18 dicembre 2011

Mi scusi dov'è la maionese?

Era seduto in macchina. Il lampione illuminava appena l'abitacolo. L'area calda che usciva dai vari bocchettoni presenti nell'auto non riuscivano a togliere il freddo che sentiva corrergli sulla schiena.
Aveva paura. Non riusciva a ricordarsi cosa era successo e cosa gli stava succedendo, e questo per lui che amava tenere tutto sotto controllo era impensabile.
Stringeva il volante tra le mani così forte che le nocche gli diventarono bianche.
Se ne accorse e le tolse con un gesto veloce. Mentre osservava le mani prendere il loro normale colore si chiese che aspetto potesse avere.
Tirò giù il parasole e nello specchietto attaccato vide la barba lunga, il viso tirato, gli occhi scavati e rossi.
Ancora confuso per quello spettacolo innestò la marcia e senza guardare si immise nel traffico placido di quella domenica invernale. Il traffico era scarso ma questo non gli risparmiò comunque una serie di suonate di clacson e di improperi da parte degli altri automobilisti.
Si trovò così a percorrere quello stradone che circonda la città come una specie di nuovo fossato, dove al posto degli alligatori ci sono migliaia di pezzi di metallo che si muovono e che hanno ingoiato già il loro lauto pasto di carne umana.
Guida come un automa. Non ha ben chiaro dove sta andando ma va, e questo è importante. Un pedone attraversa sulle strisce pedonali e lui lo vede all'ultimo momento così com'è assorto nel vuoto dei suoi pensieri. Quell'immagina che si muove, troppo piccola per essere recepita dal suo cervello si trova in un attimo davanti a lui. Pigia energicamente il freno, mentre il pedone, un ragazzo si una ventina d'anni fa un balzo indietro.
Si ferma comunque giusto in tempo, ma anche questa volta non è sufficiente per evitargli un'altra sporta di insulti.
Nel fra tempo lo spavento gli ha tolto il fiato. Il ragazzo continua il suo camino e lui resta fermo a guardare il vuoto. Dietro dopo un po' inizia un nuovo concerto di clacson per automobilisti stressati.
Riparte e si ferma una decina di metri più avanti cercando di parcheggiare al meglio.
Cerca di riprendere fiato e di ridare un ritmo più naturale al suo cuore che sembra una batteria di un pezzo tecno.
Spegne la macchina e scende.
Si guarda in giro ma non riconosce nulla di quello vede, eppure è sicuro di essere nella sua città, ma quella zona sembra uscita da non sa dove.
Si appoggia all'auto smarrito.
Passa una famigliola. I due bambini che giocano a guardie e ladri mentre i genitori si dividono le borse della spesa ed il cane fa da guardia sia ai piccoli che ai grandi nella speranza che in quei sacchetti ci sia qualcosa anche per lui.
Deve esserci un supermercato nelle vicinanze. Decide di andarci. Quale posto più familiare quando non si sa dove si è e dove sia la propria casa? I supermercati sono bene o male tutti uguali come le catene di fast food che vorrebbero uniformare i gusti di tutti i loro clienti nel mondo.
Prende a camminare in direzione opposta al quadretto idilliaco che ha appena visto passare.
Un pensiero gli passa fulmineo nella scatola cranica. Un immagine. Un flash. E poi gli resta solo la sensazione e nulla di più.
Cammina e si guarda in giro alla ricerca di questa isola del lucro, oasi dell'economia moderna, agorà futurista.
Vede un concentrarsi di auto in coda, e visto il poco traffico ed il fatto che lui non sta guidando questo può voler solo dire che ha trovato la sua meta.
L'insegna luminosa poi è meglio di una Stella cometa o di una X sulle mappe dei pirati. Il tesoro è là.
Accelera il passo. Anche il parcheggio di questi enormi centri del commercio è ormai standardizzato. Fila di carrelli, parcheggi numerati, gente che gira alla ricerca di un posto dove lasciare l'auto ed altra alla ricerca dell'automobile. C'è chi insegue le persone con i carrelli pieni in stile processione nella speranza di trovare l'anelato parcheggio. Perchè anche se l'enorme P bianca su sfondo blu indica l'esistenza di questo mito moderno. Il parcheggio. Ma l'automobilista sa che in realtà la ricerca di un parcheggio a volte si avvicina di più alla ricerca del Graal.
Le solite porte automatiche gli si aprono senza neanche dover dire Apriti Sesamo.
Le casse sono tutte in linea e dietro questa linea ci sono le code, più o meno dritte, di persone con carrelli e cestini. Si sente la musica scelta da un fantomatico dj del supermercato che tra un pezzo e l'altro inserisce anche qualche consiglio per gli acquisti. Ogni tanto le canzoni sono interrotte da qualche chiamata in stile aeroporto. “ I clienti con meno di 10 pezzi sono pregati di accomodarsi alla cassa 22; la cassa numero 7 aprirà tra pochi istanti”. Dietro alle casse ed alle file di carrelli si estende in tutta la sua ampiezza il supermercato, con le sue file di scaffali pieni di tutto ciò che spesso crediamo di aver bisogno. Queste file di scaffali perfettamente parallele formano le corsie, dove la moltitudine è alla ricerca di prodotti. Qualsiasi tipo di prodotto. Ormai in questi centri si trova di tutto, dall'ultimo disco del cantante di moda, al detersivo ecologico per lavastoviglie o piante tropicali. Biciclette o tutto per la scuola e l'ufficio. Cibo per tutte le forme viventi sulla faccia della terra, o almeno crede. È quasi sicuro di aver visto una busta di plancton nella corsia del cibo per gli animali.
Sul lato opposto alle casse di solito ci sono i banconi della carne, del pesce e del pane. Sui lati, quello vicino all'ingresso la frutta e la verdura e quello opposto le bibite in bottiglia.
Ritrova in quel moderno mercato una certa area di casa. Di sicurezza. Vede tutto il variegato mondo rinchiuso in quel microcosmo. Single con carrelli pieni di cibi precotti monoporzione, famiglie con confezioni famigliari di qualsiasi cosa, giovani genitori che controllano pacchi di pannolini e pappe mentre gli eredi sono incastrati nei carrelli o lasciati all'ingresso nel reparto accoglienza bimbi, anziani che si muovono lentamente alla ricerca di prodotti economici approfittando del riscaldamento gratuito e per fare un po' di movimento. Signore in pelliccia che chiedono il prosciutto migliore al banco della salumeria e le tartine di salmone striato di Russia. Mariti con lunghe liste di cose da comprare si spostano a scatti da un punto all'altro come palline di un flipper. E tutti alla fine si incontrano alle casse.
Vorrebbe poter vedere tutto quel mondo dall'alto. Forse assomiglierebbe ad uno di quei formicai che ha visto in televisione in uno di quei documentari che lo aiutano ad addormentarsi.
Supera il ponte levatoio, ovvero la sbarra di metallo che delimita la corsia d'ingresso, ed inizia anche lui questo viaggio, avanti ed indietro, su e giù alla ricerca di non sa che cosa. Dopo un po' di tempo che si aggira schivando carrelli e passeggini nota che qualcuno lo sta osservando. Deve essere qualcuno della sicurezza, pensa. Sa che tra tutti i clienti si nascondono delle moderne spie che controllano se qualcuno si appropria indebitamente dei prodotti del supermercato. Per non dare troppo nell'occhio decide di prendere un cesto e ci mette dentro un pacco di fette biscottate, un vasetto di miele fatto dalle alacri api di montagna che hanno selezionato solo piante di Tarassaco ( chi sa come fanno le api a dividere i mieli nei vari “gusti”) ed un pacco di fazzoletti di carta.
Ora è libero di seguire le orme di Ulisse nel suo viaggio di ritorno all'amata Itaca.
In una delle tante corsie incontra anche una commessa che sta riempendo uno dei ripiani di salse e sughi. Accanto a se ha un carrello pieno di questi sughi e li deve mettere tutti allineati nello scaffale mentre le persone le passano accanto senza degnarla neanche di uno sguardo o addirittura infastiditi da questo essere che non gli permette di godere a pieno di questo paese di Bengodi. Gli fa quasi tenerezza. Si avvicina e non sapendo cosa dire impacciato come al primo appuntamento gli chiede: “ mi scusi dov'è la maionese?”.

11 dicembre 2011

E venne la sera

Caro Lettore,
in questo periodo di piccoli e grandi cambiamenti, una sera mi sono trovato ad uscire da casa dei miei per tornare a casa mia. Fin qui niente di eccezionale, ma quando ho sentito il profumo della notte ed ho alzato lo sguardo al cielo... ecco li stelle e Luna a regalarmi uno spettacolo universale. In quel momento ho capito che anche se le giornate si sono accorciate, e fa buio primo, hai la possibilità di vedere le stelle prima.
Le stelle quelle ha cui ho affidato molti dei miei desideri e delle mie scaramanzie, soprattutto nei giorni delle grandi prove.
Mi sono ritrovato a guardare questa trapunta scura piena di luci come se fosse la prima volta. Un riscoprire qualcosa che si ha sotto gli occhi, anzi sopra. Sorpreso di averlo dato per scontato, ed invece il cielo è pronto a stupirti. Ti regala gioie e dolori, come qualsiasi cosa che si ama.

Cambio di scenario.
Sono da poco passate le feste pre natalizie ed esco dall'ufficio ad un orario troppo decente per potermici ancora abituare. Decido di fare una deviazione nel percorso ufficio casa. Ci sono ancora le bancarelle degli Obej Obej ad accerchiare il Castello Sforzesco con la loro allegria, i profumi ed i colori. C'è poca gente a quest'ora e molti sono rapiti da un'altra fiera che si tiene più lontana. Lo scenario meriterebbe comunque una visita ed una foto. Il Castello illuminato, tutte queste tende intorno che ricordano un accampamento ed in giro luci di tutti i colori che vogliono ricordare a tutti, che anche se il periodo è di crisi, non per questa bisogna risparmiare su allegria, sorrisi e felicità.
E queste luci sono esaltate dal buio arrivato a fargli da sfondo.

Un cambio di prospettive.
Rileggendo alcuni commenti passati venivo additato di essere contraddittorio, di sostenere prima una cosa e poi un altra. È vero. Ieri esaltavo il sole ed oggi apprezzo la notte.
Sono uno che cambia idea, perchè pensa che anche questi cambiamenti fanno parte del percorso di crescita, ed a volte quello che è vero oggi, magari domani non lo sarà.

Caro Lettore, spero tu comprenderai e sarai magnanimo con me.
Un saluto stellare
Sempre suo
C from the pursuit of the smiling star

04 dicembre 2011

Lavori in Corso

Buona sera Caro Lettore,
mi scuso per la latitanza, ma questi sono stati giorni pieni di eventi, cambiamenti, notizie belle e non.
Ho provato a stare dietro a tutto, senza lasciare nulla indietro, ma alla fine ho dovuto fare delle scelte, ed a volte tra queste ha vinto il cuscino con i suoi alleati letto e coperta.
Non mi sono dimenticato di te, però, Caro Lettore e proverò a recuperare nei prossimi giorni.
Per ora solo un saluto e mi raccomando “ Non perdiamoci di vista”.

