19 dicembre 2009

Mezza Trasferta - 7° Puntata

Freddo, questa settimana si ricorderà sicuramente per il freddo e per il fatto che tutti si erano preoccupati per l’arrivo della neve, che da queste parti non si è vista fino all'ultimo giorno, ma non anticipiamo troppo i passi e vediamo di andare in ordine.

Questa settimana appena trascorsa ha visto un ufficio a mezzo servizio. Molti degli abitanti dell'open space erano via per necessità di progetto. Una parte di noi è partita per terre ancora più fredde di quelle che mi ospitano, ed alcuni casi della vita non hanno permesso di salutarli degnamente e di fare le giuste richieste di doni. Io mi barcameno tra cose da fare e cose che mi invento per occupare il tempo e non solo lo spazio alla scrivania. Finisce che così mi affianco ad uno dei colleghi che dovrebbe insegnarmi il funzionamento di alcuni programmi. Dopo un paio di ore di lavoro insieme capisco che la cosa sarà più complicata del previsto. Il collega è un tipo riflessivo agitato molto più di me, tanto che gli devo fare anche un po' da balia e tranquillizzarlo durante l'analisi, ricordandogli ogni due per tre i passi che deve fare ed il fatto che deve segnarsi le cose che vanno bene da quelle che vanno male, altrimenti non fa altro che generare entropia. A vederci sembra che sia il docente e lui lo studente con ottime capacità che ha problemi di attenzione.

La bellezza turca ormai è nelle mire di un collega, che viene preso in giro più per invidia che per altro. Si lo so lettore, ti chiederai perché non ci ho provato anch’io. Un paio di buone scuse ce le ho. La prima è la folta peluria sulle braccia che non mi fanno pensare al liscio della seta, ma più alla pelliccia di qualche animale. La seconda è ancora più banale: si mette le dita nel naso , come fa mio nipote che ha 5 anni. Ovviamente il fatto che fumi, pasteggi con il cappuccino e sia sposata incidono un po’ meno rispetto hai punti precedentemente indicati, ma che comunque non sono da sottovalutare.

Passano i giorni ed il freddo non si attenua, ma al contrario si fa sentire sempre di più: questo ha congelato anche alcune sinapsi dei colleghi che si mettono a scherzare in italiano con il collega indiano, ma la cosa incredibile è che anche lui se la ride, anche se non credo che capisca molto bene cosa viene detto.

La russa sembra non soffrire questo clima freddo, anzi sembra addirittura a suo agio. La settimana di ferie le ha fatto bene, per la prima volta la vedo ridere e poi ci ha portato anche dei biscotti fatti da lei, e devo essere sincere sono molto buoni. Venerdì arriva vestita come una teen ager in primavera, mentre tutti noi siamo coperti con più strati della lasagna fatta in casa da mia mamma. Comunque visto il freddo che fa è una nota di colore, oltre che di calore.

Mercoledì e c’è un super turnover. Alcuni dei colleghi di Torino sono rimasti nella loro città ed hanno mandato un altro folto gruppo a rimpiazzarli. Il collega curiosone è lontano per motivi di lavoro (lo hanno spedito per un paio di giorni in un'altra città). Qui si inizia a parlare di cene e vacanze sempre più insistentemente. La ragazza carina della scrivania a fianco, che tutti puntano come cani da tartufo, oggi ha ceduto la scrivania ad un collega… tristezza.

Ed ecco che la neve ha tentato d’imbiancare il paesaggio, ma la sua forza era scarsa ed anche il timido sole di oggi, giovedì, è bastato a scioglierlo. La gente comunque, rinchiusa nelle proprie macchine con i riscaldamenti inchiodati su Sahara, guidano come sotto effetto della sindrome di Stendhal o di Canigga.

Venerdì, giorno del rompete le righe, almeno per me. Tutto quello che ho da fare oggi dovrebbe essere dare una mano al collega curiosone, e riceve le informazioni dal capo, appena rientrato dalla trasferta. Le ore passano ed io supporto il curiosone che ogni due per tre racconta la sua avventura con un utente con problemi di riflussi gastrici, cercando appoggio dagli ascoltatori, ma non sa che la maggior parte ha avuto a che fare con utenti molto peggiori.

Il capo, verso le dieci mi ricorda che dobbiamo mettere giù il piano di battaglia, ma ogni volta che cerco di parlargli squilla il telefono o viene chiamato dal suo di capo. Così il tempo passa e fuori inizia a nevicare. Quella neve che tutti si aspettavano per lunedì, che ha fatto una finta giovedì e a cui ormai non credevano più. Io riesco ad essere ricevuto poco prima dell'ora di chiusura, quando ormai quasi la totalità delle persone nell'open space è andata via, non prima di aver fatto gli auguri di buone feste. Lettore non ti tedio con lo scenario che mi ha prospettato il capo, o con la mia preoccupazione di arrivare tardi alla cena aziendale, evento mondano della settimana.

Caro lettore, che con pazienza, o curiosità, sei arrivato sino a queste righe e sperando in grandi racconti sull'evento principe della settimana ahimè resterai deluso, come me. C'è stato il solito pippozzo pre-cena, poi una cena che farebbe vincere i 3 confetti Falqui su tutte le guide gastonomiche, ed il dopocena lounge, che forse è meglio dire alcolico e basta.

Ritorno per strade ghiacciate, come quelle che trova spesso il più noto babbo con la sua slitta.



...e la storia continua...



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