12 marzo 2011

Tra Alba e Tramonto – 46° puntata

Caro Lettore eccomi qui, o forse non sono qui? La domanda ha un che di strano, ma questi sono stati giorni di dislocazione spazio temporale conclusi con una dormita sul divano.
Le cose sono andate così: lunedì con l'aiuto di un paio di cannonate e di tre gru mi sono alzato dal mio giaciglio. Il desiderio di tornare a dormire era tanto ma non so dove ho trovato la motivazione per vestirmi e partire nuovamente per le Langhe, forse il senso del dovere. Nella mia testa giravano ancora le parole dell'Orco e il mio desiderio represso di scatenare su di lui una serie di testate a raffica che avrebbero fatto impalli dire anche il cugino Zizou. Comunque è meglio non pensarci. Se uno nasce quadrato e lo si vuol far morire tondo l'unica speranza è prenderlo a martellate, ma se si crede alla non violenza, o almeno ci si prova, beh...l'Orco è proprio la tentazione.
Tornando a noi, il viaggio è ormai un classico: auto; camion; strade; autostrade; incroci e rotonde ed un paio di semafori.
Arrivo in ufficio in perfetto orario, o almeno il mio corpo e lì, mentre la mia testa è rimasta un po' indietro.
Inizio a lavorare. Arrivano le prime notizie positive. Una delle colleghe è rimasta incinta. L'annuncio settimana scorsa avrebbe scatenato l'inferno nella testa della responsabile, ma si vede che le chiacchiere fatte sono servite. Al lavoro giornaliero si aggiunge anche il super padulo dell'Orco. “Siccome quello che fai è banale, e sicuramente hai tempo da perdere, ecco devi seguire anche un altro progetto, a Milano. Dimenticavo, devi essere dal cliente tutti i mercoledì, ma questo non dovrebbe essere un problema...”
Ed io che posso pensare a queste parole: “Grazie signore per avermi dato la distanza e non la forza altrimenti lo arrotondavo un po'.”
Comunque mi lancio anche su questa attività. Mentre io mi crogiolo nei miei casini la mia collega continua a grattarsi, cosa non da lei.
Ecco che iniziano le prime battute sino ad una diagnosi da fai da te: Cara ti sei presa la varicella!
Lei all'inizio cerca di negare e risponde a tutti che no né vero, ma dopo aver infettato aria e luoghi si decide a tornare a casa a farsi vedere da un medico. Io intanto trovo una soluzione ad una problematica turca, ma non mi convince, anche se è accettata da tutti. Nella mia testa continua a frullare. Nei ritagli di tempo mi preparo al secondo progetto.
Arrivato in residence cado in un sonno profondo.
Martedì mi presento con un omaggio floreale per le colleghe. Sono sempre il consulente con FASCINO e VALIGIA.
Nella notte ho avuto un illuminazione ed ho trovato la soluzione per il problema Turchia, senza dover scatenare nessuna guerra di invasione. Ora la parte difficile, dopo i test, sarà spiegarla ai Turchi. Mi propongo di uscire presto e quindi lavoro a nastro, ma come tutti i buoni propositi anche questo naufraga a metà del viaggio. Viaggio di ritorno che si fa ormai classico come quello di andata.
Mercoledì rimetto piede negli uffici che mi avevano ospitato prima dell'inizio di questa avventura. Rivedo luoghi conosciuti ed anche facce. Ritrovo addirittura un compagno di università.
La riunione va bene e mi dedico a capire lo scenario del progetto. Per fortuna ho scoperto che i miei utenti sono in ferie, quindi giornata tranquilla.
Alla fine il mio lavoro è controllare la documentazione, verificare un paio di processi.
Rivedo il mio vecchio responsabile, lato cliente, che mi racconta un aneddoto che ahimè non posso riportare su queste pagine per motivi di privacy che vedeva il sottoscritto partecipe in versione digitale.
Anche a questo giro si fa tardi. Sono finito in un gruppo che inizia a carburare solo dopo il caffè del pomeriggio.
Torno a casa facendo un viaggio a ritroso nella memoria.
Giovedì mattina è la squadra che ha lavorato lunedì per mettermi in moto si presenta in orario e aumentata di numero. Eccomi di nuovo qui in macchina, al casello, al bivio, alla rotonda, al parcheggio ed in ufficio. I Turchi chiamano a nastro, ma riesco a tamponarli ed a convincerli che l'ultima soluzione è la migliore, il che implica il mio restare in ufficio sino a tardi. Tanto di cose ne ho da fare. Giusto poco prima di iniziare ecco che arriva la prima sorpresa. Mi incastrano per una riunione su un problema che ignoro, ma mi assicurano che hanno solo bisogno di un supporto. Alla fine il supporto che volevano era risolvere un problema su un area che non è di mia competenza, ma di un altro gruppo. Faccio notare la cosa e si rimanda tutto a venerdì mattina. Sistemati i turchi sogno di uscire, ma non si può. Seconda botta. La riunione di lunedì è stata anticipata a venerdì nella tarda mattinata. Quindi mi tocca preparare la presentazione in anticipo. Nel fra tempo mi arrivano anche i documenti da revisionare.
Con calma mi metto dietro a tutto e cerco di fare del mio meglio.
Venerdì, la prima riunione scivola pericolosamente sulla seconda, i turchi ringraziano (frase scritta dall'IT Manager turco: Un giorno sarai ripagato per tutto questo, ne sono sicuro) e ne approfittano per sottoporre altri due problemoni.
Intanto risolto il problema della prima riunione mi presento alla seconda. Qui mi tocca spiegare all'altro team i concetti base della matematica relativi ad equazioni e sistemi di equazioni, per dimostrare che il sistema messo in piedi fa acqua da tutte le parti. Uno di loro cerca di controbattere, ma messo davanti all'evidenza ripiega con le orecchie basse.
Mi brucio la pausa pranzo e compro un panino kebab al volo. Ho voglia di qualcosa di esotico.
Gusto il mio pranzo seduto alla mia scrivania mentre correggo l'italiano del documento che il collega mi ha inviato, con i colleghi che si lamentano per il profumino. Lavoro su due pc, su due progetti diversi e con il rischio di un mal di testa in stereofonia. Per fortuna che il miraggio di una serata allegra al Festival dei Clown mi aiuta a resistere.
Parto come al solito in ritardo, ma il tom tom mi conforta. Posso arrivare ancora in orario. Durante il viaggio mi viene annunciato che non esiste più il mio letto e che in attesa del mio trasferimento definitivo dovrò dormire sul divano (detto tra noi il divano è pure scomodo). Per fortuna che la serata, superati i soliti problemi di traffico e parcheggio, risulta piacevole. Il duo Les Frères Panini è davvero bravo. Ed anche la cena a base di piatti indiani non è male.
Torno a casa distrutto e mi addormento incastrato nel divano.



… all'inseguimento del sole ...

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