07 settembre 2008

Torino - 27° puntata


Ben venuti al resoconto della ventisettesima puntata delle avventure di un consulente in trasferta a Torino...
Come incipit, ad essere sincero, non è proprio un gran che, ed ad essere sincero neanche la settimana appena trascorsa è stata un gran che, ma come si suol dire non si può avere sempre il meglio, a volte bisogna anche sapersi accontentare. Ma vediamo cosa c'è da ricordare di questi giorni passati:
Gli incidenti. Nei nostri tragitti verso e da Torino abbiamo incontrato varie situazioni di pericolo. La prima appena partiti. Uno di quegli incidenti alla radio, in cui l'unica cosa che sembra interessarti sono i chilometri di coda nella tua direzione, ed un piccolo senso di fastidio se l'intoppo è sulla tua strada. Non è proprio un pensiero edificante, ma ad essere onesto spesso è l'unico che ho quando sento certe notizie, il secondo, ora un po' più raro, è un leggero senso di paura nel pensare che possa essere coinvolto qualcuno che conosco.
Il secondo si paventa a noi appena entrati in Torino, come una scena di Real TV. Fermi al semaforo vediamo il motorino, ed il suo conducente cadere. A scendere ed a prestare soccorso siamo solo in due. Gli altri automobilisti prendono l'evento come l'ennesimo fastidio che rende il loro lunedì ancora più nero. Mi sincero subito che il ragazzo non si sia fatto male, mentre l'altro samaritano si preoccupa del motorino. La causa della caduta sembra una macchia d'olio. Il ragazzo è un po' scosso ma non si è fatto nulla. Un gomito ed un ginocchio sbucciati e nulla più. Le auto iniziano intanto il loro concerto di clacson. Spostato il motorino, e verificato che il ragazzo stava bene e che avesse chiamato qualcuno per aiutarlo, riparto con il collega alla volta dell'ufficio. Il suono dei clacson mi resta ancora un po' dentro come segno dell'imbarbarimento di questa nostra civiltà.
Al ritorno nella città che mi diede i natali vediamo una macchina in fiamme in un'area di sosta. Il mio collega si dispera, ma non per i possibili rischi, solo per non poter filmare l'evento. E con questo la mia speranza nel genere umano subisce un altro bel colpo.
Questa settimana potrebbe essere ricordata per la mia miglior prestazione sportiva, tre goal di cui l'ultimo di tacco tra l'applauso della folla che inneggiava il mio nome nella mia testa. Una prestazione maiuscola che ha talmente sconvolto ed umiliato il collega che mi giocava contro che non si è più ripreso dallo shock correndo subito dopo la fine della partita in camera a piangere. Ammetto che quasi tutti erano reduci da vacanze piene di ozi e vizzi e quindi la mia perfetta preparazione atletica mi ha fatto facilmente primeggiare.
Oppure potrebbe essere ricordata per la frase che ho sentito da una collega il cui tasso alcolico sembrava più un bisonte.
Sono giovane, e se queste cose non le faccio a questa età...e poi per invecchiare c'è sempre tempo!!!”.
Quindi per lei, ed i miei colleghi più giovani, è normale bere sino a stonarsi così tanto da non ricordare cosa hanno fatto, vomitare metà di quello che hanno ingerito, risvegliarsi il giorno dopo con enormi mal di testa, aliti da ricordare le fogne di Calcutta, e sguardi spenti come i falò sulla spiaggia all'alba.
Un collega di Torino mi ha detto che gli sarebbe piaciuto avere un ragazzo come me in compagnia, e quando gli ho chiesto se era per la mia simpatia, lui ha risposto che era per il fatto che sapevo quando fermarmi con il bere e che quindi poi ero in grado di riportare tutti a casa.
Che bel complimento.
Inizio a pensare di essere nato vecchio, e di non essere in grado di capire questa fauna.
Nella prossima puntata si parlerà di...

2 commenti:

Cooper ha detto...

No Carmine, non sei nato vecchio...solo sano di mente. Tra quattro o cinque anni la tua collega si accorgerà che i continui mal di testa e i successivi mal di stomaco non sono il massimo. Nel frattempo comincerà a sfracellarti l'apparato ludico perchè ha una bella pancetta alcolica...a nome di chi (ormai molto poco) va in scooter, grazie per esserti fermato ad aiutare il ragazzo caduto. A me tornando dal Politecnico capitavano quelli che mi lanciavano addosso i mozziconi di sigaretta...

GIAN CARLO ha detto...

La magia di Teomondo Scrofalo :-)