05 novembre 2011

Pioggia e ricordi

Seduto sulla poltrona pensa agli eventi degli ultimi giorni con la borsa del ghiaccio sul ginocchio gonfio come un borioso bullo di periferia a guardare questo mare di pioggia che si rovescia dal cielo sulla terra.
Ormai sono ore che è lì a fissare il lampione, da quando uscito dalla doccia, dove l'acqua scendeva, ma calda, e toglieva un po' di quei brividi che lo percorrevano dalla testa ai piedi. E lì che cerca di fare ordine di capire, di stanare qual cosa che continua a sfuggirgli, un po' come la combinazione al Superenalotto.
Non riesce a mettere a fuoco gli eventi ed a distinguere ciò che ha sognato da ciò che è vero.
Una fitta. Il dolore cavalcando non sa quale entità maligna si trasmetteva dalla giunzione della gamba sino al suo cervello, dove come una palla di bowling faceva strike tra le sue cellule grigie.
Aveva cercato ancora conforto tra le braccia del vecchio Jack, ma all'ultimo momento aveva deciso di restare lucido.
Voleva capire cosa gli era successo e cosa gli stava succedendo e come era arrivato sino a lì, ma soprattutto cosa era successo negli scorsi giorni.
La sua mente ogni tanto gli mostrava qualche immagine, ma lui non riusciva a metterle insieme ed a dargli un filo ed una storia.
Stava vivendo un momento di confusione e smarrimento totale.
Guardava fuori e sperava di avere un segno divino che lo illuminasse, ma l'unica cosa che la natura gli mostrava era un cielo grigio ed un muro di pioggia e vento.
Pensò che quel temporale voleva suggerirgli di stare al riparo. Di non uscire a cercare risposte o cose, perchè per quelle ci sarebbe stato tempo dopo. Ora doveva solo mettersi al sicuro ed aspettare che gli eventi climatici gli dessero il permesso di uscire.
In questi momenti, pensò, l'unica cosa da fare era cercare appunto un rifugio sicuro e quale miglior rifugio che i ricordi.
I ricordi belli o tristi della sua vita passata. Di quella vita che ora gli sembra lontana, di un altro, estranea.
Parte da lontano, dal più lontano possibile, perchè sa che dei ricordi lontani, ripuliti dal tempo resta solo la parte migliore. Ed eccolo che si vede con il fratello a giocare da bambino al parco, con i compagni di scuola in gita alla cascina appena fuori questa metropoli. Si chiede se esiste ancora quella cascina e se è vero che esistono bambini che non sanno che il latte viene munto dalle mucche o che sono le galline che fanno le uova. Ricorda il viso del suo compagno di banco che fino ad allora conosceva solo gli animali domestici. Non aveva mai visto una gallina.
Quella scena gli porta alla mente sua nonna nella vecchia casa di un paesino del sud, dove insieme ad altre donne spennavano questi volatili che sarebbero poi finiti in favolosi brodi caldi.
Un brodo di pollo come lo faceva sua nonna, era quello che ci voleva ora. Un brodo che raccoglieva tutti i sapori di quella terra antica, e della loro storia.
Un giorno che faceva i capricci e non voleva saperne di mettersi a tavola e mangiare, dopo essere stato messo in castigo, suo nonno gli raccontò una vecchia storia, che ora i sociologi chiamerebbero favola con una morale, ma che per lui era stata una grande lezione di vita.
Suo nonno era sempre stato una persona di poche parole ma di grandi sguardi. I suoi occhi erano come fari che ti inchiodavano alle tue responsabilità e ti dicevano cosa era giusto e cosa no.
Quindi quando lo raggiunse con quel piatto in camera sua lui era già pronto ad affrontarlo, ed invece il nonno mise il piatto sul davanzale della finestra del cortile dove i figli dei vicini giocavano ed urlavano e si sedette accanto a lui sul letto che fu di una generazione prima di parenti.
Per un poco rimasero in silenzio.
Lui non sapeva cosa fare o dire e si limitò quindi a guardare ed aspettare gli eventi.
Suo nonno all'improvviso cominciò a parlare o meglio a raccontare, ed all'inizio fu la voce a sorprenderlo più che la storia. Una voce che aveva sentito poche volte, più che altro per salutare i conoscenti per strada ed i parenti al telefono o comandare il cane Alì quando andava in campagna a lavorare.
Ricorda benissimo che dopo le parole di quell'uomo che aveva visto la guerra e la ricostruzione, gli anni di piombo e lo yuppismo aveva mangiato il suo piatto e chiesto scusa alla nonna promettendo che non avrebbe più fatto capricci per mangiare. Una delle poche promesse che aveva mantenuto in vita sua.
Promessa che stranamente gli tornava alla mente ogni qualvolta trovandosi lontano da casa doveva mangiare quello che trovava e che a volte non gli sembrava neanche commestibile.
Senti lo stomaco borbottare.
Cercò quasi automaticamente di ricordarsi l'ultima volta che aveva messo qualcosa sotto i denti, ma era troppo in là e richiedeva uno sforzo troppo grande ed inutile in quanto non rispondeva a quel bisogno naturale. Il suo corpo lo richiamava così a prendersi cura di se. A rispondere a quella necessità primaria per la sopravvivenza.
Si alza perciò dalla sua cuccia e zoppicando si reca in cucina.
Apre le varie antine ed il frigo per cercare di mettere insieme un pasto più o meno nutriente.
Quello che ha sono: alcuni pomodori secchi sott'olio, dono di qualche parente; due scatolette di carne in gelatina; un pezzo di formaggio; un pacco di fette biscottate ed una mela che ormai ha perso l'aria peccaminosa ed è tutta una grinza.
Mette tutto sul tavolo ed inizia a mangiare senza logica, mischiando tutti i gusti ed i sapori che tanto non sente.
Butta giù anche un paio di bicchieri d'acqua per favorire la discesa del nutrimento.
Il ginocchio continua a tormentarlo mentre fuori non smette di piovere.
Butta gli avanzi nel cestino apposito e mette i piatti nell'acquaio. Li laverà appena il tempo incontrerà la voglia o quando non se ne potrà più farne a meno.
Torna a sedersi in poltrona, come un vecchio politico, cercando di ricominciare il suo viaggio nei ricordi, ma Morfeo ormai bussa sempre più forte al suo corpo stanco ed è così che scivola verso quel sonno interrotto giorni fa.

31 ottobre 2011

Clapt, clapt, clapt...

Clapt, clapt clapt... cos'è questo rumore che mi rimbomba nella testa.
Clapt, clapt, clapt... da dove viene e perchè non smette.
Clapt, clapt, clapt... fatelo smettere per favore.
Clapt, clapt, clapt... BASTAAAAAAAAAA.
Si sveglia di soprassalto. Aperti gli occhi si sente ancora più smarrito. Quel rumore gli è rimasto dentro e non riesce a capire dove si trova.
Clapt.clapt, clapt...
sbatte le parlpebre e si guarda istericamente a destra ed a sinistra cercando di mettere a fuoco l'ambiente circostante.
È sdraiato su una panchina in un parco. Ma quale parco?
Il respiro si fa affannoso e veloce. Il cervello non parte. Le sinapsi sono scollegate.
Clapt, clapt, clapt...
La paura lo afferra alle spalle e cerca di buttarlo giù. Ed intanto quel rumore continua a suonargli le meningi come se fossero bonghi.
Clapt, clapt, clapt...sempre lo stesso ritmo.
Sta impazzendo, anzi è già impazzito pensa, mentre il suo corpo è percorso da brividi che lo fanno tremare come quando era bambino ed aveva paura del buio.
Clapt, clapt, clapt... AIUTOOOOOOOOO. Per favore aiutatemi.
Clapt, clapt, clapt... l'unico suono che riesce a sentire. Non sente la sua voce, il vento, i suoni tipici di un parco, ma solo questo incessante clapt, clapt clapt...
Qualcosa gli illumina la faccia.
Chiude gli occhi e cerca istintivamente di coprirsi il volto come un novello vampiro, mentre quel fascio di luce cerca di rompere la sua improvvisata difesa.
Clapt, clpat, clapt...
Una voce giovanile e squillante gli chiede chi sia e cosa stia facendo lì a quell'ora?
Lui gli chiede di abbassare il fascio di luce. In questa maniera può vedere che non è un poliziotto alla Spillane ad interrogarlo ma un ragazzino vestito da scout, con tanto di pantaloncini, fiocco al collo e cappello.
Lui è in difficoltà. Non sa cosa rispondere ed intanto quel suono continua a riecheggiare.
Clapt, clapt, clapt...
Chiede al ragazzo se sente anche lui quel maledetto suono.
Il lupetto gli risponde di si.
Clapt, clapt, clapt...
Lui sbalordito gli chiede cosa produce quel fastidioso insieme di onde sonore.
Clapt, clapt, clapt...
il ragazzo, con la sua torcia illumina un enorme fontanile dove tre rubinetti sgocciolano ad intervalli regolari.
Clapt il primo, clapt il secondo e clapt il terzo, per poi ricominciare la serie.
Lui si metterebbe a ridere se no si sentisse così stupido e perduto allo stesso tempo.
Chiede al ragazzo dove si trovano.
Il ragazzo risponde che si trovano al centro del parco di R.... e quello è l'abbeveratoio e lui è venuto a riempire la sua borraccia.
Il novello David Crocket non si è però dimenticato che lui non gli ha dato ancora le sue generalità e quindi si fa di nuovo sotto.
Gli dice il suo nome, ma non perchè lo ricordi, ma più perchè è un riflesso istintivo, mentre non sa come giustificare la sua presenza lì.
Prova ad alzarsi dalla panchina ma è tutto indolenzito ed una fitta al ginocchio oltre a farlo quasi cadere lo fa lacrimare.
Zoppica così fino al fontanile che prima lo faceva impazzire per lavarsi il viso e cercare di recuperare un po' di lucidità.
In quel mentre si accorge che dall'arrivo del ragazzo non ha più sentito quel maledetto rumore.
Clapt, clapt, clapt...
eccolo di nuovo, ma ora non gli da fastidio ma gli serve per trovare nel buio la via per l'acqua.
Il ragazzino accorgendosi delle sue difficoltà deambulatorie, e rispettando il luogo comune che i boy scout aiutano le persone in difficoltà, gli si avvicina per sostenerlo intanto che illumina il sentiero. Baden-Powell sarebbe fiero di questo suo giovane erede.
Sono solo pochi metri, ma con quel dolore al ginocchio gli sembra di fare chilometri.
Il dolore sembra avere una via preferenziale e dalle giunture della gamba gli arriva direttamente alla base posteriore del cervello.
Si deve fermare dopo pochi passi per prendere fiato.
Ringrazia mentalmente il ragazzo sconosciuto che lo sta aiutando e si ripromette di menzionarlo per la medaglia del buon samaritano.
Arrivano ai tre rubinetti,
Lui apre il primo a destra, mentre il ragazzo, dopo essersi assicurato che lui aggrappato al colonnato riesce a reggersi da solo va a riempire la borraccia in quello di sinistra.
Il ragazzo ha smesso di fare domande ma non di aspettare risposte.
Lui si lava il viso, ed il gelido dell'acqua ha un effetto simile ad una coppia di ceffoni ben assestati. Lo sveglia dal suo torpore. anche se non basta ad accendere nessuna luce nella sua mente.
Il ragazzo gli propone di seguirlo all'accampamento, dove il Gran Mogol ed il resto del gruppo potrà sicuramente aiutarlo, medicandogli la gamba e dandogli qualcosa di caldo da bere. Magari questo lo aiuterà a capire come sia finito in quel posto e perchè ha un ginocchio che lo spezza dal dolore.
Intanto il suono ricomincia.
Clapt, clapt clapt...

