23 maggio 2012



Caro Lettore,
20 anni fa ero da poco maggiorenne. Tra le molte cose che mi frullavano per la testa come: le ultime interrogazioni ed esami; fare la patente di guida prima che cambiasse la modalità dell’esame, progettare le vacanze estive, ed altri pensieri più o meno uguali a tutti gli adolescenti nell’anno che avrebbe visto la nascita della Comunità Europea. La caduta del Muro di Berlino aveva dato nuovo slancio e fiducia nel futuro. Si parlava sempre più di abbattere le barriere che separavano i paesi membri. Le Olimpiadi e gli Europei di calcio avrebbero finalmente salutato la Germania Unita. Dall’altra parte del mare adriatico la Jugoslavia aveva smesso di esistere ed erano iniziate le guerre d’indipendenza.
Seguivo in televisione i vari tentativi di eleggere il nono Presidente della Repubblica Italiana dopo le dimissioni di Francesco Cossiga quando la notizia della strage di Capaci occupò tutti i canali di comunicazione.
La notizia mi colpì enormemente. Avevo sentito parlare di stragi di stato, il caso Moro, ma sino a quel momento ammetto che mi sembravano cose lontane. Iniziavo da poco a capire che quegli eventi che non avevano colpito persone a me vicine avevano comunque un riflesso su di me e su tutte le persone che mi stavano attorno.
Qualcuno disse che la mia generazione perse l’innocenza proprio quel giorno, e forse non ha tutti i torti. Le immagini erano dei veri pugni allo stomaco. Sembrava di assistere ad un film in cui qualcosa era andato male… ma quello non era un film era la realtà.
Oggi a distanza di 20 anni sentire che una bomba è scoppiata a Brindisi davanti ad una scuola intitolata a Falcone ed a sua moglie non so… ha riaperto quel cassetto che il tempo ha cercato di chiudere. Lì dentro c’è ancora la paura, l’indignazione, la rabbia, ed altre mille parole.
All’inizio tutti a dire che era una nuova strage di mafia. In un attimo politici e commentatori hanno allestito il loro teatrino. Appena la mafia ha fatto sapere che era estranea al fatto tutto è finito.
Non si parla più di come la scuola colpita fosse un simbolo di rivolta verso tutte le mafie. Un simbolo di legalità! La mafia non vuole che si parli di lei se no è lei a volerlo, ed infatti in pochissimi giorni l’attenzione è già stata spostata altrove. Al gesto di uno squilibrato, di un mitomane, di un innamorato respinto, di brigatisti di diversi colori smettendo di parlare di mafia, anzi sottolineando che solo la mafia potrà identificare davvero l’autore della strage: cercando così di assurgersi alla posizione di “giustiziere” .  Ma la mafia è il contrario di giustizia e di tutte le sue declinazioni.
Qualcuno è stato colpito da isteria tanto che pensa di non mandare i figli nelle scuole che riportano i nomi di vittime di Mafia… assurdo. Qui si va oltre la macchina del fango!!!
Comunque casa mia per oggi sarà in Via Giovanni Falcone, in Via Francesca Morvillo, in Via Vito Schifani, in Via Rocco Dicillo, in Via Antonio Montinaro ed in Via Melissa!!!
Caro Lettore spero scuserai questo mio sfogo, ma penso che l’adagio “Il silenzio è mafia”, oggi come ieri, sia sempre valido.


15 maggio 2012

Caro Lettore,
  sono da poco tornato a casa dopo aver superato una giornata in stile Murphy's Law, dove le cose che possono andar male hanno una testa poco pensante, ma non è di questo che voglio parlarti.
Come dicevo tornato a casa inizio a sfogliare la posta arrivata.
Quella cartacea riporta il totale di una bolletta e di un intero sacchetto di carta da riciclare.
Quella elettronica è piena anch'essa di pubblicità che per fortuna finisce in automatico nella cartella dello spam, e di un paio di mail di amici più o meno lontani.
Una mi colpisce. alla fine della lettura le parole mi mancano... ho solo un sacchetto d'indignazione, ma non voglio che questo evento finisca con la sola lettura della mail e quindi ho deciso di riportare il racconto di un viaggio nell'Italia del 2012.

