Eccoci, quattro amici al bar come canta
Gino Paoli, solo che noi ormai da tempo forse abbiamo smesso di
sognare di cambiare il mondo ed abbiamo nel sangue un po' più di
alcool. Se ci mettessimo in macchina ora capiremmo le parole di
Battisti : “guidando a fari spenti nella notte...”
per fortuna il proprietario del locale
si chiama Mario... già proprio come quello della canzone di Ligabue
ed è uno dei quattro, solo che lui non passa lo straccio ma si fuma
l'ultima sigaretta prima di tornarsene a casa, casa che poi dista
solo una i di scale. È un ex militare che ha bruciato la divisa dopo
una missione all'estero in zona di guerra. Nessuno sa il suo vero
nome, tutti lo chiamano così perchè lavora alle ferrovie ed è uno
dei pochi ad indossare ancora l'eskimo. Fa il volontario nel Partito,
con la P maiuscola come sottolinea ogni volta. Una volta al mese,
poi, cerca di incastrare qualcuno per andare a delle retrospettive
cinematografiche da dove anche i cani si tengono lontani in qualche
centro sociale che è poco più di uno scantinato fumoso. Giusto per
completare la descrizione del personaggio ha come suoneria del
telefono “La Locomotiva” e come sveglia, perchè quando viene al
bar punta la sveglia per ricordarsi che deve tornare a casa, “Canzone
per un'amica”. Non vi descrivo i gesti dei vari frequentatori del
bar quando scatta questa suoneria. Se entrasse un rappresentante
dell'ASL farebbe chiudere l'esercizio per timori di invasione di
piattole. Guccio guida una delle pochi esemplari di panda 4x4 color
verde bottiglia che si intona spesso con l'abito e con il suo
colorito post convegno del Partito.
Il terzo fa il meccanico e “con un
cacciavite in mano fa dei miracoli”, e non solo con quello. Lo
chiamano Brinner per via del taglio dei capelli. Ripara qualsiasi
cosa, dalle automobili ai vecchi elettrodomestici, senza parlare di
cellulari e computer. È in grado di riparare tutto, meglio di quel
Meggiver della televisione o di Archimede Pitagorica. La cosa più
incredibile è che sa anche cucinare da gran cuoco. Ogni tanto si
scontra con il Guccio che invece si vanta di essere un gran
somelier... vista la quantità di vino bevuto nelle varie feste del
partito, ops Partito.
Brinner viaggia solo sulla sua
Poderosa. Una vecchia Guzzi rossa lascito di un suo avo partigiano.
È anche il trombettista di un gruppo
jazz, anche se ormai sono poche le occasioni in cui lo si sente
suonare, troppo impegnato a cercare di aggiustare la vita della sua
famiglia. Una famiglia all'altezza di quella cantata da Gaber e
Iannaci.
Ed io sono il quarto del gruppo. Almeno
una generazione mi divide dal trio con cui condivido queste
chiacchiere di fine serata, fatte serie dal vino che ha sciolto i
pensieri. Mi sono trasferito da poco in questa città. Dormo in una
delle stanze della casa di Mario, che se non l'ho detto è il nipote
di un'amica di mia madre, e se ho capito bene è stato l'avventura
estiva di una delle mie cugine, ma queste sono calunnie da operetta.
Il lavoro mi ha portato qui, perchè al paese c'è il mare ed il vino
buono, ma lavoro poco davvero poco.
Sono stato adottato, novello Dartagnan,
da questi moderni moschettieri che cercano di andare avanti,
nonostante le donne e la politica proprio come direbbe Cocciante. Ho
trovato lavoro come insegnate precario in una delle tante scuole
multietniche di periferia. La mia laurea in lettere è rimasta al
paese perchè tanto qui conta poco. Conta di più il sapersi piegare,
adattare, adulare e via dicendo. Il saper fare, insegnare è un di
più che non sempre è gradito.
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