30 ottobre 2011

Pale rider

Si svegliò con uno strano sapore in bocca. Provò a cercare di capire cosa fosse e si accorse quasi subito che era rabbia. Una rabbia insensata ed immotivata. Una rabbia pura. Avrebbe voluto urlare contro il cielo che stranamente era ancora buio.
Non capiva. Non capiva il motivo di quella rabbia e perchè fuori fosse buio.
La voglia di rompere o distruggere qualcosa lo prese alla gola. Sentiva che aveva bisogno di sfogarsi, ma non capiva il perchè.
Prese un profondo respiro cercando di introdurre la maggior parte di aria dentro di se e la ributtò fuori un po' alla volta. Si concentrò per mettere a fuoco cosa era successo, ma con pessimo risultato.
Ricordava solo di aver corsa, di essersi sentito bene. E basta. Ma ecco che come bolle in una palude iniziavano a tornare a galla alcuni ricordi.
Il tragitto dal parco a casa.
La doccia calda per cercare di allontanare la stanchezza.
Il pranzo frugale. Ormai da quando era andato a vivere da solo non c'era più la mammina a preparargli pranzetti luculliani.
Aveva provato a leggere mentre la radio trasmetteva i commenti alle partite ma si era addormentato quasi subito, o almeno era questa la sensazione.
Poi buoi. Solo buoi e questa rabbia.
Decise di uscire sul terrazzo e fare qualche esercizio di respirazione. Fuori l'aria era fredda ed umida e lui sperava che potesse servire a fare un po' di chiarezza.
Dieci respiri profondi, ad occhi chiusi provando da prima a fare il vuoto nella sua mente. Ci vollero trenta respiri ed il rischio di un iperventilazione per attenuare quella nera sensazione che lo pervadeva.
Altri venti respiri per cercare di riconquistare la vetta della calma, ma non ce la fece. Quello era il massimo che poteva ottenere. Quel gusto intanto era ancora lì nelle sue papille gustative.
Decise che così poteva bastare.
Aprì gli occhi. Vide la Luna che discretamente e silenziosamente lo osservava dall'alto del cielo buoi. Una Luna pallida e quasi tonda. Quella visione lo ispirò.
Una cascata di immagini si proiettarono nel fondo dei suoi bulbi oculari. Immagini che solo ora avevano un senso. Quel senso era dentro di lui già da tempo ed aveva nutrito quella rabbia nel buio, in attesa che qualcosa la facesse scatenare, mentre il tempo la nutriva a sua insaputa.
Eppure lui ricordava di aver provato già tanto tempo fa ad illuminare quella zona buia, e credeva di esserci riuscito...appunto credeva, ma ora doveva fare i conti con la dura realtà.
Una realtà in cui le favole a volte vedono vincere l'orco o la strega. Dove il principe azzurro spesso guida ubriaca cavalli d'acciaio sotto l'effetto di incantesimi chimici e le principesse sgambettano succinte in cerca di glorie effimere in compagnia di vecchi re bavosi. Dove la notte sa essere a volte davvero buia e spaventosa.
E quella si prospettava anche lunga, molto lunga, forse addirittura lunga.

Da quando aveva avuto quello strano incidente questo era sempre stato il periodo più cupo per lui.
Quello dove la notte superava il giorno, e tutte le sue paure si davano convegno nella sua testa. Era una stagione dura per lui. Per fortuna che durava poco. Cinquantadue giorni. Solo cinquantadue giorni si ripeteva, e poi ogni sera contava quanta giorni mancavano al solstizio d'inverno. Quello era il suo giorno di festa. Più del Natale e di Capodanno. Il giorno in cui il Sole ricominciava la sua lotte con la notte.

Ora dalle sabbia mobili che sembravano aver inghiottito il suo cervello spuntavano delle bolle, ed in ogni bolla c'era un frammento dei giorni passati. Un fotogramma.
Lui cercava di metterli in ordine quei pezzi per ricostruire la storia passata e trovare il bandolo di quella matassa rossa e nera di odio.
Ed ecco che un immagine alla volta il film iniziava a prendere forma e con lui l'ambientazione, la scenografia, i dialoghi, gli attori e la trama.
Il buco nero colmo di rabbia ricominciò a crescere e si espandeva. Sentiva la bramosia della distruzione farsi largo dentro di lui. La vista per un attimo si offusco intanto che i muscoli si facevano più tesi per poi focalizzarsi su di un volto, anzi su due volti. Visi che lui conosceva molto bene e di cui un tempo si era fidato ma che ora risvegliavano in lui questo istinto primordiale e questo desiderio di violenza.
Andò di corsa in bagno è vomitò. Mentre si trovava abbracciato alla ceramica più grande della casa, unico vero appoggio in quelle situazioni sperava di espellere tutto il male che quelle due persone gli avevano fatto con il loro tradimento, ma nulla. Sembrava che fosse proprio la rabbia a spingere fuori il cibo per avere più spazio dove espandersi.
Svuotato ormai di tutto, si sciacquò la bocca con un po' di collutorio. Il sapore di menta in bocca non gli dava soddisfazione. Andò in cucina e cercò il suo vecchio amico Jack. Trovato ne verso due dita in un bicchiere e tornò in camera da letto. Mentre era seduto sul letto a sorseggiare quel liquido ambrato invecchiato in botti di rovere iniziò a pensare che era solo in quel periodo che ricominciava a frequentare assiduamente JD e Richard Ginori, sapendo già quanto gli sarebbe costato.
Appoggiò il bicchiere ormai vuoto sul comodino e si sdraiò nuovamente.
Voleva addormentarsi e dimenticare. Voleva solo questo, ma ormai l'odio era maturo e la rabbia troppa. Lui cercò di resistere ancora un po' girandosi e rigirandosi nel letto, ma senza fortuna.
Si alzò. Si vesti ed uscì proprio quando una lieve pioggerellina, molto fastidiosa, iniziò a scendere.
Calò il cappello sugli occhi e si incamminò. Non sapeva ancora verso dova ma sapeva che era sulla cattiva strada. Questa era l'unica cosa che sapeva, oltre al fatto che qualcuno avrebbe sofferto quella notte. Il suo dolore doveva essere condiviso e lui non vedeva l'ora di poter essere generoso e donarne a chi glielo avrebbe chiesto... e forse anche a chi no.
Mentre camminava sempre più velocemente il calore del suo corpo contrapponendosi al freddo esterno ed alla pioggia che gli inzuppava lentamente i vestiti dava origine ad un alone che circondandolo gli dava proprio l'aspetto di uno dei quattro cavalieri dell'apocalisse.
Un cavaliere pallido.
E come tutti i cavalieri con una missione da compiere.
Una missione che avrebbe portato alla fine di quello che era e che era stato.
Camminava verso la fine, senza nessuna paura apparente, ma con l'incoscienza tipica di chi si crede predestinato e incolpa il destino ed il caso per le sue sventure, consapevole che per lui la parola futuro aveva perso di significato.

23 ottobre 2011

Un giorno come un altro...forse

Caro Lettore,
i giorni iniziano ad accorciarsi in questo autunno ricco di cambiamenti, ed i colori sembrano accompagnare questi cambiamenti. Il cielo azzurro combatte con le nuvole grigie, i colori caldi vanno a scaldare gli alberi che iniziano a perdere le loro foglie. Ma non è dei colori e della stagione che vorrei parlare in questo post, ma di una sensazione che ieri, durante l'esercitazione di Protezione Civile a cui ho preso parte, mi ha colto ed un po' mi ha sorpreso.
Ero lì insieme ai miei colleghi a cercare di fare del mio meglio ma capivo che la sola buona volontà non può bastare. Che in certe situazioni ci vuole anche la conoscenza e la pratica, quelle che a me mancano forse perchè sono stato troppo lontano in questi ultimi anni.
A pranzo poi scorrevano le foto di tutte le azioni a cui il mio gruppo a preso parte ed io che ero sempre da un'altra parte. Al momento della consegna delle benemerenze ecco che mi torna in mente uno strano ricordo.
Io in un ufficio in un piccolo paesino industrializzato del sud della Polonia. Il telefono che squilla appena avevo finito di tranquillizzare le utenti che il terremoto dell'Aquila non aveva toccato me ed i miei familiari. Mi chiamano dal gruppo e mi chiedono la disponibilità per partire. C'è da portare aiuto alla popolazione terremotata. Io sono a dire che sono in Polonia e che non ho la possibilità di essere di aiuto. In tutto il periodo che i miei compagni a turno andranno giù io cercherò di sostituirli nelle attività di ruotine. Piccola cosa, ma era tutto quello che potevo fare allora.
E ieri mi trovavo al tavolo con loro. Gente normale che ha messo a disposizione il proprio tempo per aiutare altre persone. Ed io che... ecco un bel bagno di umiltà. Una riorganizzazione delle priorità. Di cosa è davvero importante e di cosa alla fine non conta poi così tanto.
Ed ecco che mi si accende un'altra lampadina.
In questo periodo molti amici stanno realizzando sogni che anch'io ho. Ed ammetto che un po' so no invidioso a volte, e per questo un po' me ne vergogno. Ma poi ecco che provo a ricordare il momento dei vari annunci. Ecco quelli sono stati istanti di felicità pura. Felice perchè chi mi era vicino era felice. Nulla di più e nulla di meno. Felicità. Magari durata un attimo, ma sono questi gli attimi che ho capito che non voglio perdere.

16 ottobre 2011

Telefonando

Prego resti in attesa, appena sarà possibile la metteremo in contatto con un operatore....
Ecco questi giorni possono essere ricordati come quelli in cui ho attesa che il telefono squillasse e di essere messo in contatto con l'operatore che scrive il mio futuro sul bianco libro del destino.
Ed ogni volta che squilla il telefono, io spero che sia l'Operatore, ed invece no.
Nella cornetta sento voci provenienti da tutto il mondo che dicono:
Mi scusi ho sbagliato numero; ma dove posso trovare tal dei tali; ho solo parcheggiato alla fermata del bus e mi hanno dato la multa, è vero che era in divieto di sosta, ma darmi addirittura la multa; andiamo al cinema questa sera; ci sei per l'aperitivo... ma per fortuna che ogni tanto arriva la classica telefonata che ti rialza il morale.
Di solito è un amico che magari non senti da un po'. Ci fai quattro chiacchiere e vi raccontate le reciproche novità ed il fatto che tu aspetti una serie di telefonate che potrebbero cambiare la tua vita nel breve futuro.
Ed ecco che la prima telefonata che aspetto arriva. Non sento però quello che vorrei sentire. Resto un po' basito e l'operatore mi rimette in attesa, di nuovo, e senza musichetta.
Allora mi metto io a fischiettare per distrarmi un po'.
Il telefono continua a squillare, ma nulla. Non è che avrò sbagliato a digitare i tasti?
L'operatore si fa risentire, questa volta con buone nuove, solo che ora il tempo è poco e le decisioni devono essere prese velocemente.
Passo una notte ricca di pensieri e dubbi, ma in realtà la mattina scopro di aver preso la decisione già da tempo.
Ora non resta che incasellare tutto ed aspettare la prossima telefonata. E dopo quella, un'altra ancora.
Aveva ragione una vecchia reclame: Una telefonata ti allunga la vita


24 settembre 2011

Un granello di sabbia


Caro Lettore eccomi di nuovo qui davanti ad una pagina bianca a cercare di mettere insieme le idee per un altro post.
Di spunti ce ne sarebbero tantissimi, non ultimo il mio rientro a Milano. E sì, per un po' la valigia rimarrà nell'armadio ed io forse tornerò al vecchio trantran.
Andiamo al sodo e saltiamo tutti i preamboli, ormai la storia dovresti conoscerla e ripeterla mi sembra un po' inutile.
In questo post vorrei parlare del tempo e di come a volte ci si trovi in mezzo alla corrente dei granelli di sabbia che scendono senza riuscire a quantificarli o a capire a che velocità stanno andando.
Questo pensiero è germogliato mentre ero a pranzo con alcuni colleghi e si parlava di anni di nascita, mentre sulle tv imperversavano le inchieste se è giusto invecchiare naturalmente o cercare di rimanere innaturalmente giovani con la chirurgia plastica.
Vengono snocciolati anni come se fossero numeri della tombola ed ad ogni anno io associo un evento, un ricordo ed un'emozione.
Guardo le persone attorno a me e non penso a quanto siano giovani ma quante cose non hanno vissuto. Quanti momenti hanno perso e di cui hanno come ricordo solo quello che gli è stato raccontato.
Ora inizio a capire perchè chi è di generazioni precedenti alla mia a volte inducono sul parlare del periodo precedente la mia venuta al mondo. È come se fosse un bisogno atavico legato a ricordi preistorici dove la storia era trasmessa per via orale.
Ed ecco che chiudendo gli occhi rivedo i miei nonni che mi raccontano ognuno una storia di vita vera e vissuta, molto lontano da quello che vende la televisione con reality e carrambate varie.
Nasce così il mantra di questo periodo che è una frase del filosofo spagnolo George Santayana

Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla

la fame ora bussa e come si sa la filosofia non ha mai riempito lo stomaco, quindi cedendo ai bisogni della carne lascio lo spirito vagar tra i flutti e le onde dei pensieri.
Buona vita caro Lettore.

