17 agosto 2009

Inno Nazionale

Caro lettore,
come ben sai mi trovo nuovamente all'estero per lavoro e per diletto.
Vivere lontano dal bel paese non è semplice, soprattutto se non è una tua scelta, ma non è di questo che voglio parlare.
Visto che un membro del governo ha deciso di "attaccare" il mio INNO NAZIONALE, si perchè lo sento mio, mi sento ITALIANO e ne vado orgoglioso.
Quindi On. Bossi questo lo dedico a lei:


15 agosto 2009

Katowice - 2° puntata

Ed ecco un’altra puntata dalla Polonia. E sì caro lettore, un’altra, ma non preoccuparti sarà breve come i giorni di lavoro.
Partiamo con il dire che questa seconda puntata in Katowice inizia domenica sera. Colto dalla stanchezza e dal troppo sole preso nei due giorni del rompete le righe, e forse dal bisogno di parlare un po’ d’italiano con qualcuno, mi aggrego alla comitiva del capo che tra le altre cose ha deciso che questo è il suo turno di scegliere il ristorante.
Sorpresa sorpresa il capo ci porta a mangiare magiaro. Si vede proprio che la cucina polacca non ha sfondato nel cuore di nessuno dei trasferisti.
Siamo rimasti in quattro, quattro colleghi davanti ad un piatto di gulasch con una cameriera che fa sembrare il piatto più buono, anche se non parla una parola di inglese ed il menù è solo in polacco. Ci abbiamo messo venti minuti solo per ordinare il vino (che resti tra noi abbiamo rischiato che ci portasse 4 lattine di red bull con non so cos’altro). Il piatto è buono, forse anche perché tutti abbiamo fatto delle belle sfacchinate in giro a fare i turisti. La fame ci porta a scegliere anche il dolce, ma su questo stendo un velo da C.S.I. .
Le battute si sprecano, ed essendo tutti uomini, la maggior parte sono donate alla cameriera tanto che uscendo ci guardiamo alle spalle non tanto per rimirar ancora la cameriera ma per la paura che il marito cuoco ci insegua.
Lunedì mattina è uguale anche qui in Polonia. La sveglia sembra una punizione. Colazione e poi in ufficio.
Ci sono poche cose da fare, o almeno è questo quello che pensavo all’inizio, ma poi il mio capo, alleatosi con i due esterni, decide che io possa fare almeno una trentina di cose in contemporanea. Io ci provo spinto dall’idea che da martedì sarò in ferie. Il tutto è reso più difficile dal fatto che la cena della sera prima balla dentro di me e non solo. Anche gli altri iniziano a subire le difficoltà della digestione.
Il capo mi sottopone un problema di pagamento. Io la risposta gliela avevo già data, ma lui mi ripete la questione ed io gli ripeto la risposta. Lui non si fida e mi chiede di chiamare le mie ex utenti polacche per avere la loro versione. Io chiamo e loro, in inglese, ripetono quello che ho detto io. Non basta. Mi chiede di scrivere una mail perché non è convinto. Scrivo. La risposta è la stessa. Il capo inizia a pensare che io posa avere ragione, ma non è ancora completamente convinto. Scrive lui una mail ad utente che parla italiano. La risposta è la stessa che io gli ho dato tempo fa ormai. No comment sui miei pensieri di testate da donare agli astanti.
Lunedì volge al termine, sistemo l’ultimo punto aperto con il cantante dei Village People e con il sosia punk di Massimo Lopez ed ho finito. Ultima cena di gruppo in un locale, scelto dal capo, che cucina piatti italiani. Grazie al suo senso dell’orientamento, con la cartina in mano ci perdiamo. A dire il vero i due esterni gli avranno ripetuto un bel po’ di volte che stava sbagliando strada, ma lui ciccia. Per fortuna che ci viene in aiuto il Massimo Lopez punk. Troviamo il ristorante e si cena. Ormai l’aria delle vacanze ha avvolto il team e le battute si fanno a circolo. Incredibile anche il capo mi sembra simpatico (grazie Żywiec).
La mattina del martedì il sole ha lasciato la città, ed il tempo torna ad essere quello che ricordavo. Pioggia e freddo.
I due fidanzatini che dividono il viaggio a Cracovia con me, oltre ad essere in ritardo, fanno anche il cinema alla reception, ma per fortuna la ragazza della hall ha una calma ascetica.
Finalmente partiamo, se non fosse per il paesaggio e per i cartelli stradali scritti in polacco sembrerebbe di essere sulla Salerno - Reggio Calabria per il traffico ed il numero di cantieri.
All’aeroporto sbaglio il parcheggio e vengo dileggiato dal duo pugliese, ma me ne frego. Ancora pochi minuti e saremo in albergo.
Nella hall dell’albergo ci salutiamo ed hanno inizio le mie vacanze.





