02 febbraio 2008

Passo 7


Ed il cerchio si chiude. Sono qui dove tutto è iniziato, seduto sulla tazza del cesso del mio bagno. Credevo di aver dimenticato quello che era successo, risolto ogni pendenza, ed invece sono solo scappato dal problema. Eh sì, ho lasciato qualcosa di inrisolto che ora viene a presentare il conto, compreso d’ interessi salati che bruciano sulle ferite ancora aperte.

Sono solo scappato davanti alle difficoltà cercando di dimenticare anziché affrontare la questione. Pensavo che riempire tutto il mio tempo, senza lasciar alla mente un solo secondo per tornare a quel giorno, mi avrebbe permesso di traslocare il ricordo prima nel limbo dei miei pensieri e poi nell’oblio delle cose dimenticate, ma non è così. Ora me ne rendo conto. La vita prima o poi ti rimette avanti ai problemi che non hai affrontato ed aspetta da te una risposta.

Se chiudo gli occhi posso vedere il film della nostra storia. Il sorriso con cui mi ha accolto al primo appuntamento. Quel sorriso ha sciolto il nodo emozionale che non mi permetteva quasi di respirare. Gite fuori porta con la sua guida aggressiva, i panini mangiati in un prato a guardare lo spettacolo che la natura ci offriva, le lunghe passeggiate per le vie del centro mano nella mano, il tifo allo stadio, i concerti. La prima vacanza al mare insieme.
Rivedo i bei momenti passati insieme, mentre quelli brutti sono vaghi, indistinti, già nascosti dalla nebbia dell’auto difesa affettiva.
Ma cosa è successo in questi mesi? Una parte della mia anima è come se fosse rimasta a quel giorno. Congelata. Un’ombra nera che mi tira versa un baratro freddo ed oscuro.

Blim blom! Questo è il segnala dell’arrivo di un sms. Ho la suoneria che ricorda gli annunci al supermercato, è aperta la cassa sette, un responsabile della macelleria si presenti in cassa centrale. Ma chi sarà mai a quest’ora?
Esco dal bagno e dalle mie seghe mentali e raggiungo il cellulare in sala. La curiosità ha già attaccato tutto le mie riflessioni sbaragliandole. Guardo il telefonino appoggiato sul mobile a fianco del divano. Una lucina blu lampeggiante conferma visivamente quanto il segnale acustico ha già detto. Mi allungo a prendere il cellulare.
Il numero che appare mi è sconosciuto. Sarà qualcuno che ha sbagliato. Leggo il messaggio.
CIAO.TI HO VISTO ALLO STADIO.TI VORREI PARLARE.POSSIAMO INCONTRARCI SAB PROX VERSO LE 1630 AL SOLITO BAR?BUONA NOTTE.R

Buio! È nuovamente tutto buio!

Riapro gli occhi e rileggo l’sms. Mi tremano un po’ le mani e fatico a respirare. Quella R è lei, è la sua firma. Quante volte ho letto la sua firma al termine degli sms che ci scambiavamo per augurarci la buona giornata. Ha preso a firmarsi con la sola iniziale per allinearsi al mio stile, diceva.
Devo pensare se rispondere e cosa scrivere.
Devo riflettere.
Durata della riflessione, 3 secondi. Il cuore ha preso il sopravvento ed ha risposto “OK C”.
Ed ora cosa faccio?
Respirare profondamente, questo innanzi tutto. Meglio andare a letto. Meglio dormirci sopra e sperare che la notte porti consiglio.

Drindrindrindrin!!!

La sveglia. Devo andare in ufficio. Controllo il cellulare per verificare che l’sms sia reale e non un sogno.
C’è.
Ok non è un sogno. La priorità ora è andare a lavorare.
Le ore passano a velocità alterna. Momenti che scorrono velocemente ed altri in cui le lancette sembrano fermarsi. Cerco di non pensare troppo all’appuntamento, per evitare di farmi film e seghe mentali. Almeno ci provo. Devo riuscire a tener basse le aspettative, proprio come dice va R nella sua mail.

È sabato. Sono le tre e sono già al bar. Se vi state chiedendo come mai sono già al bar è perché ho iniziato a prepararmi questa mattina presto, forse sarebbe meglio dire molto presto.
Va bhè. E poi avevo paura di trovare traffico e non trovare parcheggio, anche se a dire il vero il famoso bar è a dieci minuti da casa mia. Lasciamo perdere i motivi per cui sono già qui, a casa non riuscivo a star fermo. Continuavo a pensare, a farmi film, dialoghi, sceneggiature su questo incontro, aspettative. Ok i buoni propositi sono andati a farsi benedire.

