Caro lettore ecco un altro post dedicato alla mia vita da emigrante in Polonia.
Per motivi di lavoro mi ritrovo in un’altra cittadina polacca, KATOWICE. Mentre scrivo dalla stanza dell’albergo, il progetto volge al termine. Ancora un giorno di lavoro, lunedì prossimo, e poi le meritate vacanze, ma per ora cerchiamo di rimanere sul pezzo.
La trasferta inizia con un viaggio in macchina in compagnia del mio capo e di un collega esterno. Il capo da subito inizia a fare il menagramo con i suoi commenti sul tempo (ieri doveva piovere ed invece nulla – oggi ci va di lusso con il tempo), infatti facciamo tutto il percorso sino al parcheggio dell’aeroporto con il cielo che piano piano si annuvola. Nel momento di salire sul pulmino che dal parcheggio ci porta allo scalo aeroportuale inizia a piovere in maniera convinta, ma la cosa si fa tragica quando dobbiamo scendere. Il Nigel Mansel anziano alla guida del pulmino, dopo averci terrorizzato con la sua guida decide di regalarci un ultima emozione parcheggiando il più possibile lontano dalla tettoia dell’ingresso dell’aeroporto, in una delle pozzanghere più grandi mai viste, una specie di laghetto, tanto che mi aspettavo di vedere papere e ninfee.
Le sorprese però non sono finite. Al momento del check-in il collega esterno si accorge di non avere il documento d’identità, mentre io sono ala ricerca dell’unica ragazza del team che è in ritardo, cosa che fa arrabbiare il capo, che giustamente, secondo lui, se la prende con me.
Alla fine la rintraccio e le dico di correre che il capo è sul nervoso andante, mentre lo sbadato cerca un altro volo per raggiungerci il prima possibile (viaggerà di notte per giungere in albergo alle due di notte).
Il volo parte in ritardo a causa del maltempo, ma per fortuna anche la coincidenza da Varsavia a Cracovia è in ritardo, questa volta perché l’equipaggio è in ritardo… ma guarda un po’ l’equipaggio è lo stesso che c’era sul primo volo.
Atterrati a Cracovia scopriamo che lo scalo dei voli nazionali è un capannone riadattato, e non sto scherzando è proprio un capannone, con pareti in lamiera e tetto alto.
Ora non ci resta che ritirare le valige sull’unico tapis roulant presente.
Prese le auto a nolo ci rechiamo subito in fabbrica, dove vista l’ora di arrivo, non c’è nessuno. Facciamo un paio di controlli sul funzionamento dei collegamenti ad internet e ripartiamo alla ricerca di un ristorante.
Inizia così la gara a chi sceglie il miglior ristorante.
Per motivi di lavoro mi ritrovo in un’altra cittadina polacca, KATOWICE. Mentre scrivo dalla stanza dell’albergo, il progetto volge al termine. Ancora un giorno di lavoro, lunedì prossimo, e poi le meritate vacanze, ma per ora cerchiamo di rimanere sul pezzo.
La trasferta inizia con un viaggio in macchina in compagnia del mio capo e di un collega esterno. Il capo da subito inizia a fare il menagramo con i suoi commenti sul tempo (ieri doveva piovere ed invece nulla – oggi ci va di lusso con il tempo), infatti facciamo tutto il percorso sino al parcheggio dell’aeroporto con il cielo che piano piano si annuvola. Nel momento di salire sul pulmino che dal parcheggio ci porta allo scalo aeroportuale inizia a piovere in maniera convinta, ma la cosa si fa tragica quando dobbiamo scendere. Il Nigel Mansel anziano alla guida del pulmino, dopo averci terrorizzato con la sua guida decide di regalarci un ultima emozione parcheggiando il più possibile lontano dalla tettoia dell’ingresso dell’aeroporto, in una delle pozzanghere più grandi mai viste, una specie di laghetto, tanto che mi aspettavo di vedere papere e ninfee.
Le sorprese però non sono finite. Al momento del check-in il collega esterno si accorge di non avere il documento d’identità, mentre io sono ala ricerca dell’unica ragazza del team che è in ritardo, cosa che fa arrabbiare il capo, che giustamente, secondo lui, se la prende con me.
Alla fine la rintraccio e le dico di correre che il capo è sul nervoso andante, mentre lo sbadato cerca un altro volo per raggiungerci il prima possibile (viaggerà di notte per giungere in albergo alle due di notte).
Il volo parte in ritardo a causa del maltempo, ma per fortuna anche la coincidenza da Varsavia a Cracovia è in ritardo, questa volta perché l’equipaggio è in ritardo… ma guarda un po’ l’equipaggio è lo stesso che c’era sul primo volo.
Atterrati a Cracovia scopriamo che lo scalo dei voli nazionali è un capannone riadattato, e non sto scherzando è proprio un capannone, con pareti in lamiera e tetto alto.
Ora non ci resta che ritirare le valige sull’unico tapis roulant presente.
Prese le auto a nolo ci rechiamo subito in fabbrica, dove vista l’ora di arrivo, non c’è nessuno. Facciamo un paio di controlli sul funzionamento dei collegamenti ad internet e ripartiamo alla ricerca di un ristorante.
Inizia così la gara a chi sceglie il miglior ristorante.
La prima proposta ci porta in uno scantinato, dove gli unici clienti siamo noi. Menù solo in lingua polacca e cameriera che parla un inglese improbabile. I piatti non sono un gran ché, ma la fame aiuta a farci comunque spazzolare tutto.
Siccome la parte più interessante della trasferta è questa competizione sui ristoranti, evito di parlarti delle solite beghe da ufficio, delle shampate del capo e mi concentrerò sulla competizione.
