Buon giorno caro lettore, questo ennesimo post sulla mia trasferta vuol essere un po' diverso dai precedenti. Voglio cercare di allontanarmi un po' dal solito elenco delle avventure tragicomiche della vita di un consulente a Torino. Per inciso la settimana è stata pesante, molto pesante, e le abbondanti piogge non l'hanno resa più divertente. Comunque volevo provare a parlare solo delle cose belle, ed in particolare di una.
Ieri, quando sono partito da Borgaro Torinese, il tempo sembrava in miglioramento. Il sole dopo tanta fatica era riuscito ad aprirsi un varco tra le nuvole ed a riscaldare un po' a terra, ed anche il mio stato d'animo, ed anche se è stato per poco, quel poco a riacceso qualcosa di buono dentro me. Sensazioni piacevoli, non ben definite, come nuove speranze, non so spiegare bene. Non so se ti è mai capitato di svegliarti e di sentirti bene, quasi felice senza alcun motivo. Ecco una cosa del genere.
In macchina eravamo in tre, ed io seduto dietro non avevo neanche l'obbligo morale di tenere lesto il guidatore o di controllare la strada (per la precisione ci siamo persi, ma questa volta non ho dovuto sfoggiare il mio super potere che tanto mi ha reso famoso, il collega alla guida ha fatto tutto da solo), così che mi sono potuto godere il paesaggio, un po' differente dalla solito. L'arcobaleno che si vedeva in lontananza mi ha fatto favoleggiare di pentoloni pieni di monete d'oro, di gnomi e fate, della spiritualità della natura.
Mentre i campi scorrono velocemente cercavo di vedere la pioggia in maniera diversa, di cambiare punto di vista. Come se tutta quell'acqua servisse a portar via tutto lo stress, il nervosismo, le lunghe ore passate in ufficio, le arrabbiature, tutte le cose grigie, come il mio vestito, per lasciare posto ai colori. Si proprio i colori.
Ecco ora inizio a sragionare e quindi è meglio che mi fermi qui, forse è meglio cantarci su.
Nella prossima puntata si parlerà di...
Nessun commento:
Posta un commento