Nella prossima puntata si parlerà di… o forse sarebbe meglio dire si parlerà in…

08 agosto 2009

Katowice - 1° puntata


Caro lettore ecco un altro post dedicato alla mia vita da emigrante in Polonia.
Per motivi di lavoro mi ritrovo in un’altra cittadina polacca, KATOWICE. Mentre scrivo dalla stanza dell’albergo, il progetto volge al termine. Ancora un giorno di lavoro, lunedì prossimo, e poi le meritate vacanze, ma per ora cerchiamo di rimanere sul pezzo.
La trasferta inizia con un viaggio in macchina in compagnia del mio capo e di un collega esterno. Il capo da subito inizia a fare il menagramo con i suoi commenti sul tempo (ieri doveva piovere ed invece nulla – oggi ci va di lusso con il tempo), infatti facciamo tutto il percorso sino al parcheggio dell’aeroporto con il cielo che piano piano si annuvola. Nel momento di salire sul pulmino che dal parcheggio ci porta allo scalo aeroportuale inizia a piovere in maniera convinta, ma la cosa si fa tragica quando dobbiamo scendere. Il Nigel Mansel anziano alla guida del pulmino, dopo averci terrorizzato con la sua guida decide di regalarci un ultima emozione parcheggiando il più possibile lontano dalla tettoia dell’ingresso dell’aeroporto, in una delle pozzanghere più grandi mai viste, una specie di laghetto, tanto che mi aspettavo di vedere papere e ninfee.
Le sorprese però non sono finite. Al momento del check-in il collega esterno si accorge di non avere il documento d’identità, mentre io sono ala ricerca dell’unica ragazza del team che è in ritardo, cosa che fa arrabbiare il capo, che giustamente, secondo lui, se la prende con me.
Alla fine la rintraccio e le dico di correre che il capo è sul nervoso andante, mentre lo sbadato cerca un altro volo per raggiungerci il prima possibile (viaggerà di notte per giungere in albergo alle due di notte).

Il volo parte in ritardo a causa del maltempo, ma per fortuna anche la coincidenza da Varsavia a Cracovia è in ritardo, questa volta perché l’equipaggio è in ritardo… ma guarda un po’ l’equipaggio è lo stesso che c’era sul primo volo.
Atterrati a Cracovia scopriamo che lo scalo dei voli nazionali è un capannone riadattato, e non sto scherzando è proprio un capannone, con pareti in lamiera e tetto alto.
Ora non ci resta che ritirare le valige sull’unico tapis roulant presente.
Prese le auto a nolo ci rechiamo subito in fabbrica, dove vista l’ora di arrivo, non c’è nessuno. Facciamo un paio di controlli sul funzionamento dei collegamenti ad internet e ripartiamo alla ricerca di un ristorante.

Inizia così la gara a chi sceglie il miglior ristorante.


La prima proposta ci porta in uno scantinato, dove gli unici clienti siamo noi. Menù solo in lingua polacca e cameriera che parla un inglese improbabile. I piatti non sono un gran ché, ma la fame aiuta a farci comunque spazzolare tutto.
Siccome la parte più interessante della trasferta è questa competizione sui ristoranti, evito di parlarti delle solite beghe da ufficio, delle shampate del capo e mi concentrerò sulla competizione.
La seconda sera è il turno di scelta dell’unica ragazza del team. A noi si aggiunge anche un altro italiano che lavora negli stessi uffici, anche lui in trasferta. Il locale porta il nome di Tatiana. Il capo si è fatto spiegare la strada, dove parcheggiare e come raggiungere il luogo, e quindi ci perdiamo.
Arriviamo al locale con una ventina di minuti di ritardo. Il servizio è davvero pessimo, ci sono più pause che in un monologo di Celentano. il progetto di cenare presto è quindi minato, quello di assaggiare il loro piatto più famoso anche, perché dopo aver aspettato più di un ora per ordinare scopriamo che metà dei piatti non sono più disponibili. Passa più di un ora per avere due antipasti e ancora una quarantina di minuti per i piatti. Se tutto ciò non bastasse per minare il nostro stato di calme apparente, al momento del conto altri casini, tanto che il capo si inalbera più del solito, probabilmente anche perché ha bevuto un po’ troppo a stomaco vuoto.