La gente entra ed esce dal bar. Dopo aver camminato per venti minuti davanti alle vetrine del bar ho deciso di entrare e mi sono seduto ad un tavolino in fondo al locale. Ho ordinato un succo di frutto, meglio evitare gli alcolici, anche se la tentazione è tanta. Cavoli mi sembra di essere un ex alcolista.
Lei arriva puntualissima, come al solito. È l’unica donna che conosco che sia puntuale agli appuntamenti. Di solito il darti un orario è solo un’indicazioni di quando iniziare ad aspettarle.
Mi vede e mi raggiunge al tavolino. Stretta di mano informale.
L’imbarazzo è palpabile.
La vedo e mi appare diversa. C’è qualcosa di diverso nel suo viso.

Rompo io il ghiaccio. Ho solo una domanda. PERCHE’?

Lei un po’ in imbarazzo prende il discorso un po’ alla larga, ma il succo ndelle mille parole che cerca di mettere una dopo l'altra è che non mi amava più.
Le chiedo perché la mail, perché non dirmelo in facci, perché scappare da casa come una ladra, perché distruggere lo zaino, perché un altro.
Lei da le sue spiegazioni, dicendomi che non aveva il coraggio di guardarmi negli occhi, che aveva provato più volte a parlarmi, ma che l’era mancato l’occasione giusta e quando si era accorta che il suo cuore iniziava a battere per un altro aveva preso la decisione che non poteva andare avanti a così ed è andata via. Che era meglio così. Meglio darci un taglio netto. Lo zaino era stato un incidente accaduto mentre lei stava prendendo le sue cose. Il cane ha afferrato lo zaino ed è scappato in bagno…ok ok ho capito. Mi doveva bastare già il NON TI AMO PIU’. Scorrono altre parole, ma ormai il più è fatto. Mi dice che per lei sono stato una persona importante e che non vorrebbe perdermi, le piacerebbe che restassimo amici.

Ferma, fermate il mondo per un attimo.

AMICI??? Aspetta. Chiariamo un attimo.

Ok che non mi ami più. Sono cose che possono succedere. Ok per l’incidente dello zaino. Sono cose che possono succedere. Ok per la fuga e la mail. Sono cose che succedono. Ma AMICI?!?
Come dice il tuo cantante preferito AMICI MAI PER CHI SI E' AMATO COME NOI!
Le rispondo che mi dispiace ma che non è possibile. “Sono stato” una persona importante, il che significa che non lo sono più, quindi non lo deve essere più neanche lei per me, quindi non possiamo essere amici. Il ragionamento non fa una piega. Sono o non sono un ingegner…
Prima di iniziare a dire cose spiacevoli, mi alzo, la saluto e vado via.

Per uno strappo occorrono due mani, con una sola non è possibile. In alcuni casi le mani tirano in due direzioni diverse, in altri una resta ferma mentre l’altra continua ad andare avanti per la sua strada. Forse è questo quello che è successo. Le nostre mani hanno smesso di andare nella stessa direzione e la nostra storia si è rotta.
Ci sono strappi che possono essere ricuciti ed altri che ti lasciano in mano solo stracci per la polvere, ed in questo caso l’unica cosa da fare è rimboccarsi le maniche ed iniziare a fare un po’ di pulizia.

Magari potrei cercar un po’ di compagnia per far le pulizie di primavera.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma dimmi...è un rito scaramantico per vedere se riesci a liberarti dall'incubo Venditti???;-)

ah...comunque...non so se la citazione era volutamente sbagliata ma la frase di amici mai dice "amici mai per chi si cerca come noi non è possibile, odiarsi mai per chi si ama come noi sarebbe inutile" e parla quindi del presente e non del passato!

per il resto...carino il racconto, avevo letto anche gli altri capitoli...alcuni un po' inquietanti (e sempre venditti che era sbucato fuori!). Ma il racconto continua? E questa R. (ma quanto vera e quanto inventata, quante persone è?) ti farà ancora male?Lo scopriremo solo vivendo...anzi leggendo ;-)

cits74 ha detto...

strane come le coincidenze temporali segnino la nostra vita, i nostri atti.
forse dovevo leggere il tuo racconto qualche mese fa.
la conclusione della storia, comunque, tornando al racconto, è un buon climax. horror e passione.
alla prossima!