03 settembre 2011

Tra Alba e Tramonto – 67° puntata

Caro Lettore,
rieccomi davanti alla tastiera a scrivere forse l'ultimo post di questa avventura in giro per lo stivale e non. Sono passati molti giorni da quando ho iniziato questa mia nuova avventura, e forse sono anche un po' cambiato. Ora mi si presentano nuove sfide, più personali ed a dirla tutta ogni tanto ho un po' paura, ma se non affronti le tue paure ti perdi molto se non troppo della vita.
Torniamo a noi. Questo è l'ultimo post relativo al soggiorno nelle Langhe. Eh sì ho lasciato residence, ufficio e la monotona vita del paese per tornare nella grande città. Mi occuperò delle stesse cose ma dall'ufficio della società per cui lavoro. Ovviamente ci saranno delle fugaci scappate ad Alba, ma saranno cose piccole.
Ho lasciato passare queste due settimane di simil ferie, per metabolizzare la cosa. Non è cosi facile come pensavo tornare a casa, quando ci manchi da cosi tanto tempo. Ora devo riabituarmi a Milano ed a viverci, ma è una cosa che ho voluto, che ho chiesto e desiderato ed ora... un saluto alla valigia che mi è stata compagna fedele in queste settimane di trasferte ed un arrivederci perchè non si sa mai cosa c'è dietro la porta del domani.
Un abbraccio a tutti i lettori e curiosi che hanno seguito la rubrica o ci sono finiti per caso, ora nuovi progetti e sogni bussano per entrare in questo blog.
… all'inseguimento del sole … che sorgerà anche domani, solo un po' più in qua.




02 settembre 2011

Appello per la liberazione di Francesco Azzarà

Il 14 agosto, alle ore 17.00 locali, un operatore di EMERGENCY è stato prelevato a Nyala, capitale del sud Darfur, mentre si trovava in auto diretto verso l’aeroporto della città. Francesco Azzarà, 34 anni, è alla sua seconda missione a Nyala come logista del Centro pediatrico che EMERGENCY ha aperto in città nel luglio del 2010.
EMERGENCY ha immediatamente attivato in Darfur e a Khartoum tutti i contatti a sua disposizione e ha altresì informato il ministero degli Affari Esteri italiano.
Un team di EMERGENCY sta seguendo gli sviluppi della situazione ed è in costante contatto con la famiglia, le autorità sudanesi e quelle italiane.

EMERGENCY chiede la liberazione immediata di Francesco Azzarà e auspica piena collaborazione di tutti coloro che possano aiutare ad arrivare a un esito positivo di questa vicenda.

20 agosto 2011

Ugo DJ - Venerdì 19+1 Agosto 2011

Caro Lettore,
finalmente a casa. Partito quando dovevo essere già arrivato, ed arrivato quando tutto doveva essere già iniziato, ma cosa conta... il tempo ti insegnerà che ogni momento è importante.. e vai con lo SKA



18 agosto 2011

Ugo DJ - Giovedì 18 Agosto 2011

Caro Lettore,
in questa giornata davvero calda, eccomi boccheggiare dopo l'enesima giornata a correre dietro alle solite fantasie dell'utente. Ed ecco che forse non basta sudare neanche le proverbiali 7 camicie basta... ed allora divano, birra e patatine e tutto il resto può aspettare... vai con la musica maestro...




17 agosto 2011

Ugo DJ - Mercoledì 17 Agosto 2011

Caro Lettore,
eccomi ancora sulla cresta di un'onda virtuale a cercare di non affondare sotto i colpi di qualche utente, sparso per il modo, che non ha proprio idea di quello che sta facendo. Ecco, per te che hai ancora negli occhi il caldo sole di paesi lontani un pezzo cantato da più voci in una versione recente...

16 agosto 2011

Ugo DJ - Martedì 16 Agosto 2011

Caro Lettore,
un'altra giornata passatta a guadagnare la pagnotta grazie all'incapacità di qualche utente sparso per il mondo, mentre il tempo fuori suggerirebbe di uscire a giocare.. ecco il pezzo di oggi è deidcato alla voglio di uscire a giocare



15 agosto 2011

Ugo DJ - Lunedì 15 Agosto 2011

Caro Lettore,
non avendo foto di posti esotici da mostrare o racconti appassionanti di avventure agostane ecco che cerco di rimettermi in gioco come dj.
Direttamente da Alba, dopo un'altra giornata di Festa bruciata per star dietro ad utenti, loro sì esotici, dedico a tutti quelli che non smettono di pensare che "domani sarà sempre meglio" la canzone di oggi:





14 agosto 2011

Tra Alba e Tramonto - 66° puntata

Caro Lettore,
ormai la notte di questa domenica d’Agosto ha già oltrepassato la porta e tra poco dovrà lasciare il posto ad un lunedì di Ferragosto lavorativo, per me.
Ma di questo forse ne parlerò nel prossimo post, per ora provo a ripensare ai giorni passati, fatti di riunioni per conteggiare quanti non sono ancora andati in ferie o per mostrare l’abbronzatura. Io sono tra quelli che le ferie le vede ancora da lontana, e che per una strana forma di ringraziamento, quando ha chiesto un paio di giorni per andare ad un corso, ha ricevuto come risposta, va bene ma ti giochi una settimana di ferie, quella di Ferragosto. Ecco come passerò il giorno di ferie per antonomasia, ma lasciamo stare.
Lascerei stare anche la settimana trascorsa, perché non degna di nessuna gloria. Un’altra settimana da mettere impilata con quelle che le hanno precedute.
Di questo post vorrei invece raccontare la scelta del pezzo musicale che volevo associare. Sono passato da Tengo la camisa negra di Juanes, passando da The Neverending Story di Limahl, senza dimenticare, Vamos a la Playa dei Righeira, Delusa di Vasco, Vaffanculo di Marco Masini, Blu Moon di Vecchioni, Alexanderplatz di Battiato, Canzoni con il naso lungo di Cristiano De Andrè, Sotto questo sole di Baccini/Ladri di Bicicletta. Non proprio una gran fantasia ma ogni canzone ha un riferimento su un avvenimento della settimana. Ora che la rileggo sembra la scaletta di Bimboremix. Ed allora perché non mettere sul piatto di questo giradischi virtuale la stessa canzone che è uscita dalla radio mentre venivo per l’ennesima volta ad Alba.



...all'inseguimento del sole...


07 agosto 2011

Tra Alba e Tramonto – 65° puntata

Caro Lettore,
la quasi totalità dei post di questa rubrica sono stati scritti pensando al passato, e rileggendoli spesso molti si assomigliavano, erano quasi la copia carbone di giorni che li avevano preceduti.
Ora vorrei provare ad essere più sibillino o solo a regalarmi un po' di sogno...
Vediamo di cominciare in stile anni '80, un pezzo storico che viene inserito di solito tra fine ed inizio, e poi vediamo cosa succederà



Chi sa se come DJ avrei avuto un futuro...
… all'inseguimento del sole ...

31 luglio 2011

Tra Alba e Tramonto - 64° puntata

Caro Lettore,
questo post mi costa fatica perché settimana appena trascorsa non salverei molto. Per caso qualcuno conosce una buona ricicleria dove buttare le cose brutte? Magari con la speranza che qualcuno sia capace di tirarne fuori qualcosa di buono?
Anche il mondo al di fuori di questa bolla, dove mi sento sempre più imprigionato, non mi sembra messo molto meglio. Forse bisognerebbe proprio fermarlo questo mondo e scendere. Magari lui avrebbe una possibilità di sopravvivere.
Cerco di scrivere e mi distraggo, controllo la posta, guardo la televisione, navigo un po’ in internet e via così…
Ora ti lascio e vado a cercare i pezzi della mia vita che il vento delle situazioni ha sparso in giro.



…all’inseguimento del sole…

24 luglio 2011

Tra Alba e Tramonto - 63° puntata

Caro Lettore,
perdona il ritardo nel postare il racconto legato alla settimana appena trascorsa, ma ho avuto ospiti e non ho avuto tempo. Uno di questi ospiti è anche un assiduo lettore di questo blog e forse anche il responsabile della sua nascita… diciamola tutta, sotto suo suggerimento ormai poco più di 5 anni fa ho aperto questo blog. All’epoca il fine di questo spazio era quello di dare sfogo alla mia vena creativa, come viene riportato anche nel mio profilo. Ed è stato così per molto tempo, fino a quando il peso di questa vita scandita dal numero di camice in un armadio ha preso il sopravvento. In uno scambio di battute con questo storico lettore, noto anche come il Genio, ha sottolineato come questo spazio sia appiattito su un solo argomento:” LE MIE LAMENTELE LAVORATIVE”.
Per questo mi scuso, ma come ha potuto vedere anche lui, l’ambiente è leggermente alienante, almeno per me. Eppure ci sono colleghi che pensano che questo sia il miglior posto del mondo. E dal parlare con loro ho forse capito uno dei motivi del mio disagio nel vivere qui.
Ecco caro Lettore, vediamo cosa ne pensi:
Quando sono a Milano mi lamento di quanto sia caotica, mentre chi viene da Roma, che che ne dica, si trova bene. Io a Torino non mi trovavo poi così male, era come Milano ma più piccola. Più a misura di uomo. Ora le persone di Torino si trovano bene qui ad Alba perché è più a loro misura. Ed ecco l’illuminazione: l’ordine di grandezza della città. Se si scende di un solo ordine di grandezza alla fine ci si adatta facilmente, mentre se si scende di due o più ordini di grandezza ecco le difficoltà.
Mi spiace non aver provato un’esperienza significativa in una città di un ordine di grandezza maggiore di Milano. Due settimane ad Istanbul, non hanno un peso rilevante
.”
Sicuramente questo non è il solo motivo, ma è una costante che torna spesso parlando con altre persone che hanno esperienze lavorative simili alla mia. Ovviamente con meno FASCINO.
Oltre a queste grandi riflessioni c’è stata anche la vita lavorativa che mi ha impegnato, e la scorsa settimana è stata ricca di annunci.
Il primo è quello di un collega che finirà la sua avventura ad Alba dopo due anni e mezzo. Il primo ad essere dispiaciuto di andarsene. Solitamente le persone che lasciano Alba lo fanno di loro spontanea volontà e ne sono generalmente felici, mentre lui viene spostato per esigenze aziendali e la cosa gli dispiace molto.
Secondo annuncio, arrivato con più di due ore e mezzo di ritardo sull’orario stabilito, che significa che ho addirittura fatto in tempo a fare la spesa ed iniziare i preparativi per la cena: sono stato promosso con sufficiente. Questo mi viene annunciato con una breve telefonata. Le motivazione ed i commenti sono rimandati a Settembre.
Terzo annuncio. Ecco questo più che un annuncio è stata una rilevazione, quasi mistica, che ha colto il capo del team: “Tu stai seguendo già tante cose”. Peccato che questo non abbia impedito che me ne venissero affidate altre che erano incarico ad altri e che aspettano risposta da mesi.
Quarto annuncio. Questo più che un annuncio è stata una domanda fatto dal capo al quadrato, cioè il capo del capo mentre si discuteva della situazione si un ex colonia inglese: “Hai il passaporto?”
Un brivido mi ha percorso la schiena. In questo caso è stata una fortuna che non avessi il passaporto e non potessi fare i vaccini necessari, oltre ad altri piccoli particolari come il visto d’ingresso nel paese.
Queste ormai sono cose passate, come la mia seconda giornata di reperibilità che mi ha visto intervenire su una problematica sollevata da un utente. Al mio chiedere maggiori spiegazioni ricevo una risposta che mi fa capire che il dialogo con questa categoria di utente può avvenire solo ad un livello di comunicazione più vicino a quello macchina. Per fortuna che interviene il responsabile dell’amministrazione locale, che dopo un velato insulto rivolto all’utente, gli dice che il sistema funziona benissimo e sicuramente è lui a sbagliare. Applausi per lui. Intanto il collega che si trova in quelle terre si lamenta che non seguono il piano discusso ad inizia settimana, ma che anzi fanno altro. In questo caso il mio è un supporto morale.
Per fortuna arrivano gli amici e l’ora di fine reperibilità pure. Spengo tutto ed inizio a vivere la vita, ma quella vera.



