24 luglio 2011

Tra Alba e Tramonto - 63° puntata

Caro Lettore,
perdona il ritardo nel postare il racconto legato alla settimana appena trascorsa, ma ho avuto ospiti e non ho avuto tempo. Uno di questi ospiti è anche un assiduo lettore di questo blog e forse anche il responsabile della sua nascita… diciamola tutta, sotto suo suggerimento ormai poco più di 5 anni fa ho aperto questo blog. All’epoca il fine di questo spazio era quello di dare sfogo alla mia vena creativa, come viene riportato anche nel mio profilo. Ed è stato così per molto tempo, fino a quando il peso di questa vita scandita dal numero di camice in un armadio ha preso il sopravvento. In uno scambio di battute con questo storico lettore, noto anche come il Genio, ha sottolineato come questo spazio sia appiattito su un solo argomento:” LE MIE LAMENTELE LAVORATIVE”.
Per questo mi scuso, ma come ha potuto vedere anche lui, l’ambiente è leggermente alienante, almeno per me. Eppure ci sono colleghi che pensano che questo sia il miglior posto del mondo. E dal parlare con loro ho forse capito uno dei motivi del mio disagio nel vivere qui.
Ecco caro Lettore, vediamo cosa ne pensi:
Quando sono a Milano mi lamento di quanto sia caotica, mentre chi viene da Roma, che che ne dica, si trova bene. Io a Torino non mi trovavo poi così male, era come Milano ma più piccola. Più a misura di uomo. Ora le persone di Torino si trovano bene qui ad Alba perché è più a loro misura. Ed ecco l’illuminazione: l’ordine di grandezza della città. Se si scende di un solo ordine di grandezza alla fine ci si adatta facilmente, mentre se si scende di due o più ordini di grandezza ecco le difficoltà.
Mi spiace non aver provato un’esperienza significativa in una città di un ordine di grandezza maggiore di Milano. Due settimane ad Istanbul, non hanno un peso rilevante
.”
Sicuramente questo non è il solo motivo, ma è una costante che torna spesso parlando con altre persone che hanno esperienze lavorative simili alla mia. Ovviamente con meno FASCINO.
Oltre a queste grandi riflessioni c’è stata anche la vita lavorativa che mi ha impegnato, e la scorsa settimana è stata ricca di annunci.
Il primo è quello di un collega che finirà la sua avventura ad Alba dopo due anni e mezzo. Il primo ad essere dispiaciuto di andarsene. Solitamente le persone che lasciano Alba lo fanno di loro spontanea volontà e ne sono generalmente felici, mentre lui viene spostato per esigenze aziendali e la cosa gli dispiace molto.
Secondo annuncio, arrivato con più di due ore e mezzo di ritardo sull’orario stabilito, che significa che ho addirittura fatto in tempo a fare la spesa ed iniziare i preparativi per la cena: sono stato promosso con sufficiente. Questo mi viene annunciato con una breve telefonata. Le motivazione ed i commenti sono rimandati a Settembre.
Terzo annuncio. Ecco questo più che un annuncio è stata una rilevazione, quasi mistica, che ha colto il capo del team: “Tu stai seguendo già tante cose”. Peccato che questo non abbia impedito che me ne venissero affidate altre che erano incarico ad altri e che aspettano risposta da mesi.
Quarto annuncio. Questo più che un annuncio è stata una domanda fatto dal capo al quadrato, cioè il capo del capo mentre si discuteva della situazione si un ex colonia inglese: “Hai il passaporto?”
Un brivido mi ha percorso la schiena. In questo caso è stata una fortuna che non avessi il passaporto e non potessi fare i vaccini necessari, oltre ad altri piccoli particolari come il visto d’ingresso nel paese.
Queste ormai sono cose passate, come la mia seconda giornata di reperibilità che mi ha visto intervenire su una problematica sollevata da un utente. Al mio chiedere maggiori spiegazioni ricevo una risposta che mi fa capire che il dialogo con questa categoria di utente può avvenire solo ad un livello di comunicazione più vicino a quello macchina. Per fortuna che interviene il responsabile dell’amministrazione locale, che dopo un velato insulto rivolto all’utente, gli dice che il sistema funziona benissimo e sicuramente è lui a sbagliare. Applausi per lui. Intanto il collega che si trova in quelle terre si lamenta che non seguono il piano discusso ad inizia settimana, ma che anzi fanno altro. In questo caso il mio è un supporto morale.
Per fortuna arrivano gli amici e l’ora di fine reperibilità pure. Spengo tutto ed inizio a vivere la vita, ma quella vera.



… all’inseguimento del sole …

2 commenti:

paolo e barbara ha detto...

visto che tu le ferie non le hai da contratto ..... quando ci rivediamo ?

Pietro ha detto...

Sfogarsi e lamentarsi serve...altrimenti bisognerebbe cercare continuamente un nuovo lavoro perchè le testate in ufficio non sono gradite a tutti, pare!