30 settembre 2012

La teoria del fungo


Caro Lettore,
come stai? Spero bene. Io sono qui davanti alla tastiera senza sapere cosa scrivere ma con una voglia ed un bisogno di scrivere qualcosa, anche fosse un pensiero o un motto o soltanto una stupidità.
Voglio fuggire dall'ennesimo pomeriggio domenicale trascorso tra pranzo in famiglia e pennichella davanti alla televisione. Dove la sveglia viene data da quel rito ormai trentennale di visione dei goal della giornata calcistica.
Mentre anche questo settembre tra poche ore sarà finito io mi ritrovo congelato in un'altra domenica uguale a molte altre. I pensieri sempre più spesso corrono troppo velocemente ed in poche ore costruiscono castelli per area, ci abitano e subito dopo sono colti da una specie di apatia che li costringe ad abbandonare la nuvoletta dove avevano posto la loro dimora. Quello che rimane poi è solo un sapore leggermente amarognolo ed un senso di spossatezza a cui è difficile dare una spiegazione visto che oltre a dare forma ai cuscini del divano non è che si è fatto molto.
Probabilmente la posa dell'ennesimo dorato mattoncino fatto di buoni propositi è più faticoso di quanto si pensi.
Chi sa Caro Lettore se mettendo queste parole su una pagina bianca queste possano portarsi via questa malinconia per lasciare spazio a cose più felici. Perchè si cose belle ne capitano, sono quei regali che non ti aspetti come l'incontro con una persona che non vedi da tempo, la notizia di un futuro arrivo, un'amica che si è scoperta più forte o una coppia di amici che riescono a brindare insieme. L'essere l'ospite più anziano ad una festa e vedere che si riesce ancora a tenere botta, come si diceva un po' di tempo fa. Ed anche se molti degli invitati probabilmente non erano ancora nati quando io davo l'esame di guida poco conta. Lo spirito è forte e dove il fisico tentenna ci arriva il fascino. Ecco. La ricerca delle cose belle. Una ricerca che assomiglia sempre più a quella che di buon mattino fanno i cercatori di funghi. Loro che guardano la pioggia cadere e sanno che alla fine delle nuvole ci sarà il sole che farà sbocciare questi “fiori” tanto apprezzati nelle cucine. E come i funghi molte altre cose hanno bisogno della pioggia e di un cielo non sempre azzurro.
Dovrei ricordarmene più spesso.
Ora Caro Lettore devo lasciarti sento il profumo di pappardelle ai funghi che arriva dalla cucina.
Buon Ottobre.

15 settembre 2012

Roma - Giorno 1 - Viaggio di andata

Apro gli occhi prima che la sveglia impostata sul cellulare mi ricordi che è ora di alzarsi. Ho guadagnato 5 minuti buoni sulla tabella di viaggio. Inizio a prepararmi mentre la casa dei miei genitori incomncia a prendere vita. La valigia e lo zaino, preparati ieri sera, sono lì che aspettano di uscire di casa. Al momento della colazione siamo tutti riuniti intorno al tavolo, ultimo arrivato compreso. Ognuno ha il suo rituale fatto: the o latte, fette biscottate o biscotti vari. I più golosi hanno anche la brioches. La mia colazione è ricca visto che a breve dovrò affrontare il vaggio che mi porterà dalla capitale economica a quella politica del Bel Paese. Ieri sera sono riuscito a scroccare un passaggio a mio fratello, incastrato da mia cognata per un giro di commissioni in città. La città sembra volersi godere ancora questo ultimo fine settimana d'estate. Le vie sono praticamente deserte. Le macchine che girano si possono contare sulle dita di una mano, mentre i pedoni si possoono contare sulle dita di una mano in notazione binaria. Faccio fatica a pensare che gli stessi luoghi facevano da cornice ad un traffico caotico e nervosa, che solitamente è l'antipasto delle normali giornate lavorative, non più tardi di ieri.
Arrivato in metro. L'ansia da partenza un po' si è attenuata. Ho un anticipo rassicurante sull'ora della partenza.
Ci sono appuntamenti a cui si può arrivare in ritardo, altri dov'è addirttura d'obbligo, ma in questi casi la puntualità è più di una buona abitudine, è una necessità. Trovo il mio compagno di viaggio nella nuova sala d'attesa di Italo. Anche lui è arrivato in abbondante anticipo. Ci si saluta e si fanno quattro chiacchiere per ingannare il tempo. La sala d'attesa è molto moderna e freddina. La scritta che pubblicizza la compagnia e che gira tutt'intorno alla sala dopo un po' da fastidio. Non è facile scoprire quale sarà il binario di partenza. Occorre attendere la comuncazione del gestore dei binari
Decidiamo di fare un giro alla ricerca di un'edicola e subito veniamo bloccati da una copia di signore, in là con l'età e probabilmente con la data di scadenza, che sta cercando il treno che porta ad Arona. Il mio socio prova ad aiutarle andando a vedere i tabelloni, mentre io compro il classico quotdiano da viaggio. Quando ci rincontriamo si lamenta della maleducazione delle signore che appena hanno visto che non aveva la risposta immediata lo hanno schifato e se ne sono andate. Noi facciamo ritorno alla sala d'aspetto e un minuto dopo eccole arrivare alla carica e chiedere al personale di Italo. Questo gli spiega che loro lavorano per un'altra compagnia che fa servizio solo di alta velocità. Le signore insistono lamentandosi ad alta voce. Il ragazzo, probabilmentne abbituato ad avere a che fare con certa gente, indica loro l'ufficio informazioni di un altra comapagnia di treni. Io ed il mio socio pensiamo: "queste hanno sentito che andavamo a Roma ed hanno capito che andavamo ad Arona e ci hanno seguito".
Finalmente viene annunciato il binario.
Si parte.
Il viaggio meriterebbe almeno un racconto solo per dare spazio a tutti i personaggi che popolano il vagone. Altri aggiornamenti appena riuscrò a scroccare nuovamente il portatie al socio.

