì l'atmosfera no è delle migliori. L'orco ha mangiato altre due teste. Come si diceva nei bar una volta : “Ecco che ha calato il carico da 11”.
Torno ad Alba e la mia collega si stupisce che io sia giù. Che sia polemico, che veda tutto nero. Giusto per non farci mancare nulla, il cliente ha iniziato a farci le pulci per le ore consuntivate, per il lavoro che facciamo ed abbiamo fatto. Come se il fatto che i casi in cui sia uscito tardi dall'ufficio siano solo per mio diletto. Questa cosa non so perchè mi fa sembrare che il cliente non si fidi, che pensa che noi si “rubi”. Ho solo 300 mail degli utenti turchi che dimostrano il contrario.
Ma cavoli,a questo punto, sarà nel mio diritto essere di mal'umore, di non vedere sempre tutto rosa e fiori come i viali di ciliegi che colorano alcuni giardini? Lei mi dice di tenere duro, che tutto si aggiusterà, che ci sono segnali, che... e forse ha anche ragione, ma io mi voglio godere questi 5 minuti di sconforto.
Per fortuna che in questi momenti ci sono sempre gli amici, vicini o lontani nello spazio ma non nel mio cuore, che con una telefonata, una mail od un semplice saluto ti sanno tirare su di morale e pensare che la vita e altro, che tutto si aggiusta e si sistema. Che le cose importanti, ma davvero importanti sono fuori e mi aspettano.
Non so, questo aiuto mi ha ridato la carica, ed anche se venerdì mi sembrava di giocare contro un baro che si divertiva a giocare questi suoi carichi, il CFO Turco e le sue fisime, il lavorare il 25 Aprile, il fatto che tutti sapessero che dovevo fare l'esame di certificazione tranne io, che mi devo caricare anche un po' del lavoro della collega che è presa tra riunioni ed altro, mi scivola addosso. Mi godo il mio gelato a pranzo, le risate che riesco a rubare in ufficio, il paesaggio che mi accompagna nel tragitto a casa, la musica, le voci amiche, il pensiero di mio nipote che mi aspetta a casa per giocare con lo Zio, la mia casa...ecco.
Le cose davvero importanti sono altre ed a volte sono invisibili agli occhi, come diceva chi era nobile non solo per titolo ma anche per animo. E forse il principio di attrazione ha ragione, il pensiero positivo ti può migliorare la vita e realizzare cose incredibili.
Caro lettore alla prossima e non arrenderti mai, perchè c'è sempre qualcuno che fa il tifo per te.



… all'inseguimento del sole ...

04 aprile 2011

Superman - It's not Easy

Caro Lettore ci sono cose che ti capitano così, e così mi è capitato di ascoltare una canzone. Una canzone che non mi aveva colpito quando è stata famosa qualche anno fa, ma ora. Ora che le sue parole hanno un che di vicino alla mia vita attuale, alle mie esperienze. Ecco caro lettore, vorrei fartene dono, come il Fato ha fatto con me, con la speranza che il cielo non sia mai troppo in alto e che lì ci sia sempre posto per i nostri sogni…