01 marzo 2008

Torino - 2° puntata


Ed ecco che anche la seconda settimana di trasferta a Torino volge al termine.
Questa è stata una settimana un po’ diversa dalla precedente. La prima cosa da dire è che sono entrato ed uscito, dalla FIAT, con Marchionne, peccato che io ero a piedi e lui in elicottero. Mentre io salivo verso i piani alti lui scendeva tra il popolo dei dipendenti. Mentre io scendevo verso la realtà della vita al di fuori dell’ufficio lui risaliva sul suo mezzo palato e prendeva il volo sopra la città che brulicava di auto che sfrecciavano per i grandi vialoni, arterie ormai compromesse di questa ex capitale.

Quasi dimenticavo. questa settimana la mia stanza ricordava una delle costruzioni di mio nipote, scala 100 a 1. Innanzitutto la camera è triangolare, per essere precisi un triangolo rettangolo. ma fosse solo questo, a metà dell'ipotenusa sorgeva una colonna del diametro di un metro. Le poltrone sono rivestite di pelle, quella di una vacca pezzata della pianura padana. Avete presente la mucca Ercolina, simbolo della protesta contro le quote latte? ecco cosi.
A questo giro il bagno era un po' più piccolo, ma con la stessa vasca da bagno Fosbury.

Martedì, mentre la città si preparava al derby di campionato, sono riuscito a correre un po’. Correre in città non è un gran ché. Per fortuna ci sono lunghi e larghi violoni, abbastanza grandi da tener lontano le macchine, anche se non a sufficienza. Per evitare di perdermi, e chi mi conosce sa che non posseggo il senso dell’orientamento visto che mi perdo ancora al Bosco in città, ho preso lo stradone davanti all’albergo e l’ho percorso sino alla fine. Per il ritorno mi sono fatto coraggio e mi sono avventurato per una nuova strada, e lì ho apprezzato il fatto che Torino sia piena di cartine per gli sprovveduti come me. Comunque questo mia capacità di perdermi mi ha permesso di scoprire una trattoria che mi ha fatto rinunciare al proposito di provare un nuovo locale ogni sera. E sì perché uno dei più grandi problemi della vita in trasferta è quello del cibo. Si va per trattorie, ristoranti e pizzerie a mangiar il piatto tipico, o la pizza carica d'ingredienti tanto da sembrare il risultato delle pulizie di primavera della dispensa. Solitamente è difficile mantenere una dieta equilibrata. Cibi carichi di condimenti, poca verdura, zero frutta ed una quantità di zuccheri da far arrossire anche Willy Wonka. Lasciamo perdere gli alcolici, in valigia sono finite due bottiglie di super alcolici, una di San Simone ed una di Zeroundici.

Una delle note dolenti è stata che il collega malaticcio mi ha paccato tutte le sere, mi ha fatto provare la parte più dura della vita lontano da casa, almeno all’inizio. Il mangiare da solo. Seduto al tavolo a farmi compagnia questa settimana ci sono state le immagini di San Remo, solo le immagini perchè l'audio era azzerato per consentire la conversazioni degli avventori, e la lettura di qualche pagina dei libri che il proprietario ha posizionato all'ingresso. Per fortuna che il personale è stato molto gentile, e la conduzione familiare mi ha fatto sentire un po' il profumo di casa.
Per mettere ancora più in difficoltà il mio umore aggiungete che in albergo al posto del canale satellitare di film hanno posizionato quello che trasmette la diretta delle avventure di un gruppo di sconosciuti rinchiusi in una casa. E vai con l’allegria.
Il mio spirito poi è stato messo a dura prova quando, per motivi che non sto a spiegare, ho chiesto un passaggio per tornare a Milano ad un gruppo di colleghi che lavora in un paesino a nord di Torino. Se alla collega, responsabile di quel team, avessi chiesto il c... avrei avuto più possibilità. (Aspetta com'è che non gliel'ho ancora chiesto? Appunto personale: chiedere due fette di c... vicino all'osso alla collega) Comunque sono tornato a Milano, o meglio a Rho, in treno.
Per concludere con le cose negative, venerdì mattina il direttore dell'albergo mi ha detto che non poteva prenotarmi la settimana per la prossima settimana.

Ammetto che ci sono state anche cose positive: la colazione con un gruppo di ragazze dell'est ha allietato il momento del risveglio; il nuovo team in cui lavoro mi piace, ed anche quello che faccio ora è stimolante, tanto che il fatto di finire spesso tardi in ufficio mi pesa poco. Ed in fine il casual friday ha ridotto il mio dilemma nella scelta delle cravatte.
Il nuovo albergo dove alloggerò mi sembra più carino e meno freddo. Il direttore si è dimostrato persona molto gentile e simpatica (il fatto che siamo omonimi vorrà dir qualcosa). Il fatto che un amico, anche con poco preavviso, abbia trovato il tempo per passare a prendermi in stazione mi ha migliorato il rientro.

Nella prossima puntata si parlerà di....


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