La terza sera è il mio turno. Propongo ristorante italiano. Ormai non riesco più a mangiare un intera settimana polacco a pranzo e cena. Tutti mi guardano male è mi prendono in giro. La collega raggiunta dal fidanzato si eclissa quindi i colleghi si sentono liberi di andare giù pesante con le battute, ma io non cambio idea. Il ristorante è carino, il servizio ottimo ed i piatti buoni. Alla fine sono tutti costretti a ricredersi ed io un po' mi gaso e faccio il baldanzoso.


Quarto giorno finiamo in uno di quei locali per turisti che ci sono sempre nel centro di ogni città, o almeno così sembra. Quei locali tra pub e ristorante con tavoli di legno, modello giardino, ed enormi ombrelloni. Il servizio non è male grazie al cameriere che parla italiano, mentre i piatti secondo me non sono un gran ché.


Quinto giorno. È il turno del collega trendy che decide di portarci al giapponese. Anche lui ha capito che non si può vincere la competizione con i ristiro nati locali (cavoli sembra il pensiero di un presidente di una squadra di calcio della mia città ). Il locale si trova a fianco di un centro commerciale immenso. Tutto il complesso sorge dove prima c’era la più grande miniera di estrazione della città. Tanto che alcuni monumenti sono stati inglobati nella struttura del centro commerciale.
Il locale risulta un po’ freddo, e non solo per il mobilio. Fa proprio freddo. I piatti, scelti dall’esperto, sono buoni tanto che sento insediato il mio primo posto. La serata si conclude nel Casinò dell’albergo.


Il Casinò è molto piccolo e sembra più una bisca clandestina. I personaggi dentro sembrano poi aiutare questa idea. Tre colleghi si danno al gioco. Io resto a fargli compagnia per un po’ ma poi me ne torno in camera a godermi il meritato riposo.
Sabato c’è il rompete le righe. Ognuno per se, anche se il capo pressa un po’ per andare tutti con lui. Alla fine raccatta i due esterni; la collega esce con il fidanzato; il collega trendy, grazie al fatto che abbiamo finito in anticipo, torna in Italia all’alba ed io mi fermo in albergo per scrivere queste righe prima di iniziare a fare il turista in questa nuova città.


Nella prossima puntata si parlerà di … e sì ci sarà ancora almeno una puntata.

03 agosto 2009

La Trasferta che verrà - Sosnowiec

Caro lettore ti scrivo, così mi distraggo un po’
E siccome son molto lontano più forte ti scriverò.
Questa mattina sono partito con l’aereo lalala.
Ed in Polonia sono tornato ahimè,
mentre il collega questa notte arriverà.

Si esce poco la sera compreso quando è festa
E c’è chi ha messo gli zebedei cotonati a prender fresco alla finestra,
e si sta senza pensare per intere mattinate,
e a quello che cotona i gioielli qualche vaffa gli rimane.

Ma il capo ha detto che la nuova trasferta
porterà una trasformazione
e tutti qui stiamo già aspettando
sarà tre volte Cracovia e una volta Katowice
forse si scenderà sino a Bielsko
ed anche gli utenti faranno ritorno

Ci sarà da mangiare e golonko tutto intorno,
anche i colleghi potranno mangiare
mentre i capi già lo fanno.

E si farà il lavoro ognuno come gli pare,
anche il capo dovrà lavorare
ma soltanto su ovvietà,
e senza grandi disturbi un vaffa si prenderà,
a darglielo saranno i più furbi
ed i colleghi di ogni età.

Vedi caro lettore cosa ti scrivo e ti dico
e come sono “contento
di essere QUI in questo momento,
vedi, vedi, vedi, vedi,
vedi caro lettore cosa mi devo inventare
per poterci ridere sopra,
per continuare a sperare.

E se questa trasferta poi passasse in un istante,
vedi lettore mio
come diventa importante
che in quest’istante scriva anch’io.

La trasferta che sto vivendo, tra 8 giorni finirà
Io sono impreparato ma dove stà la novità.