Nella pausa caffè, cosa ormai sempre più rara, scambio le solito quattro battute con i colleghi e le colleghe. Come sempre si spettegola di lavoro ed assenti. Di capi scorbutici e dei vestiti da velina della segretaria. Tra una frase e l’altra il discorso cade sulle auto. Nel cortile della palazzina che ospita gli uffici, infatti, è parcheggiata una Porche, e tutti lì a guardarla come fosse una novella opera di arte moderna.
Ed ecco arrivare il luogo comune di circostanza: “Il primo che mi dice che con le donne l’auto non conta lo investo con un Caterpillar”.
La mia collega, molto carina e bionda (giusto per tornare ai luoghi comuni), mi dice che non è vero che l’auto sia importante per fare colpo sulle donne!!!
Vuoi vedere che mi sono sbagliato…le chiedo per curiosità che auto possiede il suo fidanzato.
Lei con tutta tranquillità, affermando la cosa come se fosse la cosa più normale del mondo, “un auto sportiva”
“Aspetta, aspetta, ma non eri tu che dicevi che l’auto non conta”
“Infatti io sto con lui perché mi fa ridere”
Signori e signore ecco a voi un triplo tuffo carpiato rovesciato nel luogo comune. Applausi!!!
Per fortuna che si rende conto di quello che ha detto e cerca mille scuse e giustificazioni.
A sera, quando ormai anche il sole è andato a cercare ristoro oltre l’orizzonte, esco dall’ufficio in compagnia di altri colleghi. Fermi al semaforo passa una Lamborghini nera. Si gira una mia collega e chiede che auto sia, è sicura che non sia una Ferrari ne una Porche ma non conosce la “marca” dell’auto. L’unica cosa che ha capito è che con il proprietario del potente mezzo una pazzia ce la farebbe volentieri.
Se qualcuno si sta chiedendo se è bionda la risposta è no. Va bèh lasciamo perdere.
Donne e motori…
Nuovo giorno di lavoro. Come al solito do un’occhiata alla posta prima di iniziare il solito tran tran.
Il grande capo ha mandato una mail dove esorta tutti i dipendenti a compilare un questionario per la valutazione personale nella intranet aziendale. Per evitare problemi allega anche documentazione dove viene spiegato come procedere.
Ligio al dovere, ed al fatto che oggi non ho proprio voglia di lavorare, apro il documento e che ti trovo…presentazione Power Point con utilizzo delle vecchie slide. Nessuno dice nulla.
Ma come, io per aver leggermente deformato il marchio aziendale nella firma delle mail, per renderlo più visibile, mi sono preso un velato richiamo.
Comunque seguo le indicazioni del documento, che risultano completamente errate. Mi verrebbe voglia di gridare, ma qui anche i muri hanno orecchie e poi ti rinfacciano tutto. Chiedo quindi lumi al mio mentor. Mi risponde che è preso e quindi mi rimanda a data da destinarsi. In breve, il capo sarà pure il capo ma non capisce un emerito “organo riproduttivo maschile”. Ed eccoci all’ennesimo luogo comune o verità storica, ai posteri l’ardua sentenza.
Sono qui che sudo le proverbiali sette camice, che per fortuna mia madre ancora mi lava e stira, che mi tocca sentire una collega che si lamenta di dover venire a lavorare durante il prossimo ponte, mentre il suo dirimpettaio di scrivania risponde che guadagna troppo poco.
Precisiamo, la mia collega si è fatta una settimana di ferie al mese da gennaio a questa parte, ed il mio collega ha il mio stesso livello d’inquadramento e guadagna molto più di me, oltre a non fare un cavolo. E se poi le balle mi girano e se mi si brucia la resistenza umana non chiedetevi il perché.
I luoghi comuni in ufficio poi si sprecano.
La segretaria che passa più tempo alla ricerca di complimenti sul suo aspetto che a lavorare. Una volta facendo delle fotocopie si è rotta un unghia e voleva chiedere il rimborso spese per la manicure.
Il manager che nove volte su nove si dimentica di averti dato un appuntamento o promesso di scriverti una mail di risposta, ma tu devi portare pazienza, devi capire, lui/lei è preso in cose più importanti, cioè tu conti meno del ristorante da prenotare per la sera.
Ed ecco il cliente, personaggio mitologico, un misto tra il caporale di Toto e l’Alfredo, rompiscatole, della canzone di Vasco. Anche a me, a volte è passata per la testa l’idea di dargli una ripassatina con il Caterpillar, così da ammortizzarne l’acquisto fatto precedentemente.
Si fa bello con il tuo lavoro e ti “shampa” per un suo errore. Vuole sempre avere ragione, altrimenti prende il pallone, che è suo e ci tiene a ribadirlo, e se ne va.
Sui colleghi, oltre alle righe già scritte, si potrebbe riempire un intero blog. Chi sa che dopo il tema, cosi abusato alle elementari: DESCRIVI IL TUO COMPAGNO DI BANCO, possa iniziare un nuovo filone sui colleghi di lavoro.
Come concludere, con il luogo comune della sera:
Vuoi mettere il piacere che si prova a togliersi le scarpe strette alla fine di una giornata del genere.
Nessun commento:
Posta un commento