Freddo, questa settimana si ricorderà sicuramente per il freddo e per il fatto che tutti si erano preoccupati per l’arrivo della neve, che da queste parti non si è vista fino all'ultimo giorno, ma non anticipiamo troppo i passi e vediamo di andare in ordine.
Questa settimana appena trascorsa ha visto un ufficio a mezzo servizio. Molti degli abitanti dell'open space erano via per necessità di progetto. Una parte di noi è partita per terre ancora più fredde di quelle che mi ospitano, ed alcuni casi della vita non hanno permesso di salutarli degnamente e di fare le giuste richieste di doni. Io mi barcameno tra cose da fare e cose che mi invento per occupare il tempo e non solo lo spazio alla scrivania. Finisce che così mi affianco ad uno dei colleghi che dovrebbe insegnarmi il funzionamento di alcuni programmi. Dopo un paio di ore di lavoro insieme capisco che la cosa sarà più complicata del previsto. Il collega è un tipo riflessivo agitato molto più di me, tanto che gli devo fare anche un po' da balia e tranquillizzarlo durante l'analisi, ricordandogli ogni due per tre i passi che deve fare ed il fatto che deve segnarsi le cose che vanno bene da quelle che vanno male, altrimenti non fa altro che generare entropia. A vederci sembra che sia il docente e lui lo studente con ottime capacità che ha problemi di attenzione.
La bellezza turca ormai è nelle mire di un collega, che viene preso in giro più per invidia che per altro. Si lo so lettore, ti chiederai perché non ci ho provato anch’io. Un paio di buone scuse ce le ho. La prima è la folta peluria sulle braccia che non mi fanno pensare al liscio della seta, ma più alla pelliccia di qualche animale. La seconda è ancora più banale: si mette le dita nel naso , come fa mio nipote che ha 5 anni. Ovviamente il fatto che fumi, pasteggi con il cappuccino e sia sposata incidono un po’ meno rispetto hai punti precedentemente indicati, ma che comunque non sono da sottovalutare.
Passano i giorni ed il freddo non si attenua, ma al contrario si fa sentire sempre di più: questo ha congelato anche alcune sinapsi dei colleghi che si mettono a scherzare in italiano con il collega indiano, ma la cosa incredibile è che anche lui se la ride, anche se non credo che capisca molto bene cosa viene detto.
La russa sembra non soffrire questo clima freddo, anzi sembra addirittura a suo agio. La settimana di ferie le ha fatto bene, per la prima volta la vedo ridere e poi ci ha portato anche dei biscotti fatti da lei, e devo essere sincere sono molto buoni. Venerdì arriva vestita come una teen ager in primavera, mentre tutti noi siamo coperti con più strati della lasagna fatta in casa da mia mamma. Comunque visto il freddo che fa è una nota di colore, oltre che di calore.
Mercoledì e c’è un super turnover. Alcuni dei colleghi di Torino sono rimasti nella loro città ed hanno mandato un altro folto gruppo a rimpiazzarli. Il collega curiosone è lontano per motivi di lavoro (lo hanno spedito per un paio di giorni in un'altra città). Qui si inizia a parlare di cene e vacanze sempre più insistentemente. La ragazza carina della scrivania a fianco, che tutti puntano come cani da tartufo, oggi ha ceduto la scrivania ad un collega… tristezza.
Ed ecco che la neve ha tentato d’imbiancare il paesaggio, ma la sua forza era scarsa ed anche il timido sole di oggi, giovedì, è bastato a scioglierlo. La gente comunque, rinchiusa nelle proprie macchine con i riscaldamenti inchiodati su Sahara, guidano come sotto effetto della sindrome di Stendhal o di Canigga.
Venerdì, giorno del rompete le righe, almeno per me. Tutto quello che ho da fare oggi dovrebbe essere dare una mano al collega curiosone, e riceve le informazioni dal capo, appena rientrato dalla trasferta. Le ore passano ed io supporto il curiosone che ogni due per tre racconta la sua avventura con un utente con problemi di riflussi gastrici, cercando appoggio dagli ascoltatori, ma non sa che la maggior parte ha avuto a che fare con utenti molto peggiori.