… all’inseguimento del sole …

16 luglio 2011

Tra Alba e Tramonto – 62° puntata

Caro Lettore, siamo arrivati di settimana in settimana sino a metà Luglio. Qualcuno a quest’ora aveva già trovato l’amore, mentre io ho trovato il primo giorno di reperibilità volontaria.
Volontaria nel senso che è stata la responsabile del progetto a volerlo, non certo io. Mi trovo così di sabato mattina ad aspettare una telefonata che spero non arrivi mai ed a ripensare agli eventi trascorsi.
La partenza di domenica sera, dove mantenendo una velocità media id 100 chilometri all’ora sono riuscito ad evitare la perturbazione proveniente dalle Alpi all’altezza di Alessandria Est.
Questa trascorsa è stata la prima settimana a ranghi ridotti. Le prime persone in ferie, le prime due persone fuori dal team. La bordata è stata abbastanza dura, ed ad essere sincero ho anche vacillato ma non sono caduto. Ad un certo punto mi sono sentito come il Generale Caster a Little Big Horn circondato da bande di utonti provenienti da India, Turchia, Belgio, Australia, Italia, Spagna e Russia. Un giro del mondo in 80 ticket. Alcune richieste sono legittime, altre pure fantasie dell’utente ed io dietro a loro a cercare di farli tornare con i piedi per terra. Per rendere tutto più allegro sono state predisposte delle riunioni il cui orario di inizio è stato anticipato di un ora dandone annuncio 5 minuti primi. Oppure riunioni a cui la mia presenza era del tutto inutile, tanto che un utente ha chiesto come mai fossi lì. Per completezza del racconto bisogna dire che questa riunione è stata indetta per parlare di un problema noto dal Dicembre 2009, per cui la responsabile dell’altro gruppo non ha mai fatto nulla, anzi ha fatto da cono di bottiglia per non dire altro.
In mezzo a tutto questo delirio mi tocca beccare anche una telefonata in cui vengo accusato di non dare la giusta priorità alle cose, peccato che tutto abbia scadenza a ieri e dovesse essere fatto entro la settimana precedente ed a me è stato assegnato solo da lunedì. Sono lì lì per sbottare. Sento che mi sta partendo un: GUARDA APPENA FINISCO DI PETTINARE LA BARBIE PRINCIPESSA LO FACCIO, MAGARI PRIMA PERO’ MI TOLGO LA RAMAZZA CHE HO INSERITO NEL RETTO E CHE USO PER RAMAZZARE IN GIRO.
Mi ci vogliono dieci respiri per non dare di matto, mentre vengo richiamato più volte per partecipare all’ennesima riunione.
Quasi dimenticavo, ovviamente in mezzo a questo delirio non ho potuto partecipare ad una riunione aziendale, mentre per un ‘altra che doveva essere urgentissima altrimenti si bloccava tutta la produzione è stata risolta con: ABBIAMO INIZIATO IL TURNO DI FERIE, QUINDI OGNI ATTIVITA’ E’ RIMANDATA A SETTEMBRE. Alla faccia dell’urgenza ed alle mie ore buttate per fare l’analisi del programma da presentare.
L’evento mondano che è consistito in apericena nel centro di Alba, che ha iniziato i martedì in musica. La serata è stata piacevole peccato che il locale scelto è davvero pessimo. Il servizio è da dimenticare; i piatti, quando ci sono, non sono all’altezza della cifra scritta a fianco nel menù. Se vi capitasse di passare da Alba, e vi trovate in piazza dell’Accademia, e vi dovesse venir fame, non fermatevi e proseguite dritto.
La musica di questi aperitivi è quella fatta da quattro simil dj sparsi nelle vie del centro. Il primo che vedo sembra avere un collare sanitario. E da come tiene la testa inclinata deve proprio servirgli.
Mi ci vogliono 2 minuti ed una riduzione della distanza per capire che non è un collare ma una cuffia.
Il secondo ha un look simil punk che si scontra con l’abbigliamento elegante delle persone sedute ai tavolini accanto a lui. Anche la musica che mette non è proprio adatta al look. Lo guardo in faccio è leggo, va beh l’importante è che mi paghino.
Il terzo deve avere problemi di sudorazione o similari perché gli hanno messo due enormi candele alla citronella accanto che fanno sembrare la postazione un altare pagano, mentre la persona più vicina si trova a 5 metri.
In tutto questa confusione sono venuti in soccorso gli amici che mi hanno distratto facendomi pensare ad altro, a cose più importanti e vere.
Grazie mille.



…all’inseguimento del sole…

09 luglio 2011

Tra Alba e Tramonto – 61° puntata

Caro Lettore,
eccomi qui a raccontarti la mia prima settimana da unico rappresentante della mia società nelle terre delle Langhe. Lo Sweet Team si è dimezzato. È ora di diventare grande e di vedere se sono davvero diventato autonomo.
Per evitare lo shock da separazione, e per fare alcuni test lunedì si lavora dalla sede di Milano.
Mi fa un po' effetto tornare, anzi iniziare a lavorare nella nuova sede. È passato ormai un anno da quando la mia società si è trasferita nella nuova sede, ma per vari motivi io sono stato qui sempre e solo di passaggio. Mi fa un po' specie vedere tante facce nuove, nuove dinamiche e vecchi modi. Siamo anche nel periodo delle valutazioni e quindi si affilano coltelli e si sfornano dolci.
Io cerco di rimanere concentrato su quello che ho da fare e non farmi distrarre dal viavai e dalle parole. L'altra metà dello Sweet team arriva con calma e viene rapita dall'Orco.
A pranzo mi tocca sentire la storia dell'Orco e dei suoi problemi, ma devo imparare a superare anche questo se voglio avere una possibilità di tornare a lavorare nella città che fu degli Sforza.
Il pomeriggio scorre ed io penso di averla svangata quando arriva la solita bomba. Dovrei imparare a non rispondere ai messaggi che arrivano dopo le 18. portano sempre brutte notizie. In questo caso si parla di 2 settimane di reperibilità continuata, dalle 6:30 del mattino a fine lavoro.
Ovviamente nessuno tiene conto del fatto che io avrei anche una vita al di fuori dell'ufficio.
Possibilità di contrattazione: ZERO.
Faccio presente che ci sono alcune difficoltà di tipo tecnico ed organizzativo, ma tutti minimizzano.
Ammetto che la mia collega mi irrita quando dopo che le faccio notare che dovrei dare il mio numero personale di cellulare agli utenti indiani e non solo lei minimizza. Peccato che lei non abbia dato mai il suo numero privato a nessuno, neanche a me e quando glielo faccio notare cambia discorso.
È proprio vero che siam tutti gay con il culo degli altri!!!
Caro lettore scusa lo sfogo.
Martedì rassegnato me ne torno ad Alba cercando di non pensare alle mille questioni che farà l'Orco con le sue tasche a chiocciola, al fatto che mi toccherà spostarmi con il pc al seguito, che mi rovinerò il sonno pensando di non riuscire a sentire il telefono suonare.
La capa non si fa trovare, così cerco di concentrarmi sul lavoro da fare, al nuovo passaggio di consegna, alle mille banane che già avevo, tanto che pensavo di aprire un negozio monomarca:LA BANANA SHOP!!
La capa passa da una riunione all'altra e quando ormai e sera mi chiama dicendomi che è riuscita a scambiare le domeniche di reperibilità con un sabato in più e nessuna telefonata prima del normale orario d'ufficio. Sarà che avevo detto che avremmo dovuto fatturare 7 giorni di lavoro in più.
Ora mi tocca solo convincere un altro mostro mitologico, un Gallo cedrone con le tasche cucite ad aprirmi la commessa su cui caricare le ore di lavoro.
Arriviamo così di nuovo a sera con tutti che pressano per l'evento mondano. Prima che arrivassi io sembra che non avessero mai fatto nulla che non fosse lavorare.
L'evento è legato all'uscita di un'altra risorsa dal gruppo. Quindi prendi il regalo, pensa al biglietto, manda gl inviti, suggerisci il regalo anche agli altri gruppi, che non sanno cosa regalare.
Mi trovo così a lavorare di notte per fare tutto questo.
Mercoledì sera dopo cena, crollo.
Giovedì ormai sono rassegnato. Pressione da tutte le parti. L'orco mi fa assegnare un cellulare aziendale con la promessa di non telefonare mai e di riportarlo appena finita la reperibilità tediandomi con il fatto che sono costi no preventivati e via dicendo.
L'utente poi mi fa sbottare. C'è un attività da fare, e conoscendolo gli dico di fare prima dei test per verificare la procedura altrimenti io non sbloccherò nulla in produzione.
L'utente mi assicura che ha fatto i test e che tutto va bene.
Verifico che ha fatto una sola registrazione, prendo i dati e scrivo nuova procedura.
Ora dobbiamo rifarla in produzione. Solito casino organizzativo e via dicendo, ma sono tranquillo. Hanno fatto i test.
Squilla il telefono. Abbiamo un problema, non riusciamo a registrare il 4° documento.
Come 4° documento, voi dovevate registrarne solo 1, come da test. L'utente eh veramente, noi.. sbotto. Non si lavora così. Se vi dico che ci sono da fare dei test un motivo ci sarà e ve l'ho anche spiegato. Cerco di capire dov'è il problema e mi scontro con una super patata bollente che a confronto Cicciolina era una suora. Avverto l'utente che la cosa non si può fare subito perchè occorrono modifiche al sistema di una certa importanza.
Intanto oltre ai turchi, ho a seguire i voli pindarici dei Russi, con le loro domande di cui conoscono la risposta, oppure che non centrano nulla con il problema che hanno.
Gli indiani, che da neofiti del sistema hanno ancora tutta l'ingenuità dei neoutenti e fanno una marea di cavolate.
Arriviamo all'evento mondano. Una bella cena in un agriturismo sulle colline con una bella vista su vigneti e piccole valli. La serata è gradevole e la vista riconcilia con il mondo.
Venerdì, e qualcuno deve ancora riprendersi dalla serata. Ricevo telefonata dall'IT manager che non capisce il perchè dei problemi avuti, ed io gli ripeto che non hanno seguito le indicazioni fornite.
Mi richiama per un altro problema, la cui soluzione era già stata fornita.
Io gli ripeto tutto da capo, sottolineando che hanno sbagliato a fare una registrazione di logistica, quindi che dovevano chiamare un altro gruppo. Lui tergiversa. Ok,glli dico, verifico, ma se è come dico io.... verifico, ed è come dico io.
Rispondo. Per fortuna che l'IT turco è abbastanza educato ed intelligente da scusarsi. Arrivo a fine giornata con un'altra consegna di banane.
Torno a casa, anzi no, vado a trovare degli amici che devono darmi il famoso cellulare e che mi raccontano varie storie lavorative. Alla fine tutto il lavoro è uguale.



...all'inseguimento del sole...