Negato imbarco a 3 carrozzine a Malpensa

Aereoporto di Malpensa, terminal 1
Checkin AirOne
volo AirOne di venerdì 11 Maggio 2012 da Malpensa terminal 1 a Napoli
Siamo 7 persone: 3 carrozzine, di cui 2 non deambulanti e uno che puo’ camminare con le stampelle.
Altri 2 disabili con difficoltà deambulatorie, più 2 accompagnatori.
Ariola T (Carrozzina / Non Deambula)
Marcello B (Carrozzina / Non Deambula)
Roberto M (Carrozzina / Deambula con difficoltà)
emanuele (Stampelle, Deambula con difficoltà)
Marco F (Deambula con difficoltà)
Emanuela Z (Accompagnatrice)
Massimo C (Accompagnatore)
Al banco del checkin c’è il personale di SEA aereoporti, che svolgono il servizio per la compagnia aerea AirOne.
Al checkin ci danno priorità perchè in carrozzina.
Prima di noi c’è un’altra squadra di nuoto disabili, la GxG, che si reca a Napoli per lo stesso nostro motivo, ossia i campionati italiani di nuoto societari.
Loro hanno 2 persone in carrozzina, non deambulanti autonomamente, in totale 6 o 7 persone.
L’hostess del checkin li fa accompagnare tramite il servizio di assistenza verso l’area di imbarco (area amica per le assistenze).
Arriva quindi il nostro turno. L’hostess comunicano che il trasporto di altre carrozzine non è possibile poichè non abbiamo prenotato sul sito.
Rispondiamo che sul sito di airone non è possibile specificare l’assistenza in fase di acquisto del biglietto, a differenza di altre compagnie (es: Easyjet). La procedura prevede che si prenoti successivamente al telefono: Roberto ha infatti chiamato e l’operatore di turno, un certo Tommaso (ovviamente senza cognome) ha confermato che non c’era bisogno di nessuna procedura particolare per il volo, se si disponeva di carrozzina propria e non ne serviva una fornita dall’azienda.
A questo punto la hostess di terra chiama la responsabile di SEA. Lei ci rispiega che avremmo dovuto prenotare l’assistenza e che il sistema informatico non permette più di due carrozzine per lo stesso volo, noi le rispieghiamo quanto sopra.
Si assenta per cercare di contattare un responsabile della compagnia aerea, che si rivelerà irreperibile anche in seguito, e poi il comandante per una deroga, ovvero di poter trasportare altre 3 carrozzine, le nostre, sul volo delle 7.20
Nel frattempo l’hostess ci assicura che sul volo successivo, delle 11, ci sono ben 5 posti per le carrozzine, di cui 4 liberi, quindi al limite ci sposta lì.
Ore 7.20, scade il tempo per l’imbarco, finalmente torna la responsabile confermando che il comandante non acconsente (e figuriamoci) a imbarcare le nostre 3 carrozzine, inoltre smentisce la tesi della hostess spiegando che anche il volo successivo, ore 11, non puo’ trasportare più di 2 carrozzine.
Cerca di giustificare il numero di 5 della hostess con un vetroaggrappante giro di sigle 2 charly, 2 sierra, 1 tango, o altro che insomma vuol dire che dopo un’ora non ha ancora capito che di fronte ha tre persone in carrozzina etc.
Ci propone un volo per il giorno dopo, oppure di pagare per un volo dal terminal 2 di un’altra compagnia, forse una easyjet, per altri 700 euro.
Decidiamo quindi di imbarcare l’unica carrozzina consentita nel volo delle 11, Ariola, insieme a ema, ema, marco, mentre in tre (di cui 2 carrozzine) andremo in stazione centrale a prendere il treno.
Il servizio di assistenza vale solo per le carrozzine, quindi Ariola e Emanuela (accompagnatrice) sono accompagnate dall’addetto nella “sala amica”, mentre Emanuele e Marco non possono segurle e devono procedere in autonomia verso l’imbarco! Per fortuna salgono correttamente sull’aereo!
Ovviamente la responsabile precisa che non puo’ rimborsare alcun volo, e che dovremo rivolgerci a airone per questo.
Nel mentre, noi tre (Roby, Marcello e io) andiamo col malpensa express fino in centrale. A maplensa c’è l’accesso per le carrozzine al treno (treno al livello della banchina, senza dislivelli), in centrale c’è il gradino, per superarlo ci aiuta un gentile studente.
Per prendere i treni e avere l’assistenza ci rechiamo all’area blu, dove ci dicono che il primo treno disponibile, ore 10, è troppo ravvicinato ( sono le 9.37) per fornire l’assistenza, quindi dovremo prendere il successivo.
Per avere la tariffa speciale che prevede uno sconto per l’accompagnatore, dobbiamo però prima recarci al punto blu, dall’altra parte della stazione, a fare la tessera (gratuita), per fortuna Marcello ha con sè la tessera sanitaria d’esenzione dal ticket (accettata come prova di invalidità) e gli rilasciano la tessera.
A questo punto ci prenotano il servizio di assistenza e ci rilasciano due codici per acquistare i biglietti, 100 euro il singolo e 140 quello con disabile + accompagnatore.
L’assistenza è in sostanza un montacarichi che alza le carrozzine degli 80 cm che separano la banchina dalla porta del treno.
I posti che ci riservano sono in prima classe. Per fortuna abbiamo solo con 2 carrozzine, perchè ne sono consentite solo 2 per carrozza attrezzata, ovvero solo 2 per treno! Il bello è che sono in prima classe (al prezzo della seconda).
In alternativa ci spiegano che è possibile prendere il biglietto in autonomia, senza il servizio di assistenza, e riporre le carrozzine piegate.
Milano, Italia, 2012
NB:
al ritorno, volo EasyJet Napoli – Malpensa, ore 18 di Domenica 13 Maggio, siamo ben 3 squadre di nuoto che devono prendere lo stesso volo.
Totale di 12 carrozzine, più altre circa 20 persone con problemi deambulatori e/o stampelle, più circa 15 accompagnatori.
Tutti perfettamenti accolti, imbarcati, sbarcati.
Il personale di terra, a Malpensa, è sempre SEA, ed è lo stesso che fa anche l’assistenza per AirOne.
Quindi cambia solo la compagnia aerea.
Speriamo che l’italia, con tutte le sue compagnie controllate, sia invasa, colonizzata o acquistata da una nazione civilizzata, adesso.