Il capo, verso le dieci mi ricorda che dobbiamo mettere giù il piano di battaglia, ma ogni volta che cerco di parlargli squilla il telefono o viene chiamato dal suo di capo. Così il tempo passa e fuori inizia a nevicare. Quella neve che tutti si aspettavano per lunedì, che ha fatto una finta giovedì e a cui ormai non credevano più. Io riesco ad essere ricevuto poco prima dell'ora di chiusura, quando ormai quasi la totalità delle persone nell'open space è andata via, non prima di aver fatto gli auguri di buone feste. Lettore non ti tedio con lo scenario che mi ha prospettato il capo, o con la mia preoccupazione di arrivare tardi alla cena aziendale, evento mondano della settimana.
Caro lettore, che con pazienza, o curiosità, sei arrivato sino a queste righe e sperando in grandi racconti sull'evento principe della settimana ahimè resterai deluso, come me. C'è stato il solito pippozzo pre-cena, poi una cena che farebbe vincere i 3 confetti Falqui su tutte le guide gastonomiche, ed il dopocena lounge, che forse è meglio dire alcolico e basta.
Ritorno per strade ghiacciate, come quelle che trova spesso il più noto babbo con la sua slitta.
Buon giorno caro lettore, o dovrei dire buona sera... chi sa a che ora ti metterai davanti al monitor a leggere queste righe che sto scrivendo. Questa è stata una settimana corta, per fortuna. Solo tre giorni di lavoro, eppure hanno pesato sulle mie spalle come se fossero una settimana di nove giorni. Si inizia subito con il botto. Alcune voci danno la non partenza del gruppo per le terre lontane, e questo fa piacere ai molti, sino a quando una telefonata non mette chiarezza alla situazione. Solo due di noi partiranno, e tra questi due non ci sono io. Io resterò in Italia a spalare, imparare, correggere, dare una mano, estrarre dati, sistemarli, andare in mensa, alla macchinetta del caffè, etc.etc. Scatta la ricerca dell'aereo, dell'albergo, del passaggio in auto per andare all'aeroporto, del parcheggio per la macchina, degli orari delle varie navette. In breve l'organizzazione di una trasferta vera e propria. Il nuovo, intanto si fa una gita a Brescia con uno dei responsabili, per fortuna. Ha iniziato la sua tiritera: “chi sa cosa hai fatto qui che non funziona nulla...” ed io a ripetergli che non ero stato io, e lui di nuovo “chi sa cosa hai fatto qui che non funziona nulla...” mi alzo per non tirargli una mitragliata di testate e vado nella zona relax, che è chiamata così non perchè è accogliente, ma perchè è lontana dalla zona strerss. Prendo un po' di fiato e torno. Gli faccio notare che l'utenza che ha fatto il fantomatico “danno” non è la mia ma della persona che ci da il lavoro, quindi muto e spalare anche tu merda con me. Il ragazzo capisce l'antifona e si rimette in riga, per fortuna. Il “ponte” vacanziero, le incertezze sulla programmazione dei giorni futuri, la crisi e via così hanno svuotato in parte gli uffici, che aspettano solo di essere svuotati per rifarsi un po' il trucco. Il parcheggio la mattina, oltre ad essere gelato è anche per metà vuoto. Anche noi siamo a ranghi ridotti e per sentire di meno il freddo ci siamo affollati tutti sullo stesso tavolo, così da non perdere l'abitudine a stare vicini vicini. Sembra che solo il traffico non si sia accorto che c'è poca gente negli uffici, o forse le persone che non sono in ufficio sono tutte in macchina, tanto che questa settimana, per la prima volta mi trovo imbottigliato nel traffico per tornare a casa. Addirittura venerdì sera sui pochi chilometri che dalla “fabbrica” mi riportano al mio giaciglio, incrocio ben tre incidenti (che resti tra noi, non è facile guidare e fare alcuni scongiuri scaramantici che rischiano la denuncia per atti osceni). Venerdì è stato anche l'ultimo giorno sul progetto di una collega, che dalla prossima settimana volerà sotto altri cieli. Quindi momenti di saluto, scrittura di mail e controllo che ci fossero proprio tutti, baci e pause caffè per salutare i presenti, qualche augurio per il futuro e via. E con lei è andata via anche questa settimana, corta ma pesante. … e la storia continua ...