La seconda sera è il turno di scelta dell’unica ragazza del team. A noi si aggiunge anche un altro italiano che lavora negli stessi uffici, anche lui in trasferta. Il locale porta il nome di Tatiana. Il capo si è fatto spiegare la strada, dove parcheggiare e come raggiungere il luogo, e quindi ci perdiamo.
Arriviamo al locale con una ventina di minuti di ritardo. Il servizio è davvero pessimo, ci sono più pause che in un monologo di Celentano. il progetto di cenare presto è quindi minato, quello di assaggiare il loro piatto più famoso anche, perché dopo aver aspettato più di un ora per ordinare scopriamo che metà dei piatti non sono più disponibili. Passa più di un ora per avere due antipasti e ancora una quarantina di minuti per i piatti. Se tutto ciò non bastasse per minare il nostro stato di calme apparente, al momento del conto altri casini, tanto che il capo si inalbera più del solito, probabilmente anche perché ha bevuto un po’ troppo a stomaco vuoto.
Siccome la parte più interessante della trasferta è questa competizione sui ristoranti, evito di parlarti delle solite beghe da ufficio, delle shampate del capo e mi concentrerò sulla competizione.
La seconda sera è il turno di scelta dell’unica ragazza del team. A noi si aggiunge anche un altro italiano che lavora negli stessi uffici, anche lui in trasferta. Il locale porta il nome di Tatiana. Il capo si è fatto spiegare la strada, dove parcheggiare e come raggiungere il luogo, e quindi ci perdiamo.
Arriviamo al locale con una ventina di minuti di ritardo. Il servizio è davvero pessimo, ci sono più pause che in un monologo di Celentano. il progetto di cenare presto è quindi minato, quello di assaggiare il loro piatto più famoso anche, perché dopo aver aspettato più di un ora per ordinare scopriamo che metà dei piatti non sono più disponibili. Passa più di un ora per avere due antipasti e ancora una quarantina di minuti per i piatti. Se tutto ciò non bastasse per minare il nostro stato di calme apparente, al momento del conto altri casini, tanto che il capo si inalbera più del solito, probabilmente anche perché ha bevuto un po’ troppo a stomaco vuoto.
La terza sera è il mio turno. Propongo ristorante italiano. Ormai non riesco più a mangiare un intera settimana polacco a pranzo e cena. Tutti mi guardano male è mi prendono in giro. La collega raggiunta dal fidanzato si eclissa quindi i colleghi si sentono liberi di andare giù pesante con le battute, ma io non cambio idea. Il ristorante è carino, il servizio ottimo ed i piatti buoni. Alla fine sono tutti costretti a ricredersi ed io un po' mi gaso e faccio il baldanzoso.
Quarto giorno finiamo in uno di quei locali per turisti che ci sono sempre nel centro di ogni città, o almeno così sembra. Quei locali tra pub e ristorante con tavoli di legno, modello giardino, ed enormi ombrelloni. Il servizio non è male grazie al cameriere che parla italiano, mentre i piatti secondo me non sono un gran ché.
Quinto giorno. È il turno del collega trendy che decide di portarci al giapponese. Anche lui ha capito che non si può vincere la competizione con i ristiro nati locali (cavoli sembra il pensiero di un presidente di una squadra di calcio della mia città ). Il locale si trova a fianco di un centro commerciale immenso. Tutto il complesso sorge dove prima c’era la più grande miniera di estrazione della città. Tanto che alcuni monumenti sono stati inglobati nella struttura del centro commerciale.
Il locale risulta un po’ freddo, e non solo per il mobilio. Fa proprio freddo. I piatti, scelti dall’esperto, sono buoni tanto che sento insediato il mio primo posto. La serata si conclude nel Casinò dell’albergo.
Il Casinò è molto piccolo e sembra più una bisca clandestina. I personaggi dentro sembrano poi aiutare questa idea. Tre colleghi si danno al gioco. Io resto a fargli compagnia per un po’ ma poi me ne torno in camera a godermi il meritato riposo.
Sabato c’è il rompete le righe. Ognuno per se, anche se il capo pressa un po’ per andare tutti con lui. Alla fine raccatta i due esterni; la collega esce con il fidanzato; il collega trendy, grazie al fatto che abbiamo finito in anticipo, torna in Italia all’alba ed io mi fermo in albergo per scrivere queste righe prima di iniziare a fare il turista in questa nuova città.
Nella prossima puntata si parlerà di … e sì ci sarà ancora almeno una puntata.
3 commenti:
dai Carmine, due giorni e via...Io venerdi ho avuto, alle 11, a 10 minuti dalla fine dell'ultimo test, un problema. Un tubo che portava olio al nostro pezzo si è rotto. Con chi se l'è presa la proprietaria della ditta secondo te? Ma ormai detengo il record intergalattico e interdimensionale di "mantenimento della calma". Ho finito i documenti alle 3 del pomeriggio, e adesso i clienti se li devono sciroppare tutti e se vogliono modifiche, aspettare il 24. Inutile dire che di "grazie" manco l'ombra.Dopotutto ho ancora 5 giorni di ferie dell'anno scorso da fare...
Se raccontassi cosa succede quando sono in giro con il mio capo rischio l'internamento. Nessuno ci crederebbe. Quando guida, soprattutto all'estero, riscopro la mia vena religiosa. A cena no problem, in caso si cerca il McDonald....
Quanto è piccolo il mondo e quanto le cose sono comuni...
Io aspetto domani per il rompete le righe che i gioielli di famiglia già non sono in buono stato.
Buone ferie a TUTTI
C
ti perdono il ristorante italiano solo perchè mi rendo conto che gli altri erano davvero pessimi ahhaha
divertiti in polland, a presto
cits
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