Di seguito riporto il racconto che potete trovare anche all'indirizzo:
http://www.polisportivamilanese.org/wp/negato-imbarco-a-malpensa-a-3-carrozzine.html

Questo è tutto e forse anche più che abbastanza!!!

06 maggio 2012

Critica


Caro Lettore,
chi sa se anche tu sei stato criticato nel corso della tua vita.
Considerando che un po' tutti abbiamo l'insano moto di giudicare gli altri, me compreso, credo che sia molto probabile. A me capita ormai almeno una volta a settimana.
Nella mia carriera di essere errante, nel senso di fallace, ho incontrato diverse forme di critica: quelle costruttive, quelle a ragion veduta, quelle invidiose, quelle per il puro piacere di dare il proprio punto di vista o solo per dare aria al Super Santos che qualcuno ha tra le orecchie. Oltretutto va preso in considerazione anche il modo di criticare: c'è chi lo fa dalle colonne di una rivista o di un giornale, c'è chi arriva a pubblicare addirittura un libri. esistono rubriche radiofoniche e televisive addirittura che sono più seguite dell'oggetto criticato. C'è chi lo fa guardandovi negli occhi o in un punto imprecisato della vostra fronte, mentre i più “ciechi” lo fanno alle vostre spalle, preferendola come parte anatomica, vista che prima vi corde vocali non può rispondere.
Qualsiasi cosa facciate c'è chi è pronto a giudicarvi ed a criticarvi. Nei casi peggiori addirittura a calunniarvi arrivando agli estremi più incredibili in cui si arriva a parlare di macchina del fango.
Ogni giorno si vedono milioni di critiche fiorire, in qualsiasi campo voi guardiate, ed anche le reazioni sono le più diverse.
Quelle che fanno più male, solitamente, sono o quelle più lontane dalla verità o quelle più vicine.
Caro Lettore, se ci fai caso, le critiche che più ci segnano sono quelle che riteniamo ingiuste perchè non hanno nessun fondamento o quelle che colpiscono nel segno mettendo in risalto un punto debole o un nervo scoperto. A queste critiche solitamente rispondiamo o con un atto di umiltà cercando di portare a casa la lezione, reagendo in maniera a volte aggressiva a quello che riteniamo un attacco alla nostra persona. Da qualche anno seguo anche una terza via, quella di far cadere le parole nel vuoto. Di non dar seguito alle “accuse” rivoltemi. Se ho imparato qualcosa dalla storia è che la gente ha breve memoria, e che se non gli si ricorda periodicamente qualcosa, questa viene velocemente dimenticata. In questo caso si parlerà di insabbiatura.
Come avrai notato Caro Lettore si va sempre a parlare di terra: fango o sabbia che sia.
Altra cosa che va considerata nelle critiche è anche da dove provengono queste critiche. Possono arrivare da persone care o che riteniamo valide ed il cui giudizio risulta molto importante. Oppure arrivano da persone il cui peso nella nostra vita è uguale a quello del vento e che consideriamo poco più di uno stercosauro nella scala evolutiva e che riteniamo fatte solo per pura cattiveria.
Ecco anche le critiche hanno una ricetta che da origine a risultati diversi. Un terzo “come viene fatta la critica”, un terzo “da chi viene fatta la critica” e l'ultimo terzo “da quanto questa si avvicina alla verità”. Un cocktail dolce o amaro, forte da far girare la testa o leggero da non far perdere la lucidità di giudizio.
Tante parole e forse pochi concetti.
Ecco questa potrebbe essere una delle tante critiche che potrebbero essere mosse a questo post.
Ed eccomi a criticare me stesso. Prova provata di quanto scritto sino a qui.
A questo punto Caro Lettore forse è meglio che mi fermi e lasci parlare chi è riuscito a mettere in musica una parte di quello che in questo post avrei voluto dire.