14 settembre 2012

Prologo - Roma

Caro Lettore,
  domani si parte. Mi aspetta una settimana in giro per la capitale a fare il turista in compagnia di un paio di amici. Incredibile sono arrivato sino ad oggi e Roma l'ho visitata solo per lavoro... sono proprio da rimproverare.
Con i soci di viaggio abbiamo parlato di organizzazione, ma in un verso o nell'altro si è sempre finiti a parlare di ristorantini, birrerie e trattorie tipiche. Piatti che vanno assolutamente assaggiati.
Vedremo se al mio ritorno la mia forma fisica si sarà avvicinata a quella perfetta della sfera o se a forza di girare rapiti della bellezza della città eterna magari riesco a perdere un po' di pancetta.
Comunque cercherò di tenerti aggiornato sulle mie peripezie da viandante.
Ora ti devo lasciare e cercare di infilare tutti i vestiti appoggiati sul letto nella valigia, attività che mi porta sempre alla memoria altri viaggi.
Buona notte
Sempre tuo
Turista con Fascino e valigia

12 settembre 2012

Semaforo rosso


Un’altra giornata spesa tra le quattro mura dell’ufficio volge al termine. Rispondi qua, sistema la, verifica i dati, controlla perché non funziona, organizza il lavoro e aspetta per l’ennesima riunione che inizierà con più di mezz’ora di ritardo e che chi sa se servirà. Alla fine ho il cervello in riserva ed al supermercato non danno neanche buoni sconto per ricaricarlo un po’.
Esco mentre il Sole sta inseguendo una nuova alba in paesi più occidentali e trasformando il suo passaggio in un trasloco in oriente. Come tutti i giorni feriali mi reco alla fermata della metropolitana che dista poche centinaia di metri dalla palazzina dove è stato dato alloggio alla mai scrivania e solo qualche passo dal solito cantiere figlio di una speculazione e della ricerca di una modernità un po’ miope e poco ecologica.
Il cielo promette pioggia e la temperatura è in discesa come Tomba nei bei tempi. Mi guardo distratto in giro cercando di evitare palestrati iphonati che urlano all’auricolare, qualche condannato dell’aperitivo, un paio di stranieri alla ricerca di luoghi da fotografare e ristoranti in cui rifocillarsi e lavoratori stressati che corrono verso case per sedersi magari davanti ad altri schermi alla ricerca di qualcosa che possa riempire l’attesa dell’amico Morfeo. Bici e motorini, carichi di impiegati, si muovono un po’ guardinghi a causa del Suvvista sempre pronto ad attaccarli a qualche palo o ad adagiarli in maniera brusca sul selciato.
Mentre pregusto il piacere di leggere gli ultimi capitoli dell’amico libro che nelle ultime settimane mi sta accompagnando nel tragitto casa ufficio ecco che mi appare LEI.
Bella come un semaforo, tanto che resto a bocca aperta a guardarla ed ad aspettare che la luce rossa che mi inchioda immobile ad osservarla passi al verde e mi indichi, magari, con una freccia che direzione devo prendere. Nessuno suona ma ho la netta sensazione che tutti siamo fissi a guardare questo sinuoso gestore del traffico, tanto che si è creato in pochissimo tempo un ingorgo di ormoni sovraeccitati nella mia testa. Ecco che il semaforo “reale” scatta e LEI attraversa la strada mentre io impiego un paio di secondi per mettermi n moto per poter prolungare la sua vista. Rallento anche un po’ per avere il tempo di godere della sua vista e non rompere la magia che si è creata.
Forse dovrei dirle qualcosa ma mi sento come Stendhal:
« Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere. »
 Ma il fato non sempre è benigno e se con una mano dona con l’altra toglie. LEI prende la direzione opposta alla mai ed io sono colto dalla voglia di cambiare casa per potermi trovare alla fine di quei passi che mi portano via il fiato.
Mi volto ed è come se mi risvegliassi. Non ho il coraggio di voltarmi per vedere in quale direzione sta andando. Voglio conservare il sapore di LEI e della sua illusione.