16 aprile 2011

Tra Alba e Tramonto – 50° puntata


Caro Lettore, eccomi qui un'altra volta. Le settimane ormai si sommano e stanno iniziando a formare una bella collinetta, come quelle che circondano la città che mi ospita.
Il sole in questa settimana ha fatto un po' di capricci e ci ha regalato un inizio caldo facendoci sognare il mare, i falò e romantiche passeggiate per poi concludere con un po' di pioggia e quella temperatura che non è né calda né fredda ma solo raffreddore ed influenza.
Comunque sono sopravvissuto e questo è l'importante, mettendo in tasca ancora un po' di esperienza e di vita.
La settimana è stata caratterizzata da piccoli ostacoli, cose che non andavano per il verso giusto, che in un periodo diverso mi avrebbero abbattuto mentre questa settimana le ho vissute come un allenamento alla vita. Ok, le cose non sono andate come pensavo? Vediamo cosa si può salvare e come posso migliorarle.
Questo è il mantra.
Sono passato dalla ragazza allo sportello della banca, che mi dice: “si la banca è del gruppo XXX, ma è un'altra banca, quindi dovrebbe pagare la normale commissione, quindi non le conviene pagare il bollettino qui”. Al pomodoro che affascinato dalla stoffa dei miei pantaloni ci si tuffa, proprio il giorno dopo che anche i peperoni avevano provato a fare la stessa cosa. All'orco che mi rovina la digestione con il suo cercare di essere simpatico, ma avete mai visto sorridere uno con un gatto attaccato ai gioielli di famiglia?. Al serio rischio di essere sbattuti fuori dal residence perchè l'amministrazione si era dimenticata di pagare gli alloggi, ma per fortuna che il fascino è arrivato in aiuto per tranquillizzare la signora che lo gestisce. Di piccoli fastidi ce ne sono stati, ma ognuno è stato affrontato con un sorriso, o almeno un tentativo, ed ala fine di cose positive ne ho recuperate così che la bilancia dell'umore almeno ha chiuso in equilibrio.
Caro Lettore vorrei parlarti della riunione telefonica a cui ho partecipato, in cui l'unica cosa che ho capito è che tra noi poveri “operai” del terzo millennio e chi dovrebbe gestire l'azienda c'è una visione delle cose totalmente diversa. Frase principe è stata quella del presidente, che ad una serie di lamentele ha risposta che per loro quello non era un “problema”, mentre per la “massa” era tutto il contrario. Vorrei parlarti delle sere passate a cercare di studiare dopo un'ennesima giornata a rincorrere i desideri degli utenti, ma non credo che possa interessarti. Vorrei parlarti di quanto siano stati utili, a livello di morale, gli amici che in vari modi si sono fatti sentire per scambiare quattro chiacchiere e farti sapere che ci sono, con tutti i loro sogni e problemi, ma ci sono.
Invece ti parlerò di una notte. La notte di ieri. Dopo essere tornato a Milano ad un orario decente per una visita medica, essere uscito con degli amici per partecipare ad uno dei tanti eventi legati al Salone del Mobile, aver girato un po' per la zona di Brera, tirata a lucido per l'evento su detto, a dare indicazioni stradali in varie lingue ad un po' di turisti spersi per la mia città, ecco che mi trovo ad un orario improbabile a camminare (Grazie a chi diceva che avrebbero potenziato i mezzi pubblici per il Salone del Mobile) per una delle linee rosse che colorano spesso le cartine.
Mi ritrovo così a rivedere alcuni posti che nel passato ero uso frequentare, tragitti fatti mille e mille volte in compagnia o anche da solo alla ricerca delle bellezze, poco pubblicizzate, di questa grande città. Mi ritrovo così a ripercorrere le vie che facevo da studente molto fuori corso; a farmi stupire nuovamente dal Posto Marta, abbellito per i 150 anni della mia Nazione; alla Milano Liberty, al centro senza folla, al Duomo che sta facendo l'ennesima cure di bellezza, al fascino della Galleria, alla Storia che si respira davanti a Palazzo dei Giureconsulti o Piazza Mercanti. Cerco anche la “Scrofa Mediolanuta” che fa parte di alcune leggende sulla nascita di questa città che mi ha dato i natali.
In piazza Cordusio trovo un gruppo di ragazzi, che dall'accento sembra che vengano da mille posti diversi, giocare con un calcetto balilla (a volte penso che queste cose possano capitare solo qui) e mi tornano alla mente alcune parole di un canzoniere emiliano dedicate alla città degli Sforza.
Eccomi che via Dante saluta, con in fondo il Castello Sforzesco, la Torre del Filarete, la fontana degli Sposi.
Decido di prendere un'altra strada. Una strada più stretta, con un alternanza di palazzi storici e palazzi ricostruiti nel dopo guerra. Qui si muovevano politici e soldi, una volta. Arrivo sino al refettorio abbellito da una delle più famose opere di Leonardo da Vinci ed alla bellissima chiesa che gli fa da spalla. Qui un tramviere molto gentile mi fa salire sul suo mezzo che sta andando in deposito. Facciamo quattro chiacchiere mentre vedo passare molte delle vie che ero uso percorrere da ragazzo mentre ero alla ricerca di non ricordo più quale sogno o dietro quale gonna.
Arrivato in prossimità della mia automobile scendo dalla carrozza d'acciaio e saluto questo moderno Samaritano. Ed eccomi nella mia zona, in quella che mi ha visto iniziare a camminare, dove ho speso le mie prime lacrime, i miei primi amori, dove ho trovato i miei primi amici, dove sono cresciuto.
La stanchezza di colpo si fa sentire appena salgo in macchina, ma per fortuna che ormai potrei fare la strada da questa zona a casa anche ad occhi bendati (una volta ci l'ho fatto, ma questa è davvero un'altra storia), ma non ora che devo guidare. Riconosco i luoghi ed i posti e la sensazione è davvero strana.
Milano a quest'ora è davvero bella.



… all'inseguimento del sole …

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