03 luglio 2011

Tra Alba e Tramonto – 60° puntata


Caro Lettore, anche tu in fuga dalla calura ed in cerca di un po' di fresco? Eh già, è arrivata l'estate, con tutto il suo calore... tranquillo caro Lettore, non voglio scrivere di questo, lascio che siano ben altri a scrivere e parlare di questo per riempire tempo e pagine, io voglio parlare di altro.
Quella appena trascorsa è una settimana dalla doppia valenza.
Come avrai letto dal titolo, è trascorsa anche la 60esima settimana, quindi questo progetto, per ora ha pareggiato il primo progetto che mi ha visto lavorare nella Prima Capitale del bel paese ed in terra Polacca. Lo so che ai più non dirà nulla, ma per me è uno strano traguardo. Una specie di momento storico da immortalare perchè da quel momento tutto cambierà.
Da qui con un piccolo saltino si arriva al secondo “momento” importante relativo alla settimana appena trascorsa, infatti da lunedì prossimo lo SWEET TEAM si ridurrà ad una sola persona, a me!
La mia collega, nonché capa, dopo più di due anni e mezzo lascia la fabbrica di cioccolato con tutti i suoi Oompa-Loompa e torna a Milano.
Da domani perciò si comincia una nuova avventura. Sarò responsabile di me stesso e dovrò riferire al grande Orco, un'altra volta, però ora sono molto più tranquillo, perchè ho le spalle più larghe dell'anno scorso e per un po' avrò anche i chilometri dalla mia parte. Quelli che vanno percorsi per andare dalla capitale economica a quella del tartufo e l'orco ha famiglia e vacanze da organizzare.
Di salto in salto, come nel gioco della Campana, arriviamo alla casella dell'evento mondano. Grande festa per salutare la partenza della collega. Ovviamente l'organizzazione è ricaduta tutta su di me: cerca il regalo, scrivi il biglietto, stampa il biglietto, ristampa il biglietto, correggi il biglietto, ristampa il biglietto tutto questo senza che la mia collega si accorgesse di nulla.
La scelta del posto ha comportato più fatica di quel che pensavo visto che sembra che martedì scorso tutti avevano cose da festeggiare o da fare per cui tutti i posti risultavano chiusi. Ma se c'è una cosa che ho imparato in quest'avventura e di no arrendermi alla prima difficoltà, ed alla fine ho trovato il locale.
La serata è stata divertente ed il regalo fatto molto apprezzato. Quindi obbiettivo raggiunto.
Ecco che l'indomani, l'altra collega che lascia, vuole una cosa simile.
Lettore, forse qui qualcuno si è dimenticato che io ho anche da lavorare, e con la fuga della collega ho anche un po' di più da lavorare. Va beh, mi tocca. Per fortuna che il regalo l'ho trovato facile, ora mi resta solo da fare il biglietto.
Settimana corta tra le altre cose, perchè dopo il gran mazzo che mi sono fatto per la certificazione, oltre alla pressione dalla sede per far ferie, ho deciso di fare la settimana corta.
Quindi sono scappato dal tempo variegato di Alba per tornare alla terra natia, almeno di passaggio, e proseguire verso est a trovare vecchi amici... ma questa è una storia che si tramanderà solo verbalmente, quindi mi fermo qui.
Ora ti lascio caro Lettore, tutto questo caldo non mi rende lucido e creativo.
...all'inseguimento del sole...

24 giugno 2011

Tra Alba e Tramonto – 59° puntata

Caro Lettore,
come avrai sentito dai media e letto sui vari giornali, questo è periodo si esami. Gli studenti danno gli esami. Le banche sono sotto esame. Le partite di calcio sono sotto esame. Il cuore rosso dei motori italiani è sotto esame con Ducati e Ferrari. L'operato del governo è sotto esame. Quello dei nuovi sindaci è sotto esame.
Il grande Edoardo aveva proprio ragione!
GLI ESAMI NON FINISCONO MAI!!!
Tutto questo preambolo solo per dire che anch'io ero sotto esame. Un esame abbastanza importante. Di quelli che se lo passi hai fatto solo metà del tuo dovere e se vieni bocciato ti verrà rinfacciato a vita.
Un esame che non ho scelto io di fare, ma che mi è stato imposto dalla società per cui lavoro.
È vero che ora sono io che posso vantarmi e godermi di essere CERTIFICATO!!!, anche se ne avrei fatto volentieri a meno. Eh sì, perchè l'esame l'ho passato, questa volta. L'avevo già provato ad Aprile, ma era andato male per una sola domanda, mentre questa volta sono sopra di 4.
Ho rivissuto tutte le angosce del periodo degli studi, con la notte prima degli esami, ripetuta ormai non so quante volte. Quelle notti in cui si dorme poco, si cerca di ripassare. Si viene colti da amnesie totali, che se non fossi sicuro di essere già a casa nel tuo letto, forse non sapresti tornarci. C'è gente che è stata colta da questa perdita momentanea di memoria ed ha vagato per ore tra il salotto e la cucina sino a quando un parente a caso, se non addirittura il gatto, abbia guidato il malcapitato come fino al proprio giaciglio. Una notte da Smemorati di Collegno .
Si controlla ripetutamente la sveglia, ad intervalli regolari di 3 minuti. Ma la cosa incredibile è che se anche sai che suonerà da lì a 30 secondi vieni colto di sorpresa dal suo trillo e quasi rischi un arresto cardiaco.
Ti alzi dal letto e se potessi torneresti indietro di almeno un mese per poter studiare di più, o forse di anni per cambiare scelte di vita ed imbarcarti su un piroscafo battente Bandiera liberiana per fare il giro del mondo.
Fai la doccia nella vana speranza di svegliarti e tranquillizzarti, ma sei cosi teso che potrebbero usarti per spedire una sonda su Marte in maniera ecologica, usandoti come arco.
Esci.
Il traffico ed il caldo ti fanno impazzire.
Controlli l'ora quattrocento volte.
La strada l'hai guardata così tante volte che dovresti averla imparata per osmosi.
Arrivi.
Parcheggi.
Entri e sai che dovrai rimanere sulla graticola almeno un altra ora.
L'aula si riempie a poco a poco e tu leggi, bene o male, la stessa domanda sulla faccia di tutti:
MA CHE CI SONO VENUTO A FARE QUI!!!
Si inizia.
Fai un salto nel passato. Esame di stato. Esame universitario. Esame di maturità. Esame di guida. Esame di terza Media. Esame di quinta Elementare. La testa rimbalza tra questi eventi mentre la vescica continua nel suo viaggio a ritroso tanto che ti ritrovi a fare la minzione ad intervalli regolari di 36 minuti.
Il tempo passa ed arriva il momento della fine... e si la fine qui è immediata. Il risultato si ha quasi subito. Giusto il tempo che i dati facciano un giro in Germania e tornino.
CONGRATURAZIONI!!!
Passati i 5 minuti per leggere e rileggere, far leggere alla collega per conferma e tutto il resto, l'adrenalina ti finisce sotto i piedi. Senti tutta la stanchezza del mondo addosso. Forse anche perchè l'ultima notte che hai dormito più di 4 ore risale ad un po' di tempo fa.
Ora vuoi solo uscire e respirare.
Aria.
Hai bisogno di aria.
Rientro in possesso di tutte le mie facoltà, o almeno di quelle poche che mi servono per capire che non è il caso che mi metta alla guida, quindi decido di pranzare in loco.
Cercare di riprendermi e di trovare un minimo di energia per poter tornare a casa e fare quelle mille telefonate per dare il grande annuncio.
Metto a fuoco che non vedevo l'ora di scrivere questo post, dove all'inizio doveva esserci scritta la sola frase
SON CERTIFICATO
,
ma che poi si è sbrodolato in questo miscuglio di parole.



… all'inseguimento del sole …

18 giugno 2011

Tra Alba e Tramonto – 58° puntata

Caro Lettore, come una cambiale ecco un altro post sulle mie avventure lontano da casa.
Ogni tanto mi soffermo a pensare che chi sa se a qualcuno interessa leggere di questo consulente che da ormai più di tre anni vive con la valigia in mano e si sperde in varie direzioni a fare il suo onesto lavoro. Chi sa se quando finirà quest'ennesima avventura ce ne sarà un'altra da raccontare e se a qualcuno mancherà questa strana rubrica.
Questa settimana è la settimana di arrivi e partenze. È arrivato nel gruppo una faccia conosciuta. Un personaggio che è già passato in questa rubrica molto tempo fa, dove la scenografia era la città della FIAT. Sono arrivati anche due utenti turchi, a cui ho dovuto fare un po' da babysitter. Ci sono state anche partenze, chi per le ferie e chi per non tornare più, o almeno così si racconta.
Settimana piena, con mille cose da fare, riunioni a cui partecipare in cui il mio ruolo era verificare che non venissero proposte cavolate. Giusto per raccontarne una. Grande gruppone con vari responsabili. Io li a fare da spettatore a diatribe varie. Una delle responsabili, dopo 20 minuti di discussioni, esce con la frase: ma si può fare così... io guardo la soluzione applaudita dal resto della corte. Ok, bella soluzione, peccato che ci sia un piccolo errore. Manca una riga nei calcoli. La riga di partenza. Quella per cui siamo tutti qui.
Altro giorno altra riunione. Siccome gli utenti turchi sono in ritardo inizio un altra attività che alla fine mi fa arrivare con un paio di minuti di ritardo. Vengo accolto con la frase: questo delta è dovuta all'attività che ha fatto lui e vengo indicato. Ok, vogliamo scaricare le colpe a me. Bene. Sono tre giorni che dormo poco perchè oltre al mio lavoro presso il cliente devo fare anche quello che mi richiede la mia società. Quindi non è che sono proprio di buon umore, metteteci che di solito quando vengo attaccato rispondo come il Milano di Sacchi, con un bel contropiede. Eccomi lì che chiedo che mi venga spiegato dove avrei sbagliato, visto che l'attività l'ho fatta dopo aver avuto certificazione da parte di tutti gli astanti ed aver verificato tutto ben quattro volte.
Ecco che iniziano con una serie di estrazioni e confronti, che so già dove porteranno, visto che ho capito dov'è l'anomalia, ma perchè perdermi il piacere di vederli lavorare. Dopo quasi un'ora mi alzo e faccio notare una cosa. Stano cercando l'errore sull'esercizio fiscale sbagliato. L'errore è stato fatto dall'altro gruppo nell'agosto scorso, periodo in cui io non ero staffato su progetto, e dove i responsabili erano i quattro caballeros seduti di fronte a me.
Il gruppo si zittisce e poi mi guarda incredulo. Ed ora? Ora qualcuno dovrebbe prendersi le sue responsabilità.
Alla fine della settimana, facendo la somma i problemi sono tutti relativi ad attività che dovevano fare altri. Io dovevo fare da supervisor giusto per rassicurare gli utenti che hanno una certa fiducia sul mio operato. Noto che non solo i turchi ma anche altre persone degli altri team vengono ormai a rivolgersi direttamente a me.
In mezzo a questo un serrato scambio epistolare con la società che ha creato il programma ERP che usiamo per dimostrare che hanno rilasciato un programma che fa schifo e che le note correttive sono ancora più schifose. Alla fine installo 6 note di aggiornamento, due workaround, ed una serie non meglio definita di parolacce.
E già così sarebbe più che sufficiente, ma c'è un russo che si deve fare odiare, aprendo ticket di cui conosce la soluzione solo per il piacere di verificare che noi gli si risponda nella stessa maniera.
Ma non pensate che sia finita così. Il giro del mondo di richieste non è finito. Gran Bretagna, India, Polonia, Italia, Spagna, Lussemburgo, Francia... fermate il mondo che voglio scendere.
Per fortuna che tra pranzi e compleanni vari sono riuscito a ritagliarmi un paio di momenti di tranquillità.
Ho mancato l'evento mondano, anzi due eventi mondani. I turchi mi hanno invitato da uscire con loro per fare il giro dei locali, mentre la sera dopo sono andati in gita a Portofino ed io invece nella mia stanzetta del residence a lavorare.
Caro lettore scusa lo sfogo. Non volevo che questo post fosse così. Lo immaginavo più come un trattato sulle storie che iniziano e che poi proseguono, e piano piano un po' si trascinano e che si rialzano o perchè arrivano alla conclusione o perchè scendono nel buoi di qualche tunnel o perchè trovano nuove energie e stimoli in qualche cambiamento... ma l'elefante ha partorito un topolino ed io ho scritto malino.



...all'inseguimento del sole ...

