24 febbraio 2007

DIVENTARE GRANDI

Quando si diventa grandi? Questa è una di quella domande che nella propria vita ci si è fatti milioni di volte. Le risposte sono anch’esse milioni. Diventi grandi quando: ti danno le chiavi di casa, ma quelle di casa tua; quando il tuo campione preferito è più giovane di te; quando scopri la morte; quando prendi la patente o puoi andare a votare; quando la parola vacanze viene sostituita da FERIE; quando l’amore non è più un bisogno ma una necessità; quando i battesimi a cui vieni invitato superano i matrimoni.
Penso che si diventi grandi quando si inizia a non dipendere più da una persona ma qualcuno inizia a dipendere da te. Questo è il momento in cui si guarda l’altra faccia della moneta. Dove bisogna essere responsabili, far di conto e lavorare. Dove le conquiste sono meno epocali, ma anche quelle piccole danno una grande felicità.
Quando si vedono gli amici e s’inizia a parlare di case e lettini e non più di scorribande e zingarate. Queste torneranno, forse ad un età più disincantata.
Ogni tanto mi fermo a pensare quanto sia cambiato, come il tempo e la vita si siano presi i miei sogni per darmene di nuovi.
Le mie convinzioni politiche sono meno sicure, e quello che pensavo fosse giusto una volta ora mi sembra un errore, anche se veniale.
Molti dicono di avere ancora un bambino dentro di loro, ma è spesso una scusa per non affrontare le loro paure ed i timori riguardanti il futuro. Il non sapere domani cosa sarà..
Non mi sposerò con la compagna di classe ritrovata dopo anni, come succedeva nei racconti delle riviste che mia mamma leggeva quando ero piccolo. Il mio primo incontro con la scrittura.
Non diventerò un giornalista sportivo, che guarda le partite a scrocco, e litiga nei processi alla televisione, oppure uno di quelli che fa reportage da posti favolosi senza aver provato a conoscere realmente i posti che visita.
Non diventerò un famoso calciatore, bandiera della sua squadra, che viene portato ad esempio per la dedizione e l’impegno, il quale è rimasto con i piedi per terra e frequenta ancora i posti dove da ragazzino tirava calci ad un supertela con gli amici.
Non sarò un attore comico, che con la maturità si può permettere di fare anche film impegnati, ma che comunque non rinnega la sua gavetta fatta di film scollacciati.
Ma basta con i non sarò!
È difficile dire quello che sarò tra cinque anni, o forse anche tra uno. La vita ti mette spesso davanti a scelte e queste decideranno chi sarai. Eventi ed incontri sono all’ordine del giorno e con il giusto spirito, penso si possa continuare a sorridere.
Penso di aver raggiunto un’età in cui si sa che: le cose passate sono passate, che ha smesso di disperarsi sia per le cose che non ha o non avrà, mentre quelle che non ha più sono solo un ricordo, amaro ma solo un ricordo che non possono condizionare la vita per sempre. Ora non resta che farsi nuovi ricordi e raggiungere nuovi obbiettivi, diversi e che si adattino alle nuove esigenze ed allo spirito.
Cercare di essere nuovi come il domani, senza dimenticare ieri e vivendo oggi.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"quando la parola vacanze viene sostituita da FERIE" ecco...su mi ci ritrovo..il mio primo passo nel diventare grande...!ma al futuro ho paura di pensare...

marta

Anonimo ha detto...

Articolo splendido, Carmine! Credo che molti ci si possano ritrovare!
Diego!