Si trovò in piedi
senza sapere come avesse fatto.
L'istinto di
sopravvivenza lo spingeva avanti, tra la folla che intasava i
corridoi del metrò a quell'ora. Persone di tutti i tipi,
provenienza, colore, credo politico o religioso ed orientamenti
sessuali si incrociavano in una certa armonia ed uguaglianza sogno
realizzato ma effimero del 3° articolo della costituzione.
Lui però in quel
momento non pensava affatto ai padri costituenti ma alla bella
Principessa che l'aveva riportato a galla. Doveva raggiungerla e
trovare un modo per... almeno per parlarle e sentire la sua voce. Il
suo cervello stava elaborando milioni di possibilità alla ricerca di
una scusa per attaccare bottone senza sembrare troppo imbranato o
spaventarla.
Ecco nell'era della
comunicazione la cosa più difficile sembrava parlare con un altro
essere umano. Con transistor e microchip sembrava tutto più facile
ma quando ci si doveva confrontare con un proprio simile le cose non
sapeva perché si complicavano. Ma bando alla filosofia, pensò.
Doveva trovare una soluzione e la doveva trovare subito.
Il grande
sceneggiatore della sua vita allora decise di svegliarsi dal suo
torpore e regalargli una scena magari banale ma molto reale. La
principessa infatti si fermò davanti ai tabelloni che
rappresentavano in maniera schematica le linee della metropolitana.
Questi serpentoni colorati e maculati, in cui ogni puntino ha un suo
nome. Arterie variopinte che si dipanavano all'interno del corpo
della città incrociandosi in maniera studiata nel suo centro per poi
diramarsi verso le sue estremità.
Lei cercava di
tradurre quelli che per lei erano poco più di geroglifici, o almeno
questo sembrava dal suo sguardo. Il nostro super eroe allora si
bloccò a pochi passi valutando quale fosse la mossa migliore da
mettere in campo in quell'infinita partita a scacchi che qualcuno
chiama vita.
Lei estrasse nel
frattempo una di quelle cartine pieghevoli che mostrano il profilo
della città vista dall'alto dando sfogo alla toponomastica ed ai
colori. Intanto si guardava in giro cercando di individuare la stella
polare che le indicasse dove fosse il nord.
Lui allora ingoio
tutte le sue paure e remore ed avvicinandosi le chiese semplicemente
se poteva essere di aiuto.
Lo sceneggiatore
pensò che neanche questa volta avrebbe vinto qualche premio
internazionale per questa trovata ma a lui forse interessavano altri
riconoscimenti e tornò a scrivere sul libro del fato.
Lei lo guardò prima
un po' stupita, poi cercò di soppesarlo ed infine con uno sguardo
che racchiudeva tutti i colori dell'arcobaleno e della gratitudine
gli indicò un punto della cartina rivolgendogli quelle che sarebbero
state le prime parole che lui incise nel suo cuore:” Grazie, dovrei
andare in zona San Siro”. Assaporò il tono della sua voce che
trasportava un che di allegro.
Conosceva bene la
zona e come raggiungerla. Tutti gli anni da tesserato della squadra
cittadina a qualcosa erano serviti oltre a fargli spargere
alternativamente lacrime di gioia e di tristezza. Trovò anche il
tempo per ringraziare lo scriba che era addetto alla storia della sua
vita (lo sceneggiatore allora si concessa di gongolare per alcuni
istanti).
Lui le mostrò le
varie possibilità, aggiungendo anche qualche indicazione turistica
ed il colpo che sperava decisivo: “ anch'io vado da quelle parte.
Se vuoi possiamo fare un pezzo di strada insieme”.
Il pezzo che aveva
in mente il nostro super eroe andava da lì fino alla fine del tempo,
ma questo la principessa lo ignorava, forse.
Lei sorrise e
pronunciando i ringraziamenti del caso feci sì con la testa.
Così si
incamminarono verso la banchina da cui sarebbe partito il treno che
li avrebbe condotti verso quello che lui sapeva essere il viaggio più
importante della sua vita.
3 commenti:
Adesso però non ci puoi lasciare sospesi...come è andata a finire con la principessa? Dobbiamo spolverare la divisa da pinguini?
forza viaggiatore!
Dovrai aspettare che esca il prossimo post.
Ci vuole un po' di pazienza.
la premessa della tua risposta è buona! aspetteremo.
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