11 giugno 2011

Tra Alba e Tramonto – 57° puntata

Caro Lettore, eccomi di nuovo qui a raccontarti di un'altra settimana dove sono letteralmente sopravvissuto alle vicissitudine e no della vita in trasferta.
La settimana è partita con un tour delle provincie piemontesi. Domenica pomeriggio sono andato a vedere una mostra a Vercelli, ho poi preso un aperitivo con alcuni amici a Cossato in provincia di Biella e poi sono andato a fare la nanna ad Alba.
Questo per dirti che i mille eventi della scorsa settimana, anche se hanno intaccato la mia salute non hanno ridotto la mia voglia di vivere, di vedere, di conoscere, di incontrare.
La settimana appena trascorsa sarà ricordata come la settimana della sopravvivenza.
Sono sopravvissuto alla discesa dell'Orco, che sembra non aver fatto tanti danni, anzi forse con l'aiuto della mia capa è riuscito ad allungare la catena che mi tiene a lavorare nelle terre langhesi e che forse mi riporterà nel centro della pianura padana.
Sono sopravvissuto ai colleghi che ti chiedono come stai solo perchè hanno bisogno di un favore da fare entro ieri, come se non ci fossero già abbastanza cose da fare. Vedere poi il proprio CV che viaggia di nuovo verso terre fredde o degne di un esaurimento... mette i brividi.
Sono sopravvissuto alla guida sportiva della collega, che non ha ben chiaro il significato di rotonda e del cartello dare precedenza tanto che ho visto metà della mia vita scorrere sul parabrezza di un furgoncino bianco.
Sono sopravvissuto allo spavento di vedere un collega cadere in moto mentre faceva un sorpasso sotto la pioggia. Io ero in macchina dietro di lui ad una cinquantina di metri. L'ho visto scivolare per 200 mt nella corsia opposta. Per fortuna non arrivavano altre macchine da quella parte e lui non si è fatto male. Pensa che ha recuperato anche il video delle telecamere di un benzinaio dove si vede la sua scivolata.
Sono sopravvissuto all'evento mondano che mi ha portato a Torino a rivedere i vecchi colleghi in una serata di grande pioggia, ma anche di grande allegria.
Sono sopravvissuto all'utente che non sa leggere e che continua a fare domande di una stupidità allucinante. Se il sistema ti dice che per fare una determinata registrazione devi inserire un testo valido in un determinato campo, se io per sicurezza lo avevo scritto sia nella mail che nel manuale che era “obbligatorio” compilare tale campo, ma perchè mai mi scrivi e mi chiedi perchè non funziona allegandomi un print screen dove c'è scritto: COMPILARE IL CAMPO TESTO!!!
Sopravvissuto alla collega che cerca di rifilarmi l'ennesimo padulo, che risulta essere doppio perchè su tale attività ho gli occhi del capo addosso, per vedere come gestisco la situazione.
Sopravvissuto all'ennesimo lavoro palloso che nessuno vuol fare e siccome io so usare Excel lo devo fare io.
Sopravvissuto alla coppetta di gelato piccola due gusti, che è risultata essere in formato piccolo per giganti.
Sopravvissuto alla pioggia sulla strada del ritorno ed alla voglia di fermarmi e schiacciare un pisolino.
Sopravvissuto alla guida del solito autista pigro che ti sorpassa cercando veramente di sverniciarti una fiancata.
Sopravvissuto al ritorno dell'autunno... perchè era giugno?
Ecco sono sopravvissuto e sono ancora qua, come canta Vasco, con il mio mal di gola ma sempre agguerrito e non disposto ad arrendermi. Pronto a raccontare altre storie ed avventure.



… all'inseguimento del sole...

03 giugno 2011

Tra Alba e Tramonto – 56° puntata

Caro Lettore,
come stai? Spero bene. Io ho un forte mal di gola che non mi permette di godere a pieno di questo ponte che per alcuni momenti è sembrato quello sullo Stretto, una pura utopia.
Dall'ultima volta che ho scritto sono successe tante cose che hanno fatto da cornice alla settimana lavorativa. Eventi mondani a ripetizione, ribaltoni politici, partenze verso luoghi con cambio di consonante, distribuzione di merendine, terremoto nella pianificazione delle ferie, panico da cetriolo killer, evento eno-gastro-sportivi e riflessioni chilometriche.
Allora vediamo un po' di descrivere cosa è successo.

EVENTI MONDANI A RIPETIZIONE
appena ho finito di pubblicare il post della scorsa settimana è iniziata alacre l'attività preparatoria al doppio evento matrimoniale, che prevedeva l'impaccamento degli ultimi regali, la scelta delle cravatte e delle camicie dei due abiti, doccia, pranzo frugale, piccolo riposino e poi via verso il luogo dell'appuntamento. Prima ora X sono le 16:00 davanti all'ufficio.
Si parte per la prima chiesa, per la prima cerimonia, per la prima serie di foto, per il primo lancio di riso, per il primo bacio alla Sposa, per il primo spostamento verso il ristorante, per il primo brindisi agli sposi, per la cena nuziale, per il primo giro di racconti, per il primo giro di piatti e vino spesso, un ottimo Barbaresco in bottiglia Magnum.
Tutto questo turbion ha però una scadenza. A mezzanotte io e le mie compagne di viaggio, due colleghe e mezza saremmo dovuti partire per rientrare. L'autista perchè come organizzatore avrebbe dovuto presenziare ad una gara di fuori strada, la collega e mezza si stanca subito avendo in grembo una piccola inseguitrice di conigli bianchi, ed il sottoscritto che ha già puntato la sveglia ad un orario albeggiante.
La partenza subisce un piccolo ritardo a causa dell'attacco di un gruppo di diversamente giovani nei confronti dell'autista. Per fortuna che l'intervento del consulente con FASCINO e valigia li disperde liberando la malcapitata, non prima però che il più arzilla proponga un contratto con molti zeri per caricare vita natural durante il figlio.
Dopo un paio di incroci errati e quasi una settantina di chilometri ecco che vengo depositato davanti alla porta del residence. Salgo. Mi spoglio e svengo sul divano.
Alle 4:15 suona la prima sveglia. In stato più o meno frastornato mi butto sotto la doccia. Li mi accorgo di non aver trascritto l'indirizzo del punto di ritrovo, punto Y, del secondo matrimonio. Mentre preparo la colazione, accendo il pc e ricontrollo la lista di cose da prendere. I sacchetti con i regali sono già in macchina, mi manca sola la borsa con le bibite, mentre i vestiti sono già imbustati.
Poco dopo le 5:00 sono in macchina direzione SUD. Appuntamento ore 11:00 a Monteriggioni, al Bar dell'Orso.
Seguo in modalità automa le indicazioni dello scout elettronico. Mi ritrovo così tra le varie gincane e gallerie delle autostrade vicino a Genova. Percorro poi varie autostrade sino ad arrivare a Firenze Certosa, la mia uscita. Sulla statale che porta a Siena viene il momento di fare il cambio di abiti. Avevo provato a farlo in un parcheggio di un autogrill ma un pullman di pellegrini mi aveva giusto parcheggiato a fianco.
Arrivo con una mezz'ora di anticipo. Mi nascondo nel bar in attesa che arrivino tutti. La mia presenza deve essere una sorpresa, come l'evento. Mentre io ordino un succo e due brioches, la guida mi mette fame, un paio di ragazze dell'est ordinano un paio di panini che a livello di grassi potrebbe far concorrenza alla mia cena del giorno prima. Si susseguono personaggi di vario tpo, ciclisti più o meno organizzati, motociclisti, camperisti ma tutti accomunati dall'acquisto di questi super panini.
Arriva l'ora. La sorpresa in parte è saltata, ma è difficile passare inosservati se gli invitati sono solo i genitori degli sposi ed i figli degli sposi, oltre ai testimoni e poi non siamo nella Provincia Grande, ma in una più piccina. Sono così passato da un matrimonio con 240 invitati ad uno con 10 invitati dove solo in 4 sapevamo che sarebbe celebrato un matrimonio.
Le colline delle Langhe hanno lasciato il posto a quelle Senesi sullo sfondo delle foto. Entrambi i ricevimenti si sono tenuti in un castello, ma mentre il primo era più una riserva di caccia il secondo era una vera e propria fortificazione, con tanto di ponte levatoio e mure di cinta.
Qui si brinda con un Brunello di Montalcino, in bottiglia Magnum, ovviamente. Finite le libagioni ci si sposta per le foto. Dopo le foto ci si sposta ognuno verso casa propria. Io chiedo ospitalità agli sposi per cambiarmi. Vorrei evitare di essere arrestato per atti FASCINOSI in luogo pubblico.
Ecco riparto. Questa volta decido per strada semplice, e conosciuta, anche perchè la radio parla di traffico e code sulla strada fatta in mattinata.
Arrivo ad Alba che sono quasi le 23:00. rassicuro il gruppo di persone in pensiero per il mio tour de force.

RIBALTONI POLITICI
Lunedì mattina sono uno straccio. Mi tengo insieme con la sola gravità molecolare. Vado in ufficio perchè dovrebbe esserci la riunione saltata venerdì.
Iniziano le battute e lo scambio di foto.
Faccio comunque tardi, senza che della riunione se ne sappia nulla.
Riesco a tornare in qualche modo in residence. Alle 21:45 sto già dormendo, mentre in giro per l'Italia il popolo arancione festeggia la fine degli anni '80 o una rimonta insperata. Vuoi vedere che sono riusciti a sbiancare il giaguaro?

PARTENZE VERSO LUOGHI CON CAMBIO DI CONSONANTE
Martedì un po' mi sono ripreso, ma inizia a farmi male la gola. Il lavoro non manca, e le cose da fare mi riempiono la giornata senza farmi ben capire come sono arrivato a sera.
Due colleghi, il neo sposo ed il salentino, partono in serata rispettivamente per Bali e Bari, roba da Bersaglio delle parole crociate o Cambio di Lettera.

DISTRIBUZIONE DI MERENDINE
Mercoledì il mal di gola si è fatto insistente. Le medicine che ho preso hanno solo ridotti i dolori diffusi come le nuvole in una giornata uggiosa, lasciando così spadroneggiare il mal di gola. In ufficio vengono distribuite alcune merendine, che per quanto c'è scritto sull'incarto, non hanno una prospettiva di lunga vita.

TERREMOTO NELLA PIANIFICAZIONE DELLE FERIE
Scopro durante il giorno che le mie ferie sono messe a rischio, perchè il collega che mi sostituirà rischia di farsi Agosto a testa in giù, cioè nell'emisfero australe, nella terra dei Canguri, dei Koala e di altre speci esotiche ed io rischio di conseguenza di rimanere ammanettato alla scrivania.

PANICO DA CETRIOLO KILLER
parto da Alba e faccio finalmente ritorno alle terre natali. Arrivato a casa dei miei, dove mio nipote mi aspetta per giocare, mia madre tutta baldanzosa mi accoglie con un sorriso dicendo che il fruttivendolo le ha regalato un po' di verdura, visto che lei è una delle migliori clienti. Noto che tra le verdure donate spiccano anche 4 cetrioli. Le chiedo se ha sentito la notizia del Cetriolo Killer. Mi guarda un po' sorpresa, cercando prima di capire se è uno scherzo o no. Per fortuna che prima mio padre e poi il telegiornale confutano quanto detto. Lei mi rassicura dicendo che tutta la verdura che compra viene dall'Italia, controllo le etichette.
Ora c'è da affrontare mio nipote. Non sembra affatto stanco, anzi. Lo indirizzo sui disegni intanto che cerco di cenare. Per fortuna che poi arriva un amichetto con cui va a giocare, così che io possa verificare la legge di Mendel. Mi addormento sul divano a fianco a mio padre. Se non è questo patrimonio genetico.

EVENTO ENO-GASTRO-SPORTIVI
Giovedì sono in trasferta nuovamente, ma questa volta sul Lago di Garda, per la precisione a Tremosine, dove partecipo insieme ad un gruppo di amici alla gara non competitiva 5 MIGLIA DEL GHIOTTONE. L'evento prevede un percorso fatto di 8 tappe per un totale di 5 miglia.
Al raggiungimento di ogni tappa, si ha il diritto ad una pietanza. Alla fine mi sembra di aver partecipato ad un altro pranzo nuziale, ma itinerante, con salite, sentieri nei boschi, punti panoramici, terrazzi a strapiombo, terrapieni verdissimi popolati di ulivi, discese, borghi antichi e l'oratorio con i suoi parcheggi. Durante il percorso si è parlato di tutto, dalla politica alla filosofia, dai pettegolezzi alla politica del bel paese. Dal riciclaggio alle energie pulite.

