24 gennaio 2009
Torino/Bielsko-Biała - 45° puntata
Ed ecco che anche questa prima settimana di trasferta al quadrato va per finire. Inizio a scrivere queste righe giovedì sera, nell’attesa che gli ultimi colleghi finiscano di lavorare e che si possa finalmente partire alla ricerca di un ristorante.
La settimana è iniziata abbastanza sotto pressione, in quanto dovevo caricare i dati a sistema prima di partire, peccato che facessero schifo. Alla fine ho terminato 5 minuti prima di uscire dall’ufficio, ed ero anche contento se il collega non mi avesse detto che non andavano bene. Per fortuna che mi è venuto in mente nel tragitto in taxi verso l’aeroporto il sicuro errore fatto dal collega nell’estrazione delle informazioni e si può anche dire che mi sono goduto il volo.
Il volo: per la prima volta accetto di sedermi vicino ad un finestrino e l’unica cosa che vedo per la maggior parte del viaggio sono le nuvole. Solo poco prima di atterrare il cielo si schiarisce e mette davanti ai miei occhi uno spettacolo di luci che fa immaginare una sorvolazione di una colata lavica. Ad un certo punto la mia immaginazione mi porta a vedere anche delle somiglianze con i disegni di Nasca. C’era l’immagine stilizzata di un lanciatore di giavellotto con le gambe lunghe, un tribale etc.
La seconda cosa che mi ha stupito è la bellezza delle luminarie, che ho scoperto verranno tolte solo l’ultimo giorno del mese. Surclassano, e di molto quelle viste a Milano, a Torino ed a Siena. Ci sono delle vere opere d’arte. Negli ufficio poi proliferano alberi di Natale con luci e palline colorate.
L’ufficio dove ho prestato servizio, poi sembra una piccola serra. I veri spazzi dell’enorme open space sono delimitati dai tipici armadietti bassi sovrastati da piantagioni rigogliose che danno al tutto un aspetto molto da giungla. In queste piantagioni si ritrovano personaggi dell’età di matusalemme, probabilmente anche amanti di Lenin e Stalin. Per fortuna che nel lato dove ho la sedia, perché solo quello ho a mia disposizione, l’età media cala decisamente e l’ambiente è molto più amichevole. Si scherza e si ride, ed anche se non capisco nulla di quello che dicono, ed a volte penso che mi stiano prendendo per il “sentimento”, rido e vado avanti. Qui quasi tutte mangiano una montagna di cioccolata e l’unica che non lo fa si riempie di gallette di riso che mandano un odore… ci siam capiti.
La cosa strana è che qui, uscire alle 18:00 vuol dire avere fatto molto tardi, peccato che noi si esca sempre dopo le 21:00.
Ricordo che amici mi parlavano delle calde stanze dall’albergo della Polonia. È verissimo. Fa talmente caldo in quelle cavolo di stanze che una notte ho dormito con la finestra aperta e fuori c'era -1°.
Riprendo a scrivere arrivati finalmente in Italia. Finalmente perchè a causa della nebbia abbiamo seriamente rischiato di rimanere in Polonia. Arrivati all'aeroporto ci scontriamo con una folla di gente, cosa abbastanza strana per un piccolo aeroporto. Alzo gli occhi e vedo sul cartellone che tutti i viaggi che precedono il mio sono cancellati. Il nostro invece no. Facciamo check in e ci lanciamo in una nuova avventura culinaria, questa volta aggravata dal luogo.
Superata con qualche difficoltà il controllo al gate, non avevano capito che il mio zaino serviva per portare il pc, quindi gli ho dovuto spiegare che dentro c'era il pc. Poi, tolto il pc da dentro come da regolamento, e fatto passare sotto la macchina ai raggi x si sono sorprese di trovare nello zaino dei cd, una webcam, alimentatore e cavi vari. Ad un certo punto pensavo che a causa delle chiavi non mi facesse passare. In Italia ero passato via liscio liscio.
Comunque ci facciamo più di tre ore di attesa, con i fumatori in piena crisi di astinenza, ed io che avrò misurato tutta la sala. Si può dire che quello sia stato l'evento sportivo della settimana. Ecco potrei aver inventato un nuovo sport l'Air watching. Per fortuna che la nebbia è poi salita e siam riusciti a partire.
Il volo è stato come al solito mosso, ma il peggio ci aspettava a Torino. Il tassista che ci ha caricato meriterebbe un posto in un libro di Lucarelli. Immaginate De Niro in TAXIDRIVER. La macchina sembrava un piccolo forno, e quando ho tirato giù un dito di finestrino, lui dopo poco l'ha richiuso. Gli ho dovuto spiegare come arrivare all'indirizzo che gli avevo dato. Guidava a singhiozzo, ed ho pensato che la macchina prima o poi ci abbandonasse in tangenziale, e subito dopo che io abbandonassi il pranzo polacco nella sua auto.
Alla fine siamo giunti sani e salvi, anche se sul sano avrei un paio di cose da dire ma sarei troppo prolisso.
Nella prossima puntata si parlerà di...
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1 commento:
Forza Carmine, resisti...
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