Questa settimana, per mio sommo piacere (e spero si noti l’ironia), per forze di causa maggiore sono finito in un albergo nel piccolo paesino di Borgaro Torinese. Se pensate che ad Agosto la città è deserta, la periferia lo è anche di più. Partiamo con il dire che il ristorante dell’albergo è chiuso, quindi, come agli inizi devo cercare un rifugio dove rifocillarmi, solo che prima avevo l’imbarazzo della scelta, e le mie erano escursioni per testare l’abilità del cuoco, ora sono spedizioni in cerca di cibo e magari di un paio di chiacchiere. Se poi qualcuno si lamentasse che lavorare in città quando tutti sono in ferie è pesante, provate a lavorare in periferia. Giro turistico di tutta la città mi ha portato via una mezz’oretta, di cui dieci minuti passati tra la folla dei sette curiosi rimasti in paese a vedere l’intervento dei vigili del fuoco all’ultimo piano di una palazzina. Girando per le piccole viuzze e la grande statale ho scoperto che qui le agenzie viaggio crescono come la muffa sul formaggio, si vede che la gente cerca la fuga da questa cittadina dormitorio. Se i paesi di villeggiatura decuplicano la loro popolazione in questi mesi, qui restano i forzati, nel senso di quelli che non possono per un motivo o per un altro andar via, e visto il gran caldo non mettono neanche la testa fuori di casa.
Gli aerei che sorvolano in modo periodico il cielo che mi sovrasta mi fanno pensare solo a quando anch’io sarò molto probabilmente in coda con un paio di milioni di turisti sulle strade dell’estate, che in realtà sono trafficate tutto l’anno.
L’albergo si trova a pochi passi dalla “FABBRICA” dove lavoro in questo periodo, solo che si trova nella zona residenziale, una specie di area dormitorio ma molto più curata di quella del grande boom, con più verde e case meno caserme. Lungo il tragitto che mi porta in ufficio devo passare da un sottopasso ferroviario, e lì come per magia, passo dalla zona residenziale alla zona industriale di questa cittadina della cintura di Torino. Il sottopasso è una specie di portale magico che unisce due realtà totalmente differenti. La zona residenziale, con case basse, alberi, giardini e fontane, con quella industriale più grigia e fatiscente, in alcuni aspetti ricorda un quadro futurista.
Una nota la merita anche la camera. Innanzitutto partiamo con il dire che qui film osè non ne hanno girati sicuramente. Le dimensioni ricordano più quelle di una celletta di un convento. Per aprire le porte scorrevoli dell’armadio devo chiudere le porte del bagno e della camera, giusto per dare un’idea. In compenso ho un grande balcone, peccato che sia vuoto, e che dia proprio sull’ingresso dell’albergo. Quindi fruibilità zero, non avendo in camera neanche una sedia da portar fuori. Ogni giorno ti viene offerta una mela all’ingresso, giusto per farti capire che l’eden non è proprio lì. La televisione, ogni volta che l’accendi ti propone di comprare il pacchetto dorato di film di tutti i generi. Il collegamento ad internet poi ha un costo pari ad un pacchetto di azioni di un browser internazionale. Nell’elenco delle lamentele ci andrebbe anche l’interruttore della luce che fa un po’ quello che vuole lui, e siccome è per il risparmio energetico mi razionalizza la corrente. La popolazione che abita le camere è poi composta prevalentemente da uomini in trasferta, ed in fondo non credo proprio che qualcuno sano di mente possa venire qui a fare villeggiatura.
I giorni trascorrono a piccoli passi, cercando qualsiasi scusa per fare qualcosa di stimolante e cercare di dare al proprio encefalogramma una forma meno concava. Quasi tutti hanno la faccia scazzata in attesa che arrivi il momento di lasciare le sveglie spente e di regolare la propria vita su ciò che più gli piace, o gli deve piacere, mentre i pochi tristi sono quelli con le ferie già fatte ed il loro ricordo negli occhi oppure quelli che non riescono ancora a vedere i giorni senza rotture da parte del capo o di colleghi più stressati di te. Hanno avuto anche il coraggio di farmi pagare, ben due euro e mezzo la bottiglietta di acqua.
Ed anche l’ultimo giorno di lavoro arriva, peccato che l’auto abbia deciso di fare i capricci e di non volerne sapere di partire. Speriamo che con il sole si ricarichi anche lei.