RIFLESSIONI CHILOMETRICHE
Rientro a casa pensando che ho fatto davvero molti chilometri, ma che questi avevano tutti gusti diversi. Alcuni erano piacevoli e corti, altri sembravano non finire mai. Alcuni li ho buttati giù in un sorso ed altri hanno messo a rischio la digestione. Chi sa che gusto avranno i prossimi chilometri.



… all'inseguimento del sole...

28 maggio 2011

Tra Alba e Tramonto - 55° puntata

Caro Lettore, ho ormai finito da tempo gli incipit e sempre più riutilizzo la stessa forma. Questo forse è dovuto al fatto che ormai sono passate 55 settimane da quando ho iniziato questa avventura.
È vero di cose ne sono capitate, di persone ne ho incontrate, di posti ne ho visti. La mia valigia è sempre più piena di cose e di esperienze.
Per fortuna che oltre alla valigia anche il FASCINO è in crescita. Vuoi vedere che le rughette ed i primi capelli bianchi, nascosti da un taglio molto corto, abbiano aggiunto un po’ di sale e pepe.
E sì, il Tempo passa, anche se non lo si guarda e si fa finta di niente. Anche se si cerca di ignorarlo il Tempo fa cadere ogni giorno un granellino in più nella tua clessidra. La cosa importante è che quel granellino non sia passato inutilmente.
Per ora sono fortunato, ogni granellino ha portato con se un ricordo, un volto od un’emozione.
Ecco, dopo quest’auto incensimento, forse è il caso di iniziare a raccontare in questo diario virtuale l’ennesima settimana in trasferta.
Questa settimana è stata innanzitutto la settimana successiva alla mia ultima settimana di ferie estive del 2010. E già, del 2010. Avevo sognato viaggi a Berlino, ma poi il destino mi ha portato altrove, a ripercorrere i ricordi della mia gioventù regalandomi nuove emozioni.
Ma questa rubrica si occupa di altro e vediamo di rimanere sulla strada giusta.
Lunedì è iniziato come al solito a bomba, le cose da fare si sono accumulate nella mia settimana di assenza. La sera poi mi aspettava l’evento mondano: una cena a casa della responsabile aziendale per festeggiare compleanni e futuri matrimoni. Abbiamo cenato su un terrazzo che regalava una vista incredibile sulle langhe.







Poi sembrava di essere tornati ad una di quelle feste delle medie in cui bisogna firmare il biglietto di auguri senza farsi scoprire dal festeggiato, e quando i festeggiati sono 3 la cosa si fa molto più difficile. Per fortuna che i regali sono piaciuti, che la serata è stata gioviale, il cibo buono, il vino ottimo e la compagnia grandiosa.
L’unica pecca è stata che fosse di lunedì.
Martedì mi rituffo nel lavoro. Fai questo, studia questo problema, prendi questa patata bollente. Lavora lavora lavora. È arrivata anche la persona che mi sostituirà, quindi ho iniziato il mio passaggio di consegne. Tutto questo ha rubato ancora un po’ di tempo a quello che ho per rispondere alle domande degli utenti.
Queste sono poi delle più assurde. Un’utente ha avuto il coraggio di fare la stessa domanda 6 volte nel giro di un giorno, ricevendo sempre la stessa risposta. Il capo corregge poi una mio lavoro. Non ci sarebbe nulla di male se la sua correzione non fosse errata. Per fortuna che se ne accorge e ripropone la mia. Le patate bollenti ad un certo punto sono così tante che sembra di stare in una friggitoria. Io passo dal monopoli al giro del mondo in 80 utenti. Russia, Belgio, Lussemburgo, Francia, Spagna, Portogallo, Turchia e Polonia. Capite che arrivato a venerdì un po’ di confusione ce l’abbia anch’io, ma mai come quella che ha la responsabile di uno dei gruppi che si trova allo stesso piano dove lavoro io. Mi hanno chiesto di supportarli in un’attività di controllo. Io do la mia disponibilità, in fin dei conti sono stato offerto volontario. Questa indice una riunione. Prima alle 9:00, poi la sposta di un’ora, poi la sposta alle 14:30, poi la sposta di un po’ e poi verso le 17:00 all’ennesimo sollecito ammette di non aver tempo. Io ho passato un’intera giornata a preparare una riunione che non c’è stata. Ma la cosa divertente è che il mio equivalente, dell’altro gruppo non era neanche stato invitato. Va beh, la sindrome di organizzazione alla Filini sembra che colpisca ovunque e chiunque.
Venerdì poi ritrovo un ex collega di FIAT che viene a fare un colloquio per un posto nel mio ufficio. Fa ridere ricordare con lui le giornate passate a Torino, i colleghi, i capi.
Arriva come tutte le settimane l’ora di salutare l’ufficio e buttarsi nel fine settimana. Resto ad Alba, perché sono invitato al matrimonio di cui sopra. In realtà ho anche il matrimonio di uno dei miei migliori amici a Siena, ma per fortuna è di domenica. Approfitto della bella serata, dell’arcobaleno che fa da tetto alla città per andare a fare una corsettina. Ho preso le scarpe sbagliate, ma questo non mi ferma. Cerco un nuovo percorso, e mi ritrovo così a corre lungo il Tanaro, circondato dalla natura, dopo aver superato il confine tracciato dall’Asti-Cuneo. Nel mio sapermi perdere ovunque, finisco poi vicino al canile e di sbarra in sbarra alla casa circondariale. Il sole ormai ha già superato la linea dell’orizzonte ed io devo abbandonare la mia ricerca di scorciatoie e rifare tutta la strada a ritroso. Ammetto che l’ultimo chilometro l’ho fatto a passo lento chiacchierando al telefono con la famiglia e smessagiando con gli amici sparsi per l’Italia.
Tornato i residence mi restano giusto le forze per mangiare un insalatina ed arenarmi prima sul divano e poi sul letto.
Ora, caro Lettore, ti devo salutare e ricominciare a correre dietro le mille cose che devo fare.
…all’inseguimento del sole…

14 maggio 2011

Tra Alba e Tramonto – 54° puntata


Caro Lettore nei pochi giorni passati mi sono ritrovato a pensare a come viene misurato il tempo. Fin dall'antichità l'uomo ha cercato di misurare il trascorrere della sua vita. Ne ha fatto anche un dio, Crono, figlio di Urano e di Gea. Non proprio uno stinco di santo anzi... ma questa è un'altra storia.
Agli albori della civiltà si usavano gli eventi climatici, il movimento dei pianeti, l'alternarsi di giorno e notte, le lune piene. Poi ha iniziato ad usare i granelli di sabbia, le ombre. Dopo aver cercato varie unità di misure, tra cui le più usate sono: secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni, lustri, decenni secoli etc. ha cercato il punto INIZIO da cui iniziare le sue misurazioni. Ancora oggi viene usato un calendario che vede come anno 0 quello della nascita di Cristo, o della Egira del profeta Maometto. Questi i più famosi, ma ci saranno mille altre possibilità.
Queste possibilità meno diffuse hanno le loro celebrazioni negli anniversari. Si parte già dalla nascita con il giorno del compleanno, poi con gli anniversari di fidanzamento, matrimonio, laurea, morte. Quelli del primo giorno di lavoro, del primo giorno in trasferta, il primo giorno in una nuova casa etc. anche il bel paese quest'anno festeggia il suo 150° Anniversario.
Io uso come metro di questo scorrere il numero di camice pulite che ho appese nell'armadio. Due camice pulite vuol dire che devono passare ancora 3 giorni prima di tornare a casa. Questa è la mia convenzione temporale per individuare in quale punto della settimana mi trovo. Mentre il mio punto d'inizio è il primo giorno trascorso in una nuova città a portare le mie opere di migrante dal colletto bianco. Secondo questo calendario siamo alla 54° settimana dell'avventura Tra Alba e Tramonto, che potrebbe diventare il periodo più lungo di trasferta, iniziato con Torino (60 settimane), seguito da Mezza Trasferta (16 settimane) e giunto sino ad oggi.
Se caro Lettore, la tua curiosità è più pruriginosa e del panegirico scritto sino ad ora ti interessa poco, ma vuoi sapere cosa è successo nella settimana appena trascorsa che dire. Si può dire, a ragion veduta, che ho surfate su un mare di m..., con onde alte ed irregolari.
La prima onda è stato l'annuncio che una collega ha dato le dimissioni. Questo significa che il progetto che sta seguendo non lo porterà sino alla fine e nel nostro lavoro questa è una delle cose più brutte che può succedere. Se ci metti che di messo c'è anche una trasferta in terre esotiche il cui fascino è fuggito appena si è visto il luogo dove sorge lo stabilimento.
Seconda ondata: la riorganizzazione aziendale non mi suona molto bene. Sembra sempre più di vivere nel mondo raccontato da Orwell in 1984, in particolare nella parte:
Andando al lavoro, Winston incontra Parsons, un suo collega attivista tutto contento perché la settimana prossima la razione di cioccolata aumenterà arrivando a ben 25 grammi! Teoricamente è una bella notizia, ma Winston che la mattina stessa aveva corretto un vecchio articolo del Time, sa che la razione sarebbe dovuta aumentare fino a 30 grammi, e la cosa lo disturba molto: Winston dovrebbe dimenticare cose di questo tipo, ma purtroppo se le ricorda.
Ecco, mi sento come Winston.
Terza ondata: la mia settimana di ferie sta andando in fumo. Volevo fare mille cose, ma mi sto rendendo conto che ho un sacco di cose arretrate da affrontare e che no posso continuare a rimandare. Mi ci vorrebbe una settimana di ferie da 14 giorni.
Mentre surfo su questo mare cerco una Bagnina che possa almeno soccorrere la mia anima, ma vedo solo un'ombra molto, anzi, troppo lontana.
Ed intanto la vita va avanti ed arriva la quarta Onda. Appena finita una video conference con l'ufficio di Milano, fatta dalla mia camera del residence decido di scaldare la mia cena.
Inforno il piatto e metto il timer. Intanto controllo se ci sono comunicazioni importatni arrivate durante la riunione.
Sento il suono del campanello. Il piatto è caldo. Lo estraggo e lo appoggio sul tavolo. Mi ricordo di avere in congelatore il pane. Decido di scongelarlo. Lo inforno e pigio il tasto di avvio, ma non mi accorgo di aver lascito le impostazioni sul riscaldamento del piatto. Intanto cerco di conquistare un po' di spazio sul tavolo, tra fogli, appunti, pc etc dove poter consumare la mia cena.
Di nuovo il drin del forno. Mi avvicino e vedo un alito di fumo. Apro lo sportello ed una nuvola di fumo esce dal forno. In un attimo mi trovo nella nebbia più fitta, con gli occhi che mi bruciano. Corro a chiudere le porte della camera da letto e del bagno ed apro tutte le finestre ed accendo la cappa. Mi metto ad arieggiare la casa come meglio posso. Estraggo dal forno la mummia del pezzo di pane. Fuori sembra normale, ma dentro è completamente nero. Lo butto nel lavandino ed paro l'acqua.
Dopo mezz'ora arriva l'amministratore del residence che mi chiede cosa ho combinato e che mi striglia per averlo costretto a venire a vedere cosa stava succedendo. Io mortificato mi prodigo in scuse. Sembra che questo evento eccezionale abbia risvegliato gli animi assopiti dei vicini che lo hanno chiamato parlando di incendio, lingue di fuoco che uscivano dalla finestra e similari e che lui abbia dovuto interrompere le sue attività serali.
Va beh, il lato positivo è che ho mangiato all'aperto, guardato la tv all'aperto, dormito sul divano all'aperto, visto che ho tenuto tutto spalancato sino all'una di notte, con la cappa che continuava con il suo ronzio. Questa l'ho spenta solo la mattina del giorno dopo, appena prima di andare al lavoro. Di nascosto per evitare un altro cazziatone.
Ed eccomi arrivato a venerdì, a scendere veloce dalla cresta dell'onda prima che mi sommerga ed a cercare rifugio in una cena con amici, questa volta loro in trasferta, nella mia città.



… all'inseguimento del sole...