Ed eccomi giunto alla fine di un'altra settimana in mezza trasferta. Una di quelle settimane difficili, in cui ti succede un po' di tutto. Eh sì caro lettore, questa è stata una settimana davvero complicata. Il primo giorno della settimana mi vede, insieme ad altri colleghi, essere presente in sede per una riunione/corso. Vengo accolto da una collega che sta scaricando le ordinazioni di cioccolato di tre quarti dell'ufficio. Il mio essere affascinante e gentiluomo mi ha fatto superare il rigetto che ho per la cioccolata, e le ho dato una mano, ma cavoli non potevamo avere un progetto in un'azienda che produce panettoni e dolci vari invece che in una che fa solo cioccolata... comunque sarà stata l'enorme quanti tà di cacao che ha risvegliato lo spirito di Fracchia la Belva umana dentro di me, così che ho discusso e fatto molte domande, ahimè non sempre ricevendo una risposta. Lettore, non ti preoccupare, io mi sono così distinto da uscire dall'aula con una bella messa impiega fatta dal grande capo, però ora cammino più comodo dopo che mi sono tolto qualche sassolino dalla scarpa.
La stessa sera di lunedì c'è stato anche l'evento mondano che consisteva in un aperitivo tra colleghi, che ha visto riunirsi pochi di quelli che avevano dato conferma, con i pochi che in realtà si davano il cambio al tavolo visti gli orari di arrivo e di partenza. Serata un po' vuota di contenuti e ricca di pettegolezzi e scazzi della vita lavorativa. Qualche consiglio che devo imparare a seguire e qualche strada sbagliata, forse.
Martedì è stato il giorno in cui definitivamente ho lasciato il vecchio progetto e sono stato in quello nuovo che mi vedrà molto probabilmente di nuovo oltre cortina, ma se prima avevo una vaga idea di date e pianificazione, ora vivo sull'onda della precarietà. Un giorno ho le ferie, l'altro me le tolgono, per poi ridarmele, o no, questo non l'ho ancora capito.
Per sostituirmi è stato chiamato un animatore da disco pub, con molta più esperienza di me sul modulo di SAP. In meno di dieci minuti aveva stressato già una collega che ha la sfortuna di venire dalla sua stessa città, a me aveva fatto vedere le foto della bambina, che sarebbero state poi seguite, nel trascorrere dei giorni, dalle foto della sua vespa, del suo matrimonio, delle gite con gli amici e dal resoconto della sua vita. Dopo pochi giorni mi sembra di conoscerlo da sempre... ma non per affinità elettiva. Oltre a tutto questo c'è stato un breve passaggio di consegne, scambio di materiale da me prodotto in questi pochi giorni. Il capo mi è venuto in aiuto organizzando una sessione di studio, con la speranza che l'animatore parlasse un po' di meno, peccato che non è stato proprio così.
Martedì, mercoledì, giovedì e una parte di venerdì sono stati dedicati ad arginare l'animatore ed a fare il lavoro del CM (client manager) per quanto riguarda la riscossione crediti. Mentre io gestivo il nuovo arrivo, uno dei colleghi faceva passi avanti con una delle ragazze del gruppo multietnico. Quella, per inciso, che si è presentata una mattina con gli ingredienti per una macedonia per sei persone, più boccia per il thè. Molto carina sino a quando non si tira su le maniche della camicia e mostra la necessità di una buona crema depilatoria.
Venerdì è stata la giornata in cui si è festeggiato il compleanno di un collega e dove la voglia di non far niente si respirava nell'aria, tanto che uno dei gruppi con cui dividiamo l'open space ha fatto una pausa pranzo di più di tre ore, mentre il mio gruppo, per ordine del PM (project manager) ha finito la giornata in una riunione tenutasi in un bar della zona per brindare nuovamente al collega.
Qualcuno dei lettori più fortunati ha avuto l'occasione, poi , di conoscere l'animatore e tutta la sua famiglia durante un concerto gospel tenutosi in un ristorante svedese. La location prevedeva anche la presenza di una delle più grandi invenzioni fatte dal popolo che diede i natali a Nobel e Pippì calzelunghe, la famosissima libreria Billy.