Le ultime ore sembrano non passare mai, in questo ufficio deserto. Io sono qui ed aspetto che l’orologio faccia scattare le ore 16 per imbarcarmi nell’ennesimo viaggio della speranza che mi porterà da prima a Milano e poi in giro per l’Italia a trovare vecchi amici ed a sperare di farmene di nuovi.
Nella prossima puntata si parlerà di…
Gli aerei che sorvolano in modo periodico il cielo che mi sovrasta mi fanno pensare solo a quando anch’io sarò molto probabilmente in coda con un paio di milioni di turisti sulle strade dell’estate, che in realtà sono trafficate tutto l’anno.
L’albergo si trova a pochi passi dalla “FABBRICA” dove lavoro in questo periodo, solo che si trova nella zona residenziale, una specie di area dormitorio ma molto più curata di quella del grande boom, con più verde e case meno caserme. Lungo il tragitto che mi porta in ufficio devo passare da un sottopasso ferroviario, e lì come per magia, passo dalla zona residenziale alla zona industriale di questa cittadina della cintura di Torino. Il sottopasso è una specie di portale magico che unisce due realtà totalmente differenti. La zona residenziale, con case basse, alberi, giardini e fontane, con quella industriale più grigia e fatiscente, in alcuni aspetti ricorda un quadro futurista.
Una nota la merita anche la camera. Innanzitutto partiamo con il dire che qui film osè non ne hanno girati sicuramente. Le dimensioni ricordano più quelle di una celletta di un convento. Per aprire le porte scorrevoli dell’armadio devo chiudere le porte del bagno e della camera, giusto per dare un’idea. In compenso ho un grande balcone, peccato che sia vuoto, e che dia proprio sull’ingresso dell’albergo. Quindi fruibilità zero, non avendo in camera neanche una sedia da portar fuori. Ogni giorno ti viene offerta una mela all’ingresso, giusto per farti capire che l’eden non è proprio lì. La televisione, ogni volta che l’accendi ti propone di comprare il pacchetto dorato di film di tutti i generi. Il collegamento ad internet poi ha un costo pari ad un pacchetto di azioni di un browser internazionale. Nell’elenco delle lamentele ci andrebbe anche l’interruttore della luce che fa un po’ quello che vuole lui, e siccome è per il risparmio energetico mi razionalizza la corrente. La popolazione che abita le camere è poi composta prevalentemente da uomini in trasferta, ed in fondo non credo proprio che qualcuno sano di mente possa venire qui a fare villeggiatura.
I giorni trascorrono a piccoli passi, cercando qualsiasi scusa per fare qualcosa di stimolante e cercare di dare al proprio encefalogramma una forma meno concava. Quasi tutti hanno la faccia scazzata in attesa che arrivi il momento di lasciare le sveglie spente e di regolare la propria vita su ciò che più gli piace, o gli deve piacere, mentre i pochi tristi sono quelli con le ferie già fatte ed il loro ricordo negli occhi oppure quelli che non riescono ancora a vedere i giorni senza rotture da parte del capo o di colleghi più stressati di te. Hanno avuto anche il coraggio di farmi pagare, ben due euro e mezzo la bottiglietta di acqua.
Ed anche l’ultimo giorno di lavoro arriva, peccato che l’auto abbia deciso di fare i capricci e di non volerne sapere di partire. Speriamo che con il sole si ricarichi anche lei.
Le ultime ore sembrano non passare mai, in questo ufficio deserto. Io sono qui ed aspetto che l’orologio faccia scattare le ore 16 per imbarcarmi nell’ennesimo viaggio della speranza che mi porterà da prima a Milano e poi in giro per l’Italia a trovare vecchi amici ed a sperare di farmene di nuovi.
Nella prossima puntata si parlerà di…
5 commenti:
Il blog ha deciso che io sia in Ferie da oggi. Ma allora cosa ci faccio ancora qui???
Siamo tutti un po' Fantozzi
Forza, anche io comincio le ferie oggi. L'anno scorso ho lasciato 5 kg in Tunisia, spero di non ripetere l'esperienza quest'anno in Spagna!
Lettore non ti preoccupare la macchina è partita ed anche se in ritardo sulla mia tabella sono giunto a casa.
Buone FERIE/VACANZE a tutti
beati quelli che rientrano ora ........... VUOL DIRE CHE TOCCA A ME PARTIRE :)
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